Istro il Callimacheo

Istro detto il Callimacheo (in greco antico: Ἴστρος ὁ Καλλιμάχειος?, Ístros ho Kallimácheios; Pafo, ... – Alessandria, ...; fl. III secolo a.C.) è stato uno storico greco antico attivo nel III secolo a.C., probabilmente nativo di Pafo. Fu allievo di Callimaco e lavorò presso la Biblioteca di Alessandria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il lessico bizantino Suda[1] informa che Istro fu uno scrittore (συγγραφεύς) e che fu schiavo (δοῦλος) e allievo (γνώριμος) di Callimaco. La stessa fonte, in un passo verosimilmente corrotto, asserisce che Istro sarebbe stato figlio di Menandro, nipote di Istro, e Cireneo o Macedone. Sulla base della testimonianza di Ermippo di Berito, la Suda informa inoltre che Istro sarebbe nato a Pafo. Dunque, probabilmente, essendo in qualche modo scolaro di Callimaco, nacque forse l'idea che fosse anche suo conterraneo, mentre Plutarco e Ateneo di Naucrati lo definiscono rispettivamente alessandrino (Ἀλεξανδρεύς) e callimacheo (Καλλιμάχειος).

Opere[modifica | modifica wikitesto]

La Suda afferma che Istro scrisse molto, sia in prosa che in poesia, ma delle sue opere restano solo 77 frammenti[2].

Alla tradizione della storiografia locale si rifacevano soprattutto gli Attikà (Ἀττικά)[3], che secondo Jacoby non erano una Atthis nel senso proprio del termine, bensì una sorta di «digesto», cioè una raccolta di materiali tratti dalle Atthides precedenti e riuniti per offrire uno strumento di lavoro utile ai cultori delle tradizioni ateniesi. Secondo lo studioso, però, l’opera non andrebbe intesa come una semplice collezione di estratti («Exzerptenwerk»)[4], ma come una rassegna critica delle numerose varianti attidografi che, all’interno della quale gli argomenti dovevano essere organizzati su base cronologica, limitatamente però all’età mitica o alla cosiddetta archaiologia, perché principalmente questi erano gli interessi di un erudito alessandrino e dei suoi potenziali lettori[5].

Seguivano, poi, gli Argolikà (Ἀργολικά) e gli Eliakà (Ἠλιακά). Di carattere erudito-antiquario erano, con specifico riferimento a culti e feste, Raccolta delle feste cretesi (Συναγωγὴ τῶν Κρητικῶν θυσιῶν), Sugli agoni per Elio (Περὶ τῶν Ἡλίου ἀγώνων), Le epifanie di Apollo (Ἀπόλλωνος ἐπιφάνειαι)[6], Le epifanie di Eracle (Ἡρακλέους ἐπιφάνειαι). Ancora di carattere più antiquario erano, probabilmente, Sui poeti lirici (Περὶ μελοποιῶν, da cui deriverebbero alcuni frammenti biografici su Sofocle citati da un bios anonimo) e le Repliche contro Timeo (Πρὸς Τίμαιον ἀντιγραφαί)[7]. Istro si occupò, inoltre, anche dell'Egitto, componendo Le colonie degli Egizi (Αἰγυπτίων ἀποικίαι) e Sulla città di Tolemaide (Περὶ Πτολεμαΐδος).

Infine, di carattere miscellaneo dovevano essere gli Àtakta (Ἄτακτα), i Sỳmmikta (Σύμμικτα) e gli Hypomnḕmata (Ὑπομνήματα).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ s.v. Ἴστρος
  2. ^ Raccolti da Felix Jacoby in FGrHist 334.
  3. ^ Per un totale di 38 frammenti, tra cui quelli delle Attikài lèxeis (Ἀττικαὶ λέξεις).
  4. ^ Così indurrebbe a pensare FGrHist 334 T4: «Istro ricorda (...) raccogliendo quanto tramandato dagli scrittori».
  5. ^ F. Jacoby s.v. Istros 9, in RE, coll. 2271-2277; Id., FGrHist IIIb (Suppl.), 323a-334 (Text), pp. 619-627.
  6. ^ L'unico frammento pervenuto riguarda la statua del dio a Delo ed è tramandato dal De musica pseudoplutarcheo.
  7. ^ Da cui sappiamo che Istro lo chiamava, con un certo disprezzo, Epitimeo ("calunniatore"), come informa Ateneo, VI 272a-b.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Monica Berti, Istro il Callimacheo, I, Testimonianze e frammenti su Atene e sull'Attica, Tivoli, Edizioni Tored, 2009.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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