Inseguimento della Goeben e della Breslau

Inseguimento della Goeben e della Breslau
parte della battaglia del Mediterraneo della prima guerra mondiale
Una nave della Marina britannica mentre insegue le due navi tedesche
Data28 luglio - 10 agosto 1914
LuogoMar Mediterraneo
EsitoFuga tedesca (da considerare come una vittoria)
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Perdite
Nessuna4 Marinai
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L'inseguimento della Goeben e della Breslau cominciò poco dopo lo scoppio della prima guerra mondiale ed ebbe luogo nel Mar Mediterraneo quando la Flotta del Mediterraneo tentò di intercettare la flotta tedesca, comprendente l'incrociatore da battaglia Goeben e l'incrociatore leggero Breslau. Le due navi fuggirono e riuscirono a riparare a Costantinopoli, contribuendo all'entrata in guerra dell'Impero ottomano contro la Triplice intesa.

Il fallimento inglese ebbe conseguenze a livello politico e militare, secondo le parole di Winston Churchill: "più strage, più miseria, più rovina di quanta mai ne abbia portata la bussola di una nave."[1]

Preludio[modifica | modifica wikitesto]

In base a quanto stabilito nel 1912 la Flotta del Mediterraneo tedesca, comprendente solo la Goeben e la Breslau, era sotto il comando del contrammiraglio Wilhelm Souchon. Durante la guerra il suo compito era quello di intercettare le navi francesi che trasportavano le truppe coloniali dall'Algeria alla Francia.

Quando il 28 luglio 1914 la guerra scoppiò tra l'Impero austro-ungarico e la Serbia, Souchon era a Pola, dove i tecnici stavano riparando le caldaie della Goeben. Temendo di essere intrappolato nell'Adriatico il contrammiraglio salpò per il Mediterraneo a riparazioni non completate. Raggiunse Brindisi il 1º agosto dove gli italiani non gli concessero il carbone necessario per navigare, essendo il loro paese neutrale. Souchon ripartì con la Goeben e fu raggiunto a Taranto dalla Breslau, con la quale salpò alla volta di Messina dove ottenne 2 000 tonnellate di carbone da un mercantile tedesco.

Rotte prese dagli inseguiti e dagli inseguitori

Nel frattempo, il 30 luglio Winston Churchill, il Primo Lord dell'Ammiragliato diede istruzioni all'ammiraglio della Flotta del Mediterraneo, sir Archibald Berkeley Milne, di scortare il XIX Corpo francese attraverso il Mediterraneo fino in patria. La Flotta del Mediterraneo, con base a Malta, comprendeva tre incrociatori da battaglia veloci e moderni l'Inflexible, l'Indefatigable e l'Indomitable, oltre a quattro incrociatori corazzati, quattro incrociatore leggeri e quattordici cacciatorpediniere.

Archibald Berkeley Milne organizzò le sue forze a Malta il 1º agosto. Il giorno seguente ricevette istruzioni di pedinare la Goeben così inviò il contrammiraglio Ernest Troubridge, con l'Indefatigable e l'Indomitable più cinque incrociatori e otto cacciatorpediniere, a sorvegliare l'Adriatico. Per paura che la nave tedesca potesse fuggire nell'Atlantico, l'ammiragliato ordinò all'Indefatigable e all'Indomitable di andare a ovest, verso lo Stretto di Gibilterra.[2]. La protezione delle navi francesi venne complicata ulteriormente dalla perdita di ogni comunicazione diretta con le navi, che avevano posticipato l'imbarco dei soldati. Alla ricerca della Goeben venne inviato l'incrociatore leggero Chatham, diretto allo Stretto di Messina. Nel frattempo, Souchon aveva già lasciato Messina diretto a ovest.

Primo contatto[modifica | modifica wikitesto]

L'incrociatore leggero Breslau

Senza ordini precisi, Wilhelm Souchon decise di posizionare le sue navi poco fuori la costa africana, pronto ad ingaggiare il nemico all'inizio delle ostilità. Aveva infatti pianificato di bombardare i porti di Bona e Philippeville, nell'Algeria francese. Alla Goeben toccò Philippeville mentre alla Breslau toccò Bona. Alle ore 18:00 del 3 agosto l'ammiraglio ricevette un dispaccio che comunicava la dichiarazione di guerra dell'Impero tedesco alla Francia. Così, all'alba del giorno seguente, Souchon ricevette l'ordine dall'ammiraglio Alfred von Tirpitz di dirigersi verso Costantinopoli. Souchon ordinò alle sue navi, battenti bandiera russa, di bombardare i due porti e, in seguito, di invertire la rotta e dirigersi verso l'Impero Ottomano, facendo scalo a Messina per il carbone.[3] In base ad un accordo precedente la guerra, la Francia fu in grado di concentrare la sua intera flotta nel Mediterraneo, lasciando alla Marina britannica il compito di sorvegliare le coste francesi sull'Atlantico. Sapendo però che la Goeben procedeva verso ovest, l'ammiraglio Augustin de Lapeyrère non inviò navi contro di essa, permettendo involontariamente a Souchon di andare ad est senza pericoli.

Sulla rotta di Souchon vi erano però due incrociatori da battaglia, l'Indefatigable e l'Indomitable, che presero contatto alle 9:30 del 4 agosto. Al contrario della Francia, il Regno Unito non era ancora in guerra con la Germania (la dichiarazione non sarebbe avvenuta che in serata, dopo l'invasione tedesca del Belgio neutrale), così le navi inglesi cominciarono a pedinare la Goeben e la Breslau. Archibald Berkeley Milne riportò l'ora e la posizione dell'incontro, ma si dimenticò di riferire che le due navi si dirigevano verso est. Winston Churchill credette ancora che le due navi volessero minacciare il trasporto francese, così autorizzò Milne ad ingaggiare le navi se esse avessero attaccato. Il governo inglese però decise che non si doveva attaccare senza prima aver dichiarato guerra, costringendo in questo modo Churchill ad annullare l'ordine.[4]

L'inseguimento[modifica | modifica wikitesto]

La Goeben

La velocità massima della Goeben era di 50 km/h, ma i problemi alle caldaie la rallentarono fino a 44 km/h, nonostante i macchinisti facessero di tutto per spingere l'imbarcazione al massimo. Quattro marinai morirono per le ustioni da vapore. Anche entrambi gli incrociatori da battaglia inglesi avevano problemi con le caldaie, così solo l'incrociatore leggero Dublin mantenne il contatto con la Goeben ma perse anch'esso il contatto alle 19:37, poco lontano da Partinico. Le due navi tedesche raggiunsero Messina il mattino seguente, dopo che la guerra tra Regno Unito e Germania era cominciata.

L'Ammiragliato ordinò a Milne di rispettare la neutralità italiana, restando a dieci chilometri dalla costa. L'ammiraglio mise l'Inflexible e l'Indefatigable a guardia dell'ingresso settentrionale dello Stretto di Messina e l'incrociatore leggero Gloucester all'ingresso meridionale. L'Indomitable venne mandato a rifornirsi di carbone a Biserta.[5]

Le autorità italiane obbligarono le navi di Souchon a sostare non più di ventiquattro ore. I tedeschi non poterono così ricevere tutti i rifornimenti necessari per raggiungere Istanbul e, oltretutto, il 6 agosto il comandante ricevette un dispaccio; tramite esso veniva informato che gli austriaci non gli avrebbero concesso alcun aiuto nel Mediterraneo e che, data la neutralità dell'Impero Ottomano, non doveva più dirigersi ad Istanbul. Con l'alternativa di raggiungere Pola e restare bloccato per tutta la guerra nell'Adriatico, Souchon decise di andare in Turchia lo stesso.[5]

Il 5 agosto, Archibald Milne venne istruito a continuare il pattugliamento dell'Adriatico, per controllare gli austriaci ed impedire ai tedeschi di raggiungerli. Decise quindi di tenere gli incrociatori da battaglia ad ovest, ordinando al Dublin di unirsi allo squadrone degli incrociatori di Ernest Troubridge sull'Adriatico, dove egli credeva di poter intercettare la Goeben e la SMS Breslau. Il 6 agosto la Gloucester avvistò le due navi, fuori portata dei cannoni, e cominciò ad inseguirle.[6]

Lo squadrone di Troubridge comprendeva i quattro incrociatori corazzati HMS Defence, HMS Black Prince, HMS Warrior e HMS Duke of Edinburgh, più otto cacciatorpediniere. I cannoni della Goeben erano decisamente più potenti di quelli inglesi, tanto da rendere questi ultimi dei bersagli senza poter rispondere perché troppo lontani. A breve distanza però gli inglesi potevano inferire gravi danni alle navi tedesche.[7] Oltretutto le navi inglesi erano parecchi nodi più lente della Goeben, nonostante i problemi alle caldaie.[8] Di conseguenza Troubridge decise di attaccare la Goeben con una luce favorevole, all'alba; con la nave tedesca a est delle proprie, il contrammiraglio lanciò un attacco con i siluri dei cacciatorpediniere. Dovette però rinunciare a cinque di essi che non ebbero abbastanza carbone per mantenere l'andatura degli incrociatori. Alle 04:00 del 7 agosto, Troubridge realizzò di non essere in grado di raggiungere le navi tedesche prima che arrivasse la luce del giorno e comunicò il tutto a Milne. La risposta giunse alle 10:00 quando Troubridge era rientrato a Zante per i rifornimenti.[9]

La fuga[modifica | modifica wikitesto]

L'Ammiraglio Archibald Berkeley Milne

Archibald Berkeley Milne ordinò al Gloucester di non inseguire la Goeben finché non fosse tornata a ovest ma al comandante dell'incrociatore inglese sembrava che la nave stesse fuggendo, più che guadagnare tempo. Il Gloucester ingaggiò la Breslau nel tentativo di costringere la Goeben a difendere l'incrociatore leggero. Il tentativo fu vano e nessun colpo fu inferto alla Breslau. L'attacco venne interrotto quando Archibald Milne ordinò al Gloucester di non proseguire l'inseguimento a sud del Peloponneso.

Poco dopo la mezzanotte dell'8 agosto Milne portò i suoi tre incrociatori da battaglia e l'incrociatore leggero Weymouth a est. Alle 02:00 ricevette un messaggio errato dall'Ammiragliato che affermava che il Regno Unito era entrato in guerra con l'Impero austro-ungarico. La guerra, però, fu dichiarata solo il 12 agosto; Milne fu informato dell'errore quattro ore dopo, quando ormai aveva deciso di sorvegliare l'Adriatico invece di affondare la Goeben. Infine il 9 agosto Milne ricevette l'ordine di seguire la Goeben, che ormai era giunta nel Mar Egeo. Milne non credeva ancora che Souchon stesse portando le sue navi verso i Dardanelli, così decise di sorvegliare le uscite dal Mar Egeo, ignorando che Souchon avesse intenzione di restare nell'Impero ottomano.

Il 9 agosto Souchon si rifornì di carbone nell'isola di Donoussa, dopodiché ripartì per Istanbul. Alle 17:00 del 10 agosto raggiunse i Dardanelli, ottenendo il permesso di attraversarli. Prima della guerra i governi tedesco e turco erano in buoni rapporti. I tedeschi usarono così la loro influenza per permettere il passaggio dello stretto alle navi tedesche, un atto aperto di sfida verso la Russia, le cui principali rotte marittime passavano per lo Stretto.

L'Impero ottomano era ancora un paese neutrale e, secondo un trattato, impediva il passaggio alle navi tedesche. Per aggirare questo problema si decise che le navi sarebbero entrate nella Marina turca, tramite una vendita fittizia. Il 16 agosto, avendo raggiunto Istanbul, la Goeben e la Breslau furono ufficialmente aggregate alla Marina turca, rispettivamente con il nome Sultano Yavuz Selim (il sultano Selim I) e Midilli (il nome dell'isola di Lesbo). Gli equipaggi delle due navi, comunque, rimasero tedeschi e il comando restò a Souchon, che il 23 settembre divenne comandante in capo della Marina turca. L'ammiragliato britannico, in questa fase, accolse la notizia con sollievo; a Londra si pensava che le due navi, in tal modo, non avrebbero più rappresentato una minaccia, in quanto il loro accorpamento ad una marina neutrale avrebbe impedito che eseguissero gli ordini provenienti da Berlino. Ciò si dimostrò vero solo fino a che la Turchia non scese in guerra, al fianco degli Imperi centrali.[10]

Infatti il 29 ottobre 1914 la marina da guerra ottomana attaccò le installazioni portuali russe nel Mar Nero, senza alcuna dichiarazione di guerra. Approfittando della situazione i turchi stesero anche dei banchi di mine.

  • Sebastopoli: cannoneggiata dal Goeben, che rimase a sua volta colpito dai proiettili sparati dalle batterie costiere. Tornando alla base, l'incrociatore da battaglia incontrò ed affondò il posamine Prut da 5.400tonnellate.
  • Odessa: i cacciatorpediniere della marina ottomana attaccarono la città, affondando la cannoniera Donets ed altre unità.
  • Feodosia: cannoneggiata dagli incrociatori Hamidiye e Breslau.
  • Novorossisk: cannoneggiata da un incrociatore turco.

A seguito della dichiarazione di guerra, il 18 dicembre 1914, i russi inviarono le loro cinque pre-dreadnought Evstafi, Ioann Zlatoust, Panteleimon, Rotislav e Tri Sviatitelia a bombardare Trebisonda. Il Goeben ed il Breslau uscirono in mare per intercettare la squadra nemica. Le uniche navi a venire in contatto furono l'incrociatore da battaglia tedesco e la Evstafi. La prima riuscì a piazzare quattro colpi sulla nave zarista, ricevendone uno. Pochi giorni dopo, il Goeben venne danneggiato da due mine e rimase fuori servizio fino al maggio 1915.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tuchman, Barbara p.154
  2. ^ 'Castles' p.31 citing McLaughlin p.49
  3. ^ 'Castles' p.34
  4. ^ 'Castles' p.36
  5. ^ a b 'Castles' p. 39
  6. ^ 'Castles p.40-41
  7. ^ Van Der Vat p140-141
  8. ^ Van Der Vat p135-136
  9. ^ 'Castles of Steel' p.44
  10. ^ 'Castles' p. 48–49

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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