Helichrysum panormitanum

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Perpetuini delle scogliere
Helichrysum panormitanum
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Gnaphalieae
Sottotribù Gnaphaliinae

Hap clade

Genere Helichrysum
Specie H. panormitanum
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Gnaphalieae
Genere Helichrysum
Specie H. panormitanum
Nomenclatura binomiale
Helichrysum panormitanum
Guss., 1844

Helichrysum panormitanum Guss., 1844 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere deriva da due parole greche "helios" (= sole) e "chrysos" (= oro) e fa riferimento alla luminosità dei capolini.[3] L'epiteto specifico (panormitanum) indica l'areale di possibile provenienza della specie.

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Giovanni Gussone (1787-1866) nella pubblicazione " Florae Siculae Synopsis" (Fl. Sicul. Syn. 2(1): 467) del 1844.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Habitus. La specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo perenne, talvolta anche sub-arbustivo. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr), sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). I cauli di queste piante sono provvisti del floema, ma non di canali resiniferi; mentre i sesquiterpeni lattoni sono normalmente assenti (piante senza lattice). La pianta è quasi inodore.[5][6][7][8][9][3][10]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta. Normalmente il fusto è unico densamente ramoso e lassamente foglioso. La superficie è lanoso-tomentoso, solitamente anche stipitata o sessile-ghiandolare. La parte ipogea è provvista di una modesta radice a fuso e numerose radichette da cui partono vari fusticini ramosi. Altezza media: 30 – 50 cm.

Foglie. Le foglie, cauline, in genere sono disposte in modo alternato e sono sessili. La lamina è intera con forme generalmente da strette (lineari) a spatolate; i margini sono continui (a volte sono revoluti). Spesso la superficie è tomentosa o lanosa (a volte anche stipitato o sessile-ghiandolare). La consistenza è rigida. Dimensioni delle foglie: 1 - 2 x 30 – 60 mm.

Infiorescenza. Le inflorescenze sono composte da diversi capolini raccolti in formazioni corimbose lasse. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale peduncolato di tipo discoide (con fiori omogami) o disciforme (con fiori eterogami). I capolini sono formati da un involucro, con forme da emisferiche a campanulate, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, colorate di giallo-dorato con forme da lanceolate a ovate con apici acuti, a consistenza cartacea e lucide (a volte chitinose), sono disposte in modo più o meno embricato su più serie e sono libere o connate alla base (gli strati di stereoma sono divisi o indivisi); talora possono avere un margine ialino. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette (raramente ne è provvisto) a protezione della base dei fiori; la forma è piatta. Diametro dei capolini: 5 – 6 mm. Lunghezza delle brattee: quelle esterne 3 – 4 mm; quelle interne 5 – 6 mm.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre tubulosi, attinomorfi e si distinguono in:

  • fiori del disco esterni: sono femminili e filiformi o sub-radiati; oppure sono assenti;
  • fiori del disco centrali: sono ermafroditi.

In questo gruppo di piante i fiori radiati (ligulati o del raggio) sono assenti; a volte sono confusi con i fiori femminili (tubulosi) del disco esterno più o meno sub-zigomorfi con un lembo piatto e possono essere interpretati come fiori del raggio.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la forma della corolla normalmente è tubolare con 5 lobi (raramente 4); i lobi hanno una forma deltata o più o meno lanceolata. I colori della corolla sono generalmente giallo-aranciato. Lunghezza dei fiori: 3 – 4 mm.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) sono prive di sperone, ma hanno la coda (una sola); le appendici apicali delle antere hanno delle piatte; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è di tipo echinato (con punte sporgenti) a forma sferica è formato inoltre da due strati di ectesine, mentre lo strato basale è spesso e regolarmente perforato (tipo “gnafaloide”).[7]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è intero o biforcato con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi hanno una forma troncata; possono essere ricoperti da minute papille o avere dei penicilli apicali. Le superfici stigmatiche sono separate.[7]
  • Antesi: da maggio a giugno.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono piccoli a forma variabile da oblunga a obovoidale (o colonnare); la superficie è glabra oppure percorsa da peli lunghi o corti, clavati o doppi; il pericarpo può essere percorso longitudinalmente da alcuni fasci vascolari o creste. Il pappo, prontamente caduco, in genere ridotto, è formato da una serie di diverse setole capillari (piumose o barbate; ma mai nella parte inferiore) connate o libere.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico.

Distribuzione: questa specie si trova solamente in Sicilia.

Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono le rupi marittime, i promontori, le scogliere non salate.

Distribuzione altitudinale: sui rilievi montani queste piante si possono trovare fino a 500 m s.l.m..

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[12], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][8][9]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere della specie di questa voce è descritto nella tribù Gnaphalieae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) e in particolare nella sottotribù Relhaniinae. Da un punto di vista filogenetico, la tribù Gnaphalieae fa parte del supergruppo (o sottofamiglia) "Asteroideae grade"; l'altro è il supergruppo "Non-Asteroideae" contenente il resto delle sottofamiglie delle Asteraceae. All'interno del supergruppo è vicina alle tribù Senecioneae, Calenduleae, Astereae e Anthemideae.[15][16]

Helichrysum, comprendente oltre 500 specie (è il più grande genere della tribù Gnaphalieae), appartiene al clade Hap, un gruppo informale della sottotribù Gnaphaliinae che occupa una posizione più o meno "basale" ed è "fratello" ai cladi Flag e Australasian. Le specie di questo clade sono caratterizzate dalla divisione dello stereoma sulle brattee involucrali (hanno la base libera) e differiscono dalle "gnaphalie s.s." per i pochi e piccoli capolini, con forme cilindriche e con poche serie di brattee involucrali.[17]

Tutte le specie del genere Helichrysum della flora spontanea italiana appartengono al clade dell'areale congiunto Mediterraneo-Asia e alla sez. Stoechadina (gruppo monofiletico). Si ipotizza che il genere, dall'Africa meridionale (probabile origine del gruppo) giunto nella regione mediterranea, si sia diversificato ed espanso ad est fino all'Asia occidentale e centrale e contemporaneamente abbia subito una riduzione del portamento legnoso.[18]

Sandro Pignatti, nella pubblicazione "Flora d'Italia" (seconda edizione) ha diviso il genere (sempre in relazione alle specie presenti in Italia) in tre gruppi.[10] La specie di questa voce appartiene al gruppo "B-1" caratterizzato da piante inodori, da foglie rigide ricoperte da un tomento fitto (altre specie del gruppo sono: H. pendulum, H. nebrodense e H. archimedeum). In particolare in questa flora la specie di questa voce fa parte del "Complesso di H. pendulum" comprendente oltre alle specie citate anche H. saxatile e H. errerae. I caratteri più distintivi per questo gruppo sono: il portamento è perenne suffruticoso, le piante sono robuste con base legnosa, l'altezza varia da 3 - 4 dm, il tomento è bianco, grigio o giallastro, le foglie sono consistenti con forme lineari, i capolini (emisferici) sono lunghi quanto sono larghi.[10]

I caratteri distintivi per la specie Helichrysum panormitanum sono:[10]

  • le foglie inferiori sono lineari;
  • i capolini sono lunghi 5 - 7 mm e larghi 5 - 8 mm;
  • le brattee dell'involucro sono acute all'apice;
  • i fiori sono colorati di giallo-aranciato;
  • gli acheni sono lunghi 0,7 - 1 mm e sono ghiandolosi.

Il numero cromosomico della specie è: 2n = 28.[10]

Variabilità[modifica | modifica wikitesto]

Per questa specie sono riconosciute le seguenti sottospecie:[2]

  • Helichrysum panormitanum subsp. brulloi Iamonico & Pignatti, 2016 - Distribuzione: Sicilia
  • Helichrysum panormitanum subsp. melitense (Pignatti) Iamonico & Pignatti, 2016 - Distribuzione: Sicilia
  • Helichrysum panormitanum subsp. panormitanum - Distribuzione: Sicilia
  • Helichrysum panormitanum var. stramineum (Guss.) Raimondo, 2007 - Distribuzione: Sicilia

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Helichrysum panormitanum var. angustifolium
  • Helichrysum pendulum subsp. rupicola (Maire) M.B.Crespo & Mateo
  • Helichrysum stoechas subsp. rupicola Maire

Sinonimi della sottospecie melitense

  • Helichrysum melitense (Pignatti) Brullo, Lanfr., Pavone & Ronsisv.
  • Helichrysum rupestre var. melitense Pignatti

Sinonimi della sottospecie panormitanum

  • Gnaphalium rupestre Raf.
  • Helichrysum panormitanum var. latifolium Guss.
  • Helichrysum rupestre DC.

Sinonimi della varietà stramineum

  • Helichrysum panormitanum subsp. stramineum (Guss.) C.Brullo & Brullo
  • Helichrysum stramineum Guss.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 1º giugno 2023.
  3. ^ a b eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 24 maggio 2023.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 1º giugno 2023.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ a b c d Judd 2007, pag.517.
  8. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 562.
  9. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, p. 267.
  10. ^ a b c d e Pignatti 2018, vol.3 pag. 780.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ Judd 2007, pag. 520.
  13. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  14. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  15. ^ Mandel et al. 2019.
  16. ^ Zhang et al. 2021.
  17. ^ Smissen et al 2020.
  18. ^ Galbany-Casals et al 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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