Gewargis I

Gewargis (Kafra, ... – 680) è stato un teologo e vescovo cristiano orientale siro, metropolita di Arbela, di Beth Lapat e di Seleucia-Ctesifonte, e patriarca della Chiesa d'Oriente dal 659 al 680 circa[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gewargis nacque, in data sconosciuta, nel villaggio di Kafra, nella regione del Beth Garmai. Era monaco del monastero di Beth Abe quando entrò in relazione con il vescovo di Ninive, Ishoʿyahb.[2] Quando questi fu eletto patriarca nel 649, scelse l'amico Gewargis come suo successore sulla cattedra metropolitana di Arbela.[3] Secondo Fiey, Gewargis di Kafra è da identificare con il vescovo Gewargis, che il patriarca nominò successivamente alla sede metropolitana di Beth Lapat, con il titolo di amministratore di tutte le province più lontane della Chiesa d'Oriente.[4]

Nel suo Liber Superiorum, Tommaso di Marga racconta i fatti che portarono alla successione al trono patriarcale di Seleucia-Ctesifonte, dopo la morte di Ishoʿyahb III nel 659. Sul letto di morte, il patriarca indicò Gewargis come suo legittimo successore. Gewargis di Kafra, presente alla morte del patriarca, fu eletto e intronizzato come nuovo patriarca della Chiesa d'Oriente. Tuttavia, Ishoʿyahb III non aveva specificato a quale Gewargis volesse affidare la sua successione. Questo portò gli omonimi Gewargis di Nisibi e Gewargis di Perat Maishan a contestare l'elezione del nuovo patriarca.[2]

Durante il suo patriarcato, Gewargis dovette affrontare una rivolta dei vescovi del Beth Qatraye, che aspiravano all'autonomia dai metropoliti di Rew-Ardashir. Per appianare le difficoltà, il patriarca Gewargis I si recò personalmente nel golfo Persico e convocò nel 676 un concilio provinciale a Dayrîn[5], durante il quale fu istituita canonicamente la provincia ecclesiastica del Beth Qatraye.[6]

Secondo Tommaso di Marga il patriarcato di Gewargis I durò 22 anni, mentre per ʿAmr ibn Mattā 20 anni; probabilmente il suo patriarcato si colloca tra il 659 e il 680/681. Sempre secondo Tommaso, fu sepolto a Hertha.[7]

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

Il più importante documento che attesta l'opera spirituale e religiosa del patriarca Gewargis è la raccolta dei canoni del sinodo che il patriarca celebrò nel golfo Persico nel 676, conservata nel Synodicon orientale.[8] La raccolta comprende 19 canoni, che riguardano la predicazione, i privilegi e le responsabilità dei vescovi, i processi canonici, il comportamento che devono assumere i chierici, i laici, i monaci e le consacrate vergini.[7]

Di Gewargis I resta anche una lettera, scritta a Mina, corepiscopo della Persia, che è un vero e proprio trattato teologico sulla creazione dell'uomo, sulla sua caduta e sulla necessità della sua redenzione attraverso Gesù Cristo.[7][9] Nell'opera, l'autore difende l'autorità di Nestorio e di Teodoro di Mopsuestia contro i loro oppositori.[10]

Al patriarca sono anche attribuiti degli inni liturgici per le proclamazioni diaconali durante la Quaresima.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Samuel Burleson & Lucas Van Rompay, List of Patriarchs: I. The Church of the East and its Uniate continuations, Gorgias Encyclopedic Dictionary of the Syriac Heritage, electronic edition.
  2. ^ a b (FR) Bundy, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XX, col. 625.
  3. ^ (FR) Jean-Maurice Fiey, Assyrie chrétienne. Contribution à l'étude de l'histoire et de la géographie ecclésiastiques et monastiques du nord de l'Iraq, vol. I, Beyrouth, 1965, pp. 63-64.
  4. ^ (FR) Jean-Maurice Fiey, L'Elam, la première des métropoles ecclésiastiques syriennes orientales, Parole de l'Orient 2 (1969), p. 251.
  5. ^ Dayrîn corrisponde alla località di Dârîn sull'isola di Tarout (Arabia Saudita). (FR) Joëlle Beaucamp e Christian Julien Robin, L'évêché nestorien de Mâšmâhîg dans l'archipel d'al-Bahrain (Ve-IXe siècle), «Dilmun. New Studies in the Archaeology and Early History of Bahrain», Berlin, Dietrich Reimer Verlag, 1983, pp. 171-173.
  6. ^ (FR) Beaucamp-Robin, L'évêché nestorien de Mâšmâhîg…, pp. 183-184.
  7. ^ a b c (FR) Bundy, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XX, col. 626.
  8. ^ (FR) Jean-Baptiste Chabot, Synodicon orientale ou Recueil de synodes nestoriens, Paris, 1902, pp. 480 e seguenti.
  9. ^ (LA) de Urbina, Patrologia syriaca, p. 139.
  10. ^ (EN) Lucas Van Rompay, Gewargis I, Gorgias Encyclopedic Dictionary of the Syriac Heritage.
  11. ^ (FR) Bundy, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XX, col. 627.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Lucas Van Rompay, Gewargis I, Gorgias Encyclopedic Dictionary of the Syriac Heritage, Electronic Edition
Predecessore Patriarca della Chiesa d'Oriente
Vescovo di Seleucia-Ctesifonte
Successore
Ishoʿyahb III
649-659
659 - 680 Giovanni I bar Marta
680-683
Controllo di autoritàVIAF (EN295147266738335481569 · GND (DE1111914850
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