Disnomia (astronomia)

Disnomia
(Eris I)

(136199 Eris I)
Eris (al centro) e Disnomia (a sinistra) fotografati dal telescopio spaziale Hubble il 30 agosto 2006.
Satellite diEris
Scoperta10 settembre 2005
ScopritoreMichael Brown
ClassificazioneOggetto del disco diffuso
Parametri orbitali
Semiasse maggiore37350±150 km[1]
Periodo orbitale15,774 ± 0,002 giorni
Eccentricità< 0,013
Longitudine del
nodo ascendente
126,17°
Dati fisici
Dimensioni300−400 km
Dati osservativi
Magnitudine app.~23.1
Magnitudine ass.~3,32

Disnomia (nome ufficiale (136199) Eris I Dysnomia) è l'unico satellite naturale conosciuto del pianeta nano Eris, il più massiccio dei pianeti nani del sistema solare, orbitante attorno al Sole all'interno del cosiddetto disco diffuso.

Con la successiva scoperta di Makemake, tutti e quattro i principali oggetti della fascia di Kuiper sono risultati essere dotati di un satellite naturale: Eris, Haumea, Plutone e Makemake.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Disnomia è stata fotografata per la prima volta il 10 settembre 2005 utilizzando il telescopio Keck, nelle isole Hawaii e la sua individuazione è stata annunciata nel successivo mese di ottobre. Dopo aver ricevuto la designazione provvisoria S/2005 (136199) I, nel settembre 2006 l'Unione Astronomica Internazionale[3] l'ha ufficialmente battezzata con il nome di Disnomia, Δυσνομία, un personaggio della mitologia greca, personificazione della sfrenatezza e del malgoverno. Prima dell'assegnazione definitiva, a causa del nome informale di Eris "Xena", l'oggetto era stato soprannominato Gabrielle, la spalla di Xena (Olimpia nella versione Italiana).[4][5]

Proprietà[modifica | modifica wikitesto]

Rappresentazione artistica di Eris e Disnomia.

Il satellite appare circa 4,43 magnitudini meno luminoso del proprio nanopianeta madre;[6][7] assumendo che l'albedo dei due corpi sia pressoché identica, il diametro di Disnomia può essere stimato attorno ai 350−490 km,[7] circa un ottavo di quello di Eris. Altri autori considerano Disnomia 500 volte meno luminoso e con un diametro tra 100 e 250 km.[8]

Parametri orbitali[modifica | modifica wikitesto]

Combinando le osservazioni eseguite con i telescopi Keck ed Hubble si è potuta misurare l'orbita di Disnomia e si è potuta stimare la massa di Eris. Il semiasse maggiore dell'orbita risulta di 37350 km con un'incertezza di 150 km,[1] il periodo orbitale è di 15,774 ± 0,002 giorni.[1] Da questi parametri si desume che la massa del sistema è 1,27 volte maggiore di quella di Plutone.[1]

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli oggetti della fascia di Kuiper e del disco diffuso i quattro corpi principali hanno almeno un satellite, mentre tra i corpi più piccoli solo nel 10% dei casi è stato osservato un satellite; questo fa ipotizzare che nel passato gli impatti fra i grandi corpi siano stati frequenti. Gli scontri fra questi oggetti, con diametro dell'ordine di grandezza di 1000 km, provocavano una tale espulsione di materia dalla superficie da potersi coalizzare in un satellite.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d M. E. Brown, Schaller, E. L., The Mass of Dwarf Planet Eris, in Science, vol. 316, n. 5831, 2007, p. 1585, Bibcode:2007Sci...316.1585B, DOI:10.1126/science.1139415, PMID 17569855.
  2. ^ Hubble Discovers Moon Orbiting Dwarf Planet Makemake | News - NASA Solar System Exploration, su NASA Solar System Exploration. URL consultato il 1º maggio 2016 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2016).
  3. ^ IAU Circular 8747 – Official publication of the IAU reporting the naming of Eris and Dysnomia
  4. ^ Deborah Zabarenko, Planet Xena has moon called Gabrielle, Australian Broadcasting Corporation, 3 ottobre 2005. URL consultato il 9 marzo 2008.
  5. ^ Richard Ingham, 'Tenth planet' Xena bigger than Pluto, Australian Broadcasting Corporation, 2 febbraio 2006. URL consultato il 9 marzo 2008.
  6. ^ Daniel W. E. Green, IAUC 8610: S/2005 (mp, su cbat.eps.harvard.edu, International Astronomical Union, 4 ottobre 2005.
  7. ^ a b Johnston's Archive, (136199) Eris and Dysnomia
  8. ^ Mike Brown, Dysnomia, the moon of Eris, su gps.caltech.edu, Caltech. URL consultato il 3 luglio 2011.

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