Haumea (astronomia)

Haumea 🝻
(136108 Haumea)
Haumea e suoi due satelliti.
Stella madreSole
Scoperta28 dicembre 2004
ScopritoreOsservatorio della Sierra Nevada[1]
ClassificazionePianeta nano, plutoide, oggetto transnettuniano (cubewano)
Designazioni
alternative
2003 EL61
Parametri orbitali
(all'epoca JD 2458000,5
4 settembre 2017)
Semiasse maggiore6 485 768 932 km (43,35468748 au)
Perielio5 257 418 127 km (35,14366951 au)
Afelio7 714 119 736 km (51,56570545 au)
Periodo orbitale104266,23 giorni
(285,47 anni)
Velocità orbitale4484 m/s (media)
Inclinazione
sull'eclittica
28,20370°
Eccentricità0,1893917
Longitudine del
nodo ascendente
121,97043°
Argom. del perielio238,86916°
Anomalia media214,06661°
Par. Tisserand (TJ)5,116 (calcolato)
Prossimo perielio23 maggio 2133
Satelliti2
Anelli1
Dati fisici
Dimensioni~2322 × 1704 × 1138 km[2]
Diametro medio~1500 km
Massa
(4,2±0,1)×1021 kg
Densità media(2,6-3,3)×103 kg/m³
Acceleraz. di gravità in superficie0,44 m/s² (0,045 g0)
Velocità di fuga840 m/s
Periodo di rotazione0,16314 giorni
(3,915 ore)
Albedo0,7±0,1
Dati osservativi
Magnitudine app.17,4
Magnitudine ass.0,2

Haumea (già noto con la designazione provvisoria di (136108) 2003 EL61, ufficialmente 136108 Haumea) è un pianeta nano del sistema solare esterno, dotato di due satelliti. È qualificato come oggetto transnettuniano.

La scoperta fu annunciata nel luglio 2005 indipendentemente da due diversi gruppi di lavoro. Il 20 luglio dal gruppo dell'Osservatorio di Monte Palomar sotto la guida di Michael Brown e il 27 luglio da quello dell'Osservatorio della Sierra Nevada sotto la guida di José Luis Ortiz Moreno. Ne nacque un contenzioso che fu risolto dall'IAU a favore del gruppo spagnolo lasciando però, in deroga alle normali procedure, la scelta del nome al gruppo statunitense.

Entrambi i gruppi nei loro annunci segnalarono prescoperte in immagini di anni precedenti: Monte Palomar in immagini del 2004 e Sierra Nevada in immagini del 2003.

Il 17 settembre 2008, è stato classificato come pianeta nano dall'IAU[3] e denominato Haumea in onore di una dea hawaiana della fertilità.

Per dimensioni, l'oggetto è simile a Plutone. Una particolarità del corpo è che la sua rotazione è estremamente rapida, circa quattro ore, il che gli fa assumere una forma allungata.

Un simbolo per Haumea è stato ideato da Denis Moskowitz[4]: è utilizzato in astrologia ed è anche stato usato in una pubblicazione della NASA.[5] Si tratta del simbolo 🝻.

Controversie sulla scoperta[modifica | modifica wikitesto]

L'attribuzione della scoperta di Haumea fu una questione controversa e due gruppi di astronomi se ne attribuirono la paternità.

Mike Brown e il suo gruppo del Caltech, che scoprirono Haumea il 28 dicembre 2004 su immagini risalenti al 6 maggio dello stesso anno, pubblicarono on-line il 20 luglio 2005 un estratto del loro articolo con l'intenzione di annunciare ufficialmente la scoperta alla conferenza del Minor Planet Center (MPC) prevista nel settembre successivo.[6]

Pochi giorni dopo José Luis Ortiz Moreno e il suo gruppo dell'Instituto de Astrofísica de Andalucía dell'Osservatorio della Sierra Nevada in Spagna, identificarono Haumea in immagini prese tra il 7 e il 10 maggio 2003.[7] Ortiz inviò un'email urgente all'MPC nella notte del 27 luglio 2005 annunciando la scoperta.[7]

Brown, che aveva inizialmente riconosciuto agli spagnoli il diritto all'accredito, contestò il fatto quando scoprì che il loro estratto, contenente abbastanza informazioni da permettere al team di Ortiz di ritrovare Haumea nelle immagini del 2003, era stato consultato prima che Ortiz pianificasse ulteriori osservazioni telescopiche per ottenere nuove immagini utili per un secondo annuncio all'MPC del 29 luglio.[8]

Ortiz confermò di aver consultato il lavoro di Brown, ma solo per verificare di aver veramente scoperto un nuovo oggetto.[9]

I protocolli della IAU stabiliscono che la paternità della scoperta di un pianeta minore vada assegnata a chi invia per primo all'MPC un resoconto con dati sufficienti a determinare in modo accettabile la sua orbita, e che lo scopritore abbia la priorità nella scelta del nome. La decisione finale dell'IAU fu di attribuire la scoperta all'Osservatorio della Sierra Nevada dove lavorava il gruppo spagnolo,[10][11] ma la scelta del nome, Haumea, avvenne in conformità a quanto proposto dal Caltech. Il gruppo di Ortiz aveva proposto di chiamarlo "Ataecina", dal nome dell'antica dea iberica della primavera.[7]

Parametri orbitali[modifica | modifica wikitesto]

Orbita di Haumea (in giallo) e di Plutone (in rosso).
Dimensioni dei corpi celesti: Marte in alto a sinistra, Mercurio in alto a destra, la Luna in basso a sinistra, Plutone al centro, e Haumea in basso a destra.

Haumea è classificato come un oggetto transnettuniano classico (un cubewano), con un'orbita molto comune: il periodo orbitale è di 284 anni, il suo perielio è prossimo a 35 au e l'inclinazione orbitale è di 28°.[12] Il grafico mostra la sua orbita (in giallo) nel sistema solare (l'orbita di Plutone è indicata in rosso, quella di Nettuno in grigio) e la sua posizione nell'aprile 2006.

Il perielio di Haumea si trova sotto il piano dell'eclittica. L'oggetto ha raggiunto l'afelio nel 1992[13] ed attualmente si trova a più di 50 au dal Sole,[14] ma la sua luminosità rimane relativamente elevata (magnitudine apparente = 17,3; magnitudine assoluta = 0,2)[14] grazie alle sue dimensioni e alla sua albedo.

L'inclinazione dell'orbita (~28°, rispetto ai 17° di Plutone) e la sua posizione attuale, lontana dall'eclittica, dove si localizzavano la maggior parte delle ricerche,[15] combinata con il suo lento moto medio (a causa della distanza) spiegano perché Haumea sia stato scoperto solo di recente, nonostante la sua luminosità che ne fa il terzo oggetto più brillante della cintura di Kuiper dopo Plutone e Makemake e lo rende osservabile anche da buoni telescopi amatoriali. Infatti fu solo quando la zona prossima all'eclittica era stata ben esplorata che le ricerche si orientarono verso oggetti che erano stati eccitati in orbite con inclinazioni più elevate o oggetti con un basso moto medio.[16][17]

L'orbita di Haumea ha un'eccentricità orbitale leggermente più elevata di quella degli altri membri della sua famiglia collisionale (famiglia di Haumea). Si ritiene che questo sia dovuto alla debole risonanza orbitale del quinto ordine 12:7 con Nettuno, che lo porta gradualmente a modificare la sua orbita nel corso di milioni di anni[18][19] attraverso il meccanismo di Kozai che permette uno scambio tra l'inclinazione e l'eccentricità orbitale.[18][20][21]

La luminosità di Haumea oscilla notevolmente con un periodo di 3,9 ore, e questo può essere spiegato solo ipotizzando un periodo di rotazione della stessa durata,[22] che è più veloce di quello di ogni altro corpo in equilibrio idrostatico nel sistema solare e anche di tutti corpi con un diametro maggiore di 100 km.[23] Si ritiene che questa rapida rotazione sia stata innescata dall'urto da cui si sono formati i suoi satelliti e la sua famiglia collisionale.[18]

Satelliti naturali[modifica | modifica wikitesto]

Hiʻiaka[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Hiʻiaka.

Hiʻiaka (conosciuto precedentemente anche con la designazione provvisoria S/2005 (2003 EL61) 1) è il primo satellite naturale scoperto in orbita attorno ad Haumea.

Namaka[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Namaka (astronomia).

Namaka (precedentemente noto con il nome informale Blitzen e con designazione provvisoria S/2005 (2003 EL61) 2) è il secondo satellite, più piccolo ed interno rispetto al primo, individuato in orbita attorno a Haumea; l'annuncio della sua scoperta risale al 29 novembre 2005. Al momento della scoperta il satellite era distante circa 39300 km dal corpo madre e, assumendo un'orbita circolare, orbita intorno al corpo primario in 34,1±0,1 giorni, con una inclinazione di 39°± rispetto all'orbita del satellite maggiore. La luminosità misurata (H=4,74) è pari all'1,5% (±0,5%) di quella Haumea, che si traduce in un diametro approssimativo pari al 12% di quello del corpo madre, pari a circa 170 km, nell'ipotesi (non verificata) che abbia anch'esso un'albedo simile.[24]

L'anello[modifica | modifica wikitesto]

Osservando Haumea il 21 gennaio 2017 mentre passava davanti alla stella URAT1 533-182543, e misurando la diminuzione della luce della stella, è stato scoperto che Haumea è circondato da un disco di polveri, come un Saturno in miniatura. Questa struttura ha il raggio di circa 2287 km e una larghezza di 70 km[25].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'attribuzione della scoperta fu oggetto di un contezioso con l'Osservatorio di Monte Palomar. Per maggiori informazioni, vedasi il paragrafo dedicato.
  2. ^ The size, shape, density and ring of the dwarf planet Haumea from a stellar occultation
  3. ^ News Release - IAU0807: IAU names fifth dwarf planet Haumea
  4. ^ Symbols for large trans-Neptunian objects, su suberic.net, 3 luglio 2013. URL consultato il 22 marzo 2018.
  5. ^ JPL/NASA, What is a Dwarf Planet?, su Jet Propulsion Laboratory, 22 aprile 2015. URL consultato il 19 gennaio 2022.
  6. ^ Michael E Brown, The electronic trail of the discovery of 2003 EL61, su CalTech. URL consultato il 16 agosto 2006.
  7. ^ a b c (ES) Pablo Santos Sanz, La historia de Ataecina vs Haumea, su infoastro.com, 26 settembre 2008. URL consultato il 29 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2018).
  8. ^ (EN) Michael E. Brown, 9: "The Tenth Planet", in How I Killed Pluto and Why It Had It Coming, 2010.
  9. ^ Jeff Hecht, Astronomer denies improper use of web data, NewScientist.com, 21 settembre 2005. URL consultato il 12 gennaio 2009.
  10. ^ Dwarf Planets and their Systems, US Geological Survey Gazetteer of Planetary Nomenclature. URL consultato il 17 settembre 2008.
  11. ^ Rachel Courtland, Controversial dwarf planet finally named 'Haumea', su NewScientistSpace, 19 settembre 2008. URL consultato il 19 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2008).
  12. ^ Jet Propulsion Laboratory Small-Body Database Browser: 136108 Haumea (2003 EL61), su ssd.jpl.nasa.gov, NASA's Jet Propulsion Laboratory, 10 maggio 2008 last obs. URL consultato l'11 giugno 2008.
  13. ^ HORIZONS Web-Interface, su ssd.jpl.nasa.gov, NASA Jet Propulsion Laboratory Solar System Dynamics. URL consultato il 2 luglio 2008.
  14. ^ a b AstDys (136108) Haumea Ephemerides, su hamilton.dm.unipi.it, Department of Mathematics, University of Pisa, Italy. URL consultato il 19 marzo 2009.
  15. ^ C. A. Trujillo and M. E. Brown, The Caltech Wide Area Sky Survey. Earth Moon and Planets, in Earth Moon and Planets, vol. 112, 1–4, giugno 2003, pp. 92–99, Bibcode:2003EM&P...92...99T, DOI:10.1023/B:MOON.0000031929.19729.a1.
  16. ^ M. E. Brown, C. Trujillo, D. L. Rabinowitz, Discovery of a candidate inner Oort cloud planetoid, in The Astrophysical Journal, vol. 617, n. 1, 2004, pp. 645–649, Bibcode:2004ApJ...617..645B, DOI:10.1086/422095, arXiv:astro-ph/0404456.
  17. ^ M. E. Schwamb, M. E. Brown, D. L. Rabinowitz, Constraints on the distant population in the region of Sedna, American Astronomical Society, DPS meeting #40, #38.07, 2008, Bibcode:2008DPS....40.3807S.
  18. ^ a b c M. E. Brown, K. M. Barkume; D. Ragozzine; . L. Schaller, A collisional family of icy objects in the Kuiper belt, in Nature, vol. 446, n. 7133, 2007, pp. 294–296, Bibcode:2007Natur.446..294B, DOI:10.1038/nature05619, PMID 17361177.
  19. ^ Michael E. Brown, The largest Kuiper belt objects (PDF), su CalTech. URL consultato il 19 settembre 2008.
  20. ^ D Nesvorný, Roig, F., Mean Motion Resonances in the Transneptunian Region Part II: The 1 : 2, 3 : 4, and Weaker Resonances, in Icarus, vol. 150, n. 1, 2001, pp. 104–123, Bibcode:2001Icar..150..104N, DOI:10.1006/icar.2000.6568.
  21. ^ Marc J. Kuchner, Brown, Michael E.; Holman, Matthew, Long-Term Dynamics and the Orbital Inclinations of the Classical Kuiper Belt Objects, in The Astronomical Journal, vol. 124, n. 2, 2002, pp. 1221–1230, Bibcode:2002AJ....124.1221K, DOI:10.1086/341643, arXiv:astro-ph/0206260.
  22. ^ Agence France-Presse, Astronomers get lock on diamond-shaped Haumea, su European Planetary Science Congress in Potsdam, News Limited, 16 settembre 2009. URL consultato il 16 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2009).
  23. ^ D. L. Rabinowitz, et al., Photometric Observations Constraining the Size, Shape, and Albedo of 2003 EL61, a Rapidly Rotating, Pluto-Sized Object in the Kuiper Belt, in Astrophysical Journal, vol. 639, n. 2, 2006, pp. 1238–1251, Bibcode:2006ApJ...639.1238R, DOI:10.1086/499575, arXiv:astro-ph/0509401.
  24. ^ M. E. Brown, M. A. van Dam, A. H. Bouchez, D. LeMignant, C. A. Trujillo, R. Campbell, J. Chin, Conrad A, .S. Hartman, E. Johansson, R. Lafon, D. L. Rabinowitz, P. Stomski, D. Summers, P. L. Wizinowich, Satellites of the largest Kuiper belt objects, The Astrophysical Journal (2006), 639, n. 1, pagg. L43-L46. Preprint su arXiv.
  25. ^ Haumea, il pianeta nano con l'anello, in lescienze.it, 12 ottobre 2017. URL consultato il 12 ottobre 2017.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Osservatori[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Sistema solare: accedi alle voci di Wikipedia sugli oggetti del Sistema solare