Herbert Ihlefeld

Herbert Ihlefeld
NascitaPinnow, circondario di Parchim, 1º giugno 1914
MorteWennigsen am Deister, 8 agosto 1995
Dati militari
Paese servitoBandiera della Germania Germania
Forza armataWehrmacht
ArmaLuftwaffe
Specialitàpilota di caccia
UnitàLegione Condor, LG 2[1], JG 77[2], JG 52, JG 103, JG 25, JG 11, JG 1
Anni di servizio12 (1933 - 1945)
GradoOberst
Guerreguerra civile spagnola
seconda guerra mondiale
Campagnecampagna di Polonia
campagna di Francia
invasione della Jugoslavia
operazione Barbarossa
Battagliebattaglia d'Inghilterra
battaglia di Creta
Comandante diJG 52, JG 103, JG 25, JG 11, JG 1
Fonti citate nel corpo del testo
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Herbert Ihlefeld (Pinnow, 1º giugno 1914Wennigsen am Deister, 8 agosto 1995) è stato un aviatore tedesco che prestò servizio nella Luftwaffe durante la seconda guerra mondiale, asso dell'aviazione con 132 vittorie.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Herbert Ihlefeld entrò nel 5º reggimento fanteria del Reichswehr nel 1933 e due anni dopo si arruolò nella neonata Luftwaffe. Istruito al volo su aerei da caccia, partecipò con la Legione Condor alla guerra civile spagnola conseguendo 7 vittorie, meritandosi per questo la Medalla Militar[3] e la Croce spagnola in oro.[4]

Nell'agosto 1938 passò al 1º gruppo del 2º stormo da addestramento (Lehrgeschwader, I/LG 2) e il 20 dello stesso mese al 1º gruppo del 77º stormo caccia (I/JG 77). Oramai sottotenente, con quest'ultima unità volò nella campagna di Polonia e in Francia riuscendo a totalizzare un totale di 21 vittorie (nel frattempo nel luglio 1940 era passato al comando della 1ª squadriglia del JG 77) guadagnando in seguito la Croce di Cavaliere (13 settembre 1940) nonché la promozione a tenente prima e a capitano poi (1º ottobre 1940). Partecipò ovviamente anche alla battaglia d'Inghilterra sempre al comando della 1/JG 77.[4]

L'invasione della Jugoslavia trasferì Ihlefeld nel teatro delle operazioni. Nel suo primo volo della campagna Ihlefeld fu abbattuto sopra Niš dalla contraerea e venne catturato dai soldati jugoslavi a terra. Durante la prigionia fu intimorito con minacce di morte e ricevette numerose percosse, ma fortunatamente per lui alcuni soldati tedeschi lo liberarono otto giorni dopo e così tornò in Germania per un periodo di riposo. Dopo due settimane mise in mostra il proprio talento nella battaglia di Creta ai danni di un Hurricane, alzando il proprio record personale a 36 successi aerei.

Un Fieseler Fi 156, l'aereo che Ihlefeld stava pilotando quando venne abbattuto dai caccia sovietici

In Unione Sovietica, luogo dove fu inviato per partecipare all'operazione Barbarossa, comandò dal giugno 1941 il I/JG 77, toccò le 40 vittorie e si vide appuntare la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia. A partire dal marzo 1942 Ihlefeld segnò una serie di successi (cinque il 24 marzo, sette il 30 e altri sette il 20 aprile) che lo portarono ad essere il quinto pilota nella storia dell'aviazione a raggiungere quota 100 e a ricevere la Croce Tedesca in oro il 9 aprile[5] e la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia e Spade il 24 aprile.[6] Il I/JG 77, durante il suo comando, distrusse 323 aerei nemici a fronte di soli 17 piloti deceduti. A giugno ottenne la promozione a capo del 52º stormo caccia (JG 52), ma il 22 luglio, durante una ricognizione su un Fieseler Fi 156, alcuni caccia sovietici lo colpirono facendo precipitare il velivolo.[7] Ihlefeld sopravvisse seppur con gravi ferite che lo costinsero ad un periodo di convalescenza prolungatosi fino al luglio 1943.

In quel mese Ihlefeld tornò alla vita militare comandando il Jagdgruppe 25 in qualità di Geschwaderkommodore eseguendo voli ad alta quota con dei Messerschmitt Bf 109 per contrastare i bombardieri quadrimotore Alleati. Nel maggio 1944, dopo una brevissima permanenza nel JG 1, divenne comandante del JG 11, stormo equipaggiato verso la fine della guerra con gli Heinkel He 162.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "LG" sta a indicare Lehrgeschwader, cioè unità miste che sperimentavano nuove tattiche o nuovi aerei.
  2. ^ "JG" sta a indicare Jagdgeschwader, cioè stormo caccia.
  3. ^ Berger 2000, p. 139.
  4. ^ a b (DE) Herbert Ihlefeld, su lexikon-der-wehrmacht.de. URL consultato il 20 ottobre 2010.
  5. ^ Patzwall, Scherzer 2001, p. 204.
  6. ^ Fellgiebel 2000, p. 39.
  7. ^ Hayward 2001, p. 146.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Florian Berger, Mit Eichenlaub und Schwertern. Die höchstdekorierten Soldaten des Zweiten Weltkrieges (in tedesco). Autopubblicazione dell'autore, 2000. ISBN 3-9501307-0-5.
  • Walther-Peer Fellgiebel, Die Träger des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939-1945 (in tedesco). Friedburg, Germania: ed. Podzun-Pallas, 2000. ISBN 3-7909-0284-5.
  • Joel S. Hayward, Stopped at Stalingrad: The Luftwaffe and Hitler's Defeat in the East 1942-1943 (in inglese). University Press of Kansas, 2001. ISBN 0-7006-1146-0
  • Ernst Obermaier, Die Ritterkreuzträger der Luftwaffe Jagdflieger 1939 - 1945 (in tedesco). Magonza, ed. Dieter Hoffmann, 1989. ISBN 3-87341-065-6.
  • Klaus D. Patzwall e Veit Scherzer, Das Deutsche Kreuz 1941 - 1945 Geschichte und Inhaber Band II (in tedesco). Norderstedt, ed. Klaus D. Patzwall, 2001. ISBN 3-931533-45-X.
  • Fritjof Schaulen, Eichenlaubträger 1940 - 1945 Zeitgeschichte in Farbe II Ihlefeld - Primozic (in tedesco). Selent, ed. Pour le Mérite, 2004. ISBN 3-932381-21-1.
  • Veit Scherzer, Die Ritterkreuzträger 1939–1945 Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives (in tedesco). Jena, ed. Scherzers Militaer-Verlag, 2007. ISBN 978-3-938845-17-2.
  • Die Wehrmachtberichte 1939-1945 Band 1, 1. September 1939 bis 31. Dezember 1941 (in tedesco). Monaco di Baviera, ed. Deutscher Taschenbuch, 1985. ISBN 3-423-05944-3.
  • Die Wehrmachtberichte 1939-1945 Band 2, 1. Januar 1942 bis 31. Dezember 1943 (in tedesco). Monaco di Baviera, ed. Deutscher Taschenbuch, 1985. ISBN 3-423-05944-3.
  • Helden der Wehrmacht III - Unsterbliche deutsche Soldaten (in tedesco). Monaco di Baviera, ed. FZ, 2007. ISBN 978-3-924309-82-4.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]