Godflesh

Godflesh
Paese d'origineBandiera dell'Inghilterra Inghilterra
GenereIndustrial metal[1]
Rock sperimentale[1]
Post-metal[2]
Periodo di attività musicale1988 – 2002
2010 – in attività
Album pubblicati11
Studio8 + 5 EP
Raccolte4
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Sito ufficiale

I Godflesh sono un gruppo industrial metal di Birmingham, Inghilterra. Formatosi nel 1988 da Justin Broadrick (voce, chitarra, e programming) e G. C. Green (basso, batteria), il gruppo si sciolse nel 2002. L'innovativo stile musicale dei Godflesh è da molti considerato come una delle influenze fondamentali per l'industrial metal e il post-metal.[2] Nel 2009, il gruppo ha pubblicamente reso nota la propria intenzione di riformarsi nel 2010.

Storia del gruppo[modifica | modifica wikitesto]

Formazione (1988)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1982, Green fondò i Fall of Because (prendendo spunto da una canzone dei Killing Joke)[3] con Paul Neville. Justin Broadrick, allora chitarrista dei Napalm Death, prese parte a questo progetto musicale verso la metà del 1985 come batterista e cantante. Tuttavia la sua permanenza durò fino al 1987. In tempi successivi, Justin Broadrick si occupò degli Head of David per parecchi anni. Fallito anche questo progetto, nel 1988, contattò Green con l'intenzione di riformare i Fall of Because. Justin decise quindi di imbracciare le chitarre e di compensare alla mancanza di una batteria con una drum machine. Tale progetto musicale si trasformò nei Godflesh.[3]

Carriera (1989 - 2001)[modifica | modifica wikitesto]

I Godflesh divennero una delle band più seminali e influenti della musica underground grazie ad album come Streetcleaner e Pure, che dimostrarono in tutto e per tutto l'essenza della produzione lo-fi in territori musicali estremi. Un breve contatto con la Columbia Records nel 1994 per la pubblicazione di Selfless e dell'EP Merciless, vide la band coinvolta in una produzione musicale di un alto livello, decisamente maggiore rispetto ai precedenti. Nel 1996 i Godflesh pubblicarono Songs of Love and Hate, che per la prima volta vede la presenza di Bryan Mantia (Guns N' Roses, Primus, Praxis) alla batteria. Il disco successivo, Us and Them, uscito nel 1999, vide la band dirigersi verso uno sperimentalismo elettronico, orientato soprattutto verso un suono drum and bass, con la presenza di chitarre giocanti un ruolo di minor spessore. Nel 2001 i Godflesh pubblicarono il doppio album retrospettivo In All Languages. Nel medesimo anno la band pubblicò del nuovo materiale, ossia l'ultimo lavoro finora realizzato, Hymns, che vide la partecipazione di un batterista effettivo, Ted Parsons (ex-componente di Swans e Prong), e la band ritornare a un sound più vicino alla pesantezza e all'aggressività degli esordi, seppur in maniera meno eclettica e sperimentale, ma pur sempre imbevuto di sonorità elettroniche e hip hop.

Scioglimento (2002)[modifica | modifica wikitesto]

Green lasciò la band verso la fine del 2001. Venne annunciato che Green sarebbe stato rimpiazzato dal bassista di Killing Joke e Prong Paul Raven. Tuttavia, proprio in questo periodo, Justin Broadrick fu vittima di un collasso nervoso in seguito alla rottura con una sua compagna dopo quasi tredici anni di relazione, poco dopo aver concluso il tour negli Stati Uniti.[4] Broadrick ricorda questo evento come "un vero momento alla Brian Wilson" e affermò: "mi sentì paralizzato dallo stress, che sicuramente stavo coltivando da mesi, non riuscivo letteralmente ad alzarmi dal letto la mattina. Ero come intorpidito e non avevo nemmeno intenzione di partire, tant'è che quando mi vennero a prendere in macchina per condurmi all'aeroporto, scappai via e mi rifugiai a casa di un mio amico a Birmingham."

I tour annullati causarono ancor più problemi a Justin Broadrick, avendo assunto intere compagnie di viaggio per spostarsi e chiamato gruppi come High on Fire e Halo come supporter di apertura dal vivo: il leader della band si trovò a fronteggiare problematiche di non poca entità economica. "Avevo addirittura ricevuto minacce di morte da parte delle compagnie di bus di Los Angeles," affermò Broadrick. "Ho bruciato quasi più di $35,000, i quali non possedevo in tutto e per tutto. Ero agli sgoccioli e fui costretto anche a vendere la mia casa e usare invano tutto il poco rimasto a disposizione delle carte di credito. Praticamente non ho fatto quasi nulla per ben quattro mesi, se non bere pesantemente." Su un poster di promozione del primo EP degli Jesu Heart Ache, vi è un sottotitolo che dice "Godflesh is dead, long life to Jesu."

Broadrick rese pubblica questa dichiarazione sullo scioglimento dei Godflesh:

«Il 10 aprile 2002, ho sciolto i Godflesh. Era qualcosa che stavo sicuramente pensando di fare già a suo tempo quando GC Green lasciò la band nel 2001. Purtroppo tutto ciò è durato fino al giorno in cui siamo partiti per un lungo tour negli Stati Uniti per realizzarci e siamo in seguito ritornati, pagando così il mio ultimo dazio. Sfortunatamente le finalità e le responsabilità di tale decisione mi hanno completamente messo a nudo e non sono riuscito a reggere il peso delle conseguenze che ciò hanno provocato. Ho capito che senza GC Green, i Godflesh non sono i Godflesh, e il suo allontanamento è stato per me come un presagio che qualcosa stesse per accadere. Ritengo che tutto ciò che abbiamo realizzato è stato frutto di nostre idee e intenzioni. Ciò che più mi rammarica è ferire con questa nostalgia la gratitudine degli ultimi due componenti rimasti, Ted Parsons e Paul Raven, e deludere tutti coloro che credono nei Godflesh in ogni parte del globo... In un futuro non proprio lontano, il mio nuovo progetto, Jesu, verrà alla luce. Quindi ciò non significa che smetterò di comporre, di suonare e di cantare. Ma solo la chiusura di un capitolo. Infinite grazie a tutti coloro che hanno creduto e sostenuto i Godflesh in tutti questi 14 anni. Sapete chi siete... lunga vita alla nuova carne...»

Riunione (2009)[modifica | modifica wikitesto]

Nel novembre del 2009, venne ufficialmente annunciata una riunione per un'esibizione confermata all'edizione del 2010 dell'Hellfest Summer Open Air (a Clisson, in Francia).

In un'intervista risalente al mese di febbraio del 2010, Broadrick rispose che "i Godflesh non faranno altro all'infuori di una performance all'Hellfest. Non ho alcuna certezza di dove andremo un domani, e soprattutto se ci muoveremo." Egli ha tuttavia anche fatto presente che non si esclude la possibilità di un nuovo materiale.[5]

I Godflesh si sono esibiti all'edizione del 2010 del Supersonic Festival a Birmingham, in Regno Unito, il 23 ottobre, insieme agli Swans.[6] Hanno inoltre confermato che per l'edizione del 2011 del Roadburn Festival a Tilburg, nei Paesi Bassi, eseguiranno dal vivo il primo album Steetcleaner interamente.[7]

Nel dicembre del 2010, Broadrick affermò sul magazine Decibel che la band sta lentamente unendo e mettendo in pratica tutte le idee per un nuovo album di studio. Più precisamente spiegò:

«È qualcosa che stavamo discutendo da parecchio tempo, e ho inoltre parecchia carne da mettere al fuoco. Ma è qualcosa che andrebbe elaborato con calma insieme. Sarebbe anche abbastanza facile produrre 10 brani in pochi caratteri e rilasciarli nel tempo più breve possibile sfruttando la popolarità del gruppo, ma tuttavia ciò è sbagliato. Se ci vorranno ancora due anni prima che esca un nuovo disco dei Godflesh, così sia. La cosa più importante è quella di dover sfornare un lavoro degno di competere con il resto della discografia del gruppo.[8]»

Stile musicale[modifica | modifica wikitesto]

Traendo ispirazione dai pionieri del power electronics, Whitehouse,[9] dai noise-rockers Swans,[10] dall'inventore della musica ambient Brian Eno[11] e dalla concittadina heavy metal band Black Sabbath,[12] Godflesh sono annoverati tra i pionieri dell'industrial metal.[13][14]

I Godflesh sono noti per la loro particolare mistura tra ritmi drum machine, chitarre ronzanti e distorte, e un basso potente ed intermittente. Nei primi lavori, i ritmi, i sintetizzatori e i campionamenti venivano spesso accreditati alla cosiddette "macchine". Successivamente, i Godflesh fecero uso di batteristi umani, tra cui Bryan Mantia e Ted Parsons. Il loro stile sinistro, lento e ripetitivo è comunemente descritto come "apocalittico".[15] La musica dei Godflesh è stata da qualche critico descritta come "i Cure dell'era di Pornography sotto l'effetto del metaqualone".[16]

La voce di Broadrick è generalmente gutturale, simile alla tecnica del death grunt, senza per questo disdegnare parti melodiche come in "I Wasn't Born to Follow", nell'album del 1992 Pure. I loro testi sono tersi, criptici, oscuri e spesso contraddittori. Paranoia, martirio, odio, corruzione, società e misantropia sono alcuni dei temi presenti nella musica e nelle copertine dei lavori dei Godflesh.

Broadrick si è inoltre ispirato a Leonard Cohen; entrambi gli artisti hanno pubblicato due album chiamati Songs of Love and Hate. Nella canzone "Mothra" (da Pure), i Godflesh hanno preso una parte, che recita "Your pain is no credential here / It's just the shadow of my wound", dalla canzone "Avalanche", dal già precedentemente menzionato album di Cohen.[3]

Eredità[modifica | modifica wikitesto]

I Godflesh sono stati citati come influenza da parte di Korn,[17] Metallica,[18] Danzig,[19] Faith No More,[20] Fear Factory,[21] Converge,[22] Isis,[2] Pitchshifter, e Ministry, tra molti altri. A Justin Broadrick fu chiesto dai Danzig e dai Faith No More di entrare a far parte di queste band come componente fisso, ma Broadrick ha rifiutato tali proposte per focalizzarsi sui Godflesh.[3]

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

EP[modifica | modifica wikitesto]

Album dal vivo[modifica | modifica wikitesto]

Album di Remix[modifica | modifica wikitesto]

  • 1997 - Love and Hate in Dub (Earache)

Raccolte[modifica | modifica wikitesto]

  • 1996 - Selfless/Merciless (Earache)
  • 1996 - Slateman/Cold World (Earache)
  • 2001 - In All Languages (Earache)

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Greg Prato, Godflesh, su AllMusic, All Media Network. Modifica su Wikidata
  2. ^ a b c (EN) Jon Caramanica, The alchemy of art-world heavy metal, in The International Herald Tribune, The International Herald Tribune, 20 settembre 2005. URL consultato il 25 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2005).
  3. ^ a b c d The Godflesh FAQ, su godflesh.com, 31 luglio 2001. URL consultato il 29 aprile 2010.
  4. ^ Jon Wiederhorn, Godflesh Singer Suffers Breakdown, Breaks Up Band, su mtv.com, MTV, 1º maggio 2002. URL consultato il 20 ottobre 2009.
  5. ^ Godflesh Mainman Doesn't Rule Out Possibility Of New Material, su roadrunnerrecords.com, Blabbermouth.net, 5 febbraio 2010. URL consultato il 6 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2012).
  6. ^ SWANS + GODFLESH HEADLINE SUPERSONIC FESTIVAL 2010, su capsule.org.uk.
  7. ^ BLABBERMOUTH.NET - GODFLESH To Perform Entire 'Streetcleaner' Album At ROADBURN Festival, su roadrunnerrecords.com. URL consultato il 20 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2012).
  8. ^ BLABBERMOUTH.NET - Reunited GODFLESH Working On New Material, su roadrunnerrecords.com. URL consultato il 12 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2012).
  9. ^ Kaye 1992, p. 16.[Cos'è?]
  10. ^ Ruffin, Josh, Justin Broadrick: Existing through risk, su metrospirit.com, Metro Spirit, 23 ottobre 2007. URL consultato il 19 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2009).
  11. ^ Bartkewicz, Anthony, Justin Broadrick, su decibelmagazine.com, Decibel Magazine, marzo 2007. URL consultato il 19 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2008).
  12. ^ Pettigrew 1991, page 22.
  13. ^ Pettigrew, Jason. Godflesh: the Power of Positive Paradoxes. Alternative Press, 5(36), 1991, page 22.
  14. ^ Chick, Stevie, Till deaf us do part, su guardian.co.uk, guardian.co.uk, 18 luglio 2008. URL consultato il 28 luglio 2008.
  15. ^ Godflesh Interview, su godflesh.com. URL consultato il 12 gennaio 2011.
  16. ^ Thompson 1994, page 44.
  17. ^ Yates, Catherine (2001). Souls of a New Machine. Kerrang! 871: page 19.
  18. ^ Alexander, Phil (1995). Alien Soundtracks! Kerrang!, 528: page 52.
  19. ^ Blush, Steven, DANZIG - Seconds Magazine #44, ottobre 1997. URL consultato il 30 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2007). Archived at www.The7thHouse.com.
  20. ^ Mörat 1990, page 14.
  21. ^ Yates 2001, page 19.
  22. ^ Converge FAQ [1] Archiviato il 12 gennaio 2013 in Internet Archive. Access date: July 25, 2008.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Ruggeri e Claudio Sorge, Metal, collana Le guide pratiche di Rumore, Pavia, Apache Edizioni, 2000.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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