Giuliano Cesarini (1491-1566)

Giuliano I Cesarini, I marchese di Civitanova (Roma, 1491Roma, 18 giugno 1566), è stato un nobile italiano, ricordato per aver acquistato numerosi feudi fra cui quelli di Civitanova Marche, Genzano, Ardea e Civita Lavinia.

Stemma Cesarini

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Apparteneva a una famiglia aristocratica romana i cui membri più importanti erano stati due cardinali chiamati entrambi Giuliano, l'uno, vissuto nel secolo precedente, l'altro ancora vivente alla nascita del nostro. Unico figlio maschio di Giangiorgio Cesarini[1] e di Marzia Sforza di Santa Fiora, ereditò un cospicuo patrimonio alla morte del padre (1542). Negli anni trenta ottenne la carica di gonfaloniere del popolo romano, che era stata ricoperta anche da suo padre a partire dal 1499. Definito dal Galieti «uomo superbo e violentissimo»[2], il 14 marzo 1534 Giuliano Cesarini assalì sulla pubblica strada, e ferì gravemente troncandogli una mano con la spada, il governatore di Roma monsignor Magalotti, reo di voler far rispettare la legge che proibiva il porto d'armi a tutti i sudditi, aristocratici compresi.[3] Giuliano Cesarini non subì alcuna punizione perché protetto dall'imperatore Carlo V[4]. Come gonfaloniere, ovvero ambasciatore del popolo romano, Giuliano Cesarini fu uno di coloro che accompagnarono Carlo V nel corso dell'incoronazione a Bologna (24 febbraio 1534) e sarà colui che lo accolse con tutti gli onori il 4 aprile 1536 nell'ingresso a Roma[5]. Il Cesarini fu poi al servizio di Carlo V, alla guida di 4000 uomini in territorio piemontese nel 1536, durante la guerra con la Francia, e per ricompensa Carlo V gli concesse alcuni feudi nell'Italia meridionale e negli Abruzzi[6].

Giuliano Cesarini ebbe numerosi benefici anche dai papi: papa Clemente VII col Motu proprio «Nobilem Familiam Cesarinam» (23 maggio 1530) assegnò la carica di gonfaloniere in perpetuo ai Cesarini maschi[6]; papa Giulio III, oltre ad avergli assegnato perpetua franchigia da qualsiasi gabella, trasmissibile anche ai discendenti[7], lo creò Governatore di Orvieto nel 1550 e gli concesse i feudi di Civitanova Marche nel 1551 e di Montecosaro nel 1552[8]. Il 27 maggio 1531 Giuliano Cesarini sposò Giulia Colonna[9], figlia di Prospero Colonna, dalla quale ebbe il figlio Giovan Giorgio (1549-1585), il primo a istituire una primogenitura nella famiglia Cesarini[2]. Nel 1564 Giuliano Cesarini acquistò Civita Lavinia e Ardea da Marcantonio Colonna e il castello di Genzano da Fabrizio Massimi[10]. Morì il 18 giugno 1566.[11]

Gli succedette il figlio Giovan Giorgio Cesarini.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Costui erà già reputato tra i principali baroni di Roma, con i Colonna, Orsini, Savelli, Conti e Anguillara, in occasione della Pax romana (1511)
  2. ^ a b Alberto Galieti, «La fine romanzesca della nobile famiglia Cesarini», La Rassegna nazionale, Ottobre 1939, p. 4 (pdf[collegamento interrotto])
  3. ^ Niccolò Del Re, «Gregorio Magalotti, governatore di Roma, e l'attentato di cui fu vittima nel 1534», Lazio ieri e oggi, XX (1984), pp. 245-251.
  4. ^ F. Crucitti, «MAGALOTTI, Gregorio». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. LXVII, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2007
  5. ^ «La visita di Carlo V a Roma». In: Giovanni Di Benedetto e Claudio Rendina, Storia di Roma moderna e contemporanea: dal saccheggio dei Lanzichenecchi alla Controriforma, dalla Rivoluzione francese alla Restaurazione, da Roma capitale alla metropoli del terzo millennio, Roma: Newton & Compton, 2004, p. 27, ISBN 88-541-0201-6
  6. ^ a b Nicola Ratti, Op. cit. p. 260 (Google libri)
  7. ^ Nicola Ratti, Op. cit. nota 45 p. 290 (Google libri)
  8. ^ Nicola Ratti, Op. cit. note 46 e 47 pp. 290-291
  9. ^ Lorenzo Di Lenardo, «MAURO (Giovanni Mauro) d'Arcano». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 72, Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 2008
  10. ^ Nicola Ratti, Storia di Genzano, con note e documenti, Roma: Nella Stamperia Salomoni, 1797
  11. ^ G. Fragnito, Storia di Clelia Farnese, Bologna, il Mulino, 2013, p. 33

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]