Edith Bruck

Edith Bruck nel programma televisivo Telematch (1957)

Edith Bruck, pseudonimo di Edith Steinschreiber (Tiszabercel, 3 maggio 1931[1][2][3][4]), è una scrittrice, poetessa, traduttrice, regista e testimone della Shoah[5][6] ungherese naturalizzata italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia, esperienza nei campi di concentramento e arrivo in Italia[modifica | modifica wikitesto]

«Nascere per caso / nascere donna / nascere povera / nascere ebrea / è troppo / in una sola vita.»

Edith Steinschreiber, poi Bruck dal cognome acquisito dal primo marito sposato per evitare il servizio militare obbligatorio[7], nasce a Tiszabercel, e cresce a Tiszakarád, un piccolo villaggio ungherese ai confini con la Slovacchia. È l'ultima dei sei figli di una povera famiglia ebraica. Conosce, fin dall'infanzia, l'ostilità e le discriminazioni che nel suo Paese, come nel resto d'Europa, investono gli ebrei. Nella primavera del 1944, a tredici anni, dal ghetto di Sátoraljaújhely viene deportata ad Auschwitz e poi in altri campi tedeschi: Kaufering, Landsberg, Dachau, Christianstadt e, infine, Bergen-Belsen, dove verrà liberata, insieme alla sorella, nell'aprile del 1945[8].

Non faranno ritorno la madre, il padre, un fratello e altri familiari. Dopo la liberazione da parte degli anglo-americani tenta il rientro in Ungheria, nella sua casa; ben presto scopre però che la fine della guerra non significa pace né accoglienza, ma nuove difficoltà e, soprattutto, nuove peregrinazioni alla ricerca di un posto nel mondo dove poter vivere. Nel 1946 raggiunge in Cecoslovacchia una delle sue sorelle maggiori, salvate da Perlasca a Budapest, ma il tentativo di ricongiungimento fallisce.

Nel settembre del 1948 raggiunge Israele, a ridosso della nascita del nuovo Stato. Qui - per evitare il servizio militare - si sposa e prende il cognome che ancora oggi porta: Bruck. Nel 1954, spinta dall'impossibilità di inserirsi e di riconoscersi nel Paese immaginato "di latte e miele", non riuscendo ad accettare la realtà segnata da conflitti e tensioni, giunge in Italia e si stabilisce a Roma, dove ancora oggi risiede.

L'esordio come scrittrice[modifica | modifica wikitesto]

Con l'opera Chi ti ama così – edita nella collana "Narratori" diretta da Romano Bilenchi e Mario Luzi per Lerici editori nel 1959 – Bruck inizia la sua carriera di scrittrice e testimone della Shoah adottando la lingua italiana, una «lingua non mia», che, secondo l'autrice, le offre quel distacco emotivo che le consente di descrivere le sue esperienze dei campi di concentramento:[9]

«La lettura di un racconto come questo, autobiografico, che l'autrice classifica anzi come documento, ci persuase che la semplicità, il candore, la debolezza e la forza della vita assunti come tali sono mezzi inesauribili e in ogni modo ancora i più sicuri per estrarre un sentimento di verità da quella storia enorme e mostruosa che ancora subissa la mente umana. Ne avevamo avuto prova due anni fa con Tanguy di Del Castillo; Il documento di Edith Bruck che nel suo procedere serrato non esclude il racconto e, qua e là, la vera poesia, ce ne dà conferma»[10]

Dopo i primi racconti di deportati pubblicati negli anni immediatamente successivi alla guerra, Edith Bruck, assieme a Emilio Jani, Piera Sonnino, Ruth Weidenreich Piccagli e Corrado Saralvo, fa parte di quella seconda generazione di testimoni che nel decennio 1959-69 produce in Italia nuovi importanti memoriali dell'Olocausto, prima della grande proliferazione di racconti successiva agli anni novanta.[11] A differenza dei primi testimoni della Shoah, Bruck non limita la sua narrazione agli eventi nel lager, ma racconta la sua infanzia prima della sua deportazione e l'ostilità continua dell'Europa verso i sopravvissuti, anche dopo la guerra. È solo l'inizio di una vasta produzione letteraria, che non si limita ai temi dell'Olocausto.

L'incontro con Nelo Risi e la poliedrica attività artistica[modifica | modifica wikitesto]

A Roma inizia anche un lungo sodalizio sentimentale e artistico con il poeta e regista Nelo Risi[12] - che diverrà suo marito - il quale, tra l'altro, trae da un racconto della Bruck il film Andremo in città nel 1966, sceneggiato da Cesare Zavattini e con protagonisti Geraldine Chaplin e Nino Castelnuovo; così il tema della Shoah assume per Bruck potenzialità cinematografiche, che ha già sperimentato in quegli anni come consulente di Gillo Pontecorvo nella realizzazione di Kapò.

Collabora nel frattempo con alcuni giornali, fra cui Il Tempo, il Corriere della Sera e Il Messaggero, intervenendo in diverse occasioni intorno ai temi dell'identità ebraica e della politica di Israele.

Nel 1971 la sua prima opera teatrale, Sulla Porta, è messa in scena al Piccolo Teatro di Milano e al Teatro Quirinale di Roma. È tra i fondatori del Teatro della Maddalena di Roma, dove l'opera Mara, Maria, Marianna (di Bruck, Maraini, e Boggio) è presentata nel 1974, seguita l'anno successivo da "Per il tuo bene".[9]

Si cimenta anche nella regia, girando nel 1979 il film[13] Improvviso, (storia dell'educazione di un adolescente all'interno di una famiglia cattolica), e più tardi il film[14] per la televisione Un altare per la madre (1986), tratto dall'omonimo romanzo del 1978 di Ferdinando Camon. Collabora alla sceneggiatura del film Fotografando Patrizia (1984) di Salvatore Samperi e gira qualche documentario di viaggio.

Ha tradotto, spesso in collaborazione con Risi, i più grandi poeti ungheresi, Gyula Illyés, Ruth Feldman, Attila József e Miklós Radnóti, e presentato Renukā.

Riconoscimenti, interviste e lavori recenti[modifica | modifica wikitesto]

Malgrado l'avanzare dell'età e il peso che l'attività comporta (come raccontato nel libro Signora Auschwitz), Edith Bruck non rinuncia alla propria missione di portare la propria testimonianza presso scuole e università in tutta Italia. Alle memorie degli anni quaranta, si aggiunge la memoria del sodalizio con Nelo Risi – scomparso novantacinquenne nel 2015 – e, in particolare nel romanzo La rondine sul termosifone (2017), quella della lunga assistenza che Bruck, assieme alla badante Olga, gli ha prestato in casa negli ultimi undici anni, quando il poeta è stato affetto da una malattia neurodegenerativa che ne indeboliva il corpo e cancellava la memoria.

Nel 2018, l'Università di Macerata – dopo aver invitato la scrittrice in qualità di testimone – decide per iniziativa della professoressa Michela Meschini, curatrice, di rieditare presso la propria editrice (eum) il corpus poetico fondamentale di Edith Bruck, che consta delle tre raccolte Il tatuaggio (Guanda, 1975), In difesa del padre (Guanda, 1980) e Monologo (Garzanti, 1990), riproponendo la presentazione scritta da Giovanni Raboni per la raccolta d'esordio e arricchendo la pubblicazione, per la prima volta, di spunti critici con le introduzioni di Paolo Steffan, che ne scandaglia il binomio amore-dolore,[15] e della curatrice, che descrive i Versi vissuti di Bruck come «una sorta di autobiografia in versi che, pur collocandosi in linea di continuità con la maggiore produzione in prosa, è capace, a differenza di quest'ultima, di spogliarsi facilmente del dato contingente per lasciar risuonare interrogativi universali».[16]

Nel novembre dello stesso anno riceve la laurea honoris causa in Informazione, Editoria e Giornalismo dall'Università degli Studi Roma Tre, in occasione della quale dichiara che la propria università è stata Auschwitz;[17] il mese precedente le era stata conferita, unitamente a Emma Bonino, l'onorificenza "Guido II degli Aprutini" da parte dell'Università degli Studi di Teramo.[18]

Nel gennaio 2019 è invitata a testimoniare dal presidente Sergio Mattarella nel corso delle celebrazioni del Giorno della Memoria al Quirinale, dove è stata intervistata da Francesca Fialdini e brani della sua opera sono stati recitati da Isabella Ragonese.[19]

Il 24 ottobre 2019 l'ateneo maceratese le conferisce la laurea honoris causa in Filologia moderna, mentre esce il libro Ti lascio dormire, dedicato a Risi. Su "la Repubblica" Antonio Gnoli la definisce «una donna straordinaria. Intensa come poche».[20]

A settembre del 2020 il ministro della salute Roberto Speranza vuole la scrittrice e testimone della Shoah nella commissione per riformare il «sistema di assistenza sanitaria e socio-sanitaria alla popolazione anziana, puntando su servizi sul territorio, assistenza domiciliare e sanità digitale»[21].

Il 20 febbraio 2021 papa Francesco ha fatto visita a Edith Bruck, nella sua casa romana; nel salutarla, ha detto: «Sono venuto qui da lei per ringraziarla della sua testimonianza e rendere omaggio al popolo martire della pazzia del populismo nazista e con sincerità le ripeto le parole che ho pronunciato dal cuore allo Yad Vashem e che ripeto davanti ad ogni persona che come lei ha sofferto tanto a causa di questo: perdono, Signore, a nome dell'umanità»[22]. Da questa esperienza e successivi incontri sarebbe nato, nel 2022, un nuovo libro autobiografico di Bruck, Sono Francesco, di cui il pontefice ha scritto la prefazione.

Il 29 aprile 2021 le è stata conferita l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella[23].

Il 5 maggio 2021 viene annunciato dal Comune di Acqui Terme che Edith Bruck è la Testimone del Tempo del Premio Acqui Storia 2021[24].

Il 28 agosto 2021 viene insignita del Premio Viareggio nella sezione Narrativa per il romanzo autobiografico Il pane perduto[25].

In occasione del Giorno della Memoria 2022 viene trasmesso un docu-film Racconta, anche per noi[26] per commemorare le vittime dell'Olocausto, di Roberto Olla, con la partecipazione di Edith Bruck e Sami Modiano, dove raccontano alcuni aspetti delle esperienze vissute come sopravvissuti dell'Olocausto, docu-film prodotto dagli speciali del TG5 Mediaset.

Il 25 gennaio 2023 l'emittente LA7 trasmette in prima serata lo speciale di Atlantide - Storie di uomini e di mondi intitolato Io mi ricordo, un'intervista con la Bruck sulle sue memorie.[27]

Il 4 novembre 2023, un'intervista del Corriere della Sera ha riportato che la scrittrice avesse cambiato idea sull'accoglienza (in seguito all'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023) e che volesse la chiusura dei confini europei per le persone di origine araba o musulmana. Tale interpretazione va ricondotta a un contesto più ampio legato all'aumento dei casi di antisemitismo nel vecchio continente.[28]

Il giorno seguente ha dichiarato all'ANSA: "Non ho mai detto e non avrei potuto dire 'ha ragione la Lega', i ringraziamenti a Meloni e Salvini erano ironici e con un punto interrogativo alla fine che non è stato inserito ('dobbiamo ringraziare Meloni e Salvini?'). È desolante pensare che siano loro a difendere Israele. Sono stata sempre e sono a favore dell'accoglienza, volevo solo osservare che in questo momento delicato questa deve essere costantemente monitorata perché nel flusso migratorio ci possono essere infiltrazioni terroristiche. La stampa gioca irresponsabilmente con le parole capovolgendone il significato, e di tutto questo sono molto amareggiata".[29]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Narrativa[modifica | modifica wikitesto]

  • Chi ti ama così, Milano: Lerici, 1959; Venezia: Marsilio 1974, 2015.
  • Andremo in città, Milano: Lerici, 1962; Roma: Carucci, 1982; Napoli: L'ancora del Mediterraneo, 2007.
  • È Natale, vado a vedere, Milano: Scheiwiller, 1962.
  • Le sacre nozze, Milano: Longanesi, 1969.
  • Due stanze vuote, Presentazione di Primo Levi, Venezia: Marsilio, 1974.
  • Transit, Milano: Bompiani, 1978; Venezia: Marsilio, 1995.
  • Mio splendido disastro, Milano: Bompiani, 1979.
  • Lettera alla madre, Milano: Garzanti, 1988. Premio Rapallo Carige per la donna scrittrice 1989[30]; Milano: La nave di Teseo, 2022.
  • Nuda proprietà, Venezia: Marsilio, 1993.
  • L'attrice, Venezia: Marsilio, 1995.
  • Il silenzio degli amanti, Venezia: Marsilio, 1997.
  • Signora Auschwitz: il dono della parola, Venezia: Marsilio, 1999, 2014.
  • L'amore offeso, Venezia: Marsilio, 2002.
  • Lettera da Francoforte, Milano: Mondadori, 2004.
  • Quanta stella c'è nel cielo, Milano: Garzanti, 2009. Premio Viareggio 2009[31] - Premio Città di Bari-Costiera del Levante-Pinuccio Tatarella.
  • Privato, Postfazione di Gabriella Romani, Milano: Garzanti, 2010. Premio Europeo di Narrativa G. Ferri - D. H. Lawrence.
  • Il sogno rapito, Milano: Garzanti, 2014.
  • La rondine sul termosifone, Milano: La nave di Teseo, 2017.
  • Ti lascio dormire, Milano: La nave di Teseo, 2019.
  • Il pane perduto, Milano: La nave di Teseo, 2021.
  • Sono Francesco con prefazione di Papa Francesco e postfazione di Noemi Di Segni, Milano, La Nave di Teseo, 2022, ISBN 978-88-3461-199-9.

Poesia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il tatuaggio, Presentazione di Giovanni Raboni, Parma: Guanda, 1975.
  • In difesa del padre, Milano: Guanda, 1980.
  • Monologo, Milano: Garzanti, 1990.
  • Itinerario: poesie scelte, Roma: Quasar, 1998.
  • Specchi, Roma: Edizioni di Storia e Letteratura, 2005.
  • Versi vissuti. Poesie (1975-1990), a cura di Michela Meschini, Introduzione di Michela Meschini, Prefazione di Paolo Steffan, Postfazione di Edith Bruck, Macerata: eum, 2018.
  • Tempi, Milano, La nave di Teseo, 2021.

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatrice[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Attrice[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al Merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 26 febbraio 2021[40]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Edith Bruck, La rondine sul termosifone, su raicultura.it. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  2. ^ (EN) Bruck, Edith (1932- ), su lib.uchicago.edu. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  3. ^ Convegno "Memoria contra antisemitismo", l'importanza della memoria attraverso l'esempio di Edith Bruck, su unime.it. URL consultato il 6 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2020).
  4. ^ Durante un’intervista radiofonica a Radio Capital il 23/02/2021, ha precisato di essere nata il 3 maggio del 1931, non nel 1932 come erroneamente indicato da varie fonti. Podcast Archiviato il 14 dicembre 2021 in Internet Archive., al minuto 1:34:43.
  5. ^ Edith Bruck e la Shoah spiegata ai ragazzi, su espresso.repubblica.it. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  6. ^ Shoah: la testimonianza di Edith Bruck, su teche.rai.it. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  7. ^ (EN) Biblioteca dell'Università di Chicago (a cura di), Bruck, Edith (1932-), su lib.uchicago.edu, 2002.
  8. ^ Oral history interview with Edith Bruck, su collections.ushmm.org. URL consultato il 5 maggio 2021.
  9. ^ a b Institute of Modern Languages Research (biografia a cura di Gabriella Romani) Archiviato il 26 settembre 2015 in Internet Archive.
  10. ^ Risvolto alla prima edizione di E. Bruck, Chi ti ama così, Milano: Lerici, 1959.
  11. ^ Anna Baldini (2012), "La memoria italiana della Shoah (1944-2009)", in Atlante della letteratura italiana, Torino, Einaudi, Vol.3, pag. 758-763.
  12. ^ Micol De Pas, Edith Bruck e Nelo Risi, una storia d’amore senza tempo, su joimag.it, 11 giugno 2021. URL consultato il 17 novembre 2021.
  13. ^ vedi su IMDB, su imdb.com.
  14. ^ vedi su IMDB, su imdb.com.
  15. ^ P. Steffan, In agonia in amore, in E. Bruck, Versi vissuti, Macerata, eum, 2018, pp. 23-32.
  16. ^ M. Meschini, Rinascere nella parola, in E. Bruck, Versi vissuti, Macerata, eum, 2018, p. 20.
  17. ^ F. Sellari, Edith Bruck laureata a Roma Tre, "Corriere della Sera", 21 novembre 2018.
  18. ^ G. Antenucci, A Emma Bonino e Edith Bruck l'onorificenza di Ateneo di Teramo, "AbruzzoLive", 25 ottobre 2018.
  19. ^ Il video dell'intervista di Fialdini a Bruck al Quirinale.
  20. ^ A. Gnoli, "la Repubblica", 30 aprile 2017.
  21. ^ Speranza preferisce il cardinale agli scienziati (PDF), su c3dem.it. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  22. ^ vaticannews.va, https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2021-02/papa-francesco-visita-edith-bruck-sopravvissuta-auschwitz.html.
  23. ^ Segretariato generale della Presidenza della Repubblica-Servizio sistemi informatici, Il Presidente Mattarella ha conferito l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'OMRI a Edith Bruck, su Quirinale. URL consultato il 29 aprile 2021.
  24. ^ a b Premio Acqui Storia, Edith Bruck è Testimone del Tempo - Piemonte, su Agenzia ANSA, 5 maggio 2021. URL consultato il 5 maggio 2021.
  25. ^ Bruck, Siti e Santi vincono il Premio Viareggio-Rèpaci 2021, su repubblica.it, 28 agosto 2021. URL consultato il 29 agosto 2021.
  26. ^ TG5: Speciale Tg5 - Racconta, anche per noi Video | Mediaset Infinity. URL consultato il 30 gennaio 2022.
  27. ^ Su La7 «Edith», il documentario su Edith Bruck, sopravvissuta alla Shoah, su Video: ultime notizie - Corriere TV. URL consultato il 5 novembre 2023.
  28. ^ Edith Bruck: "Basta accogliere il nemico in casa. Guardate la Francia, gli immigrati sono i più antisemiti di tutti", su HuffPost Italia, 5 novembre 2023. URL consultato il 5 novembre 2023.
  29. ^ Edith Bruck, 'mai detto che sui migranti ha ragione la Lega', su Ansa.it, 5 novembre 2023. URL consultato il 5 novembre 2023.
  30. ^ a b Rapallo Carige, su gruppocarige.it. URL consultato il 7 luglio 2019.
  31. ^ a b Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2019).
  32. ^ Edith Bruck scrittrice e testimone della Shoah ungherese, su raiplay.it. URL consultato il 5 maggio 2021.
  33. ^ Edith Bruck: testimonianza sul razzismo - intervista alla scrittrice ungherese, su raiscuola.rai.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  34. ^ Io bambina ad Auschwitz, su raiplay.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  35. ^ Shoah:la testimonianza di Edith Bruck, su teche.rai.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  36. ^ Donne della Shoah - Edith Bruck, su raiplay.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  37. ^ Donne della Shoah - Edith Bruck, su raiplay.it. URL consultato il 6 maggio 2021.
  38. ^ A Edith Bruck il Premio Strega Giovani 2021, su premiostrega.it. URL consultato il 14 giugno 2021.
  39. ^ Campiello, a Edith Bruck il Premio speciale alla Carriera 2023, su ansa.it, 23 giugno 2023. URL consultato il 26 giugno 2023.
  40. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Serkowska, Hanna, ‘Edith Bruck tra commemorazione e "liquidazione"', in Tra storia e immaginazione: Gli scrittori ebrei di lingua italiana si raccontano, edited by H. Serkowska. Rabid: Kraków (Cracow: Poland), 2008, pp. 165-181.
  • Serkowska, Hanna, ‘Dall'Ungheria all'Italia e di ritorno - Edith Bruck tra Imre Kertész e Primo Levi', in L'Italia e l'Europa centro-orientale. Gli ultimi cento anni. Ed. Piotr Salwa. Semper: Warszawa (Warsaw: Poland), pp. 80–90.
  • Villa, Cristina. ‘Perché la Shoah talvolta parla italiano? La letteratura italiana della deportazione razziale nelle opera di Edith Bruck ed Elisa Springer.' Scrittori italiani di origine ebrea ieri e oggi: un approccio generazionale. Eds. Raniero Speelman, Monica Jansen, and Silvia Gaiga. Utrecht: Utrecht Publishing and Archiving Services, 2007, pp. 97–105.
  • Mauceri, Maria Cristina. ‘Edith Bruck, a Translingual Writer Who Found a Home in Italy.' Italica 84. 2-3 (2007): 606-613.
  • Lucamante, Stefania. ‘Non soltanto memoria. La scrittura delle donne della Shoah dal dopoguerra ai giorni nostri.' Scrittori italiani di origine ebrea ieri e oggi: un approccio generazionale. Eds. Raniero Speelman, Monica Jansen, and Silvia Gaiga. Utrecht: Utrecht Publishing and Archiving Services, 2007, pp. 77–95.
  • Giorgio, Adalgisa. ‘Dall'autobiografia al romanzo: La rappresentazione della Shoah nell'opera di Edith Bruck.' Le donne delle minoranze: Le ebree e protestanti d'Italia. Ed. Claire E. Honess and Verina R. Jones. Turin: Claudiana, 1999, pp. 297–307.
  • Sogos Wiquel, Giorgia. ‘Edith Bruck: la scrittura come memoria'. Toscana Ebraica. Bimestrale di notizie e cultura ebraica. Anno 36 n. 1 (2023): 22-23.
  • Steffan, Paolo, In agonia in amore - La poesia di Edith Bruck, con Chiara Pasin, Osimo: Arcipelago Itaca, 2023, ISBN 9791280139689.

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