Filocolo

Filocolo
Titolo originaleFilocolo
Altri titoliSofferenza d'amore - Fatica d'amore
Miniatura del Filocolo (Oxford, Bodleian Library)
AutoreGiovanni Boccaccio
1ª ed. originale1336
Genereromanzo d'amore
Lingua originaleitaliano

Il Filocolo o, secondo il suo significato etimologico, Fatica d'amore, è uno dei primi lavori di Giovanni Boccaccio. È il primo romanzo avventuroso della letteratura italiana scritto in prosa in volgare (mentre i romanzi delle origini erano poemi scritti in versi).

Questa opera appartiene alla giovinezza di Boccaccio, scritta durante il suo soggiorno a Napoli nel 1336.

La materia è tratta dalla tradizione popolare: le avventure dei protagonisti Florio e Biancifiore erano note in tutta Europa quanto quelle di Tristano e Isotta, e solo in Italia per esempio esisteva un poemetto popolare in ottava rima intitolato Cantare di Florio e Biancifiore, per non contare le varie versioni in francese (Floire et Blanceflor) che circolavano. Boccaccio però ne fece una personale rielaborazione, inaugurando anche il nuovo stile in prosa: la trattazione appare però forse troppo erudita e retorica della materia ingenua e popolare, tanto da appesantire spesso il testo con artifici della retorica latina e svilire la freschezza della narrazione.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

I due protagonisti sono Florio, figlio saraceno del Re di Spagna, e Biancifiore, un'orfana di fede cristiana, il padre della quale era stato ammazzato dal padre di Florio. Essi si innamorano dopo essere cresciuti insieme, mentre leggono l' Ars Amandi di Ovidio. Questo amore è inviso al Re di Spagna, al tal punto che decide di far vendere Biancifiore ai mercanti che la mandano quindi all'ambasciatore di Alessandria, il quale la imprigiona. I due amanti sono costretti ad affrontare molte peripezie e disgrazie che li dividono, ma alla fine, dopo numerosi viaggi di Florio sotto lo pseudonimo di Filocolo, riescono a coronare il loro amore.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel testo, Florio, bloccato a Napoli da una tempesta in mare, si trova a passeggiare presso la tomba di Virgilio, dove viene attratto dalla melodia proveniente da un giardino vicino; qui vi incontra Caleone (che rappresenta il Boccaccio stesso) che fa parte di una nobile brigata e invita Florio a unirvisi. Tra questi giovani c'è anche una certa Fiammetta (Maria d'Aquino), eletta regina del gruppo, e ciascuno del gruppo a turno pone una questione d'amore, esponendo le questioni sull'amore sulla quale la regina interviene. Questo passo è particolarmente significativo perché vi si ha un preludio dello schema del Decameron.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Filocolo, Venezia, per maestro Antonio da Gusago Bresano, nel MCCCCLXXXXVII adi XXII novembrio.
  • Il Filocolo, edizione critica di A. E. Quaglio, in Tutte le opere a cura di Vittore Branca, I, Mondadori, Milano, 1967
  • Il Filocolo, a cura di Mario Marti, in Opere minori in volgare, I, Rizzoli, Milano, 1969

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberta Morosini, Per difetto rintegrare. Una lettura del «Filocolo» di Giovanni Boccaccio, Ravenna, Longo, 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN186217579 · LCCN (ENnr00032057 · GND (DE4264923-7 · BNF (FRcb124025887 (data) · J9U (ENHE987007585864105171
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