Ellanico di Lesbo

P. Oxy. VIII 1084 contenente un frammento dell'Atlantide di Ellanico.

Ellanico di Lesbo o Ellanico di Mitilene (in greco antico: Ἑλλάνικος ὁ Λέσβιος?, Hellánikos ho Lésbios; Mitilene, 490 a.C. circa – Atene, 405 a.C. circa) è stato uno storico greco antico, ricordato tra i logografi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ellanico, figlio di Scamone,[1] nacque a Mitilene, nell'isola di Lesbo. Dal lessico Suda è ritenuto contemporaneo di Euripide e Sofocle,[2] quindi vissuto, grosso modo, tra il 480 e il 406 a.C. Si stabilì ad Atene, divenendone un importante cittadino, e rimanendovi fino alla morte, morendo, poi, a Perperene, un luogo dell'Eolide.[3]

Le sue opere, o quantomeno la storia di Atene, vennero pubblicate all'epoca di Tucidide, che ebbe, infatti, a servirsene e criticarne l'impostazione cronologica.[4] Si presume, altresì, che l'Atthis fosse scritta dopo il 407, ma prima di questa sezione dell'opera tucididea.[5]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

La varietà dei titoli citati per Ellanico[6] è riconducibile essenzialmente alla storia genealogica,[7] con opere come Asopide, Atlantide, Foronide, Deucalionea, Le denominazioni delle stirpi (ὲθνῶν ὀνομασίαι), Storia delle regioni greche (Aiolikà, Thessalikà, Lesbiakà, Argolikà, Boiotikà), Atthis (Ἀτθίς) - storia dell'Attica in due libri. Alle genealogie mitiche e asiatiche riconducono opere come I fatti di Troia, La fondazione di Chio (Χίου κτίσις), Βαρβαρικὰ νόμιμα (Barbarikà nòmima, sui costumi delle stirpi non greche, comprendente Kypriakà, Lydiakà, Persikà, Skythikà, Aigyptiakà.

Il logografo lesbio, che scrisse in dialetto ionico[8] diversamente dal contemporaneo Erodoto il quale intese documentare con l'esperienza diretta i fatti narrati, si limitò a sviluppare le origini mitiche delle vicende descritte: così, nell'Asopide, trattava del mito di Asopo, nei due libri della Foronide si occupava dell'eroe Foroneo, considerato il capostipite degli abitanti del Peloponneso e nei due libri de I fatti di Troia trattava della leggenda della fondazione della città fino al viaggio di Enea in Italia.

Un elenco di genealogie erano sostanzialmente la Fondazione di Chio e Le denominazioni delle stirpi. Le sacerdotesse di Hera (Ἱέρειαι τῆς Ἥρας) erano una lista, compilata secondo un presunto ordine cronologico, delle sacerdotesse della dea Hera; opera di cronologia è anche quella dal titolo Vincitori delle Carnee (Καρνειονῖκαι).

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tra i tre nomi proposti da Suda E 739 Adler, l'ultimo sembra il più probabile, visto che, da altre fonti, risulta che il nome del figlio di Ellanico fosse Scamone.
  2. ^ Cfr. anche T 6 J.
  3. ^ Suda E 739 Adler; T 7 J.
  4. ^ Guerra del Peloponneso, I, 97.
  5. ^ S. Mazzarino, Il pensiero storico classico, Bari, Dedalo, 1973, vol. I, p. 203.
  6. ^ Di cui restano 201 frammenti in FGrHist 4.
  7. ^ J. Marincola, Greek Historians, Cambridge 2001, pp. 17-18.
  8. ^ Come rilevato nei frammenti testuali pervenutici già da F. W. Sturz, Hellanici Lesbii fragmenta, Lipsiae 1826, pp. 1-30.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • D. Ambaglio e L. Troiani, L'opera storiografica di Ellanico di Lesbo. Gli ebrei e lo Stato pagano in Filone e in Giuseppe, Pisa 1980 ISBN 8842709638
  • G. Ottone, L'Attike xyngraphe di Ellanico di Lesbo. Una Lokalgeschichte in prospettiva eccentrica. In C. Bearzot - F. Landucci (a cura di), Storie di Atene, storia dei Greci. Studi e ricerche di attidografia, Milano 2010, pp. 53-111 ISBN 978-88-343-1950-5.
  • M. Berti, Hellanikos von Lesbos (FGrHist 4; 323a; 601a; 608a; 645a; 687a), in Brill's New Jacoby
  • G. Ottone - A. Filoni, Hellanikos of Lesbos (1782), in Die Fragmente der Griechischen Historiker Continued. Part IV E. Paradoxography and Antiquities. IV 2. Antiquities, vol.1, ed. by D. Engels - S. Schorn, publ. online Oct. 2017 DOI https://dx.doi.org/10.1163/1873-5363_jciv_a1782.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN37079831 · ISNI (EN0000 0003 5448 7312 · SBN PUVV094093 · BAV 495/20321 · CERL cnp00980027 · LCCN (ENn81119914 · GND (DE101004001 · BNE (ESXX1664727 (data) · BNF (FRcb135431248 (data) · J9U (ENHE987007442502505171 · WorldCat Identities (ENlccn-n81119914