La mia vita (racconto)

«La gente povera e senza istruzione si guadagna il pane col lavoro fisico; non vedo perché io dovrei fare eccezione alla regola.»

La mia vita
Titolo originaleMoja žizn’
AutoreAnton Pavlovič Čechov
1ª ed. originale1896
Genereracconto
Lingua originalerusso
ProtagonistiMisaìl
CoprotagonistiMàrija Viktòrovna, Kleopàtra, Rèdka, Anjùta Blàgova, l’architetto, l’ingegnere

La mia vita (Moja žizn’) è un racconto dello scrittore russo Anton Čechov. Fu pubblicato per la prima volta sulla rivista Niva, nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 1896.

La mia vita è una delle più importanti opere narrative che Čechov abbia scritto[1].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Misaìl, figlio di un nobile architetto, si rifiuta di lavorare nel servizio amministrativo russo e respinge qualsiasi altra occupazione intellettuale, attirandosi così le ire del padre e la riprovazione di amici e parenti. Dopo un breve impiego come telegrafista, Misaìl decide di lavorare come operaio alle dipendenze di Rèdka, un verniciatore di tetti, sollevando lo sconcerto dei suoi conoscenti e la curiosità – ma anche la diffidenza – delle classi più umili. Viene perfino convocato dal governatore in persona, il quale, pregato dal padre di Misaìl, lo invita a condurre una vita consona al suo rango e lo avverte che in caso contrario dovrà prendere provvedimenti affinché lasci la città. Misaìl persiste tuttavia nelle proprie convinzioni e molti ora preferiscono evitarlo o ignorarlo; la sola che abbia ancora stima di lui (escluse la sorella Kleopàtra e la di lei amica Anjùta Blàgova, segretamente innamorata del giovane) è Màrija Viktòrovna, figlia dell'ingegnere che aveva procurato a Misaìl il posto di telegrafista. Misaìl e Màrija si innamorano l'uno dell'altra, si sposano e si trasferiscono in campagna, dove lui inizia a lavorare la terra. Ben presto, però, Màrija si stanca della monotona vita rurale e della durezza di carattere dei contadini e abbandona il marito. Misaìl fa ritorno in città e con la sorella, a sua volta ripudiata dal padre per via di uno scandalo, va a vivere nella casa di Rèdka.

Edizioni in lingua italiana[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Nuova Enciclopedia Garzanti della Letteratura, Garzanti, Milano, 1985.