Dato

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La stele di Rosetta è un ottimo esempio di come la stessa informazione può essere rappresentata attraverso dati di tipi diversi, in questo caso utilizzando tre diversi sistemi di codifica (alfabeti).

Un dato (dal latino datum, lett. dono, cosa data) è la manifestazione concreta di una certa quantità di informazione, per mezzo della sua codifica. [1]

Per estensione un dato è una possibile manifestazione di un qualsiasi concetto. Il dato in sè risulta quindi una forma tangibile del concetto di rappresentazione.

Per definizione non è possibile scindere un dato dall'informazione associata, ma è possibile trasformare un dato in un altro dato equivalente, che cioè imbriglia la stessa informazione, tramite un processo di transcodifica.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Segno e Significato.
Il semaforo è un classico esempio di dato.
In questo caso di tipo colore, cardinalità 3 e valore rosso. L'informazione codificata è quella relativa allo stato della viabilità locale.

Un dato è caratterizzato da 3 proprietà fondamentali: tipo, cardinalità e valore.
E' requisito fondamentale per l'esistenza del dato che queste proprietà siano sempre definite, poiché ne sono i costituenti essenziali.

Intuitivamente si potrebbe dire che il valore sia la proprietà più importante e forse l'unica necessaria, poiché è quella che trasporta propriamente l'informazione intrinseca del dato. Nella pratica il solo valore non è sufficiente a formare un dato, poiché verrebbero a mancare informazioni di contesto fondamentali a rendere il dato interpretabile e quindi decodificabile.
È utile rimarcare che un dato è utile in funzione dell'informazione che trasporta, se l'informazione diventa inaccessibile (perché per esempio si perde conoscenza del tipo o della cardinalità) il dato cessa di esistere in quanto tale, poiché diventa funzionalmente indistinguibile da altre entità non-dato e l'informazione appare "persa".

Dal punto di vista della teoria dell'informazione possiamo osservare come il tipo e la cardinalità non siano altro che una descrizione dell'incertezza associata al dato, e quindi duali al valore (autoinformazione) ma non indipendenti come nel caso dell'informazione pura.

Questo legame necessario tra le 3 proprietà costituenti al fine dell'esistenza del dato è ben noto in semiotica e rappresentato dal triangolo semiotico. È interessante notare come il concetto di dato sia sovrapponibile a quello di segno in semiotica.

Tipologie[modifica | modifica wikitesto]

I dati possono presentarsi sotto diverse forme: numeri e lettere dell'alfabeto (testo), immagini statiche, immagini in movimento (video), suono (audio) ed altri. I dati possono essere conservati su diversi mezzi (o supporti) fisici quali cartaceo, magnetico (floppy disk, hard disk), ottico (CD ed altri supporti) e/o veicolati (trasmissibili) attraverso una rete di telecomunicazioni tra più utenti.

Informatica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tipo di dato.

In informatica il termine "dato" indica una qualsiasi entità che può essere elaborata o trasformata da un computer ( o più in generale da un automa ) per mezzo dell'esecuzione di un algoritmo. Nel caso particolare degli elaboratori digitali la forma più primitiva di dato è la cifra binaria, sulla quale sono basate tutte le altre tipologie.

I sistemi informatici, in quanto generalmente deputati all'elaborazione di grandi quantità di informazioni correlate, fanno largo uso di dati strutturati e più in generale di strutture dati. Rivestono evidentemente particolare importanza le grandi strutture dati ed i sistemi specializzati nella loro gestione come file system e DBMS.

Le memorie di massa consentono di salvare i dati in modo permanente, mentre il processo di registrazione dei dati in una memoria si chiama memorizzazione o archiviazione. Singoli dati o più spesso insiemi di dati possono essere conservati in file o nei database.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Atzeni, Stefano Ceri, Piero Fraternali, Stefano Paraboschi e Riccardo Torlone, Basi di dati, 5ª ed., Milano, McGraw-Hill, 2018, ISBN 978-88-386-9445-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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