Favara

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Favara (disambigua).
Favara
comune
Favara – Bandiera
Favara – Veduta
Favara – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Agrigento
Amministrazione
SindacoAntonio Palumbo (PRC) dal 26-10-2021
Territorio
Coordinate37°19′07″N 13°39′47″E / 37.318611°N 13.663056°E37.318611; 13.663056 (Favara)
Altitudine338 m s.l.m.
Superficie81,88 km²
Abitanti31 503[1] (31-10-2023)
Densità384,75 ab./km²
Comuni confinantiAgrigento, Aragona, Castrofilippo, Comitini, Grotte, Naro, Racalmuto
Altre informazioni
Cod. postale92026
Prefisso0922
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT084017
Cod. catastaleD514
TargaAG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona C, 1 060 GG[3]
Nome abitantiFavaresi e Favarisi in siciliano
Patronosant'Antonio da Padova
Giorno festivo13 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Favara
Favara
Favara – Mappa
Favara – Mappa
Posizione del comune di Favara nel libero consorzio comunale di Agrigento
Sito istituzionale

Favara (A Favara in siciliano) è un comune italiano di 31 503 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia.

Il comune forma una conurbazione col capoluogo Agrigento e col comune di Aragona, condivide la zona industriale.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Anticamente conosciuta col nome di Fabaria[4], Favara dista 10 km da Agrigento in direzione Nord-Est. È sita su un declivio ai piedi di una collina di 533 metri d'altezza (Monte Caltafaraci, detto Muntagneddra) che domina l'abitato.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

  • Classificazione sismica: zona 3 (sismicità molto bassa)
  • Altitudine: 338 m s.l.m.
  • Minima: 20 m
  • Massima: 533 m
  • Escursione altimetrica: 513 m
  • Zona altimetrica: Regione Agraria n. 5 - Colline litoranee di Agrigento

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Favara, secondo la classificazione dei climi di Köppen, gode di un clima temperato caldo mediterraneo (Csa). È caratterizzato da un lungo periodo di siccità estiva ed inverni miti, con gelate sporadiche.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le più antiche testimonianze umane nel territorio di Favara risalgono alla tarda età del rame (2400-1990 a.C. circa). Si tratta di ceramica monocroma rossa dello stile di Malpasso rinvenuta in una grotta in contrada Ticchiara.[5][6][senza fonte] Tra la fine dell'età del rame e gli inizi della prima età del bronzo (1900-1450 a.C. circa) si data una sepoltura ritrovata in contrada Grazia Vicina, che ha fornito ceramica acroma di impasto grigiastro che sembra ricollegarsi a quella del tipo Conca d'Oro (tarda età del rame nel palermitano) e a forme arcaiche di ceramica castellucciana (prima età del bronzo della Sicilia centro-meridionale). In contrada San Vincenzo è stata ritrovata una tomba della media età del bronzo (1450 a.C. circa).

In epoca storica il territorio favarese fu interessato dalla dominazione greca, di cui rimangono tracce in contrada Caltafaraci, dove doveva sorgere una fortificazione. Il periodo di dominazione musulmana è testimoniato dall'insediamento di contrada Saraceno e dalla permanenza di numerosi toponimi di matrice araba, tra cui lo stesso toponimo Favara, fawwāra (in arabo ﻓﻮﺍﺭة?), con significato di “Polla d'acqua che sgorga, gorgogliando, con impeto”[7] oppure "Getto d'acqua".[8]

Nel periodo normanno furono costruiti parecchi casali, tra questi il Castello di Chiaramonte, conosciuto anche come Palazzo Medievale. Il castello nel XIV secolo passò alla famiglia siciliana Chiaramonte. Nel XV secolo, Favara, nonostante fosse protetta da mura urbane, subì una grave crisi demografica, in particolare tra il 1439 e il 1464. La popolazione crebbe nuovamente dal 1478 al 1497. Grazie alla famiglia De Marinis, Favara nel cinquecento raggiunse un grande sviluppo demografico.

Dal periodo post-risorgimentale al 1883 operò nel paese una cosca mafiosa, nota come Fratellanza di Favara, che si macchiò di numerosi crimini. Il 16 maggio del 1946 fu ucciso il sindaco Gaetano Guarino per mano d'ignoti.

Per ben due volte il comune di Favara si è reso protagonista di gaffe toponomastiche: nel 1994 venne dedicata una via al pilota Juan Manuel Fangio e nel 1999 fu concesso lo stesso onore al critico letterario Carlo Bo, ma al momento dell'intitolazione entrambi i personaggi erano ancora in vita[9].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

L'attuale simbolo del Comune di Favara (castello moresco sopra uno sperone roccioso, con sottostante sorgente d'acqua) è stato creato tra la fine del mese di agosto ed il mese di settembre 1883. Questo sostituì quello recante lo stemma della casa reale, il quale veniva stampato in tutti gli enti statali. Il 30 ottobre 1886 la giunta municipale emise alcune regole riguardo allo stemma[10]:

  • doveva stare depositato nella sala del Consiglio Comunale;
  • in caso di utilizzo doveva essere portato dal messo comunale più anziano accompagnato da due guardie municipali in grande tenuta;
  • previa delibera di Giunta doveva farsi uso del gonfalone solo nei seguenti casi:
    • nelle solennità in cui sarebbe intervenuto ufficialmente il Consiglio o la Giunta Municipale;
    • in occasione di feste sanzionate dal Parlamento o di feste civili e cittadine;
    • in occasione di onoranze funebri per la morte:
    • di chi aveva sostenuto la carica di Sindaco del Comune;
    • di chi si trovava a ricoprire la carica di consigliere comunale;
    • del Pretore, Vicepretore e Conciliatore;
  • l'uscita del gonfalone doveva essere indicato con rintocchi di campana dell'orologio del Comune.

Lo stemma comunale è stato ufficialmente riconosciuto con decreto del capo del governo del 23 aprile 1931[11] e così descritto:

«Campo di cielo, al castello moresco con cupola d'oro, finestrato del campo ed aperto di verde, fondato su roccia al naturale, ai piedi del quale sgorga tra la roccia una vena d'acqua gorgogliante, distendentesi in un laghetto, il tutto al naturale.»

Il gonfalone, concesso con regio decreto del 17 aprile 1930[11], è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Piazza Cavour[modifica | modifica wikitesto]

Piazza Cavour e Castello Chiaramonte
Monumento ai Caduti nella seconda metà del XX secolo

Piazza Cavour è la piazza principale della città e raggiunse la conformazione attuale già nel XVI secolo. Nel suo lato orientale trova posto il Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, opera dello scultore palermitano Cosmo Sorgi. Il monumento, inaugurato solennemente il 23 aprile 1922, si presenta come un obelisco lapideo che si erge sulla pietra e porta lo stemma della città di Favara; in cima alla struttura si erge la Stella d'Italia in bronzo. Sulle lapidi, sono incisi i nomi di 273 gloriosi caduti, tra cui il tenente colonnello Giuseppe Stuto e il vescovo Filippo Iacolino.

Sulla piazza prospettano anche altri edifici degni di nota:

  • Il Palazzo Comunale, risalente al XVIII secolo e situato sul lato nord della piazza. È appartenuto al barone Antonio Mendola e fu realizzato come riattamento di case appartenute al padre del barone. Lo stile è prettamente neoclassico e la struttura presenta le volte affrescate dal favarese Vincenzo Indelicato, che versano in notevoli condizioni di degrado causate da infiltrazioni di piogge e un portale d'ingresso che si trova sul lato nord del palazzo. Oggi è sede dell'amministrazione comunale del paese.
  • Palazzo Mendola. È il secondo palazzo, dopo quello comunale, nonché il più vecchio, appartenuto alla famiglia del barone Mendola, arrivata a Favara da Cammarata nei primi anni del secolo XVIII. Venne abitato prevalentemente nei primi decenni del 1800 dal barone Andrea Mendola (1743-1829), padre del barone Antonio e, in seguito, dai suoi discendenti, cui si devono il secondo piano e, la decorazione in stile neogotico della facciata di fattura tardo ottocentesca.
  • Palazzo Fanara. Situato sul lato sud della piazza, di fronte al palazzo comunale, venne costruito da Salvatore Fanara (1835-1886), nel XIX secolo. Il prospetto è stato rifatto nella prima metà del 1800. La facciata è costituita da un grande portale d'ingresso in stile neoclassico mentre all'interno si trovano un cortile e una scala monumentale.
  • Palazzo di Salvatore Cafisi. È contiguo al palazzo Mendola, ed è stato costruito intorno alla metà del 1800 dal barone Salvatore Cafisi (1820-1883). Si presenta in stile neoclassico e, sul fronte che si affaccia in piazza, durante la prima metà del secolo, quando passò alla famiglia Sacaduto - Mendola, venne collocato lo stemma dei baroni Mendola, ancora oggi visibile. Sul lato nord invece è presente un grande portale d'ingresso, il più monumentale fra quelli dell'Ottocento a Favara.
  • Palazzo di Giuseppe Cafisi. Fu costruito nel 1839 dal marchese Giuseppe Cafisi, ma il secondo piano venne terminato solo nel 1864. Anche questo in stile neoclassico, con il fronte in parte rinnovato nella prima metà del 1800, portò alla distruzione della torretta medievale, che era presente nei pressi dell'angolo sud-ovest del recinto fortificato del castello di Favara. Entrò in simbiosi strutturale e funzionale con lo stesso recinto fortificato, all'interno del quale presentava un secondo ingresso, ancora oggi esistente, sebbene deturpato nella decorazione dell'architrave.
  • Biblioteca - Museo "Antonio Mendola". Ubicata in una sala neoclassica con un loggiato e il soffitto a volta rinfrescata, ha in dotazione circa 8000 volumi[12]. Al secondo piano vi è un Museo che ospita diverse specie di volatili imbalsamati e una collezione di minerali.

Castello di Chiaramonte[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Favara.

Il castello di Chiaramonte fu costruito intorno al 1270 come residenza di caccia di Federico II di Svevia. Ha forma quadrilatera, con lati di circa 31 metri. Vi si accede dal lato sud attraverso un grande portale ogivale che immette in un'ampia corte dove si affacciano le finestre dei due piani dell'edificio. Il piano terra presenta dei soffitti con volte a botte, mentre il primo piano era il piano residenziale, servito da un ballatoio.

Vi è annessa una cappella in cui si rilevano gli elementi architettonicamente più rilevanti dell'edificio. Dopo anni di abbandono qualche anno fa il Castello è stato restaurato, attualmente è usato come sede di rappresentanza del Comune ed ospita eventi culturali e manifestazioni anche a carattere nazionale.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  1. Chiesa Madre
  2. Chiesa SS Apostoli Pietro e Paolo
  3. Chiesa Beata Maria Vergine dell'Itria
  4. Chiesa del Santissimo Rosario
  5. Chiesa di Santa Rosalia
  6. Chiesa di San Nicola di Bari o di Mira
  7. Chiesa di San Vito
  8. Chiesa del Carmine
  9. Chiesa Beata Maria Vergine di tutte le Grazie
  10. Chiesa Beata Maria Vergine del Transito
  11. Chiesa di San Calogero
  12. Chiesetta della Grazia Lontana
  13. Boccone del Povero e Chiesa dell'Immacolata
  14. Chiesa di San'Antonio da Padova e convento dei frati minori
  15. Collegio di Maria e Chiesa di Santa Lucia
  16. Cimitero di Piana Traversa

Testimonianze archeologiche[modifica | modifica wikitesto]

Villette e Giardini Pubblici[modifica | modifica wikitesto]

Farm Cultural Park[modifica | modifica wikitesto]

Fondata il 25 giugno 2010 dal notaio Andrea Bartoli, Farm Cultural Park è una galleria d'arte e residenza per artisti, provenienti da tutto il mondo, situata nel centro storico di Favara in provincia di Agrigento.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Veduta aerea

Abitanti censiti[13]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT gli stranieri residenti a Favara al 1º gennaio 2021 sono 436 e rappresentano l'1,4% della popolazione residente. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono:

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Media[modifica | modifica wikitesto]

Radio[modifica | modifica wikitesto]

A Favara sono presenti tre radio locali che trasmettono in tutta la provincia di Agrigento e nelle province limitrofe:

  • Radio Favara 101
  • Radio in
  • Radio Rete 94

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

A Favara trasmette e ha sede il canale televisivo a carattere comunitario di Sicilia TV, visibile sul digitale terrestre sul canale 287 nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania e Ragusa fino al 1 maggio 2022.

Dal 2 maggio 2022 SICILIA TV 2, sempre a carattere comunitario è visibile sul canale 99 del DVB-T in 6 province siciliane: Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo, Ragusa e Trapani. Il segnale viene trasportato sul canale 32 di RaiWay.

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Agnello pasquale di Favara
Pasta Elena, inventata da pasticceri di Favara

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

  • Favara è conosciuta come "la città dell'agnello pasquale": questo prodotto dolciario di ricetta favarese a base di mandorle e pistacchi è tipico del periodo di Pasqua ed è abbastanza conosciuto in tutta Italia.
  • A Favara i pasticceri Francesco Butticè e Vincenzo Albergamo, inventarono la famosa Pasta Elena, dolce con pandispagna, crema di ricotta e mandorle tostate, dedicato alla Regina d'Italia in visita nell'Agrigentino.
  • Altro tipico piatto di Favara è la Minestra di San Giuseppe, una minestra preparata con molteplici varietà di pasta e di verdura.
  • Prodotto gastronomico tipico di Favara è anche il "chichireddu" (U chichireddu) un tipo di pane dalla forma a ferro di cavallo.[senza fonte][14] Questo pane a base di semola di grano duro, prodotto in pezzature da 500 grammi, ha una lunghezza di circa 30 cm ed un'altezza di 7–8 cm

Arte[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Farm Cultural Park.
  • A Favara è presente il Farm Cultural Park, una galleria d'arte fondata il 25 giugno 2010 dal notaio Andrea Bartoli e dalla moglie Florinda Saieva. Sorge all'interno del Cortile Bentivegna, un aggregato a sua volta costituito da sette piccoli cortili che ospitano piccoli palazzi di matrice araba ed è situata nei pressi del centro storico del paese.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • Dal 1990 si svolge a Favara il Fabaria Rally. La manifestazione è abbinata al Trofeo Rally Asfalto (TRA).
  • La Sagra dell'agnello pasquale, si svolge dal 1997 durante la Settimana Santa.
  • Nonostante il patrono di Favara sia Sant'Antonio da Padova, la principale festa religiosa è in onore di San Giuseppe. La ricorrenza, con la tradizionale cucinata di minestra con vari tipi di pasta e verdure, viene festeggiata non il 19 marzo, bensì a cavallo tra agosto e settembre.
  • Ogni anno si svolge la Fiera di ottobre. La fiera ricade nella quarta domenica del mese di ottobre e dura dal venerdì immediatamente prima fino al martedì successivo. La domenica mattina si svolge anche la fiera degli animali.
  • La mattina di ferragosto si svolge la fiera degli animali.
  • La prima domenica del mese di Agosto si tengono i festeggiamenti in onore di San Calogero.

Premi[modifica | modifica wikitesto]

  • Premio di Arte e Cultura "Ignazio Buttitta", promosso dal Centro artistico culturale ed editoriale "Renato Guttuso" di Favara, presieduto da Lina Urso Gucciardino, giunto alla 12ª Edizione.

Il Premio si articola nelle sezioni: poesia in lingua dialettale siciliana, libri editi di poesia siciliana, un racconto in lingua siciliana, ed un saggio di cultura siciliana. Inoltre, la Commissione giudicatrice assegna premi speciali Ignazio Buttitta per il teatro, le tradizioni popolari, la narrativa, la saggistica, la ricerca antropologica, la comunicazione, l'arte, l'economia e l'impegno sociale.

  • Premio Mimosa d'oro: promosso dal Centro artistico, culturale ed editoriale “Renato Guttuso” di Favara, presieduto da Lina Urso Gucciardino, giunto alla 23ª Edizione, assegnato a donne che si sono particolarmente distinte nel loro campo d'azione.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Nel settecento nacquero le prime industrie (zolfo e concerie di pelle), favorendo la nascita di una borghesia cittadina. Nel corso dell'Ottocento le numerose miniere di zolfo (circa 20) costituirono la vera ricchezza della città e la popolazione nel giro di dieci anni aumentò da settemila a ventimila abitanti. Purtroppo da circa 30 anni le miniere sono chiuse a causa della forte concorrenza dello zolfo americano estratto con il metodo Frasch e quindi venduto a prezzi notevolmente più bassi; il diverso processo estrattivo in Sicilia era divenuto troppo costoso e perciò scarsamente remunerativo. Le principali zolfare presenti nel territorio di Favara erano:

Attualmente l'economia della città è basata principalmente sull'agricoltura, sull'artigianato e sull'edilizia.

  • Le principali colture di Favara sono vigneti, uliveti e mandorleti.
  • Molte invece sono le piccole e medie aziende artigiane, sparse sia nel tessuto urbano della città che nell'area di sviluppo industriale (A.S.I.) Favara-Aragona di contrada S. Benedetto che ricade oltre che nel territorio comunale di Favara anche nel territorio di Aragona e in minima parte anche nel territorio di Agrigento.
  • L'edilizia ha rappresentato e rappresenta ancora adesso il vero motore dell'economia della città, infatti molti imprenditori edili della provincia di Agrigento sono favaresi.

Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P.[15].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio di Favara è attraversato dalle seguenti strade statali:

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Fino al 1958, il comune era servito dall'omonima stazione ferroviaria (posta in contrada Nicolizie) sulla linea che collegava Agrigento con Licata.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
18 ottobre 1945 26 aprile 1946 Giuseppe Fanara Sindaco [16]
20 marzo 1946 3 maggio 1946 Gaetano Guarino Partito Socialista Italiano Sindaco [16]
26 giugno 1988 21 maggio 1990 Salvatore Puma Democrazia Cristiana Sindaco [16]
23 giugno 1990 20 ottobre 1992 Gaetano Priolo Democrazia Cristiana Sindaco [16]
13 novembre 1990 30 luglio 1991 Giovanni Crapanzano Democrazia Cristiana Sindaco [16]
10 settembre 1991 30 dicembre 1991 Angelo La Russa Democrazia Cristiana Sindaco [16]
14 febbraio 1992 4 luglio 1992 Filippo Lentini Partito Socialista Italiano Sindaco [16]
1º settembre 1992 13 ottobre 1992 Stefano Urso Democrazia Cristiana Sindaco [16]
26 ottobre 1992 15 aprile 1993 Calogero Fanara Partito Socialista Italiano Sindaco [16]
7 giugno 1993 1º giugno 1994 Gaetano Sanfilippo - Sindaco [16]
5 dicembre 1994 1º dicembre 1997 Lorenzo Airò Partito Democratico della Sinistra Sindaco [16]
1º dicembre 1997 11 giugno 2002 Carmelo Vetro centro-sinistra Sindaco [16]
11 giugno 2002 29 maggio 2007 Lorenzo Airò centro-sinistra Sindaco [16]
29 maggio 2007 8 aprile 2011 Domenico Russello centro-destra Sindaco [16]
8 aprile 2011 14 giugno 2011 Girolamo Cascino Comm. straordinario [16]
14 giugno 2011 20 giugno 2016 Rosario Manganella centro-destra Sindaco [16]
20 giugno 2016 3 agosto 2021 Anna Alba Movimento 5 Stelle Sindaco [16]
15 settembre 2021 25 ottobre 2021 Filippo Nasca Comm. straordinario
25 ottobre 2021 in carica Antonio Palumbo liste civiche sostenuti dal PD, M5S, PRC Sindaco [16]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Favara fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.5 (Colline litoranee di Agrigento)[17].

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La principale società calcistica della cittadina è il Pro Favara 1984, che per il campionato 2022/23 milita nel girone A del campionato di Eccellenza Regionale. Dal 2001 al 2004, la squadra ha militato in serie D.

Le origini del calcio favarese risalgono comunque al secondo dopoguerra, dapprima sotto le insegne del Libertas Favara e poi della Chiaramontana, così chiamata in onore della famiglia che a partire dal XIII secolo aveva governato la città, che giunse a disputare alcuni campionati in Prima Categoria prima di scomparire nel 1967. Nel 1971 venne fondata l'U.S. Favara (denominata poi A.S. Favara) che fu promossa in serie D nel 1980 e vi rimase fino al 1988. In quell'anno il titolo sportivo venne trasferito a una nuova società, l'Agrigento Favara, nata dalla fusione con l'agrigentina Akragas, nel frattempo fallita.

Altri sport[modifica | modifica wikitesto]

Pallavolo

  • la Favara millennium è stata la società di pallavolo femminile a vincere la prima edizione della coppa sicilia femminile di serie C , a Catania il 06.02.2005 ottenendo anche la storica promozione in serie B2.
L'interno del Palagiglia
  • La Sistet Free Volley Favara è la società di pallavolo femminile e milita nel campionato regionale di Serie C.
  • Il 21 settembre 2001 il Palasport Giglia di Favara ha ospitato la finale della Supercoppa Italiana di Pallavolo tra Sisley Treviso e Lube Banca Marche Macerata vinta per 3-0 dai trevigiani con i seguenti parziali: (28/26,25/23,25/22)

Entrambe le squadre disputano i loro incontri al palazzetto dello sport di Favara, il PalaGiglia.

Tiro con l'arco

Ciclismo

Automobilismo

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Impianti di Piazzale Giochi Olimpici:

Impianti di c.da Pioppo:

Impianto di Via Agrigento:

  • Campo da calcetto con gradinata

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Storie, racconti e tradizioni su Favara e sui Morti, su perlacitta.it. URL consultato il 22 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2014).
  5. ^ Storia, su comune.favara.ag.it, Comune di Favara. URL consultato il 13 dicembre 2018 (archiviato il 13 dicembre 2018).
    «ceramica monocroma rossa dello stile di Malpasso rinvenuta in una grotta in contrada Ticchiara»
  6. ^ Luigi Milanesi, Dizionario Etimologico della Lingua Siciliana, Mnamon, 2015, ISBN 8869490564. URL consultato il 13 dicembre 2018.
  7. ^ Tracce arabo-musulmane nella toponomastica siciliana - Dol's Magazine, su dols.it. URL consultato il 7 maggio 2020 (archiviato il 30 settembre 2019).
  8. ^ Ibn Battuta, I viaggi, Einaudi, 14 febbraio 2017, p. 105, ISBN 978-88-584-2312-7. URL consultato il 31 ottobre 2020.
  9. ^ Una via per Carlo Bo E lui: "Troppo onore Ma non sono morto" Archiviato il 6 novembre 2015 in Internet Archive., Corriere della Sera, 23 maggio 1999
  10. ^ Blasone e gonfalone - Carmelo Antinoro, su favara.biz. URL consultato il 3 agosto 2013 (archiviato il 28 maggio 2013).
  11. ^ a b Favara, su Archivio Centrale dello Stato, Ufficio araldico - Fascicoli comunali.
  12. ^ Vedi sul sito ufficiale Archiviato il 17 febbraio 2012 in Internet Archive..
  13. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  14. ^ Il pane della tradizione di Favara, su gustandum.com, 17 marzo 2019. URL consultato il 15 agosto 2021 (archiviato il 4 marzo 2021).
  15. ^ Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 20 novembre 2020
  16. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r Copia archiviata, su favara.biz. URL consultato il 20 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2021).
  17. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 24 luglio 2011 (archiviato il 9 febbraio 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Filippo Sciara, Favara - Guida storica e artistica, Sarcuto, 1997

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN244179857 · LCCN (ENn86068030 · GND (DE4249960-4 · J9U (ENHE987007560152105171 · WorldCat Identities (ENlccn-n86068030
  Portale Sicilia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sicilia