Giornale de' letterati d'Italia

Giornale de' Letterati d'Italia
StatoBandiera della Repubblica di Venezia Repubblica di Venezia
Linguaitaliano
Periodicitàtrimestrale (1710-1713), quadrimestrale (1714-1718)[1]
Genererivista letteraria
FondatoreScipione Maffei, Antonio Vallisneri e Apostolo Zeno
Fondazione1710
Chiusura1740
SedeVenezia
 

Il Giornale de' letterati d'Italia (1710-1740) fu un'importante rivista letteraria italiana del XVIII secolo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Frontespizio del volume che raccoglie la prima annata del «Giornale de' letterati d'Italia» (1710).

«[I giornali letterari sono] quell'opere successive[2], che regolatamente di tempo in tempo ragguaglio danno de' vari libri, ch'escono di nuovo in luce, e di ciò che in essi contiensi, notizie accompagnandovi delle nuove importanti edizioni, degli scoprimenti, delle invenzioni e di tutte quelle novità finalmente, che alla repubblica letteraria in qualche modo possono appartenersi»

Il periodico fu promosso, nella Repubblica di Venezia, nel 1710 dai letterati Scipione Maffei (storico e drammaturgo), Antonio Vallisneri (medico e biologo di fama) e Apostolo Zeno (letterato erudito e filologo). Nel presentare la rivista, Apostolo Zeno sosteneva che era necessario che gli italiani si facessero essi il loro giornale… palesando che il buon senso, la dottrina e l'ingegno non vennero mai meno tra noi e che ora più mai fioriscono e s'avvivano.

Concepito come una piccola enciclopedia del sapere, il «Giornale de' letterati d'Italia» abbracciava i temi più disparati: storia, teologia, scienza e diritto. Ebbe collaboratori di prestigio come: Eustachio Manfredi, Ludovico Antonio Muratori, Giovanni Battista Morgagni, Giambattista Vico e Bernardino Ramazzini. Le recensioni delle nuove uscite (lunghe dalle venti alle cinquanta e più pagine) consistevano, da un lato, in un ampio riassunto e, dall'altro, in una serie di giudizi critici sulle tesi espresse nell'opera[1]. La qualità delle recensioni, insieme alla veste sobria ed elegante che caratterizzava la rivista, decretarono il suo successo immediato.

Per i primi nove anni di vita (1710-1718) fu Apostolo Zeno a sostenere la maggior parte degli oneri (anche finanziari) della rivista. Quando lo Zeno fu chiamato all'incarico di poeta cesareo alla corte imperiale di Vienna, nel 1718, negli anni 1719-20 la rivista non fu continuata. Fu ripresa nel 1721 dal fratello Pier Caterino (1666-1732), che ne assunse la direzione, ma le uscite non furono più regolari. Le pubblicazioni subirono un nuovo arresto nel 1727.

Dopo la morte di Pier Caterino Zeno, il «Giornale de' letterati d'Italia» fu ripreso nel 1732 da Antonio Federico Seghezzi, che ne rese annuale la periodicità.

Le pubblicazioni cessarono nel 1740. Negli anni successivi Giornale fu imitato da diversi altri periodici italiani.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b «La Minerva, o sia nuovo Giornale de' Letterati d'Italia», su bibliomanie.it. URL consultato il 22 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).
  2. ^ Oggi diremmo: quelle pubblicazioni periodiche.

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