Governo De Gasperi II

Governo De Gasperi II
Foto ufficiale scattata dopo la cerimonia di giuramento al Palazzo del Quirinale
StatoBandiera dell'Italia Italia
Presidente del ConsiglioAlcide De Gasperi
(DC)
CoalizioneDC, PSIUP, PCI, PRI
LegislaturaAssemblea Costituente
Giuramento14 luglio 1946
Dimissioni20 gennaio 1947
Governo successivoDe Gasperi III
2 febbraio 1947
De Gasperi I De Gasperi III

Il Governo De Gasperi II è stato il primo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo dell'Assemblea Costituente, costituito dopo il referendum del 2 giugno 1946 col quale il popolo italiano votò a favore della Repubblica.

Rimase in carica dal 14 luglio 1946[1][2] al 2 febbraio 1947[3], per 203 giorni, ovvero 6 mesi e 19 giorni.

La fiducia al governo venne votata dall'Assemblea Costituente che fu in carica fino al 31 gennaio 1948.

Il governo fu presieduto da Alcide De Gasperi e formato da esponenti della Democrazia Cristiana, del Partito Comunista Italiano, del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (già, e poi nuovamente, Partito Socialista Italiano) e per la prima volta del Partito Repubblicano Italiano, che aveva fino ad allora rifiutato in opposizione alla monarchia. Vi partecipava, inoltre, il liberale Epicarmo Corbino a titolo di esperienza pregressa personale, nel quadro di unità nazionale derivato dal Comitato di Liberazione Nazionale.

Diede le dimissioni andando in crisi il 20 gennaio 1947[4], in seguito alla scissione del PSI che aveva dato origine al PSLI (Partito Socialista dei Lavoratori Italiani), che nel 1952 diverrà il Partito Socialista Democratico Italiano.

Composizione dell'Assemblea Costituente[modifica | modifica wikitesto]

Assemblea Costituente Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Comunista Italiano
Unione Democratica Nazionale
Partito Repubblicano Italiano
Partito d'Azione
Concentrazione Democratica
Fronte Democratico Progressista
Partito Democratico del Lavoro
Partito Cristiano Sociale
Partito dei Contadini d'Italia
Totale Maggioranza
207
115
104
41
23
7
2
1
1
1
1
503
Fronte dell'Uomo Qualunque
Blocco Nazionale della Libertà
Movimento Ind. Sicilia
Partito Sardo d'Azione
Movimento Unionista Italiano
Totale Opposizione
30
16
4
2
1
53
Totale 556

Compagine di governo[modifica | modifica wikitesto]

Appartenenza politica[modifica | modifica wikitesto]

Partito Presidente Ministri Sottosegretari Totale
Democrazia Cristiana 1 7 10 18
Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria - 4 5 9
Partito Comunista Italiano - 3 5 8
Partito Repubblicano Italiano - 2 3 5
Partito Liberale Italiano - 1 0 1
Totale 1 17 23 41

A fine mandato il governo era così composto:

Provenienza geografica[modifica | modifica wikitesto]

La provenienza geografica dei membri del Consiglio dei ministri si può così riassumere:

Regione Presidente Ministri Sottosegretari Totale
  Trentino-Alto Adige 1 - - 1
  Piemonte - 2 4 6
  Emilia-Romagna - 4 1 5
Bandiera della Sicilia Sicilia - 2 3 5
  Campania - 1 3 4
  Lazio - 3 - 3
  Lombardia - 2 1 3
  Calabria - 1 2 3
  Sardegna - 1 1 2
  Liguria - - 2 2
  Puglia - - 2 2
  Friuli-Venezia Giulia - 1 - 1
  Veneto - 1 - 1
  Abruzzo - - 1 1
  Basilicata - - 1 1
  Marche - - 1 1
  Toscana - - 1 1

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Carica Titolare Sottosegretari
Presidenza del Consiglio dei ministri Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
Presidente
del Consiglio dei ministri
Alcide De Gasperi

(DC)

Ministri senza portafoglio Sottosegretari di Stato
Costituente[5] Pietro Nenni (PSIUP)[6] Carica non assegnata
Cino Macrelli (PRI)[7] Carica non assegnata
Ministero Ministri Sottosegretari di Stato
Affari esteri Alcide De Gasperi

(DC)

(ad interim, fino al 18 ottobre 1946)

Pietro Nenni (PSIUP)
(dal 18 ottobre 1946)
Africa Italiana Alcide De Gasperi

(DC)

(ad interim)

Carica non assegnata
Interno Alcide De Gasperi

(DC)

Grazia e Giustizia Fausto Gullo (PCI)
Finanze Mauro Scoccimarro (PCI)
Tesoro Epicarmo Corbino (PLI)
(fino al 18 settembre 1946)
Giovanni Battista Bertone (DC)
(dal 18 settembre 1946)
Guerra Cipriano Facchinetti (PRI)
Aeronautica Mario Cingolani (DC)
Marina Militare Giuseppe Micheli (DC)
Assistenza Postbellica Emilio Sereni (PCI)
Industria e Commercio Rodolfo Morandi (PSIUP)
Commercio con l'Estero Pietro Campilli (DC)
Agricoltura e Foreste Antonio Segni (DC)
Lavori Pubblici Giuseppe Romita (PSIUP)
Lavoro e Previdenza Sociale Ludovico D'Aragona (PSIUP)
Trasporti Giacomo Ferrari (PCI)
Marina Mercantile Salvatore Aldisio (DC)
Poste e Telecomunicazioni Mario Scelba (DC)
Pubblica Istruzione Guido Gonella (DC)
Alto Commissariato Alto Commissario
Alto Commissario per l'Alimentazione Piero Mentasti (DC)
Luigi Renato Sansone (PSI)

Alto Commissario Aggiunto

Salvatore Aldisio (DC)

(dal 19 ottobre 1946)

Alto Commissario per l'Igiene e la Sanità Pubblica Nicola Perrotti (PSIUP)
Gino Bergami (PLI)
Alto Commissario per la Sardegna Pietro Pinna Parpaglia (Ind.)
Alto Commissario per la Sicilia Iginio Coffari (Ind.)

(fino al 6 agosto 1946)

Vincenzo Selvaggi (PRI)

(dal 19 ottobre 1946)

Paolo D'Antoni (DC)

Vice Alto Commissario

Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

Salvo diversa indicazione le notizie sono prelevate dalla pagina indicata in bibliografia del sito dellarepubblica.it

1946[modifica | modifica wikitesto]

Luglio[modifica | modifica wikitesto]

  • 13 luglio - De Gasperi presenta al capo provvisorio dello stato la lista dei ministri; 8 democristiani, 4 comunisti, 2 socialisti, 2 repubblicani e 1 indipendente.
  • 15 luglio - Si apre a Parigi la Conferenza di pace. La delegazione italiana è formata da De Gasperi, Saragat e Bonomi.
  • 25 luglio - L'Assemblea costituente accorda la fiducia con 389 voti a favore, 53 contrari e 7 astensioni.

Agosto[modifica | modifica wikitesto]

  • 10 agosto - De Gasperi, alla presenza di Saragat e Bonomi ed affiancato dagli ambasciatori italiani a Londra, Washington, Mosca, Varsavia e Rio de Janeiro, pronuncia a Parigi un discorso contrario alla bozza del trattato di pace tra l'Italia e le potenze alleate vincitrici. Il presidente del consiglio, in particolare, contesta la cessione di territori sui quali la italiana era stata riconosciuta già in epoca antecedente all'avvento del regime fascista e ritiene il documento non conforme ai principi di giustizia evocati alla conferenza di luglio.
  • 12 agosto - Il governo viene chiamato a decidere sullo sblocco dei licenziamenti dopo il fallimento di una trattativa tra Confindustria e sindacati.

Settembre[modifica | modifica wikitesto]

  • 2 settembre - Si apre la "piccola crisi" del governo: il ministro Corbino si dimette dal dicastero del tesoro e accusa il PCI di non rispettare il programma economico concordato all'atto della formazione del governo.
  • 5 settembre - A seguito di una tesa manifestazione di donne contro il carovita a Torino, il consiglio dei ministri fa propria l'iniziativa del prefetto di istituire un calmiere dei prezzi;
    De Gasperi e il e il cancelliere austriaco Karl Gruber firmano gli accordi sul Trentino-Alto Adige. L’Italia si impegna a riconoscere alla regione ampia autonomia linguistica, economica, amministrativa e culturale.
  • 12 settembre - Sono accettate le dimissioni del ministro Corbino.
  • 18 settembre - Il ministro Corbino viene sostituito con Giovanni Battista Bertone;
    al Comitato centrale del PCI Togliatti elogia la sostituzione di Corbino e chiede che il governo prenda un deciso impegno anti-liberista, vari una politica fiscale che colpisca i ceti abbienti e metta mano alla riforma agraria.
    De Gasperi illustra alla costituente le linee guida della politica economica del governo.
  • 27 settembre - La Costituente vota la fiducia alla politica economica del governo con 331 favorevoli e 58 contrari.

Ottobre[modifica | modifica wikitesto]

  • 9 ottobre - Una manifestazione degli edili a Roma si trasforma in guerriglia urbana. Durante gli scontri a piazza del Viminale due manifestanti uccisi e 141 feriti. Il giorno dopo in ospedale morirà, per le ferite riportate, un altro operaio. Il PCI denuncia le responsabilità dei grandi appaltatori romani e dei provocatori neofascisti, estranei ai lavoratori.
  • 11 ottobre - CGIL e Confindustria, mediatore il ministro Campilli, raggiungono un’intesa di massima per il trattamento salariale e la contingenza. L'accordo stabilisce un aumento del 3, 5% e del 50% sugli assegni familiari per i figli. Le ferie sono portate a 12 giorni e pagate le festività infrasettimanali, la gratifica natalizia e la tredicesima. L'accordo definitivo è siglato il 30 settembre.
    il Governo vara il prestito nazionale sulla ricostruzione.
  • 14 ottobre - Il comitato centrale del PRI respinge la proposta di Randolfo Pacciardi di uscire dal governo.
  • 17 ottobre - De Gasperi lascia l'interim degli esteri. Il nuovo ministro è Pietro Nenni.

Novembre[modifica | modifica wikitesto]

  • 20 novembre - Il Giornale d’Italia pubblica le interviste parallele di Giuseppe Saragat e di Mario Zagari, leader rispettivamente di «Critica sociale» e di «Iniziativa socialista» all'interno del PSI. Entrambi criticano la linea del partito che considerano troppo appiattita sulle posizioni del PCI e mettono in discussione il Patto di unità d’azione e la permanenza del PSIUP nel governo.

Dicembre[modifica | modifica wikitesto]

  • 22 dicembre - Nel discorso pastorale alla diocesi di Roma Pio XII denuncia il grave pericolo rappresentato dalle sinistre.
    Nello studio di Giuseppe Saragat si incontrano i rappresentanti di Critica sociale e di Iniziativa socialista, divisi sulle strategie i due gruppi sono uniti da una comune avversione al PCI. Ad eccezione di Saragat, ormai deciso, permangono incertezze sulla scissione. Le assemblee delle due correnti definiranno le loro posizioni nelle rispettive assemblee del 7- 8 gennaio 1947.
  • 24 dicembre - I veti reciproci tra la DC e il PCI-PSI bloccano l'elezione del sindaco: la DC propone un sindaco democristiano con inclusione nella giunta dei monarchici; PCI e PSI sostengono una giunta di sinistra e propongono un sindaco repubblicano.
  • 26 dicembre - Viene fondato il Movimento Sociale Italiano, che dà subito a intendere di poter appoggiare la DC nella politica romana.

1947[modifica | modifica wikitesto]

Gennaio[modifica | modifica wikitesto]

  • 3/15 gennaio - Viaggio di De Gasperi negli USA. Il presidente degli Stati Uniti Truman si impegna a garantire all’Italia il massimo di aiuti economici. 50 milioni di dollari per la collaborazione offerta nel periodo di permanenza delle truppe americane in Italia. La Export-Import Bank concede un prestito di 100 milioni di dollari.
  • 7 gennaio - Si svolgono le assemblee di Iniziativa socialista e di Critica sociale. La prima si conclude con la decisione di non partecipare al congresso del PSIUP e dar vita ad un nuovo partito. Nella seconda, molto contrastata, solo un terzo dei delegati si pronuncia per la scissione immediata.
  • 17/18 gennaio - Al Teatro comunale di Bologna si svolgono i lavori del XIX congresso del PRI. Il segretario Randolfo Pacciardi, auspicando un’alleanza con il nuovo partito di Saragat e la formazione di un «grande partito democratico», propone di ritirare l’appoggio al governo.
  • 18 gennaio - De Gasperi si consulta coi ministri democristiani circa gli orientamenti del congresso repubblicano e i venti di scissione nel PSI: mentre il PCI si dichiara contrario alla crisi di governo De Gasperi annuncia per il 20 gennaio la conferenza stampa sui risultati del suo viaggio negli Stati Uniti.
  • 20 gennaio - Nella preannunciata conferenza stampa sul suo viaggio negli USA e sulla situazione politica De Gasperi afferma che la scissione socialista e le dichiarazioni del congresso repubblicano esigono un chiarimento politico. Alle 19 rassegna le dimissioni nelle mani del capo provvisorio dello stato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Oggi il primo governo repubblicano presterà giuramento nelle mani di De Nicola, in La Stampa, 14 luglio 1946, p. 1.
  2. ^ Vi auguro lavoro fecondo, in Corriere d'Informazione, 15-16 luglio 1946.
    «Ieri nella residenza del Capo provvisorio dello Stato...Il primo Governo della Repubblica ha prestato giuramento»
  3. ^ Comincia il lavoro, in La Stampa, 4 febbraio 1947, p. 1.
    «Roma 3 febbraio. Quasi tutti i componenti del nuovo Ministero De Gasperi hanno prestato giuramento nelle mani del Capo dello Stato domenica verso le 13..»
  4. ^ Dimissioni del Ministero De Gasperi, in La Stampa, 21 gennaio 1947, p. 1.
  5. ^ Il Ministero per la Costituente fu soppresso con decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 2 agosto 1946, n. 54, su camera.it. URL consultato il 2 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2021).
  6. ^ Incarico per la Costituente soppresso con decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato.
  7. ^ Coordinatore dei rapporti tra il governo e la Costituente.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1946-1948: II Governo De Gasperi, su dellarepubblica.it, Associazione «dellaRepubblica», per la storia dell’Italia repubblicana. URL consultato il 30 aprile 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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