Galleria dell'Orco

Galleria dell'Orco
TipoGalleria ferroviaria
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalizzazioneProvincia di Salerno
Coordinate40°46′19.03″N 14°39′08.73″E / 40.771954°N 14.652425°E40.771954; 14.652425
GestoreRFI
LineaFerrovia Cancello-Avellino
PortaliSarno, Codola
Lunghezza0,443 km
AttraversaNocera Inferiore, Castel San Giorgio.
Nº di binari1
Inizio dei lavori1856
Apertura1858

La galleria dell'Orco è un traforo ferroviario della ferrovia Cancello-Avellino situato nei pressi di Codola, tra i comuni di Nocera Inferiore e Castel San Giorgio. Inaugurato nel 1858, fu il primo tunnel ferroviario realizzato nel Regno delle due Sicilie[1]. Nell'accezione popolare il termine "orco" si riferirebbe ad Annibale, che sarebbe passato di lì per assediare e conquistare Nuceria nel corso della II guerra punica[2].


Storia[modifica | modifica wikitesto]

La galleria fu realizzata quando l'area era ancora sotto la giurisdizione del Regno delle due Sicilie, durante la reggenza di Ferdinando II.

Prende il nome dal cosiddetto Passo dell'Orco, situato lungo la "montagna spaccata"[3]. Il passo ha origini romane ed è funzionale al raggiungimento della città di Nuceria Alfaterna, attraverso una diramazione della via Popilia. La denominazione del passo è attribuita alla presenza del campanile dell'orco, un mausoleo di epoca romana (I secolo)[4] presente lungo il tratto viario.

Il tunnel fu inaugurato il 31 maggio 1858, dopo circa venti mesi di lavori, alla presenza del vescovo di Nocera Angelo Giuseppe D'Auria, del ministro delle Finanze del Regno e di diverse autorità militari presenti a Nocera[5]. Per l'occasione, la galleria fu rischiarata da cinquemila lumini e alcuni carri furono tirati a mano. L'evento fu in seguito immortalato in una serigrafia del Giornale del Regno delle due Sicilie.

Il traforo entrò in funzione il 17 febbraio 1861, dopo la caduta del Regno delle due Sicilie. Servì a collegare la strada ferrata che correva tra Capua e Mercato San Severino.

Dati tecnici[modifica | modifica wikitesto]

Il traforo fu realizzato tra la collina di Torricchio, Nocera Inferiore, e la collina di Sant'Apollinare, Castel San Giorgio. La galleria misura 442,55 metri di lunghezza[6]. I lavori per la sua realizzazione andarono avanti per poco più di venti mesi.

Mette in comunicazione le stazioni di Sarno e di Codola.

Oggi è in uso lungo la tratta Cancello-Avellino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Copia archiviata (PDF), su interrail.it. URL consultato il 12 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
  2. ^ De Rosa P., Il castrum di Lanzara e l'antica via Popilia, in AA. VV., Raccolta Rassegna Storica dei Comuni, Vol. 03, Anno 1971, pp. 73-76.
  3. ^ Secondo una tradizione popolare il miracolo della separazione della montagna spaccata sarebbe dovuto all'opera di San Prisco. Tale tradizione è riportata nel romanzo storico di Andrea Calenda di Tavani, Ramondello Orsino, storia napoletana del Trecento (vol. I, Trani, 1886). Il santo avrebbe spaccato la montagna perché gli intralciava il cammino. Dopo essere stato ricevuto da un non meglio precisato papa, il santo ne aveva ricevuto in dono una fontana (oggi collocata nel piazzale antistante la cattedrale di Nocera). Il passo sarebbe largo quanto basta da far passare proprio quella fontana. Preoccupati per l'apertura di una breccia nella montagna, i nocerini inveirono contro il proprio il vescovo, ma Prisco li assicurò che l'area sarebbe rimasta sotto la sua perenne protezione e che nessun esercito sarebbe mai passato di là per far del male ai suoi concittadini.
  4. ^ Marisa de' Spagnolis, La terra dei Sarrasti, Nocera Inferiore, 2000
  5. ^ Sua Eccelenza l'Egregio Ministro delle Finanze e de' Lavori Pubblici muoveva dalla stazione della strada ferrata di Napoli alle 9 a.m. con numeroso ed eletto seguito. All'ingresso, del tunnel si trovarono il Vescovo di Nocera, l'Intendente della Provincia ed il comandante della Brigata Eventuale di Nocera con un drappello di soldati in grande divisa, e bande musicali. Tratto dal Giornale del Regno delle due Sicilie, Napoli, 8 giugno 1858.
  6. ^ 1670 palmi alla massima profondità di palmi 297.