Kazuo Ishiguro

Kazuo Ishiguro
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la letteratura 2017

Sir Kazuo Ishiguro (カズオ・イシグロ? o 石黒 一雄?, Ishiguro Kazuo; Nagasaki, 8 novembre 1954) è uno scrittore britannico di origine giapponese, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2017[1].

Il suo tema dominante è la rievocazione di un passato individuale e nazionale, situato negli anni del secondo dopoguerra, in un mondo dove è in atto un totale mutamento di costumi, accompagnato dalla perdita dei valori tradizionali. Vincitore del Booker Prize nel 1989 con il romanzo Quel che resta del giorno (1989), che gli ha dato fama internazionale, e nel 2005 con Non lasciarmi (2005).

Nel 2017 gli è stato conferito il premio Nobel per la letteratura "perché, nei suoi romanzi di grande forza emotiva, ha svelato l’abisso sottostante il nostro illusorio senso di connessione con il mondo".

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di origine giapponese, all'età di sei anni si trasferì con la famiglia nel Regno Unito. Il soggiorno, che avrebbe dovuto essere temporaneo, divenne definitivo. Si laureò nel 1978 in letteratura e filosofia. Frequentò anche corsi di scrittura creativa, avendo tra gli insegnanti Malcolm Bradbury e A. Carter.[2] Divenne cittadino britannico nel 1982, abbandonando definitivamente la cittadinanza giapponese.[3]

Attualmente vive a Londra con la moglie scozzese, Lorna MacDougall, assistente sociale, e la figlia Naomi[4], nata nel 1992[5]. Scrive in lingua inglese e si firma col cognome preceduto dal nome. Ha anche modificato la grafia giapponese del suo nome, che era 石黒 一雄 (Ishiguro Kazuo), eliminando gli ideogrammi e utilizzando l'alfabeto fonetico katakana come si fa in Giappone per le traslitterazioni di nomi stranieri.[6]

Nel 1986 ha vinto il premio Withbread per il suo secondo romanzo: Un artista del mondo fluttuante. Nel 1989 ha avuto un nuovo prestigioso riconoscimento, il premio Booker, per il suo romanzo Quel che resta del giorno, dal quale è stato tratto il film omonimo di James Ivory.[7] Nel 2005 vince il Premio Alex con Non lasciarmi (Never Let Me Go). Anche questo romanzo è diventato un film omonimo, con la regia di Mark Romanek (2010). Nel 2017 vince il premio Nobel per la letteratura.

Il suo interesse per la letteratura nasce nei primi anni sessanta[8], quando scopre i romanzi di Arthur Conan Doyle, in particolare Il mastino dei Baskerville. Ma è la musica a coinvolgerlo di più durante l’adolescenza. Dai cinque ai dodici anni studia pianoforte, quindi segue le orme dei suoi idoli Dylan e Cohen, incominciando a scrivere canzoni[9]. A vent’anni, la lettura di Dostoevskij e Charlotte Brontë lo consacra definitivamente alla letteratura. Ishiguro non è uno scrittore prolifico per scelta. Come ha rivelato a «Der Spiegel» nel 2005[10], scrivere velocemente non è una sua priorità, perché è preferibile creare un’opera che si distingue, piuttosto che contribuire alla quantità dei libri pubblicati. Deplora inoltre la tendenza dell’educazione contemporanea a reprimere la naturale immaginazione dei bambini a favore di capacità esclusivamente utilitarie finalizzate al mondo del lavoro[11].

Produzione letteraria[modifica | modifica wikitesto]

Con Rushdie e Kureishi fa parte del gruppo di scrittori, di origini diverse, che ha dato un sostanziale apporto alla letteratura inglese più recente, introducendo elementi stilistici delle culture d'origine. La sua attenzione ai particolari e alle atmosfere, sempre descritte con infinita cura, ricorda i grandi romanzieri nipponici classici. "Con una prosa sorvegliatissima, appresa leggendo Cechov e altri classici europei dell'Ottocento, facendo leva su poeticissime metafore, lo scrittore fissa le speranze e le paure di antieroi quasi sempre incapaci di fare davvero i conti con la realtà, costretti a sopravvivere aggrappandosi a sbiaditi ricordi. (...) Un'apparente cesura si produce nella produzione tra la fine degli anni novanta e l'inizio del nuovo secolo, quando Ishiguro inizia a esplorare nuovi territori. Il narratore si apre, almeno in apparenza, alla dimensione della favola spesso nera dell'utopia negativa di cui furono maestri Huxley e Orwell, affrontando le scomodissime domande poste dagli inarrestabili progressi dall'ingegneria genetica"[12].

Uno dei suoi primi romanzi è Un artista del mondo fluttuante, che ricostruisce l'ambiente del Giappone nel primissimo dopoguerra. Il titolo originario inglese - An Artist of the Floating World - è assai più vicino alla tradizione giapponese di quanto sia desumibile dalla traduzione italiana, facendo riferimento a quel mondo fluttuante così caro a intere generazioni di bunjin (intellettuali), scrittori e pittori nipponici. Il romanzo è un omaggio alla sua cultura d'origine ma anche alla storia della sua famiglia, originaria della città così duramente provata dalle conseguenze dell'esplosione nucleare[13].

Il suo settimo romanzo, Il gigante sepolto (The Buried Giant), è uscito il 3 marzo 2015, pubblicato negli USA e nel Regno Unito contemporaneamente.[14] Dopo dieci anni di silenzio, Ishiguro scrive un romanzo mitologico, sulle orme di Tolkien, ambientato nella Britannia del V secolo, con orchi, draghi e giganti - e, per la prima volta nelle sue storie, scene cruente di violenza improvvisa e letale: "Preciso, essenziale, lirico e appena un po' strano, l'idioma del Buried Giant appare universale come il suo tema... In questa parabola mesmerica di rimembranza, remissione e vendetta, durante una fragile tregua fra Britanni e Sassoni dopo la partenza dei romani, le carneficine sono rare, ma quando avvengono, sono di una calamità straziante."[15] Tuttavia l'autore non trasforma la Britannia dei secoli bui in Terra di Mezzo, ma presenta piuttosto un romanzo palesemente storico, in "una miscela promiscua di influenze e periodi".[16]

Nel 2021 è stato pubblicato presso Faber and Faber il suo ottavo romanzo, intitolato Klara and the Sun, tradotto in italiano per Einaudi, con il titolo Klara e il Sole.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i romanzi dell'autore sono tradotti in italiano.

Raccolte di racconti[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiature[modifica | modifica wikitesto]

Altri racconti[modifica | modifica wikitesto]

  • A Strange and Sometimes Sadness, Waiting for J e Getting Poisoned (in Introduction 7: Stories by New Writers, 1981)
  • A Family Supper (in Firebird 2: Writing Today, 1983)[1]
  • Summer After the War (in Granta 7, 1983)[1]
  • October 1948 (in Granta 17, 1985)
  • A Village After Dark (in The New Yorker, 2001)[1]

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

  • La mia sera del Ventesimo secolo e altre piccole svolte, Torino, Einaudi, 2018, ISBN 978-88-0623-880-3. [discorso tenuto alla premiazione del Nobel per la Letteratura]

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Con l'eccezione di The Buried Giant, tradotto in tredici lingue, tutti i romanzi e racconti di Ishiguro sono stati candidati a premi letterari rinomati.[7] Significativamente, An Artist of the Floating World, When We Were Orphans e Never Let Me Go sono stati finalisti al Booker Prize. In un resoconto trapelato dal rispettivo Comitato di giudici, si è saputo che il Comitato era indeciso nell'assegnare il premio del 2005 tra Never Let Me Go e The Sea (Il mare) di John Banville, alla fine assegnandolo a quest'ultimo.[23][24]

Adattamenti[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze britanniche[modifica | modifica wikitesto]

Knight Bachelor - nastrino per uniforme ordinaria
«Per servizi alla letteratura.»
— 9 giugno 2018[25]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Note Biobibliografiche (PDF), su nobelprize.org/, Svenska Akademien. URL consultato il 5 ottobre 2017.
  2. ^ Ishiguro, Kazuo [Lessico del XXI Secolo (2012)], su treccani.it.
  3. ^ (EN) Andy Martin, Kazuo Ishiguro, appreciation: The Nobel Prize-winner's approach to the English language is of a connoisseur, a collector, in The Independent, 6 ottobre 2017. URL consultato il 6 ottobre 2017.
  4. ^ Wroe, Nicholas, Living Memories, in The Times, Londra, 15 febbraio 2012. URL consultato il 6 marzo 2015.
  5. ^ (EN) Never Let Me Go: A Profile of Kazuo Ishiguro, in Poets & Writers, 1º maggio 2005. URL consultato il 13 dicembre 2017.
  6. ^ Barry Lewis, Kazuo Ishiguro, Manchester University Press, 2000.
  7. ^ a b c d e f g British Council, Kazuo Ishiguro, su literature.britishcouncil.org, British Council. URL consultato il 6 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2013).
  8. ^ Per il paragrafo in generale, cfr. Russo, Roberto. «Curiosità su Kazuo Ishiguro | 10 cose sul Nobel per la letteratura 2017» Archiviato il 26 ottobre 2017 in Internet Archive.. GraphoMania (blog), 6 ottobre 2017.
  9. ^ DrHGuy. «“I discovered Leonard Cohen, who had a literary approach to lyrics.” Kazuo Ishiguro On Leonard Cohen & Bob Dylan». Cohencentric: Leonard Cohen Considered, 7 agosto 2016. Ishiguro ha composto più di 100 canzoni.
  10. ^ Moore, Michael Scott, e Michael Sontheimer. «“Spiegel” Interview with Kazuo Ishiguro: “I Remain Fascinated by Memory”». Spiegel Online, 5 ottobre 2005, par. International.
  11. ^ Blacker, Terence. «In the literary battle between fantasists and realists, I know whose side I’m on». The Independent, 5 febbraio 2016.
  12. ^ Roberto Bertinetti, Ishiguro Nobel, Il Mattino, 6 ottobre 2017.
  13. ^ Graham Swift, "Kazuo Ishiguro" Archiviato il 2 febbraio 2012 in Internet Archive., BOMB Magazine, 1989. URL consultato 06/03/2015.
  14. ^ "Kazuo Ishiguro: My wife thought first draft of The Buried Giant was rubbish" di Hannah Furness, su The Telegraph 04/10/2014; "The Buried Giant review – Kazuo Ishiguro ventures into Tolkien territory" di Tom Holland,The Guardian 04/03/2015.
  15. ^ Boyd Tonkin, "The Big Read", The Independent, 02/03/2015.
  16. ^ "The Buried Giant review – Kazuo Ishiguro ventures into Tolkien territory" di Tom Holland,The Guardian 04/03/2015.
  17. ^ Nicholas Wroe, Profile: Kazuo Ishiguro, in The Guardian, London, 19 febbraio 2005. URL consultato il 18 marzo 2008.
  18. ^ A Profile of Arthur J. Mason (1984) (TV), su imdb.com. URL consultato il 18 marzo 2008.
  19. ^ The Gourmet (1984) (TV), su imdb.com. URL consultato il 18 marzo 2008.
  20. ^ Granta 7: Best of Young British Novelists, su bestyoungnovelists.com. URL consultato il 6 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2008).
  21. ^ Granta 43: Best of Young British Novelists 2, su bestyoungnovelists.com. URL consultato il 6 marzo 2015 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2008).
  22. ^ a b "Time magazine's greatest English novels", The Times 05/01/2008. URL consultato 06/03/2015.
  23. ^ Rick Gekoski, At last, the best Booker book won, The Guardian, 12 ottobre 2005. URL consultato il 6 marzo 2015.
  24. ^ Rick Gekoski, It's the critics at Sea, su theage.com.au, The Age, 16 ottobre 2005. URL consultato il 6 marzo 2015.
    «Alla fine, si è risolto in un dibattito tra The Sea e Never Let Me Go
  25. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 62310, 9 June 2018.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vincitori Man Booker Prize Successore
Peter Carey 1989 Antonia Susan Byatt
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