Institutio Alimentaria

Traiano: Æ Sesterzio[1]
IMP CAES NERVAE Traiano AUG GER DAC P M TR P COS V P P, testa laureata a destra con drappeggo su spalla; S P Q R OPTIMO PRINCIPI, l'Abundantia (o l'Annona) in piedi verso destra, pone la sua mano su un bambino alla sua destra mentre presenta un altro bambino a Traiano, seduto verso sinistra su una sedia curule, tiene uno scettro; ai lati la scritta S C, ALIM ITAL in esergo.
30 mm, 26.86 gr, 6 h, coniato nel 103 nella zecca di Roma.
Traiano: Aureo[2]
IMP Traiano AUG GER DAC P M TR P, testa laureata a destra con corazza e drappeggo su spalla; COS V P P S P Q R OPTIMO PRINCIPI, Traiano con la toga in piedi verso sinistra, tiene un rotolo nella sua mano sinistra, la mano destra è tesa verso un ragazzo e una ragazza verso sinistra, i quali gli stanno di fronte, il ragazzo tende all'imperatore la sua mano sinistra, la ragazza entrambe le mani; ALIM ITAL in esergo.
18 mm, 7.18 gr, 6 h, coniato nel 111 nella zecca di Roma.

L'«Institutio Alimentaria» fu un provvedimento preso nel 103 dall'imperatore Traiano in favore dei bambini bisognosi dell'Italia.[3] L'imperatore, che passò alla storia come optimus princeps, prelevò dal suo patrimonio personale le somme necessarie a garantire un avvenire sereno a centinaia di bambini bisognosi, legittimi e illegittimi, soprattutto nelle campagne. Tracce storiche dell'avvenimento sono rimaste sull'Arco di Traiano di Benevento, dove è raffigurata la distribuzione di viveri ai bambini poveri per via dell' institutio; gli stessi episodi sono rappresentati nel Foro Romano. Traiano prelevò personalmente dei fondi dal suo patrimonio e li diede in prestito ai proprietari agricoltori dei vari municipi d'Italia, chiedendo un interesse del 5% per alimentare il fondo e garanzie sotto forma di ipoteche sui terreni. I soldi degli interessi vennero poi usati per comprare il cibo ai bambini bisognosi, garantendo un flusso continuo negli anni per dar loro un futuro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Per via delle guerre molti bambini soffrivano della fame e quindi l'imperatore decise di intervenire. Prima di allora erano già stati presi vari provvedimenti, ma di ordine generale e non specifici per l'infanzia.

Obligatio praediorum[modifica | modifica wikitesto]

Traiano ricorse a un'operazione finanziaria conosciuta come obligatio praediorum. L'imperatore avrebbe sottratto denaro dal proprio patrimonio personale e, contro la garanzie di ipoteche immobiliari e ad un interesse del 5%, l'avrebbe dato in prestito agli agricoltori dei vari Municipi d'Italia, i quali dovevano a loro volta iscrivere scrupolosamente i loro fondi nei registri cittadini.

Quaestores alimentorum[modifica | modifica wikitesto]

«L'institutio Alimentaria» poteva contare sui quaestores alimentorum, dipendenti a loro volta dal praefectus alimentorum.

Tavola di Velleia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tabula alimentaria traianea.

Nella Tavola di Velleia si leggono due iscrizioni: quella del 49 a.C. contiene la Lex Rubria; la seconda, del tempo di Traiano, spiega la procedura del prestito imperiale. A fronte di una somma raccolta di 72.000 sesterzi, gli interessi, 3.600 sesterzi, vennero dati a 18 ragazzi e a una ragazza, tutti figli legittimi. Successivamente, la somma da dividere fu di 52.000 sesterzi e venne divisa fra 245 ragazzi e 34 ragazze, legittimi, più un maschio e una femmina, illegittimi.[4]

Arco di Traiano (Benevento)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arco di Traiano (Benevento).
L'istituzione degli alimenta alla presenza di littori, personificazioni di città italiche e di italici con bambini per mano e sulle spalle, arco di Traiano a Benevento, 114 - 117 d.C.

L'arco di Traiano a Benevento mostra molti coloni che portano i loro figli davanti al tavolo, dove il «curator» distribuisce i doni. Alcuni personaggi tornano indietro, mentre la personificazione della città di Benevento, insieme ad alte figure simboliche, osserva la scena.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ RIC Traianus, II 461; Banti 12.
  2. ^ RIC Traianus, II 93 var. (senza corazza); MIR 14, 345f; Strack 155; Calicó 984; BMCRE 380; BN 427.
  3. ^ RIC Traianus, II 461; Banti 12. RIC Traianus, II 93 var. (senza corazza); MIR 14, 345f; Strack 155; Calicó 984; BMCRE 380; BN 427.
  4. ^ CIL XI, 1147.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • L'arte nel Sannio, Mario Rotili, Ente P.T. 1952, Benevento
  • Historia n.261, novembre 1979, grafica Cino del Duca (I bimbi più poveri sono miei figli,di Maria Zaniboni)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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