Cosroe III

Cosroe III
Moneta di Cosroe III
anti-scià dell'impero sasanide
In carica630
PredecessoreShahvaraz
SuccessoreBoran
MorteKhorasan, 630
DinastiaSasanidi
PadreCosroe II
Religionezoroastrismo

Cosroe III, riportato anche nelle forme Khosrau, Khusro o Xosrow (in pahlavi: 𐭧𐭥𐭮𐭫𐭥𐭣𐭩; in persiano خسرو‎) (... – Grande Khorasan, 630), fu un pretendente del legittimo sovrano attivo nell'impero sasanide che governò brevemente una parte del Khorasan per alcuni mesi nel 630.

Nome[modifica | modifica wikitesto]

Gli studiosi impiegano tradizionalmente la versione in persiano moderno del nome del sovrano, ovvero "Cosroe", mentre la versione originale in pahlavi era Husraw, a sua volta derivante dall'avestico Haosrauuah ("colui che gode di buona fama").[1] Il nome è traslitterato in greco nella versione Chosroes (Χοσρόης) e in arabo come Kisra.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini di Cosroe III restano avvolte nel mistero; in alcune fonti viene indicato come figlio di Kavad II (regnante nel 628), mentre altre affermano che fosse figlio di Cosroe II (r. 590-628).[3] Secondo lo storico inglese Clifford E. Bosworth, quest'ultima ipotesi deve ritenersi la più verosimile.[3] Cosroe III visse i primi anni nella «terra dei Turchi», ma dopo aver saputo degli attriti in corso nell'odierno Iran si recò in quella regione e riuscì a imporsi a capo di una grossa parte del Khorasan per tre mesi, prima di essere ucciso dal governatore legittimo.[3] Sulle sue monete, Cosroe III viene raffigurato con la medesima corona di Cosroe II, oltre alle due ali che rappresentano un riferimento a Verethragna, il dio della vittoria.[4] Il suo viso è ritratto senza barba sulla parte anteriore dei suoi denari, evento che lo rende, assieme ad Ardashir III (r. 628-630), l'unico monarca sasanide ad essere stato raffigurato imberbe.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Skjærvø (2000); Nicholson, Canepa e Daryaee (2018), pp. 860-861.
  2. ^ Nicholson, Canepa e Daryaee (2018), pp. 860-861.
  3. ^ a b c Ṭabarī, v. 5, p. 403, nota 995.
  4. ^ a b Schindel (2013), p. 830.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Ṭabarī, The History of Al-Ṭabarī, a cura di Ehsan Yar-Shater, vol. 40, Albany, State University of New York Press, 1985-2007.

Fonti secondarie[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Anti-re sasanide di Persia Successore
Shahrbaraz 630 Boran