Diocesi di Caltanissetta

Diocesi di Caltanissetta
Dioecesis Calatanisiadensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Agrigento
Regione ecclesiasticaSicilia
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoMario Russotto
Vicario generaleOnofrio Castelli
Presbiteri110, di cui 95 secolari e 15 regolari
1.474 battezzati per presbitero
Religiosi25 uomini, 147 donne
Diaconi14 permanenti
 
Abitanti163.614
Battezzati162.214 (99,1% del totale)
StatoItalia
Superficie1.121 km²
Parrocchie69 (4 vicariati)
 
Erezione25 maggio 1844
Ritoromano
CattedraleSanta Maria la Nova
Santi patroniSan Michele
IndirizzoVia Cairoli 8, 93100 Caltanissetta, Italia
Sito webwww.diocesicaltanissetta.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
L'abbazia di Santo Spirito di Caltanissetta.
Facciata della chiesa di Sant'Agata al Collegio.

La diocesi di Caltanissetta (in latino: Dioecesis Calatanisiadensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Agrigento appartenente alla regione ecclesiastica Sicilia. Nel 2021 contava 162.214 battezzati su 163.614 abitanti. È retta dal vescovo Mario Russotto.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende 17 dei 22 comuni dell'omonimo libero consorzio comunale (Caltanissetta, Acquaviva Platani, Bompensiere, Campofranco, Delia, Marianopoli, Milena, Montedoro, Mussomeli, Resuttano, San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa, Serradifalco, Sommatino, Sutera, Vallelunga Pratameno, Villalba) e il comune di Calascibetta facente parte del libero consorzio comunale di Enna.

Sede vescovile è la città di Caltanissetta, dove si trova la cattedrale di Santa Maria la Nova.

Vicariati e parrocchie[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio si estende su 1.121 km² ed è suddiviso in 69 parrocchie raggruppate in 4 vicariati. In diocesi si trovano anche 80 rettorie e 28 cappelle private (oratori). I vicariati sono:

  • il vicariato di Caltanissetta comprende la sola città episcopale con le sue 24 parrocchie;
  • il vicariato di San Cataldo comprende i comuni di San Cataldo, Delia, Montedoro, Serradifalco e Sommatino;
  • il vicariato di Mussomeli comprende i comuni di Mussomeli, Acquaviva Platani, Bompensiere, Campofranco, Milena, Sutera, Vallelunga Pratameno e Villalba;
  • il vicariato di Calascibetta comprende i comuni di Calascibetta, Marianopoli, Resuttano e Santa Caterina Villarmosa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La nascita della diocesi di Caltanissetta faceva parte del piano di ampliamento delle diocesi siciliane per favorire la cura pastorale delle popolazioni,[1] deciso dal parlamento di Sicilia e presentato al re Ferdinando III il 5 aprile 1778. L'iter di fondazione delle nuove diocesi fu interrotto durante il periodo della rivoluzione francese e ripreso dal parlamento siciliano il 24 marzo 1802, che portò alla nascita delle diocesi di Caltagirone (1816), di Piazza Armerina e di Nicosia (1817).

Nel 1819 Caltanissetta divenne capoluogo di provincia. L'anno successivo il deputato nisseno Giuseppe Cinnarella presentava ufficialmente al parlamento napoletano la richiesta di erigere la propria città a sede vescovile.[2] Nel dicembre 1822 fu avanzata una supplica al re Ferdinando I, istanza che si basava sull'articolo 3 del concordato del 1818, che prevedeva un incremento delle diocesi siciliane, e sulla necessità, per motivi pastorali, di frazionare la diocesi di Agrigento. Fu così dato l'avvio all'iter di fondazione della nuova diocesi, con il consenso del vescovo agrigentino Pietro Maria D'Agostino; tuttavia intoppi burocratici e l'obbligo di garantire i fondi necessari per il mantenimento delle strutture diocesane procrastinarono di un paio di decenni la decisione finale.

La diocesi di Caltanissetta fu eretta il 25 maggio 1844 con la bolla Ecclesiae universalis di papa Gregorio XVI. Il territorio fu ricavato per lo più dalla diocesi di Agrigento, mentre dalla diocesi di Cefalù fu scorporata Vallelunga Pratameno e dalla diocesi di Nicosia furono annesse Resuttano e Marianopoli.

Fu il vescovo Giovanni Battista Guttadauro di Reburdone a dare un'impronta indelebile alla diocesi, reggendola per quasi mezzo secolo. Fondò il seminario diocesano e l'Accademia di San Tommaso d'Aquino per la formazione del clero. Incoraggiò da un lato la pietà popolare, con le iniziative dei mesi mariani di maggio e di ottobre e la devozione eucaristica, dall'altro si occupò delle questioni sociali, in linea con il magistero di papa Leone XIII. Durante il concilio Vaticano I si schierò tra gli antinfallibilisti, ma successivamente aderì al dogma dell'infallibilità papale.

Il successore, Ignazio Zuccaro (1896-1906), fu falsamente accusato presso la Santa Sede che, dopo un'indagine condotta dal visitatore apostolico Ernesto Bresciani, fu sollevato dal suo ufficio episcopale e costretto a dare le dimissioni; gli succedette Antonio Augusto Intreccialagli (1907-1914), che dimostrò false le accuse e superficiale il giudizio dato dal visitatore apostolico. Durante l'episcopato di Giovanni Jacono, nel 1943, a Caltanissetta fu fondata la Democrazia Cristiana.

Importante fu anche la figura del vescovo Alfredo Maria Garsia (1973-2003), che si dedicò in particolare alla difesa della dignità umana. Fondò l'istituto teologico "Mons. Guttadauro" per la formazione dei futuri presbiteri e l'Istituto di scienze religiose "Sant'Agostino" per i laici. Fu durante il suo episcopato che si celebrò il primo sinodo diocesano, nel 1989.

Il riconoscimento civile della diocesi è arrivato con il decreto del Ministero dell'interno del 24 febbraio 1987, pubblicato nel supplemento della Gazzetta Ufficiale del 18 marzo 1987.

Nel 1993 la diocesi ricevette in visita pastorale papa Giovanni Paolo II.

Dal 2022 la diocesi nissena collabora con il progetto del Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo.[3]

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi originari della diocesi[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 163.614 persone contava 163.614 battezzati, corrispondenti al 99,1% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 184.500 185.000 99,7 177 153 24 1.042 40 440 31
1959 190.773 191.273 99,7 181 147 34 1.053 52 475 49
1970 190.000 190.800 99,6 169 130 39 1.124 49 544 61
1980 158.500 159.600 99,3 180 133 47 880 55 420 68
1990 150.700 155.370 97,0 152 125 27 991 1 34 319 69
1999 152.300 154.044 98,9 136 111 25 1.119 5 28 265 62
2000 151.250 153.095 98,8 135 111 24 1.120 7 27 260 62
2001 151.050 153.050 98,7 125 103 22 1.208 7 25 255 62
2002 153.000 154.044 99,3 124 103 21 1.233 8 24 250 62
2003 153.000 154.040 99,3 125 104 21 1.224 8 23 180 56
2004 153.000 154.050 99,3 125 105 20 1.224 8 22 172 56
2006 150.500 151.818 99,1 124 108 16 1.213 8 18 166 56
2013 164.000 166.874 98,3 ? 13 ? ? 13 23 219 57
2016 166.700 167.500 99,5 121 102 19 1.377 14 38 202 69
2019 164.200 166.000 98,9 115 104 11 1.427 12 19 185 69
2021 162.214 163.614 99,1 110 95 15 1.474 14 25 147 69

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In proposito l'ampia trattazione di A. Sindoni, Dal riformismo assolutistico al cattolicesimo sociale, 2 voll., Roma, Ed. Studium, 1984.
  2. ^ Zito, La fondazione della diocesi di Caltanissetta, pp. 331-332.
  3. ^ Città di Caltanissetta - Assessorato alla Crescita Territoriale; Patto di Comunità: Primo Parco mondiale, policentrico e diffuso, dello Stile di Vita Mediterraneo - Albo Pretorio: delibera n.136/2020 del 30/10/2020, su Città di Caltanissetta. URL consultato il 14 aprile 2022.
  4. ^ Nominato vescovo titolare di Archelaide.
  5. ^ Contestualmente nominato arcivescovo titolare di Sardica.
  6. ^ Nominato arcivescovo titolare di Mocisso.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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