Eikoh Hosoe

Eikoh Hosoe a Tokyo nel 1989

Eikoh Hosoe (Yonezawa, 18 marzo 1933) è un fotografo e regista giapponese.

È noto per le sue immagini nelle quali esplora argomenti come la morte, l'ossessione erotica e l'irrazionalità, utilizzando il corpo per coglierne i segreti e le emozioni profonde. Ha collaborato con lo scrittore Yukio Mishima e con artisti come il ballerino Tatsumi Hijikata, noto per aver ideato la danza Butoh. Con entrambi ha stabilito anche un profondo legame di amicizia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un prete shintoista iniziò a scattare fotografie della sua infanzia[1]. Mentre era studente al Tokyo College of Photography, dal 1951 al 1954, Hosoe si unì a "Demokrato", un gruppo di artisti d'avanguardia guidato dall'artista Ei-Q. Nel 1960, Hosoe creò il Jazz Film Laboratory (Jazzu Eiga Jikken–shitsu) con Shūji Terayama, Shintarō Ishihara e altri. Il Jazz Film Laboratory è stato un progetto artistico multidisciplinare volto a produrre lavori altamente espressivi e intensi come il cortometraggio in bianco e nero di Hosoe Navel and A-Bomb (titolo originale: Heso to genbaku, 1960)[2].

Lo scrittore Yukio Mishima è stato il suo modello con cui Hosoe ha creato una serie di immagini oscure ed erotiche centrate sul corpo maschile, conosciute col titolo inglese di Killed by Roses o Ordeal by Roses (Bara-kei, 1961-1962). Le immagini sono state scattate ed ambientate nella casa di Mishima a Tokyo. Quest'opera precede ed anticipa il lavoro di Robert Mapplethorpe[3]. Il rapporto con lo scrittore termina con la sua morte, suicidatosi con il rito del Seppuku nel 1970[4].

Hosoe ha ripreso il ballerino Hijikata durante le prove e gli spettacoli teatrali ma anche attraverso messe in scena appositamente create per la macchina fotografica. In questa accezione, Hosoe ha creato Kamaitachi, una serie di immagini che fanno riferimento a leggende sull'omonima creatura mitologica, tradizionalmente associata al vento. Nelle fotografie, Hijikata diviene una sorta di fantasma errante[4][5]. Kamaitachi è stato pubblicato nel 1969.

Nel 1977, Hosoe visitò la celebre basilica di Gaudì a Barcellona, ne rimase folgorato e decise di fotografarla alla sua maniera, attraverso l'accostamento con il corpo, inducendo il lettore ad immaginare che l'opera dell'architetto spagnolo contenga mente, anima e corpo, proprio come un essere vivente. L'opera verrà pubblicata col titolo Gaudi no Uchu (Il cosmo di Gaudì) nel 1983[6].

Eikoh Hosoe in Polonia durante il FotoArtFestival a Bielsko-Biala nel 2005

A partire dal 1975 ha insegnato fotografia in vari atenei e scuole del Giappone, tra gli altri al Politecnico di Tokyo. Ogni anno, Hosoe tiene un workshop fotografico veramente unico: il Naked School Nude workshop cui prendono parte al massimo 15 persone. Secondo Hosoe, il corpo nudo rappresenta una condizione universale dell'essere umano in grado di superare i limiti di nazionalità, razza e cultura[7].

Hosoe è stato direttore del Kiyosato Museum of Photographic Arts (Kiyosato, Yamanashi) sin dalla sua apertura nel 1995[2].

Tra i premi ricevuti, oltre quelli del proprio paese, va menzionato il prestigioso Visionary Award 2006, premio internazionale assegnato all'interno dei Lucie Awards: è stato il primo giapponese a riceverlo, il suo nome compare accanto a quello di Cornell Capa, Henri Cartier-Bresson, Gordon Parks, William Klein, Zana Briski e tanti altri[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) P. Castellanos, Diccionario histórico de la fotografía, in Ediciones Istmo, Madrid, 1999, p. 119.
  2. ^ a b (EN) Hosoe Eikoh 細江英公, in Ko-e Magazine online, gennaio 2010. URL consultato il 14 febbraio 2018.
  3. ^ (ES) M.L. Sougez, H. Pérez Gallardo, M.A. García Felguera, C.H. y Vega, Historia general de la fotografía (2ª edizione), in Ediciones Cátedra, Madrid, 2009, p. 661.
  4. ^ a b (EN) Margarett Loke, Photography Review; Stories for the Camera, Some Dark, Some Not, in New York Times, 6 aprile 2001. URL consultato il 14 febbraio 2018.
  5. ^ Giuseppe Santagata, Eikoh Hosoe: maestri della fotografia, in Fotografia Artistica, 19 luglio 2017. URL consultato il 14 febbraio 2018.
  6. ^ (EN) Eikoh Hosoe, in Museum of Modern Art (MOMA), New York. URL consultato il 14 febbraio 2018.
  7. ^ Shintaro Suda, Eikoh Hosoe, in Zoom Magazine (2006–2008), gennaio-febbraio 2007. URL consultato il 14 febbraio 2018.
  8. ^ (EN) The Lucie Awards. URL consultato il 14 febbraio 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • P. Castellanos, Diccionario histórico de la fotografía, Ediciones Istmo, Madrid, 1999 - ISBN 847090325X
  • M.L. Sougez, H. Pérez Gallardo, M.A. García Felguera, C.H. y Vega, Historia general de la fotografía (2ª edizione), Ediciones Cátedra, Madrid, 2009 - ISBN 9788437623443


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