Edoardo Marzari

Edoardo Marzari (Capodistria, 28 ottobre 1905Trieste, 6 giugno 1973) è stato un presbitero, antifascista e partigiano italiano, medaglia d'oro al merito civile alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureato alla Pontificia Università Gregoriana, venne ordinato sacerdote nel luglio 1932, diventando docente di filosofia nel Piccolo Seminario Diocesano di Capodistria e direttore dell'Istituto Cattolico di Attività Sociale giuliano.

Assistente di Azione Cattolica e direttore del settimanale diocesano Vita Nuova, nel 1939 fu costretto a lasciarlo perché aveva pubblicato un articolo non apprezzato dai fascisti

Dopo l'8 settembre entrò nel Comitato di Liberazione Nazionale di Trieste del quale venne nominato presidente il 13 giugno 1944, dopo che il primo comitato era stato annientato dai nazifascisti. Si impegnò attivamente nell'organizzazione delle formazioni resistenziali nel loro finanziamento e approvvigionamento di armi e viveri.

Nel febbraio 1945 venne arrestato dal commissario di polizia Gaetano Collotti, rinchiuso nel carcere del Coroneo, imprigionato e torturato dalle SS della Gestapo fino alla menomazione dell'udito. Il 29 aprile i partigiani della Brigata Ferrovieri, guidati da Marcello Spaccini, riuscirono a liberarlo; il mattino dopo dalla Prefettura fu don Edoardo a dare l'ordine di insorgere: insurrezione che avrebbe portato alla liberazione di Trieste.

Dopo il cessare delle operazioni militari, fu tra i fondatori del Circolo della Cultura, dell'Università popolare e della Lega nazionale e delle Acli. Fondò anche l'Opera Figli del Popolo, per dare aiuto ai ragazzi bisognosi; già nell'estate del 1945 inizia l'accoglienza dei giovani dell'Istria e della Dalmazia; fin dall'inizio questa attività venne denominata "Famiglia Auxilium", con il chiaro intento di costruire una comunità di lavoro civico e sociale[1].

Entrato in contrasto per le sue idee progressiste con l'allora vescovo della diocesi di Trieste Antonio Santin, dovette lasciare la città; trasferendosi a Roma per due anni; i seguito ritornò però in città per continuare la sua opera di apostolato sociale fino alla morte.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Data del conferimento: 16 aprile 2004 alla memoria

Medaglia d'oro al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Fra le figure più rappresentative dell'antifascismo cattolico, sempre ispirato, nell'insegnamento e negli scritti, ai valori della libertà e della democrazia, aderiva con instancabile e appassionato impegno alle formazioni di Liberazione nazionale. Arrestato e torturato dai nazifascisti, fu liberato e, quale presidente del CLN di Trieste, il giorno 30 aprile 1945, guidò i concittadini nell'insurrezione contro l'oppressore nazista. Preclaro esempio di alto senso civile e di amor patrio.»
— 30 aprile 1945 - Trieste[2]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Il 9 settembre 2004, Riccardo Illy, Presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, ha inaugurato una lapide in piazza Dalmazia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàSBN UBOV401354