Ibn Khordadhbeh

Mappa dell'Eurasia che mostra la rete commerciale dei Radaniti, intorno all'870, come riportate nel Libro delle strade e dei Reami di ibn Khordadbeh.

Abū l-Qāsim ʿUbayd Allāh ibn Khordādhbeh (820911) è stato un geografo persiano. Altrimenti detto Ibn Khurradādhbih, Ibn Khordādhbeh (in persiano ابو القاسم عبید الله اِبْن خُرْداﺫﺑﻪ‎)[1] è stato il primo autore musulmano a scrivere in lingua araba un testo di geografia. Fu anche un funzionario statale di rilievo del IX secolo.

Ibn Khordādhbeh nacque tra l'800 e l'825 in Khorasan da una ricca famiglia persiana del nord del Paese (suo padre era stato Wali di al-Maʾmūn per il Ṭabaristān[2]).

Zoroastriano, si convertì all'Islam per compiacere la potente dinastia vizirale persiana dei Barmecidi, Ricevette un'ottima educazione nella cerchia di persone che gravitavano intorno a Isḥāq al-Mawṣilī e fu presto nominato "Direttore delle Poste e delle Informazioni" (Ṣāhib al-barīd wa l-khabar ) della provincia del Jibāl, nel nord-ovest della Persia[3] all'epoca del califfo abbaside al-Muʿtamid e agì in tale veste tra l'869 e l'885). In quanto responsabile del barīd (ebbe in seguito responsabilità ancora maggiori a Baghdad e Sāmarrāʾ), Ibn Khordādhbeh era il responsabile del controspionaggio califfale.

Verso l'870, mettendo a frutto le conoscenze acquisite nel suo lavoro, Ibn Khordādhbeh scrisse il suo capolavoro, il Kitāb al-masālik wa al-mamālik (Il libro delle strade e dei Reami) nel quale descrisse i differenti popoli e le varie province del califfato. Opera questa assai importante anche perché è l'unica a descrivere le attività dei mercanti Radaniti, di cultura ebraica, su cui scrisse con intelligenza e dottrina lo storico arabista francese Claude Cahen.

Ibn Khordādhbeh morì nel 911.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Charles Verlinden lo chiama "Ibn Khordadbeh" nel suo articolo Les Radaniya et Verdun: à propos de la traite des esclaves slaves vers l'Espagne Musulmane aux IXè et Xè siècles (1983), Michael McCormick lo chiama "Ibn Khurradadhbih" nel suo Origins of the European Economy: Communication and Commerce A.D. 300–900 (2001)
  2. ^ Attuale regione iraniana del Mazandaran.
  3. ^ Corrispondente all'incirca all'attuale Azerbaigian.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lemma «Ibn Khurradādhbih» (M. Hadj-Sadok), su: The Encyclopaedia of Islam, 2nd edition.
  • Ibn Khurradadhbeh (820-911), Le Livre des routes et des royaumes (Kitab al-masalik wa l-mamalik), éd. et trad. en français Michael Jan de Goeje, Leyde, 1889 ; rist. Frankfurt am Main, 1992.
  • Ibn Khurradadhbeh (820-911), Le Livre des routes et des provinces, publié, traduit et annoté par Charles Barbier de Meynard, Journal asiatique, 1865/01 (6° série, tome 5), Paris, 1865 (en ligne sur Gallica).
  • Elkan Adler, Jewish Travellers in the Middle Ages, New York, Dover Publications, 1987.
  • Elmer Bendiner, The Rise and Fall of Paradise, New York, Putnam Books, 1983.
  • Elinoar Bereket, «Rādhānites», in: Jewish Civilization: An Encyclopedia, Norman Roth, ed. Routledge, 2002. pp. 558–561.
  • Robert Fossier (a cura di), The Cambridge Illustrated History of the Middle Ages, vol. 1: 350-950, Cambridge University Press, 1997.
  • Moshe Gil, "The Radhanite Merchants and the Land of Radhan", in: Journal of the Economic and Social History of the Orient 17, 3 (1974), pp. 299–328.
  • Jerry Brotton, La storia del mondo in dodici mappe, traduzione di V. B. Sala, Feltrinelli, 2018, pp. 86 e passim, ISBN 978-88-07-89028-4.

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