Corrente del Golfo

La corrente del Golfo

La corrente del Golfo, insieme alla corrente nord-atlantica, è una potente corrente oceanica calda dell'emisfero boreale, presente nell'Oceano Atlantico Settentrionale. Nasce nel golfo del Messico trasportando acqua calda tropicale verso il nord dell'Atlantico. Quando poi questa si raffredda in prossimità del circolo polare artico, si inabissa, dopodiché il ciclo ricomincia. Tale corrente è di vitale importanza per la mitigazione del clima dei paesi europei che si affacciano sull'Oceano Atlantico: Portogallo, Spagna, Francia, Irlanda, Gran Bretagna, Islanda, Belgio, Olanda e il Nord della Germania, con la sua influenza che si estende fino alla Scandinavia e oltre.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Una fotografia a falsi colori che mostra la temperatura dell'acqua nel golfo del Messico.

L'influsso del movimento terrestre[modifica | modifica wikitesto]

In breve tempo l'acqua, spostandosi verso nord, tende a mantenere inalterata la propria velocità, come stabilito dal principio di inerzia. Procedendo verso nord, le masse liquide si «scontrano» con masse che viaggiano a velocità inferiori poiché la velocità lineare di rotazione diminuisce con l'aumentare della latitudine. In un intervallo di tempo le masse con velocità maggiore percorrono spazi maggiori e saranno quindi più spostate verso est di masse con velocità minore. A questo è dovuta la forma della traiettoria della corrente del Golfo.

La corrente nasce nel Golfo del Messico, in cui grandi masse di acqua tropicali vengono riscaldate dall'azione diretta della radiazione solare incidente: queste masse tendono a risalire verso nord ad una velocità di circa 2,5 m/s per differenza di densità con le acque più fredde a nord, venendo deviate dalla rotazione terrestre: lo spostamento delle masse d'acqua subisce una deviazione verso destra a causa della forza di Coriolis.

Evoluzione futura[modifica | modifica wikitesto]

Quando il nastro trasportatore è attivo le correnti oceaniche dell'Atlantico ad alta salinità, scorrendo dai tropici verso nord riscaldano i venti dominanti mentre questi spirano verso est (cioè verso l'Europa). Le correnti che trasportano calore, dense per la salinità, diventano ancora più dense quando, risalendo verso nord, cedono calore all'atmosfera. Alla fine, l'acqua salata e fredda diviene abbastanza pesante da affondare in prossimità della Groenlandia. Da qui ritorna verso sud lungo il fondo oceanico, lasciando un vuoto che attira altra acqua calda dalle basse latitudini. Quando la corrente Nord-Atlantica è attiva, condizioni temperate con inverni relativamente miti (rispetto a quelli che si registrano alle stesse latitudini in America) favoriscono una ricca produzione agricola in gran parte dell'Europa. I monsoni stagionali portano acqua ad ampie fasce dell'Africa e dell'Estremo Oriente. L'Asia centrale è umida mentre Antartide e Sud Atlantico sono freddi.

Il nastro trasportatore può rallentare o fermarsi quando nel Nord Atlantico affluisce troppa acqua dolce, che diluisce le correnti ad alta salinità provenienti da sud poiché le acque superficiali (indipendentemente dalla loro temperatura) non diventano abbastanza dense da “affondare”. I venti dominanti in questo modo portano aria fredda verso l'Europa creando condizioni di freddo che possono durare per decenni, fino a quando le acque delle basse latitudini non diventano abbastanza saline da sopraffare quelle più dolci a nord, facendo ripartire il nastro trasportatore con una gigantesca spinta.

Se il nastro trasportatore si fermasse avremmo inverni rigidissimi in Europa e nell'America del Nord mentre avremmo forti siccità in molte parti dell'emisfero australe poiché non vi sarebbero più i monsoni provocati dalle correnti calde risalenti verso nord. L'analisi dei dati sul clima preistorico ha fornito alcuni indizi che vanno in questa direzione, ma la loro interpretazione è ancora controversa. Ad esempio sembra quasi certo che, circa 11 000 anni fa, la fusione di estesi ghiacciai posti sul Labrador causò il rallentamento della corrente del Golfo. Una delle conseguenze dell'evento fu il raffreddamento del clima europeo per un periodo approssimativo di 1 000 anni. Un'ipotesi simile è stata fatta anche per spiegare la Piccola era glaciale. L'aggravarsi o l'inizio di una nuova era glaciale non è comunque prevedibile con i modelli climatici attuali. In base alle ipotesi più pessimistiche, il clima potrebbe mutare in modo drastico e imprevedibile in pochi decenni.

Nel 1991, un modello climatico di Manabe, che prevedeva un sistema accoppiato oceano-atmosfera, si concluse con una previsione che un cambio nella circolazione della corrente del Golfo nel nord Atlantico poteva provocare un raffreddamento dell'Europa. Secondo alcuni climatologi, un aumento della temperatura del pianeta, come nel caso dell'attuale riscaldamento globale, produrrebbe un afflusso di grandi quantità di acqua dolce, liberata dal disgelo della coltre glaciale della Groenlandia e di altre regioni boreali e potrebbe bloccare il cosiddetto "nastro trasportatore" del nord Atlantico. Un eventuale arresto del nastro trasportatore, o anche soltanto un suo significativo rallentamento, potrebbe raffreddare il Nord Europa anche se le temperature globali continuassero ad aumentare a causa del riscaldamento globale.

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