I cannibali (film 1970)

I cannibali
Una scena del film
Titolo originaleI cannibali
Paese di produzioneItalia
Anno1970
Durata95 min
Generedrammatico
RegiaLiliana Cavani
SoggettoAntigone di Sofocle
SceneggiaturaLiliana Cavani, Italo Moscati, Fabrizio Onofri
ProduttoreEnzo Doria, Sanmarco Film
Distribuzione in italianoEuro International Film
FotografiaGiulio Albonico
MontaggioNino Baragli
MusicheEnnio Morricone (dirette da Bruno Nicolai)
ScenografiaEzio Frigerio
CostumiEzio Frigerio
Interpreti e personaggi

I cannibali è un film del 1970, diretto da Liliana Cavani, liberamente ispirato all'Antigone di Sofocle, riambientando la vicenda in un imprecisato prossimo futuro[1] distopico.

È stato presentato nella Quinzaine des Réalisateurs al 23º Festival di Cannes.[2]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Le strade di una grande città sono disseminate di cadaveri. È il risultato della repressione di una contestazione domata dalla polizia. Un decreto di legge vieta la rimozione dei corpi, pena la morte, per ordine supremo del regime totalitario. La gente passa con indifferenza di fronte al macabro scenario. Solamente Antigone vuole seppellire il fratello, ma in questo suo desiderio non trova aiuto né da parte della famiglia, né da parte del fidanzato, figlio del primo ministro. Trova aiuto in un misterioso straniero che parla una lingua sconosciuta, Tiresia, un giovane di misteriosa provenienza. I due giovani si dedicano al seppellimento dei morti e per questo sono arrestati e torturati; in un primo momento riescono a fuggire ma poi sono uccisi dalla polizia. Tuttavia, diventano un simbolo per tanti giovani che, da quel momento, iniziano a raccogliere i cadaveri dei ribelli per seppellirli[3].

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Cast[modifica | modifica wikitesto]

Liliana Cavani ha raccontato che poco prima di cominciare la lavorazione della pellicola, Pierre Clémenti era ancora ricoverato in una nota clinica nei dintorni di Roma, per disintossicarsi dalle conseguenze del suo abuso di droghe[4]; qui la regista e la sua aiuto Paola Tallarigo si recarono a prenderlo il sabato precedente all'inizio delle riprese[4]. La cineasta rammenta di come l'attore li accolse, salutandole a braccia aperte, e mostrando così le mani completamente fasciate, conseguenza delle ferite riportate rompendo i vetri di una finestra due giorni prima, come atto di rabbia nei confronti del personale medico che gli aveva negato il permesso di uscire[4].

Nel cast tecnico figura come assistente il futuro regista Gianni Amelio[5].

Secondo alcune fonti, alla realizzazione del film prese parte come comparsa, nel ruolo di un poliziotto, Pietro Valpreda[6], che circa sei mesi dopo sarebbe stato coinvolto nell'inchiesta sulla Strage di Piazza Fontana[6].

Accoglienza e critica[modifica | modifica wikitesto]

«Film dichiaratamente "fuori situazione e fuori tempo", tragico ed inquietante, crudamente realistico, I cannibali divise la critica più schierata che lo considerò ambizioso nell'ispirazione letteraria e irrisolto nelle tesi, anche a paragone di altre opere di impegno politico prodotte nello stesso periodo.»

Matt Levine, Joyless Creatures, 14/1/2014 (in occasione dell'uscita del Blu-ray/DVD):

«Nel bene e nel male, I cannibali è un prodotto del suo tempo: girato a Milano nel 1969 - l'anno in cui un'ondata d'urto di violenza urbana, scioperi sindacali e terrorismo politico sconvolse drasticamente la città - questo è un film impossibile da separare dal suo contesto storico e politico. Con il suo terzo lungometraggio, Liliana Cavani trasporta la tragedia di Sofocle "Antigone" in un moderno stato di polizia da Grande Fratello dove i cadaveri vengono lasciati in strada per servire da esempio alle masse intimidite... Con franchezza da martello pneumatico e un tono quasi forzato di profondità, I cannibali trasuda tutto l'idealismo politico e la dedizione feroce che hanno definito le rivolte in città come Parigi e Milano nel 1968-69. Se occasionalmente risulta ingenuo, ciò potrebbe piuttosto avere a che fare con il nostro attuale clima politico sfinito e con la sfiducia nell'attivismo pubblico quanto non con la pressante serietà del “potere dei fiori” (del punto di vista) del film. Con i suoi assiomi politici “datati” e il tono serioso e dimostrativo, I cannibali genera irritazione quanto introspezione, ma se non riesce completamente, non è mai meno che un affascinante insuccesso. Per lo meno, è una testimonianza fulminea dei disordini civili della fine degli anni '60 nell'Europa occidentale, un periodo da cui potremmo maggiormente trarre un senso di fermezza politica esemplare. Cavani sottolinea anche in modo intelligente la performatività nella rivolta politica, arrivando a postulare la ribellione come una forma di performance art. Il film di Cavani ha inoltre un aspetto incredibile: inondato di rossi brillantemente luminosi e neri e grigi profondi e scintillanti, I cannibali utilizza la precisa fotografia di Giulio Albonico per presentare una Milano disorientante, in qualche modo in bilico tra l'elegante e moderno industrialismo e un'affascinante atemporalità.»

Gianni Rondolino, nel Catalogo Bolaffi del cinema italiano 1966/1975:

«In una città quasi deserta, disseminata di cadaveri, che ingombrano le strade, presidiata da soldati in tenuta di guerra, dominata dalla paura e dal terrore, la rivolta di Antigone, come già nell'antica tragedia di Sofocle, significa la rivolta della libertà contro la dittatura. Liliana Cavani ha voluto non tanto attualizzare un mito, quanto coinvolgere lo spettatore, a livello emotivo e razionale, in fatti e situazioni che non possono non riguardarlo, dato che il fascismo è alle porte. Ed è proprio questo realismo di rappresentazione, che continuamente si infrange contro l'evidente finzione della storia. La forza di certe immagini è tale da imporre un'attenzione assoluta che consente di cogliere dal film quel messaggio di autentica libertà che era nelle intenzioni degli autori.»

Pietro Pintus su Storia e film. Trent'anni di cinema italiano (1945-1975), Bulzoni Editore, 1980

«I cannibali (1970), che già nell'attualizzazione della tragedia sofoclea (...) denuncia la volontà di svolgere un discorso politico attraverso l'artificio dell'allegoria. Dopo maver precisato che la prima idea per I cannibali non le viene tanto da Sofocle, quanto da un atroce servizio fotografico che documentava, dal Vietnam, la strage del tenente Calley. Liliana Cavani aggiunge: «I corpi per le strade de I cannibali sono le vittime di una rivoluzione fallita, una rivoluzione che i giovani in particolare hanno compiuto non solo per cambiare le strutture sociali ma anche per liberarsi. Il film non cerca una collocazione esatta, anche se i personaggi vestono abiti moderni e parlano di situazioni che conosciamo. Lo si potrebbe giudicare, secondo un punto di vista superficiale, al difuori della storia, ma io penso invece che restare nella storia significhi tornare e ritornare con decisione sui dati di fatto, senza lasciarsi trascinare dalla tentazione di proporre delle soluzioni»[7]»

Paolo Mereghetti:

«... il simbolismo si dimostra forzato e meccanico... metafora troppo scoperta. Musica straripante di Ennio Morricone.» *[8]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

Il commento musicale è opera di Ennio Morricone[5]. Nella colonna sonora figurano però anche tre brani cantati: Song Of Life[9] e Cannibal (entrambe composte da Morricone e Nohra[9]), eseguite dall'attore e cantante Don Powell[10] e da I Cantori Moderni di Alessandroni, e Vorrei trovare un mondo (Gino Paoli[11]) cantata da Dania[11].

All'epoca della prima visione della pellicola, i brani eseguiti da Don Powell furono pubblicati in versione breve su un 45 giri[12], circa un anno dopo furono inclusi in un EP, realizzato in poche copie[12].

Nel 1982 la casa discografica statunitense Cerberus Records ripubblicò le canzoni in versione estesa con sei tracce strumentali aggiuntive[12], sul primo lato di un LP[12], che comprendeva sul lato b alcuni estratti dalla colonna sonora di La banda J. & S.[12] (anch'essa opera di Morricone); circa dieci anni dopo la CAM Soundtrack Encyclopedia realizzò per la prima volta un CD, che includeva esclusivamente il materiale sulla prima facciata del vinile precedente[12].

L'edizione digitale ha costituito la base per quella uscita nel 2009 ad opera dell'etichetta Digitmovies, che raccoglie l'intero commento musicale, con l'eccezione del brano Vorrei trovare un mondo[12], e tracce inedite, incise all'epoca ma scartate in fase di montaggio[12].

La versione completa della colonna sonora, limitata a 500 copie in doppio vinile, è stata rilasciata da Spikerot Records nel 2019.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), I cannibali, in Fantafilm.
  2. ^ (FR) Quinzaine 1970, su quinzaine-realisateurs.com. URL consultato il 15 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2011).
  3. ^ I. Saitta, I cannibali. Guida alla lettura del film, Edizioni Paoline, 1982, p. 7
  4. ^ a b c dati ricavati dall'intervista a Liliana Cavani, inclusa tra i Contenuti Extra dell'edizione in DVD de I Cannibali, pubblicata dalla Raro Video nel 2011.
  5. ^ a b (EN) dati ricavati dalla scheda del film, sezione "Full credits", su IMDb [1].
  6. ^ a b pag.353 de Il segreto di Piazza Fontana, di Paolo Cucchiarelli, Ponte alle Grazie Editore, 2009 Milano ISBN 978-88-6220-006-6.
  7. ^ P. Pintus, Storia e film. Trent'anni di cinema italiano (1945-1975), Bulzoni Editore, 1980 pp.98-99
  8. ^ Paolo Mereghetti, Dizionario dei film, ed. 1994.
  9. ^ a b (EN) dati ricavati dalla scheda della colonna sonora de I Cannibali sul sito Discogs [2].
  10. ^ (EN) dati ricavati dalla scheda di Don Powell sul sito IMDb [3].
  11. ^ a b dati ricavati dal sito Teatro della Memoria, sezione Dania Colombo [4] Archiviato il 13 novembre 2014 in Internet Archive..
  12. ^ a b c d e f g h dati ricavati dal sito Radio Cinema [5], URL consultato il 13/11/2014..

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]