Elezioni parlamentari in Romania del 2004

Elezioni parlamentari in Romania del 2004
Stato Bandiera della Romania Romania
Data
28 novembre
Legislatura V legislatura
Assemblee Camera dei deputati, Senato
Affluenza 58,51[1]% (Diminuzione 6,80%)
Mircea Geoană (5).jpg
Victor Ponta la semnarea declaratiei politice privind infiintarea USL 2.0 - 14.11 (4) (15621866127) (cropped 2).jpg
Corneliu Vadim Tudor - Declaratii la BEC (cropped).png
Leader
Coalizioni
Unione Nazionale PSD+PUR
Camera dei deputati
Voti
3 730 352
36,61%
3 191 546
31,32%
1 316 751
12,92%
Seggi
132 / 332
112 / 332
48 / 332
Differenza %
Aumento 17,40[3]%
Diminuzione 6,56%
Differenza seggi
Diminuzione 23[2]
Aumento 51[3]
Diminuzione 36
Senato
Voti
3 798 607
37,12%
3 250 663
31,77%
1 394 698
13,63%
Seggi
57 / 137
49 / 137
21 / 137
Differenza %
Aumento 0,03[2]%
Aumento 16,71[3]%
Diminuzione 7,38%
Differenza seggi
Diminuzione 8[2]
Aumento 23[3]
Diminuzione 16
Governi
Tăriceanu I (2004-2007)
Tăriceanu II (2007-2008)
2000 2008

Le elezioni parlamentari in Romania del 2004 si tennero il 28 novembre per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato; ebbero luogo contestualmente al primo turno delle elezioni presidenziali.

Presentarono proprie liste tre coalizioni, 21 partiti politici, 29 organizzazioni rappresentanti le minoranze etniche e 13 candidati indipendenti[4][5].

La formazione più votata fu la coalizione di centro-sinistra formata da Partito Social Democratico (PSD) e Partito Umanista Rumeno (PUR), che ottenne il 37%, a fronte il 31% conseguito dal raggruppamento di centro-destra, riunito nell'Alleanza Giustizia e Verità (DA), formata da Partito Democratico (PD) e Partito Nazionale Liberale (PNL).

All'indomani del voto Mircea Geoană, indicato dal PSD per la funzione di primo ministro, avviò i negoziati con altre forze parlamentari per costituire una maggioranza. Il risultato del ballottaggio delle elezioni presidenziali, svoltosi il 12 dicembre, tuttavia, cambiò radicalmente lo scenario politico. Il nuovo presidente della repubblica Traian Băsescu, esponente di DA, rifiutò di nominare un premier in area PSD e assegnò l'incarico di primo ministro all'alleato e leader del PNL Călin Popescu Tăriceanu. Questi il 28 dicembre riuscì a formare un governo con il sostegno di DA, Unione Democratica Magiara di Romania e PUR, partito che aveva rotto l'alleanza con il PSD.

Sistema elettorale[modifica | modifica wikitesto]

La riforma costituzionale approvata dal referendum del 2003 obbligò il legislatore a rivedere vari aspetti legati all'elezione dei due rami del parlamento e del presidente della repubblica. Pur riprendendo numerosi elementi dalle precedenti leggi 68/1992 e 69/1992, furono apportate modifiche importanti, regolamentate dalle due nuove leggi elettorali, la 370 del 20 settembre 2004 per il presidente della repubblica e la 373 del 24 settembre 2004 per la camera dei deputati e il senato[6].

Avevano diritto al voto i cittadini di almeno 18 anni di età, mentre secondo l'art. 37 della costituzione per candidarsi alle camere erano necessari 23 anni (deputati) e 33 anni (senatori), abbassando il limite di età rispetto al precedente art. 35 della costituzione, che richiedeva 35 anni per i candidati al senato[5][6][7].

La legge 373/2004 prevedeva un sistema di voto su base proporzionale, con l'elezione di un deputato ogni 70.000 abitanti e di un senatore ogni 160.000 abitanti[4][5]. Rispetto al 2000 fu confermata la disposizione che prevedeva una soglia di sbarramento al 5% nel caso dei singoli partiti e ad una tra l'8% e il 10% nel caso delle coalizioni, variabile in funzione del numero dei partiti che le costituivano[4][6]. Ad ognuno dei partiti delle minoranze etniche era garantito un rappresentante alla camera dei deputati a prescindere dalla soglia di sbarramento, a condizione che ottenessero un numero di voti pari o superiore al 10% del numero medio di voti per l'elezione di un deputato (nella precedente legge era necessario il 5%)[5][6]. In base alle nuove previsioni costituzionali riguardanti le pari opportunità, i partiti inserirono nelle proprie liste un numero di donne (27,2% alla camera e 26,3% al senato) tale da garantire rappresentanza ad entrambi i sessi[5].

Il voto era previsto nell'intervallo orario tra le 7:00 e le 21:00[4]. L'organizzazione delle elezioni del 2004 ebbe un costo di 84,5 miliardi di lei, pari a 20 milioni di euro[4].

Quadro politico[modifica | modifica wikitesto]

Le elezioni presidenziali del 2000 furono vinte da Ion Iliescu, mentre il suo Partito Social Democratico (PSD) riuscì a costituire una maggioranza parlamentare che permise l'insediamento di un governo con a capo Adrian Năstase, che rimase in carica fino al termine della legislatura nel dicembre 2004. I quattro anni di governo furono caratterizzati da una certa stabilità politica, da una ripresa economica e dalla normalizzazione delle relazioni internazionali della Romania. Nel marzo 2004 il paese fu ammesso alla NATO, mentre fu accettato nell'Unione europea a decorrere dal gennaio 2007[8][9]. Il periodo al potere del PSD, tuttavia, fu caratterizzato dai tentativi del partito di reprimere le voci di dissenso, controllando la stampa e riducendo al silenzio l'opposizione, mentre pochi freni venivano posti alla corruzione dilagante[8][9][10].

Politiche economiche con ripercussioni a livello sociale e continui scandali di corruzione in seno al governo favorirono il rilancio delle forze di opposizione, principalmente il Partito Democratico (PD) di Traian Băsescu e il Partito Nazionale Liberale (PNL) di Theodor Stolojan, che nell'autunno del 2003 si unirono in una coalizione chiamata Alleanza Giustizia e Verità (DA)[11]. Alle elezioni locali del giugno 2004 il PSD fu il partito più votato e conseguì la maggioranza dei sindaci, dei consiglieri locali e distrettuali. La sconfitta subita dal PSD a Bucarest e Cluj-Napoca, singole località in cui DA presentava un'unica lista e non due separate, tuttavia, diede la percezione di un calo di popolarità per il partito di governo. La somma dei voti ottenuti individualmente da PD e PNL per l'elezione dei consiglieri di distretto, inoltre, era superiore rispetto a quella ottenuta dal solo PSD[12].

Campagna elettorale[modifica | modifica wikitesto]

La campagna elettorale si aprì il 28 ottobre e si concluse il 26 novembre 2004[4].

La coalizione di centro-destra Alleanza Giustizia e Verità (DA) si presentava come principale promotrice della lotta alla corruzione nel paese. I due contraenti, Partito Democratico e Partito Nazionale Liberale, applicarono alle candidature parlamentari dei filtri che prevedevano l'estromissione di figure coinvolte in scandali pubblici. In nome di tale regola tra gli esclusi illustri vi fu anche il vicepresidente del PNL Viorel Cataramă[13]. Il 23 settembre 2004 si tenne l'assemblea congiunta che approvò il protocollo di collaborazione tra le due forze a livello nazionale. Il candidato alla presidenza della repubblica sarebbe stato il leader del PNL Theodor Stolojan[14]. Il 2 ottobre 2004, però, nel corso di una conferenza stampa Stolojan rese noto che, accusando gravi problemi di salute, avrebbe rinunciato alla candidatura e alla leadership del PNL[10][15][16][17]. Stolojan lasciò il teste a Băsescu, che divenne il nuovo candidato di DA alla presidenza del paese, mentre il PNL indicò Călin Popescu Tăriceanu come presidente ad interim del partito[18]. L'argomento principale della propaganda di DA era la lotta alla corruzione, le cui responsabilità nei discorsi di Băsescu ricadevano interamente sul PSD. DA avrebbe difeso l'indipendenza della giustizia e la libertà d'espressione della stampa, aree che nel corso dei quattro anni precedenti avevano subito le interferenze delle istituzioni in mano al partito di Năstase[14][19]. Băsescu sosteneva di essere pronto a battersi contro il sistema corrotto voluto dal PSD e prometteva di trasformarlo alla radice. Accusò ripetutamente il governo Năstase di aver favorito il dilagare della corruzione e la formazione di un'oligarchia politica vicina al suo partito (i cosiddetti "baroni"), di aver aumentato il divario fra ricchi e poveri, di aver utilizzato la giustizia come arma di lotta politica e di aver condotto negoziati inefficaci con le istituzioni europee. Al contrario del partito di governo, DA avrebbe portato avanti un processo trasparente di integrazione all'Unione europea e incoraggiato la partecipazione dei cittadini alla vita politica del paese[14][19][20]. I propositi di lotta alla corruzione di DA, perciò, attrassero la maggior parte della stampa e delle strutture della società civile[8]. DA, infatti, si rivolgeva ad un elettorato composto perlopiù dalla classe media e dai giovani delle aree urbane[8]. Pur in secondo piano rispetto alla battaglia contro la corruzione politica, tra le altre promesse elettorali della coalizione vi furono misure di rilassamento fiscale di stampo liberale, come la flat tax per le persone fisiche[21].

L'esito delle elezioni locali, che misero in mostra la crescita delle forze di opposizione, fu causa dello sviluppo di un certo nervosismo nel PSD e dell'intensificarsi del dualismo tra il presidente della repubblica Ion Iliescu e il primo ministro Adrian Năstase[22]. Per risolvere le tensioni e riconquistare l'elettorato, il partito provò a ripulire la propria immagine pubblica con l'esclusione di personaggi controversi e con la sospensione di quelli che l'opposizione definiva "baroni", indicendo elezioni interne per la selezione dei candidati da presentare alle parlamentari e rafforzando i meccanismi di democrazia interna[8][11]. Tali strategie portarono al rilancio del PSD nei sondaggi[8]. Seppur annunciati, però, i rinnovamenti concreti ebbero una portata limitata e il partito si ricompattò in vista della tornata elettorale nazionale, con la riconferma del gruppo di potere formatosi negli anni precedenti intorno alla dirigenza del PSD[11]. Il congresso del 27 agosto 2004 convalidò la candidatura alla presidenza della repubblica di Adrian Năstase[23], mentre quello del 9 settembre ratificò la ricostituzione dell'alleanza con il Partito Umanista Rumeno (PUR) del magnate Dan Voiculescu, che nel 2003 aveva lasciato la coalizione di governo per incomprensioni con il PSD. I due partiti avrebbero concorso su liste comuni all'interno di un'alleanza chiamata Unione Nazionale PSD+PUR[24][25]. Il nome proposto per la posizione di primo ministro in caso di vittoria alle parlamentari era quello del ministro degli esteri Mircea Geoană[26]. Nel periodo precedente l'avvio ufficiale della campagna elettorale il PSD si presentava in vantaggio nei sondaggi rispetto alle forze d'opposizione[8][27]. Il leader del PSD basò la propria propaganda sui successi ottenuti dal suo governo, la crescita economica, l'accesso a NATO e UE[10][21][27]. Il PSD prometteva il proseguimento e la stabilizzazione del trend di crescita, la lotta alla povertà, aiuti sociali alle fasce svantaggiate, specialmente per i pensionati e la popolazione rurale, e il consolidamento delle funzionalità del sistema economico capitalista[8][20][28][29]. Il partito si rivolgeva soprattutto ad un elettorato dipendente dall'assistenzialismo statale, timoroso nei confronti dei cambiamenti sociali, stesse fasce che avevano consentito l'elezione di Iliescu nel 2000, che aveva la propria base nelle aree rurali, nelle cittadine di provincia e fra gli anziani[8].

Tra le altre forze spiccavano l'ultranazionalista Partito Grande Romania (PRM) di Corneliu Vadim Tudor, seconda forza parlamentare nel 2000, che recriminava i danni arrecati dai partiti tradizionali alla Romania nel periodo democratico successivo alla rivoluzione del 1989, lamentando una presunta deliberata distruzione operata della classe politica contro il patrimonio nazionale, l'industria, l'agricoltura, il turismo e il commercio. Nella retorica del partito, solamente Vadim Tudor avrebbe potuto risollevare le sorti del paese, restituire dignità alla nazione e sradicare la corruzione[20][28].

Nel corso del 2004 l'Unione Democratica Magiara di Romania (UDMR), formazione rappresentante la minoranza ungherese fece fronte alla scissione di alcune frange più estremiste che provarono a presentare candidature separate, abbassando le quote dell'UDMR, che a causa della contemporanea presenza di altri partiti che si rivolgevano allo stesso elettorato rischiava di non oltrepassare la soglia di sbarramento del 5%[8]. Le liste di Unione Civica Magiara (UCM) e Unione dei Siculi di Romania (USR), tuttavia, il 25 ottobre 2004 furono bloccate dall'Ufficio elettorale centrale (BEC) per via di diverse irregolarità che violavano i regolamenti previsti per le candidature[5]. Per la posizione di primo ministro l'Unione proponeva György Frunda[26].

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Camera dei Deputati[modifica | modifica wikitesto]

Liste Voti % Seggi +/-
(%)
+/-
(Seggi)
Unione Nazionale PSD+PUR PSD+PUR 3 730 352 36,61 132 Stabile[2] 23 Diminuzione[2]
Alleanza Giustizia e Verità D.A. 3 191 546 31,32 112 17,40 Aumento[3] 51 Aumento[3]
Partito Grande Romania PRM 1 316 751 12,92 48 6,56 Diminuzione 36 Diminuzione
Unione Democratica Magiara di Romania UDMR 628 125 6,16 22 0,64 Diminuzione 5 Diminuzione
Partito Nuova Generazione PNG 227 443 2,23 - 2,07 Aumento Stabile
Partito Nazionale Contadino Cristiano Democratico PNȚCD 188 268 1,84 - [30] Stabile[30]
Forza Democratica di Romania FD 79 376 0,77 -
Partito Ecologista Romeno PER 73 001 0,71 - 0,13 Diminuzione Stabile
Partito dei Rom PR 56 076 0,55 1 0,08 Diminuzione Stabile
Partito dell'Unità della Nazione Romena PUNR 53 222 0,52 - 0,86 Diminuzione[31] Stabile[31]
Partito Azione Popolare PAP 48 152 0,47 -
Partito Socialista Unito 44 459 0,43 -
Forum Democratico dei Tedeschi in Romania FDGR 36 166 0,35 1 0,04 Aumento Stabile
Partito Romeno dei Lavoratori 35 278 0,48 - 0,14 Diminuzione Stabile
Unione per la Ricostruzione della Romania 32 749 0,32 -
Partito Alleanza Socialista PAS 28 429 0,27 -
Partito Socialista Romeno PSR 28 034 0,27 - 0,16 Aumento Stabile
Partito Nazionale Democratico Cristiano PNDC 27 650 0,27 - 0,03 Diminuzione Stabile
Partito Nuova Democrazia 20 926 0,20 -
Partito Social Democratico Constantin Titel Petrescu PSD-CTP 20 318 0,19 - 0,03 Aumento Stabile
Alleanza Popolare Cristiano Democratica 18 594 0,18 -
Partito della Gioventù Democratica 16 271 0,15 -
Unione Bulgara del Banato UBB 15 283 0,15 1 0,03 Diminuzione Stabile
Partito Millennio III 15 109 0,14 -
Alleanza per l'Unità dei Rom 15 041 0,14 -
Partito per la Patria PPP 14 882 0,14 - 0,01 Diminuzione Stabile
Unione degli Ucraini di Romania UUR 10 888 0,10 1 0,02 Aumento Stabile
Comunità dei Russi Lipoveni di Romania CRLR 10 562 0,10 1 Stabile Stabile
Unione dei Croati di Romania UCR 10 331 0,10 1 Stabile Stabile
Unione degli Armeni di Romania UAR 9 810 0,09 1 0,11 Diminuzione Stabile
Associazione dei Macedoni di Romania AMR 9 750 0,09 1 0,01 Aumento Stabile
Associazione Culturale degli Slavi Macedoni di Romania 9 595 0,09 -
Federazione delle Comunità Ebraiche di Romania FCER 8 449 0,08 1 0,03 Diminuzione Stabile
Unione Democratica dei Croati di Romania 7 769 0,07 - 0,05 Aumento Stabile
Unione Democratica Turca di Romania UDTR 7 715 0,07 1 0,02 Aumento Stabile
Associazione dell'Etnia Turca 7 396 0,07 -
Unione Ellenica di Romania UER 7 161 0,07 1 0,06 Diminuzione Stabile
Unione Democratica dei Serbi di Romania UDSR 6 643 0,06 1 0,01 Diminuzione Stabile
Unione Turca Musulmana di Romania 6 517 0,06 -
Unione Democratica dei Tatari Turco-Musulmani di Romania UDTTMR 6 452 0,06 1 0,03 Diminuzione Stabile
Associazione Democratica degli Slavi Macedoni di Romania 6 344 0,06 -
Associazione Culturale dei Bulgari di Romania 6 240 0,06 - 0,01 Diminuzione Stabile
Associazione degli Italiani di Romania RO.AS.IT 6 168 0,06 1
Unione Democratica degli Slovacchi e dei Cechi di Romania UDSCR 5 950 0,05 1 Stabile Stabile
Unione dei Polacchi di Romania UPR 5 473 0,05 1 0,01 Aumento Stabile
Comunità Italiana di Romania CIR 5 181 0,05 - 0,14 Diminuzione 1 Diminuzione
Associazione Unione Culturale dei Polacchi di Romania 5 159 0,05 -
Associazione Lega degli Albanesi di Romania ALAR 5 011 0,06 1 0,14 Diminuzione Stabile
Comunità Bratstvo dei Bulgari di Romania CBBR 4 065 0,03 - 0,02 Diminuzione Stabile
Unione Culturale dei Ruteni di Romania UCRR 2 871 0,02 1 0,04 Diminuzione Stabile
Partito Popolare di Romania 2 336 0,02 -
Forza della Giustizia 1 123 0,01 -
Indipendenti Ind. 51 646 0,44 -
Totale 10 188 106 332 13 Diminuzione
Fonte: Autorità Elettorale Permanente
Voti nulli 599 641
Votanti (affluenza: 58,51%) 10 794 653
Aventi diritto voto 18 449 676

Senato[modifica | modifica wikitesto]

Liste Voti % Seggi +/-
(%)
+/-
(Seggi)
Unione Nazionale PSD+PUR PSD+PUR 3 798 607 37,12 57 0,03 Aumento[2] 8 Diminuzione[2]
Alleanza Giustizia e Verità D.A. 3 250 663 31,77 49 16,71 Aumento[3] 23 Aumento[3]
Partito Grande Romania PRM 1 394 698 13,63 21 7,38 Diminuzione 16 Diminuzione
Unione Democratica Magiara di Romania UDMR 637 109 6,22 10 0,68 Diminuzione 2 Diminuzione
Partito Nuova Generazione PNG 241 486 2,36 - 2,11 Aumento Stabile
Partito Nazionale Contadino Cristiano Democratico PNȚCD 196 027 1,91 - [30] Stabile[30]
Forza Democratica di Romania FD 95 953 0,93 -
Partito Ecologista Romeno PER 83 771 0,81 - 0,18 Diminuzione Stabile
Partito Socialista Unito 60 027 0,58 -
Partito dell'Unità della Nazione Romena PUNR 56 414 0,55 - 0,67 Diminuzione[31] Stabile[31]
Partito Azione Popolare PAP 52 487 0,51 -
Partito Socialista Romeno PSR 42 306 0,41 - 0,29 Aumento Stabile
Partito Romeno dei Lavoratori 40 702 0,39 - 0,36 Diminuzione Stabile
Unione per la Ricostruzione della Romania 37 630 0,36 -
Partito Alleanza Socialista PAS 37 019 0,36 -
Partito Nazionale Democratico Cristiano PNDC 33 299 0,32 - 0,10 Diminuzione Stabile
Partito Social Democratico Constantin Titel Petrescu PSD-CTP 25 637 0,25 - 0,06 Aumento Stabile
Partito della Gioventù Democratica 24 725 0,24 -
Alleanza Popolare Cristiano Democratica 24 133 0,23 -
Partito Nuova Democrazia 23 514 0,22 -
Partito Millennio III 21 301 0,20 -
Partito per la Patria PPP 19 314 0,18 - 0,01 Aumento Stabile
Alleanza per l'Unità dei Rom 19 109 0,18 -
Partito Popolare di Romania 2 436 0,02 -
Forza della Giustizia 1 186 0,01 -
Indipendenti Ind. 11 923 0,10 -
Totale 10 231 476 137 3 Diminuzione
Fonte: Autorità Elettorale Permanente
Voti nulli 556 128
Votanti (affluenza: 58,51%) 10 794 653
Aventi diritto voto 18 449 676

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Uno degli ultimi sondaggi pubblicati da Data Media e IRSOP prima della chiusura della campagna elettorale vedeva il PSD davanti a DA di 6 punti (40% contro 34%)[14]. Il voto restituì un risultato simile con il PSD al 37% e DA al 31%.

Il PSD, quindi, iniziò a negoziare gli accordi con altre formazioni per la costituzione di una maggioranza parlamentare stabile per la nomina di un nuovo governo. Mircea Geoană, incaricato dal PSD per il ruolo di primo ministro, confermò l'intesa con gli alleati del PUR, assicurando che il ruolo di vice primo ministro sarebbe andato al vicepresidente del partito Codruț Șereș[32]. I socialdemocratici si rivolsero anche all'UDMR, che mostrò la propria disponibilità a sostenere un premier in area PSD[14][32].

Tra primo e secondo turno delle elezioni presidenziali, tuttavia, Traian Băsescu lanciò pesanti accuse contro il PSD, ritenuto colpevole di aver organizzato una frode elettorale su larga scala, mentre le forze di centro-destra chiedevano la ripetizione del voto. Tali recriminazioni ebbero il risultato di mobilitare l'elettorato in favore del leader di DA, che riuscì a recuperare lo svantaggio e vincere il ballottaggio del 12 dicembre con uno scarto di appena 2 punti[8][14][21][33][34]. Nonostante il messaggio del leader del PSD fosse più strutturato e complesso rispetto a quello dell'avversario, la mancanza di azioni concrete sulla corruzione e la povertà spinse l'elettorato a preferire la figura trascinante di Băsescu, che riuscì a fare da traino anche per la sua coalizione, benché questa includesse alcuni personaggi resi impopolari dalla deludente precedente esperienza di governo del centro-destra nel periodo 1996-2000[8]. Il PSD ottenne risultati confortanti nelle aree rurali e nelle piccole città, specialmente fra gli elettori più anziani, mentre i giovani, le aree urbane e quelle dell'ovest del paese si orientarono verso DA[17][34].

La nomina del governo, però, fu frutto di lunghe trattative. Tra il primo e il secondo turno delle presidenziali il PSD, partito che aveva ottenuto la maggioranza dei voti alle parlamentari, aveva già intavolato delle trattative con altre forze minori, ma la vittoria di Băsescu stroncò le iniziative dei socialdemocratici. Per forzare la mano e giungere ad un compromesso, Băsescu dichiarò che il successo elettorale apparteneva a DA e che il premier sarebbe stato un membro della coalizione, ipotizzando l'idea di sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni anticipate nel caso in cui non si fosse giunti a tale risultato[21][35]. L'opzione, temuta da UDMR e PUR, nonostante i precedenti accordi con il PSD, spinse entrambi partiti a sostenere un governo con a capo Călin Popescu Tăriceanu[17][21][35].

Il nuovo parlamento si costituì il 13 dicembre[5]. Il governo Tăriceanu ottenne l'investitura delle camere il 28 dicembre con 265 voti a favore e 200 contrari[14] e prestò giuramento al presidente della repubblica il giorno successivo[36]. La stabilità dell'esecutivo, tuttavia, era frutto di un fragile accordo. Mentre PUR e UDMR perseguivano agende politiche diverse rispetto a quelle di DA, la coalizione non aveva il controllo delle due camere, le cui presidenze appartenevano a membri del PSD che, pur all'opposizione, era riuscito a fare eleggere Adrian Năstase alla guida camera dei deputati e Nicolae Văcăroiu al senato[35].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (RO) Alegeri Parlamentul României 2004, su alegeri.roaep.ro, Autorità Elettorale Permanente.
  2. ^ a b c d e f g h Confronto con il Polo della Democrazia Sociale di Romania
  3. ^ a b c d e f g h Confronto con la somma dei risultati ottenuti da PD e PNL alle elezioni del 2000
  4. ^ a b c d e f (RO) Carmen Vintilă, Maine mergem la vot, su jurnalul.antena3.ro, Jurnalul Național, 26 novembre 2004. URL consultato il 10 gennaio 2020.
  5. ^ a b c d e f g (RO) Horia Plugaru e Cristian Anghelache, Alegerile parlamentare din 2004, su www1.agerpres.ro, Agerpres, 11 novembre 2016. URL consultato il 27 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2016).
  6. ^ a b c d (RO) Marian Enache e Ștefan Deaconu, Sistemul electoral în România postcomunistă, su juridice.ro, 9 ottobre 2018. URL consultato il 16 agosto 2019.
  7. ^ (RO) CONSTITUŢIA ROMÂNIEI - TITLUL II Drepturile, libertăţile fundamentale, su cdep.ro. URL consultato il 12 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2019).
  8. ^ a b c d e f g h i j k l (RO) ANUL 2004 – alegeri in Romania, su infopolitic.ro, Infopolitic, 17 novembre 2005. URL consultato il 27 dicembre 2019.
  9. ^ a b (EN) Florin Abraham, Romania since the second world war. A political, social and economic history, Bloomsbury, 2016, pp. 164-165, ISBN 9781472526298.
  10. ^ a b c (RO) Mihai Voinea e Cristian Delcea, VIDEO Istoria alegerilor prezidenţiale. 2004-2009, marile victorii ale lui Traian Băsescu, su adevarul.ro, Adevărul, 30 ottobre 2014. URL consultato il 27 dicembre 2019.
  11. ^ a b c (RO) Ioan Aurel Pop, Ioan Bolovan e Susana Andea (a cura di), Istoria României: compendiu, Accademia Romena, 2007, ISBN 9789737784230.
  12. ^ (RO) Alexandru Radu, Un experiment politic românesc. Alianța Dreptate și Adevăr PNL-PD, Iași, Institutul european, 2009, pp. 63-71, ISBN 9789736116148.
  13. ^ (RO) Liliana Ruse, Catarama si inca cinci controversati radiati de pe listele PNL, Adevărul, 14 ottobre 2004. URL consultato il 28 febbraio 2019.
  14. ^ a b c d e f g (RO) Alexandru Radu, Un experiment politic românesc. Alianța Dreptate și Adevăr PNL-PD, Iași, Institutul european, 2009, pp. 73-94, ISBN 9789736116148.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Tom Gallagher, Modern Romania. The End of Communism, the Failure of Democratic Reform, and the Theft of a Nation, New York, NYU Press, 2005, ISBN 9780814732014.
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  • (RO) Alexandru Radu, Un experiment politic românesc. Alianța Dreptate și Adevăr PNL-PD, Iași, Institutul european, 2009, ISBN 9789736116148.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]