Giovanni Renica

Ritratto di Giovanni Renica nel Palazzo Tosio a Brescia.

Giovanni Renica (Montirone, 31 marzo 1808Brescia, 27 agosto 1884) è stato un pittore italiano attivo nel Romanticismo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Montirone da Giacomo e Rosa Negroni, originari di Bagnolo Mella, frequenta il Liceo Ginnasio di Brescia dove è allievo dell'architetto Rodolfo Vantini che nel 1828 lo introduce a Giovanni Migliara, noto artista e professore di pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove è compagno di studi di Angelo Inganni.

Dopo gli esordi alle mostre annuali organizzate dall'Ateneo di Brescia, del quale nel 1835 viene nominato socio d'onore, nel 1839 intraprende con il conte Renato Borromeo, suo estimatore, un viaggio che tocca Grecia, Libia, Egitto, Palestina, Israele, Giordania, Libano e Turchia, paesi che Renica riproduce in schizzi che invia a Brescia.

I Primavera dei popoli lo costringono a riparare in Svizzera, dove viene a contatto con gli artisti locali François Diday e Alexandre Calame[1]. Nel 1853 viene eletto consigliere ordinario dell'Accademia di Brera; in questo periodo, si dedica all'insegnamento nell'Istituto femminile di Lodi e presso famiglie private.

Nel 1879 si stabilisce definitivamente a Brescia, dove viene eletto Presidente della Pinacoteca Tosio Martinengo[2]; ormai cieco, elargisce all'Ateneo di Brescia disegni, quadri, pennelli e colori[3], collezione successivamente arricchita dalla vedova Serafina Meda con una donazione di più di centocinquanta dipinti e studi dal vero[4].

Muore il 27 agosto 1884: è sepolto nel famedio del Cimitero monumentale di Brescia[5].

Tra i suoi allievi, Gaetano Fasanotti[6] e Antonio Tagliaferri.

Tempio di Ramses III a Medinet Habu

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei più noti artisti bresciani del XIX secolo[7] e uno dei primi artisti a viaggiare in Medio Oriente, viene principalmente identificato come paesaggista, con una vasta produzione destinata alla ricca committenza.

Dopo gli esordi legati agli schemi del vedutismo romantico, ereditati dal maestro Giovanni Migliara, sviluppa il proprio stile sulla base di una sensibile e minuziosa osservazione e riproduzione dei soggetti dal vero, sulla base di tre fasi evolutive; la prima è focalizzata sulla ripresa architettonica di monumenti e città, la seconda di puro paesaggismo verista e nell'ultimo periodo, successivo ai viaggi in Medio Oriente, allineato all'Impressionismo francese o ispirato ai grandi esponenti del Romanticismo europeo[8], come John Constable.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pittori bresciani nella collezione Cosway a Lodi, Monja Faraoni, Arte Lombarda, 2010, pp.128-131
  2. ^ OSPITI NEL SALOTTO DEI CONTI TOSIO (PDF), su https://www.ateneo.brescia.it. URL consultato il 16 novembre 2022.
  3. ^ La Pittura lombarda nel secolo XIX, p. 48.
  4. ^ Commentari dell'Ateneo di Brescia per l'anno 1886, Brescia, 1886, pp. 6-7
  5. ^ Inciso nella pietra - I cenotafi dell'emiciclo verde vantiniano Associazione Culturale Capitolium, 2021, pp. 31
  6. ^ Paesaggio con armenti, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 16 novembre 2022.
  7. ^ La pittura lombarda nel secolo XIX, Milano, 1890, pp. 48.
  8. ^ Luigi Basiletti Elisa Nardin, Università Ca' Foscari, Venezia, 2013, pp. 45.
  9. ^ Strada di campagna con fiume, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 novembre 2022.
  10. ^ Padre Cristoforo, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 novembre 2022.
  11. ^ Tramonto, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 novembre 2022.
  12. ^ Spiaggia rocciosa, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 novembre 2022.
  13. ^ Strada di campagna con fiume, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 novembre 2022.
  14. ^ Città di Costantinopoli, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 novembre 2022.
  15. ^ Paesaggio con figura di portatrice di gerla, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 novembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Gallia, Ricordo del socio Giovanni Renica, in Commentari dell'Ateneo, Brescia, 1884, pp. 285-289;
  • Gian Carlo Piovanelli, Il pittore Giovanni Renica e il suo viaggio in Oriente, in Commentari dell'Ateneo, Brescia, 1963;
  • Luciano Anelli, Il paesaggio nella pittura bresciana dell'Ottocento, Brescia, 1984, pp. 24-28;
  • Caterina Spetsieri Beschi, La Grecia nelle immagini di Giovani Renica (1839-1840), Ateneo di Brescia, Accademia di scienze lettere ed arti, Brescia, 2004;
  • Francesco De Leonardis, La donazione di Giovanni Renica, in L'Ottocento e il Novecento nelle collezioni istituzionali bresciane, Ateneo di Brescia, Accademia di scienze lettere ed arti, edizioni AB, 2018.

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