Giovanni Attendolo

Giovanni Attendolo (Cotignola, 13191385 circa) è stato un nobile italiano, padre di Giacomo Attendolo, conte di Cotignola.

Stemma della famiglia Attendolo

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni, ultimo figlio di Muzio, considerato il capostipite del casato degli Sforza,[1] proveniva dalla nobiltà secondaria ed era un ricco possidente, dedito anche al mestiere delle armi. Venne menzionato in un rogito del 1352.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni si sposò con Elisa Petraccini, figlia di Ugolino, donna di forte personalità, dalla quale ebbe numerosi figli[2]. Tra questi si ricordano:

  • Giacomo (1369-1424), condottiero e capitano di ventura, conosciuto come Muzio Attendolo detto "Sforza", fu il capostipite della dinastia Sforza;
  • Bosio († 1410), condottiero, seguì il fratello Giacomo in molte imprese;
  • Francesco († 1412 ca.), detto "Beccaletto", condottiero, seguì il fratello Giacomo presso Alberico da Barbiano;
  • Maria, sposò nel 1473 Nicola Pallavicino, pronipote di Oberto II Pallavicino;
  • Margherita, sposò Giacomo Gaetani di Napoli e poi Michelino Ravignani de' Manzuoli. Da quest'ultimo discese l'estinta casata dei "Manzuoli-Sforza" di Bologna;
  • Bartolo, condottiero, al servizio del fratello Giacomo e di Alberico da Barbiano;
  • Domenico, sposò Giovannella Gesualdo, da cui ebbe Abenante Attendolo, andata in sposa Paolo di Sangro, duca di Torremaggiore[3];
  • Matteo, morto nel 1385 in un agguato teso dai Pasolini;
  • Tonduzzo, morto nel 1385 in un agguato teso dai Pasolini.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. VI, pp. 306-409 in Enciclopedia delle Famiglie Lombarde., su servizi.ct2.it. URL consultato il 1º aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2020).
  2. ^ Caterina Santoro, Gli Sforza: La casata nobiliare che resse il Ducato di Milano dal 1450 al 1535, Milano, 1992.
  3. ^ Filiberto Campanile, L'historia dell'illvstrissima famiglia Di Sangro, Napoli, 1625, p. 35.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]