Dar al-Horra

Dar al-Horra
Patio centrale dell'edificio
Localizzazione
StatoBandiera della Spagna Spagna
Comunità autonomaAndalusia
LocalitàGranada
Coordinate37°10′53.88″N 3°35′46.92″W / 37.181633°N 3.596367°W37.181633; -3.596367
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1365-1399
Stilenasride
Usoconvento
Piani2
Realizzazione
CommittenteYusuf II

Dar al-Horra (in arabo دار الحرة?; in spagnolo Palacio de Dar al-Horra) è un antico palazzo nasride XIV secolo situato nel quartiere Albaicín di Granada, in Spagna.[1] Dall'inizio del XVI secolo è stato utilizzato come parte del Monastero di Santa Isabel la Real. Ora è stato designato monumento storico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Vista del Dar al-Horra sulla collina dell'Albaicin

Il palazzo risale al XV secolo, quando Granada era la capitale dell'ultimo Emirato musulmano della penisola iberica, sotto la guida della dinastia dei Nasridi. Probabilmente fu costruito sotto il regno di Yusuf II.[2] Verso la fine della dinastia, il palazzo fu utilizzato come residenza da ʿĀʾisha al-Ḥorra (o Aixa), la moglie del sultano Abu l-Hasan 'Ali, noto anche come "Muley Hacén", e madre dell'ultimo sultano nasride, Muhammad XII noto anche come "Boabdil". Il nome "Dar al-Horra" ("Casa della donna libera") deriva da questa associazione.[3][4] Il palazzo si trova in cima alla collina del quartiere Albaicin, che un tempo era il sito dell'Alcazaba al-Qadima, l'ex palazzo e cittadella dei sovrani Ziridi durante il periodo dei regni di Taifa nell'XI secolo. C'è qualcuno che ipotizza che il palazzo fosse originariamente parte del palazzo Zirid, ma questo non è stato dimostrato con prove.[4]

Dopo la caduta di Granada e la fine della Reconquista, nel 1492, la proprietà fu ceduta a Hernando de Zafra, segretario dei monarchi cattolici, che la utilizzò come sua residenza. Nel 1493 il palazzo fu sede di diversi accordi firmati tra i monarchi cattolici e la restante nobiltà musulmana, a seguito dei quali quest'ultima partì per il Marocco. Nel 1507 il palazzo fu convertito, dalla regina Isabella di Castiglia, in convento francescano per suore, come parte del Monastero di Santa Isabel la Real.[4]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo mostra molte delle caratteristiche tipiche dell'architettura nasride e moresca. L'edificio a due piani è disposto intorno ad un patio centrale rettangolare con una piccola piscina. Questa disposizione del cortile recintato si adattava al suo uso successivo come chiostro per le suore, che contribuì al suo successivo buono stato di conservazione. Le stanze principali dell'edificio si trovano dietro un portico a due piani sul lato nord del cortile e a uno a un piano sul lato sud. Alcune delle stanze e dei corridoi contengono alcuni resti, limitati ma ben conservati, della decorazione dell'era nasride in stucco scolpito. Sul lato meridionale del cortile si trova una grande sala che fu utilizzata come cappella dopo la Reconquista fino a quando fu costruita nelle vicinanze la chiesa di Santa Isabel la Real. Sul lato nord ci sono diverse stanze su due piani. Sull'asse mediano dell'edificio, su entrambi i piani, c'è una stanza che sporge verso l'esterno dal resto dell'edificio, fungendo da mirador (vedetta). Il piano superiore offre una vista sulle mura ziridi dell'XI secolo e sui quartieri al di là a nord. All'angolo nord-est dell'edificio si trova una sezione simile a una torre che sale fino a un terzo piano.[4][2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marianne Barrucand e Achim Bednorz, Moorish architecture in Andalusia, Taschen, 1992, p. 211, ISBN 3822896322.
  2. ^ a b Felix Arnold, Islamic Palace Architecture in the Western Mediterranean: A History, Oxford University Press, 2017, pp. 57-58, ISBN 9780190624552.
  3. ^ (EN) Palacio de Dar al Horra, su Lonely Planet. URL consultato il 1º dicembre 2020.
  4. ^ a b c d (EN) Palacio de Dar al-Horra, su Patronato de la Alhambra y Generalife. URL consultato il 1º dicembre 2020.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN2169156858627549780002