Forty-Eighters

Carl Schurz nel 1860. Tra i partecipanti della rivoluzione tedesca del 1848, emigrò successivamente negli Stati Uniti dove divenne senatore.

I Forty-Eighters[1] (detti anche in italiano quarantottardi o quarantottini) furono degli europei che presero parte alla Rivoluzione tedesca del 1848-1849 che imperversò nel continente (la cosiddetta Primavera dei popoli). Negli stati tedeschi, i Forty-Eighters supportarono l'ideale dell'unificazione dei popoli germanici, un governo più democratico e la garanzia dei diritti umani.[2] Disgustati dal fallimento della rivoluzione e dal ritorno ad un sistema precedente sotto l'Impero austriaco, la maggior parte di loro si portò a vivere all'estero in esilio (costretto o volontario) dalla propria patria. Molti emigrarono negli Stati Uniti, nel Regno Unito ed in Australia. Tra questi emigranti si contano tedeschi, cechi, ungheresi ed altri. Molti divennero esponenti politici di spicco.

Nelle Americhe[modifica | modifica wikitesto]

Brasile[modifica | modifica wikitesto]

Disgustato dal fallimento della rivoluzione del 1848, il biologo Fritz Müller realizzò come la sua partecipazione a questi moti avrebbe compromesso la propria vita e la propria carriera e per questo nel 1852 prese la decisione di emigrare nel Brasile meridionale, dove suo fratello August si era già unito alla nuova colonia fondata da Hermann Blumenau nello stato di Santa Catarina. Si dedicò allo studio della foresta atlantica della regione e scrisse un libro dal titolo Facts and Arguments for Darwin.

Cile[modifica | modifica wikitesto]

Su consiglio tra gli altri di Bernhard Eunom Philippi, Karl Anwandter emigrò in Cile a seguito del fallimento della rivoluzione. Nel 1850 si insediò a Valdivia.[3] Venne raggiunto in loco da molti altri tedeschi nel medesimo periodo.

Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Gli aderenti del Turnverein a St. Louis, 1860

La maggior parte degli emigrati tedeschi scelse come propria meta le città in via di sviluppo dell'ovest e del sud degli Stati Uniti, contribuendo notevolmente alla nascita ed allo sviluppo dell'industria della birra e del vino, oltre che nel campo del giornalismo e delle comunità agricole.

Galveston, nel Texas, era una delle mete principali iniziali per molti Forty-Eighters. Alcuni si insediarono a Houston, ma molti scelsero invece la Texas Hill Country nei pressi di Fredericksburg. Per le loro idee liberali, si opposero fermamente alla secessione del Texas nel 1861. A Bellville e nella contea di Austin, altra destinazione dei Forty-Eighters, gli emigranti tedeschi si dedicarono ad ampie campagne politiche contro la secessione.[4]

Più di 30.000 Forty-Eighters si insediarono nell'area della città di Cincinnati, nell'Ohio, che divenne nota come il quartiere Over-the-Rhine. Qui ebbero fortuna nel definire la cultura germanica in loco ed in alcuni casi si distinsero per i loro ideali rivoluzionari esportati anche negli Stati Uniti. Molti di loro si spinsero anche nelle terre più a ovest dell'Ohio seguendo il Miami and Erie Canal.

Nella rivolta di Cincinnati del 1853, nella quale un rimostrante venne ucciso, i Forty-Eighters protestarono violentemente per la visita del nunzio apostolico monsignor Gaetano Bedini, che nel 1849 aveva aiutato la repressione dei rivoluzionari nello Stato Pontificio.[5] Nuove proteste scoppiarono nel 1854 quando i Forty-Eighters si resero responsabili dell'uccisione di due ufficiali nel corso degli eventi.[6]

Molti Forty-Eighters si insediarono a Milwaukee, nel Wisconsin, aiutando così a solidificare la già forte presenza culturale del Deutschtum in città, nonché la forte tradizione socialista presente nella cittadina americana.[7]

Negli Stasti Uniti, gran parte dei Forty-Eighters si opposero al nativismo ed allo schiavismo, mantenendo quegli ideali liberali che li avevano costretti ad abbandonare la loro patria. Nel affare di Camp Jackson a Saint Louis (Missouri), una discreta forza di volontari tedeschi impedì che le forze dei confederati mettessero le mani sull'arsenale del governo già prima dell'inizio della guerra civile americana.[8] Circa 200.000 soldati di origine tedesca si iscrissero nelle file dell'Union Army, costituendo quindi il 10% delle intere forze armate dei nordisti; 13.000 tedeschi servirono nei soli reggimenti volontari unionisti di New York.

Dopo la guerra civile, i Forty-Eighters sostennero politicamente il miglioramento delle condizioni dei lavoratori e si impegnarono nello sviluppo di campi come l'educazione pubblica, le arti, la medicina, il giornalismo ed il mondo degli affari.

Molti furono membri del movimento di Turner.

Principali Forty-Eighters tedeschi negli Stati Uniti
Principali Forty-Eighters cechi negli Stati Uniti
Principali Forty-Eighters ungheresi negli Stati Uniti
Principali Forty-Eighters irlandesi negli Stati Uniti
Principali Forty-Eighters francesi negli Stati Uniti
Principali Forty-Eighters polacchi negli Stati Uniti

In Australia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1848, giunse al porto di Victoria la prima nave di emigranti provenienti dalla Germania; la Goddefroy ancorò il 13 febbraio e scaricò molti rifugiati politici. Alcuni vi giunsero da Londra. nell'aprile del 1849, la Beulah scaricò nuovi emigranti tedeschi nel Nuovo Galles del Sud.[25] Una seconda nave, la Parland, lasciò Londra il 13 marzo 1849, e giunse a Sydney il 5 luglio 1849.[26]

La Princess Louise lasciò Amburgo il 26 marzo 1849, toccando dapprima Rio de Janeiro e poi l'Australia, giungendo a Port Adelaide il 7 agosto 1849, con 161 emigranti.

In Australia gli emigranti tedeschi divennero in particolare viticultori data la natura fertile del suolo e particolarmente adatta a quelle colture; altri fondarono chiese luterane. Nel 1860, 70 famiglie di origine tedesca fondarono la cittadina di Germantown, nello stato di Victoria (oggi ridenominata Grovedale.) Ad Adelaide, il primo club tedesco venne fondato nel 1854.

Principali Forty-Eighters australiani

In Europa[modifica | modifica wikitesto]

Belgio[modifica | modifica wikitesto]

Francia[modifica | modifica wikitesto]

Ludwig Bamberger si insediò a Parigi e lavorò in una banca dal 1852 sino all'amnistia del 1866 che gli permise di fare ritorno in Germania.[27] Carl Schurz rimase in Francia per qualche tempo per poi portarsi in Inghilterra.[28] Anche Adolf Strodtmann rimase in Francia per qualche tempo, mentre Anton Heinrich Springer la visitò occasionalmente.

Paesi Bassi[modifica | modifica wikitesto]

Ludwig Bamberger rimase nei Paesi Bassi per qualche tempo,[27] come pure Heinrich Bernhard Oppenheim[29] e Anton Heinrich Springer.

Svizzera[modifica | modifica wikitesto]

I seguenti ex-rivoluzionari trovarono rifugio in Svizzera:

Regno Unito[modifica | modifica wikitesto]

Dopo i fallimenti delle rivoluzioni del '48, un gruppo di Forty-Eighters tedeschi ed altri appartenenti al salotto della baronessa Méry von Bruiningk e dal marito Ludolf August von Bruiningk a St. John's Wood, all'epoca sobborgo di Londra, decisero di richiamare altri pensatori in massa nel Regno Unito.[30] La baronessa era russa ma di origini tedesche e inoltre simpatizzava per gli ideali dei rivoluzionari. Tra i suoi ospiti fissi si ricordano Carl Schurz, Gottfried e Johanna Kinkel, Ferdinand Freiligrath, Alexander Herzen, Louis Blanc, Malwida von Meysenbug, Adolf Strodtmann, Johannes e Bertha Ronge, Alexander Schimmelfennig, Wilhelm Loewe-Kalbe e Heinrich Bernhard Oppenheim.[31]

Carl Schurz scrisse a tal proposito nelle sue memorie:

"Un gran numero di rifugiati da tutto il continente europeo ha raggiunto Londra nel 1848, me lo scorrere delle idee tra i vari gruppi nazionali (tedeschi, francesi, italiani, ungheresi, placchi, russi) venne confinato più o meno ai personaggi di spicco. Tutti, ad ogni modo, avevano in comune gli ideali rivoluzionari sviluppatisi nel continente dal quale provenivano. Tra i tedeschi ve n'erano ad ogni modo ben pochi che credevano ancora negli ideali [rivoluzionari]. Il più abile e il più noto tra questi personaggi era certamente Lothar Bucher, uomo calmo e schivo, ma dalle grandi capacità che si occupò in maniera seria e professionale di studi politici."[32]

Altri tedeschi che raggiunsero il Regno Unito all'epoca furono Ludwig Bamberger,[27] Arnold Ruge, Alexandre Ledru-Rollin e Franz Sigel, Gustav Adolf Techow, Eduard Meyen, Oskar von Reichenbach, Josef Fickler e Amand Goegg.[33] Karl Blind fece fortuna come scrittore proprio in Gran Bretagna. Il boemo Anton Heinrich Springer trascorse in Inghilterra gli anni del suo esilio.

Il rifugiato ungherese Gustav Zerffi divenne cittadino britannico e collaborò come storico a Londra. Lajos Kossuth, rivoluzionario ungherese, si portò in Inghilterra, Scozia ed infine negli Stati Uniti. Tornò in Gran Bretagna dove costituì un governo in esilio per l'Ungheria.

I rifugiati francesi Louis Blanc, Pierre Leroux e Louis-Nicolas Ménard trovarono rifugio in Inghilterra per qualche tempo.

L'italiano Giuseppe Mazzini utilizzò Londra come sua base prima e dopo le rivoluzioni del 1848.

Heligoland
Jersey

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'uso del termine in lingua inglese si è diffuso nella storiografia internazionale in particolare perché i più noti di questi emigrarono in paesi anglofoni come gli Stati Uniti o l'Australia
  2. ^ "Forty-Eighters," Handbook of Texas Online.http://www.tshaonline.org/handbook/online/articles/pnf01
  3. ^ Carlos Anwandter, in Icarito. URL consultato il 30 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2013).
  4. ^ (EN) Charles Christopher Jackson: «Austin County» dall'Handbook of Texas online, TSHA-Texas State Historical Association . url consultato il December 23, 2008..
  5. ^ James F. Connelly, The visit of Archbishop Gaetano Bedini to the United States of America: June 1853 – February 1854, Editrice Pontificia Università Gregoriana, 1960, p. 96ff, ISBN 88-7652-082-1. URL consultato il 25 ottobre 2010.
  6. ^ Officer Down Memorial Page: Deputy Sheriff Thomas Higdon (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2008).
  7. ^ Holzman, Hani M. The German Forty-eighters and the Socialists in Milwaukee: A Social Psychological Study of Assimilation., 1948, tesi della University of Wisconsin.
  8. ^ Scott Williams, THE ROLE OF GERMAN IMMIGRANTS IN CIVIL WAR – MISSOURI, su mcwm.org, The Missouri Civil War Museum. URL consultato il 10 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2012).
  9. ^ Template:Cite Appletons'
  10. ^ Template:Cite DAB
  11. ^ (DE) Thorsten Logge, Zur medialen Konstruktion des Nationalen: Die Schillerfeiern 1859 in Europa und Nordamerika, Göttingen, V&R unipress, 2014, p. 298, ISBN 978-3-8471-0237-3.
  12. ^ Die Todten des Jahres 1898, in Der Deutsche Correspondent, 1º gennaio 1899, p. 5.
  13. ^ News of the German Societies, in The Pittsburg Press, 8 novembre 1908, p. 24. Ospitato su Newspapers.com.
  14. ^ Template:Cite DAB
  15. ^ Template:Cite DAB
  16. ^ Template:Cite ANB
  17. ^ Template:Cite DAB
  18. ^ In The German Element in the United States (Boston: Houghton and Mifflin, 1909, Vol. II, Chapter VII, p. 369), Albert Bernhardt Faust gives the following list of 48er journalists: Carl Schurz, F. R. Hassaurek, Carl Heinzen, Friedrich Hecker, Christopher Esselen, Lorenz Brentano, Theodor Olshausen, Hermann Raster, Friedrich Kapp, Franz Sigel, Oswald Ottendorfer, Wilhelm Rapp, Kaspar Beetz, Friedrich Lexow, Carl Dilthey, Emil Praetorius, F. Raine, H. Börnstein, C. L. Bernays, Karl D. A. Douai, Emil Rothe and Eduard Leyh. He also notes: "There were strong men among the political refugees between 1818 and 1848 prominent in journalistic work, as Friedrich Münch (Missouri), J. A. Wagener (Charleston, South Carolina), H. A. Rattermann (Cincinnati). It must be conceded, however, that the great progress in German journalism in the United States came with the advent of the political refugees of 1848, and immediately thereafter. A large number of new journals were founded by these 'forty-eighters,' and as a rule they commanded a better German style and furnished a greater amount of desirable information in politics and literature. The presumption of the 'forty-eighters' in many cases offended the older class (of 1818–1848), and a journalistic warfare arose between the two parties ('die Grauen' and 'die Grünen'). The result, however, was favorable to the cause of journalism, and the Grays and the Greens, as explained before, soon united in the great struggle against secession and slavery."
  19. ^ Template:Cite Appletons'
  20. ^ Template:Cite Appletons'
  21. ^ Template:Cite Appletons'; Template:Cite DAB
  22. ^ Template:Cite DAB
  23. ^ Anarchy and Anarchist: A history of the red terror and the social revolution in America and Europe by Michael J Schaack, 1889
  24. ^ Wittke (1952), pp. 89–90.
  25. ^ Wilhelm Kirchner, pubblicò l'articolo Australien und seine Vortheile fur Auswanderer a Francoforte nel 1848
  26. ^ The Board's List, reel 2459, GRK; fiche 851, Germans on Bounty Ships, GRK.
  27. ^ a b c (EN) Hugh Chisholm (a cura di), Bamberger, Ludwig, in Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press, 1911.
  28. ^ Vedi Chapter XII of Volume One delle sue Reminiscences.
  29. ^ Template:Cite ADB
  30. ^ Carl Schurz. Reminiscences. Template:Ws
  31. ^ Hermann Baron Bruiningk, Das Geschlecht von Bruiningk in Livland, Riga: N. Kymmels, 1913, table of contents.
  32. ^ Carl Schurz. Reminiscences. Template:Ws
  33. ^ Sabine Freitag, German Historical Institute in London, Exiles from European revolutions: refugees in mid-Victorian England, Berghahn Books, 2003.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lattek, Christine. Revolutionary refugees: German socialism in Britain, 1840–1860, Routledge, 2006.
  • Wittke, Carl. Refugees of Revolution: The German Forty-Eighters in America, Philadelphia: Univ. of Penn. Press, 1952. at archive.org.
  • Wittke, Carl. "The German forty-eighters in America: a centennial appraisal." American Historical Review 53.4 (1948): 711-725. online.
  • Daniel Nagel, Von republikanischen Deutschen zu deutsch-amerikanischen Republikanern. Ein Beitrag zum Identitätswandel der deutschen Achtundvierziger in den Vereinigten Staaten 1850–1861. Röhrig: St. Ingbert, 2012.

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