John Barrymore

John Barrymore (1922)

John Barrymore (nato John Sidney Blyth; Filadelfia, 15 febbraio 1882Los Angeles, 29 maggio 1942) è stato un attore statunitense, noto per il suo fascino intrigante e carismatico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio d'arte, suo padre era il famoso attore Maurice Barrymore, mentre sua madre Georgiana, anche lei attrice, era sorella della star di Broadway, John Drew, Jr. e del popolare Sidney Drew. Ebbe una sorella e un fratello attori, gli altrettanto famosi Ethel e Lionel.

Dopo un periodo di lavoro come fumettista per un giornale di New York, debuttò sulle scene di Broadway nel 1903. In breve si fece conoscere quale eccellente interprete shakespeariano: la sua intensa e sofferta interpretazione dell'Amleto, che nel 1924 avrebbe portato a Londra con esito trionfale, rimane nella storia dello spettacolo.

Grazie alla sua avvenenza (ancora oggi è ricordato con il soprannome "il Grande Profilo") e a una straordinaria presenza scenica, nei primi anni venti divenne un divo del cinema muto: tutti suoi furono i ruoli di elegante e scapestrato amatore in pellicole quali, ad esempio, Beau Brummell (1924), di Harry Beaumont, e Don Giovanni e Lucrezia Borgia (1926) di Alan Crosland. Fu anche incisivo in ruoli drammatici, come quello di Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1920) di John Stuart Robertson, tratto dall'omonimo romanzo di Robert Louis Stevenson.

Grande seduttore anche nella vita, nonché avvezzo alla baldoria e all'abuso di alcolici, John Barrymore collezionò decine di flirt e storie d'amore con donne bellissime (tra queste, anche l'allora giovanissima Evelyn Nesbit). Si sposò quattro volte: dalla poetessa Michael Strange (nome d'arte di Blanche Oelrichs) ebbe la figlia Diana (morta nel 1960 per un'overdose di alcol e sonniferi), mentre dal matrimonio con l'attrice Dolores Costello nacque il figlio John Drew Barrymore (anche lui destinato a un'esistenza tormentata e segnata dall'alcol), padre a sua volta di Drew Barrymore, diva del cinema odierno.

L'avvento del cinema sonoro permise agli spettatori cinematografici di apprezzare le mille sfumature della voce profonda e suadente di Barrymore: fu impegnato sia nella commedia, tra cui Pranzo alle otto (1933) e Ventesimo secolo (1934), che nel dramma, come in Febbre di vivere (1932) e Ritorno alla vita (1933), anche se è nel dramma sentimentale che diede il suo meglio (fu indimenticabile come appassionato amante di Greta Garbo in Grand Hotel del 1932).

Sul finire degli anni trenta, Barrymore iniziò a risentire dell'abuso di alcolici e della vita sregolata, e la sua carriera negli ultimi anni si ridusse a partecipazioni straordinarie in film di livello sempre più modesto.

Ormai alcolizzato, si spense nel 1942, all'età di sessant'anni. È sepolto al Main Mausoleum di Los Angeles.

Matrimoni[modifica | modifica wikitesto]

  1. Katherine Corri Harris (1890-1927), attrice. Fu protagonista, nel 1918, del film The House of Mirth. Si sposarono il 1º settembre 1910, divorziarono nel 1917.
  2. Blanche Marie Louise Oelrichs (1890–1950). Sposati il 5 agosto 1920, divorziarono nel 1925. Dal matrimonio, nacque Diana Blanche Barrymore (1921-1960).
  3. Dolores Costello (1903-1979), attrice e modella, protagonista nel 1941 di L'orgoglio degli Amberson. Si sposarono il 24 novembre 1928, divorziarono nel 1935. Ebbero due bambini, Dolores Ethel Mae Barrymore (nata nel 1930) e John Drew Barrymore (1932-2004) (attore e padre di Drew Barrymore).
  4. Elaine Barrie (nata Elaine Jacobs, 1916-2003), attrice. Si sposarono il 9 novembre 1936, divorziarono nel 1940.

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Per il suo contributo all'industria cinematografica, gli venne assegnata una stella sulla Hollywood Walk of Fame al 6667 di Hollywood Blvd.[1]

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Film o documentari dove appare[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) John Barrymore, su Hollywood Walk of Fame.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Ray Stuart, Immortals of the Screen, New York, Bonanza Books, 1965.
  • Il Cinema: Grande Storia Illustrata, vol. 10, Novara, Istituto Geografico DeAgostini.

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Controllo di autoritàVIAF (EN79119083 · ISNI (EN0000 0001 2141 0816 · LCCN (ENn80017002 · GND (DE119340933 · BNE (ESXX1075442 (data) · BNF (FRcb12547291h (data) · J9U (ENHE987007279697105171 · CONOR.SI (SL50043235 · WorldCat Identities (ENlccn-n80017002