Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera

Voce principale: Marina Militare (Italia).
Corpo delle capitanerie di porto
Guardia costiera
Emblema della Guardia costiera italiana
Descrizione generale
Attiva20 luglio 1865 - oggi
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Servizio Regia Marina
Marina Militare
TipoGuardia costiera
RuoloRicerca e soccorso
Polizia marittima
Polizia giudiziaria
Polizia militare
Antiterrorismo
Polizia tecnico-amministrativa marittima
Polizia ambientale
Polizia di frontiera
Sicurezza della navigazione
Protezione Civile
Dimensione11.000 unità
Comando generaleViale dell'Arte, 16 - 00144 Roma
PatronoSanta Barbara, patrona della Morte Improvvisa
MottoOMNIA VINCIT ANIMUS
ColoriBianco-Rosso
MascotteFoca monaca
Battaglie/guerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Operazione Antica Babilonia
Guerra del Libano
Anniversari20 luglio (fondazione)
Sito internetwww.guardiacostiera.gov.it
Parte di
Comandanti
comandante generale del Corpoammiraglio ispettore capo (CP)
Nicola Carlone
Simboli
Bandiera
Bandiera di bompresso-
Stemma forza armata
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Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera è uno dei sei costituenti la Marina Militare italiana; ad esso sono affidati compiti relativi agli usi civili del mare, svolti in dipendenza funzionale da tre Ministeri: Infrastrutture e trasporti, Ambiente e sicurezza energetica e Agricoltura e sovranità alimentare e foreste.

Ai sensi del Codice della navigazione, le articolazioni del Corpo sono le Direzioni marittime, i Compartimenti marittimi, gli Uffici circondariali marittimi e gli Uffici locali marittimi. L'appartenenza alla Marina Militare – nel cui ambito le Capitanerie di porto esercitano, oltre che all'ordinamento ed allo status del personale, si concretizza nei compiti di ordine militare previsti dalla legge, in concorso con la Forza Armata.[1] Nel novero di queste funzioni si collocano oggi la salvaguardia della vita umana in mare, la sicurezza della navigazione e del trasporto via mare, delle attività che si svolgono nei porti e lungo i litorali. Le attribuzioni funzionali moderne collocano le Capitanerie di porto alle dipendenze funzionali anche del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dicasteri che hanno ereditato le attribuzioni che, fino al 1994, erano riconducibili all'ambito di competenze del soppresso Ministero della marina mercantile.
La fondazione del Corpo è legata all'emanazione del regio decreto 20 luglio 1865, n. 2438, subito dopo l'unità d'Italia, al 2019 il Corpo dispone di un organico di circa 11.000 unità, tra ufficiali, sottufficiali, graduati e militari di truppa.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Negli Stati italiani preunitari[modifica | modifica wikitesto]

Le repubbliche marinare lasciarono in eredità le loro solide istituzioni marittime e il corpus legislativo del mare agli stati preunitari della penisola italiana, che li adottarono adeguandone gli ordinamenti alle loro esigenze temporali.

Gli antichi stati preunitari italiani disponevano ognuno di un proprio ordinamento: ad esempio, la Real Marina del Regno delle Due Sicilie, composta nei porti principali del Regno dal capitano di porto e dal controllore dei dazi, alle dipendenze del ministro della Marina; il capitano del porto di Livorno era il responsabile dei porti e della Marina mercantile del Granducato di Toscana, mentre nel Regno sardo piemontese vi erano due distinti corpi istituzionali, i consoli e i vice-consoli, ai quali era devoluta l'amministrazione della Marina mercantile e i capitani e gli ufficiali di porto, appartenenti al Corpo dello stato maggiore dei porti, ai quali era affidato il comando dei porti, la polizia e i servizi tecnico-nautici.

L'unità d'Italia e la nascita del Corpo delle Capitanerie di Porto[modifica | modifica wikitesto]

Con l'unità d'Italia si pose quindi il problema dell'unificazione degli ordinamenti portuali previgenti nel neonato Regno d'Italia, allo scopo venne emanato il regio decreto 20 luglio 1865, n. 2438 che creò un nuovo ordinamento statuale e una nuova istituzione per la disciplina dei porti e delle attività marittime. Lo stesso decreto istituì il nuovo Corpo delle Capitanerie di Porto che sostituì e soppresse i consoli di marina e il corpo dello stato maggiore dei porti.[3]

Il Corpo delle capitanerie di porto era all'epoca un corpo civile inquadrato militarmente e formato da capitani di porto di , e 3ª classe, ufficiali di porto , e 3ª classe e applicati di porto. Le giurisdizioni marittime erano costituite da compartimenti e circondari marittimi; i primi erano affidati al comando dei capitani, mentre i secondi erano di competenza degli ufficiali di porto. Al Corpo, erede delle precedenti istituzioni sabaude, fu dato carico di molteplici attività, dalla regolamentazione delle attività marittime, a funzioni meno mercantili come gli arruolamenti militari marittimi. Successivamente, con R.D. 8 dicembre 1910, n. 857, venne creato l'Ispettorato generale del corpo delle capitanerie di porto, con competenza su tutti gli organi periferici.

L'impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra italo-turca e Prima guerra mondiale.
Il generale di porto ispettore Francesco Mazzinghi, fondatore delle capitanerie di porto

Il Corpo fu impiegato in vari teatri bellici, come ad esempio nella guerra italo-turca, e nelle varie fasi delle guerre coloniali italiane. Con lo scoppio della prima guerra mondiale partecipò al servizio di mobilitazione del personale militare, alla difesa delle coste, all'impiego e alla requisizione del naviglio mercantile per uso bellico, all'azione di polizia militare e soprattutto l'organizzazione e il funzionamento dell'attività portuale, indispensabile per assicurare l'approvvigionamento degli eserciti operanti. Con Decreto luogotenenziale del 3 febbraio 1918 il Ministro della Marina affidò definitivamente alle capitanerie di porto i servizi che interessavano la difesa militare e perciò tutti gli appartenenti al Corpo furono militarizzati per la durata della guerra in corso, con proroga di un semestre oltre la firma dei trattati di pace. Il Corpo fu definitivamente inquadrato militarmente nel mese di novembre del 1919[4] e infine entrò a far parte dei corpi della Regia Marina nel settembre del 1923.[5] Con il successivo Regio Decreto 3235 del 1923, vennero istituite le Direzioni marittime, alle quali fu demandato un certo numero di competenze, in precedenza riservate al Ministero. Nel contempo nacquero le capitanerie coloniali, nei territori entrati a far parte del Regno d'Italia.

Con il regio decreto legge 11 novembre 1938 n. 1902 l'ispettorato generale veniva soppresso e in sua vece istituito il Comando generale delle capitanerie di porto, retto da un ammiraglio di squadra, ridisegnandone organici e organizzazione.

La seconda guerra mondiale e la guerra civile in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile in Italia.

Nel corso della seconda guerra mondiale estese la competenza anche nei territori via via occupati (Francia, Jugoslavia, Grecia, Tunisia), con la creazione di nuovi uffici di porto. Con la perdita dei territori in Africa e in Dodecanneso, il personale delle Capitanerie non rimpatriato, divenne prigioniero di guerra.

Durante la guerra civile in Italia e la divisione del territorio tra la Repubblica sociale italiana ed il Regno del Sud, a seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943, mentre nel Regno vigeva il preesistente ordinamento, con il comando generale a Taranto, nel nord Italia vennero istituiti presso il trasferito Ministero delle Comunicazioni, la Direzione generale della marina mercantile e il Comando generale delle capitanerie di porto, con sede a Verona e successivamente a Milano.

Queste due istituzioni, sorte in situazioni molto emergenziali, furono di grande utilità nella tutela del naviglio nazionale, dei porti e nella salvaguardia delle istituzioni marittime in genere.[senza fonte]

Il secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

La ricostruzione interessò tutti i porti della penisola e delle isole, totalmente distrutti, sia strutturalmente sia negli arredi, senza tralasciare il naviglio, completamente distrutto e la rinascita vide protagonisti anche gli uomini del Corpo, attivi anche nei settori economici, oltre che nel ruolo che compete loro di gestione dei porti e dell'amministrazione tecnico giuridica della navigazione marittima. Il "Comando generale delle capitanerie di porto", nel 1948, lasciò il posto a un ricostruito "Ispettorato generale delle capitanerie di porto", al cui Comando fu preposto l'Ufficiale Ispettore più anziano di grado in servizio permanente effettivo, appartenente ai ruoli del Corpo, e in questo contesto il Corpo fu posto alle dipendenze dell'allora Ministero della marina mercantile. Nel 1968 fu demandata direttamente al Corpo la gestione dei mezzi navali destinati ai compiti istituzionali. La nascita della componente aerea del Corpo avvenne nel 1988 quando furono acquisiti i primi quattro velivoli della linea Piaggio P166.

La Guardia costiera[modifica | modifica wikitesto]

Con il Decreto interministeriale dell'8 giugno 1989 fu istituita la "Guardia Costiera", quale articolazione operativa delle Capitanerie di porto, costituita dalle proprie componenti operative aeronavali.

Dal 1996 con una serie di accorpamenti gli uffici delle capitanerie di porto passarono al Ministero dei trasporti e della navigazione, nato dalla soppressione del Ministero della marina mercantile. Con la riforma Bassanini del governo D'Alema I di cui al d.lgs. 30 luglio 1999, n. 300, entrata in vigore nel 2001 col governo Berlusconi II, il "Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera", è stato inquadrato funzionalmente ed organizzativamente nell'ambito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, conservando l'appartenenza alla Marina Militare ed il collegamento con il Ministero della difesa per le funzioni di ordine militare, assicurate in regime di concorso.[6]

La riforma delle forze di polizia in mare[modifica | modifica wikitesto]

Ai sensi del d.lgs.19 agosto 2016, n. 177, la Guardia di Finanza ha assunto il ruolo di unica forza di polizia in mare, quale diretta proiezione dei compiti di tutela dell'ordine pubblico che derivano dall'appartenenza alle forze di polizia a competenza generale prevista dal TULPS. Coerentemente a tale presupposto, ha acquisito le competenze in mare delle altre forze di polizia che avevano una componente operativa marittima, ovvero dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e del Corpo forestale dello Stato. Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera - come chiaramente espresso dalla norma citata - oltre ai compiti legati alla ricerca e soccorso in mare, ha conservato, per effetto della riforma, le proprie competenze di polizia a connotazione specialistica nei settori della sicurezza della navigazione, della vigilanza anti-inquinamento e sugli scarichi che recapitano in mare dalla terraferma, oltre che sulla pesca professionale, sul coordinamento dei controlli sul ciclo dei rifiuti in ambito portuale, in tema sicurezza della navigazione da diporto, oltre che, in generale, i compiti di vigilanza connessi al rispetto delle norme di polizia della navigazione e dell'uso degli specchi acquei introdotti dai Circondari marittimi con ordinanza.

Organizzazione e struttura[modifica | modifica wikitesto]

Ha dipendenza funzionale dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al quale si riconducono i suoi principali compiti istituzionali,[7] e dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che si avvalgono della sua organizzazione e delle sue competenze specialistiche.

Stemma del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera
Il Comando Generale a Roma, presso la sede all'EUR del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti

Al suo vertice vi è il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera che ha sede a Roma (nel quartiere EUR) presso il palazzo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. La carica è ricoperta da un ammiraglio ispettore capo mentre un ammiraglio ispettore ricopre la carica di vice comandante generale del corpo.[8]

L'organizzazione a livello territoriale è stata definita con il decreto interministeriale dell'8 giugno 1989.[9] Essa è attualmente ripartita in:

Reparti speciali[modifica | modifica wikitesto]

Reparti subacquei[modifica | modifica wikitesto]

La Componente subacquea della Guardia Costiera è composta da 5 nuclei operatori subacquei ubicati in tutto il territorio nazionale:

  • 1º NOS San Benedetto del Tronto;
  • 2º NOS Napoli (Portici);
  • 3º NOS Messina;
  • 4º NOS Cagliari;
  • 5º NOS Genova.

Reparti volo[modifica | modifica wikitesto]

La Componente Aerea della Guardia Costiera dispone di quattro basi aeree:

  • 1ª Sezione Volo Elicotteri - dislocata a Sarzana-Luni (SP), presso MARISTAELI Luni opera dal dicembre 1991 come 1º Nucleo Aereo Guardia Costiera. Ha in servizio quattro elicotteri AW 139 CP (Nemo).
  • 2ª Sezione Volo Elicotteri - istituita il 1º luglio 2006 a Catania Fontanarossa, presso MARISTAELI Catania. Opera con sei elicotteri AW 139, due ATR-42 e un P180.
  • 3ª Sezione Volo Elicotteri - opera dal gennaio 2016 nella sede di Pescara, dove sono schierati un ATR-42, 2 P166 e 2 elicotteri AW 139.[10]
  • 4ª Sezione Volo Elicotteri - opera dal 17 luglio 2018 nella sede dell'Aeroporto di Decimomannu con due elicotteri AW 139.[11]

Competenze e funzioni[modifica | modifica wikitesto]

Logo del "Numero blu" per le emergenze in mare e sulle spiagge.

Il Corpo è destinatario di funzioni prevalentemente legate alla regolazione degli usi civili e produttivi del mare, dei porti e delle coste, oltre che al trasporto marittimo in generale. Le attribuzioni di carattere strettamente militare coprono una componente sostanzialmente residuale legate alle attività di concorso nella difesa costiera e nel supporto all'azione delle unità navali della Marina Militare italiana. L'appartenenza ordinamentale al comparto difesa si concilia, pertanto, organicamente con lo svolgimento di funzioni prevalentemente legate all'uso pubblico del mare nella più ampia accezione del termine, e vengono svolti in dipendenza funzionale dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, erede del Ministero della Marina mercantile, soppresso nel 1994, oltre che dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il personale del Corpo è investito della qualifica di ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, per le violazioni previste dal codice della navigazione (articolo 1235)[12] e delle altre leggi speciali (pesca, demanio marittimo, diporto nautico, ambiente, ecc.) I servizi d'istituto sono effettuati con dipendenza da diversi organi dello Stato, dei quali il Comando generale del Corpo delle CC.PP. è l'interfaccia naturale. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è il principale organo istituzionale che si avvale dell'operato delle capitanerie di porto, per la maggior parte delle funzioni collegate all'uso del mare e attività connesse alla navigazione commerciale e da diporto e sul cui bilancio gravano le spese di funzionamento. Il Corpo poi esercita le competenze relative alle materie del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per cui la legge e altre disposizioni normative prevedono la diretta attribuzione allo stesso e svolge, in regime di avvalimento, le attività a esso conferite nei settori riconducibili al competente Dipartimento per i trasporti, la navigazione e i sistemi informativi e statistici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Sinteticamente le attività espletate si possono riassumere in:

  • ricerca e soccorso in mare (SAR);
  • sicurezza della navigazione;
  • supervisione del funzionamento del porto;
  • protezione ambiente marino;
  • centro di controllo nazionale della pesca marittima;
  • formazione del personale marittimo;
  • iscrizione del naviglio mercantile, da pesca e da diporto;
  • contenzioso per le violazioni amministrative marittime;
  • polizia tecnico-amministrativa marittima comprendente: la disciplina delle attività marittime (potere di ordinanza), controllo del traffico marittimo, manovra delle navi, inchieste sui sinistri marittimi, gestione dei porti non sede di Autorità portuale;
  • collaudi e ispezioni ai depositi costieri;
  • vigilanza e polizia demaniale marittima;
  • arruolamento del personale militare della Marina;
  • archeologia subacquea;
  • concorso al contrasto all'immigrazione clandestina via mare;
  • servizi di protezione civile;
  • servizi di polizia stradale nelle aree portuali (art. 12, c. 3 lett. f del codice della strada);
  • servizi antiterrorismo e di sicurezza, sia negli ambiti portuali sia a bordo delle navi nazionali ed estere, in adesione alla normativa nazionale e internazionale vigente.

Per la varietà di compiti e diversi dicasteri o enti amministrativi interessati, la componente del Corpo delle capitanerie di porto è uno sportello unico per le attività marittime.

Compiti di polizia[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo esercita, dunque, la funzione di polizia giudiziaria in specifiche materie (codice della navigazione e altre leggi speciali), assumendo eccezionalmente competenza generale solo nei porti ove non sia presente un ufficio di pubblica sicurezza. Il Corpo non esercita funzioni di pubblica sicurezza. Inoltre, sono istituite Sezioni di polizia giudiziaria della guardia costiera presso le varie Procure della Repubblica: esse, in base alle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale, dovrebbero essere specializzate ed occuparsi di reati attinenti alle materie di competenza del Corpo; tuttavia, concretamente si trovano spesso ad occuparsi di reati comuni. Il Corpo concorre all'attività di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope, nei termini stabiliti dagli articoli 5 e 99 del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309.

Altre competenze sono:

  • comando dei porti ed esercizio delle funzioni di Autorità di sicurezza in materia di prevenzione da minacce, ai sensi del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 203;
  • polizia nei porti e in corso di navigazione;
  • sicurezza generale nei porti e nelle relative adiacenze, ai sensi dell'articolo 81 del codice della navigazione e, nei termini previsti dall'articolo 82 del predetto codice, sulle navi in porto e in corso di navigazione nel mare territoriale;
  • polizia marittima;
  • demanio marittimo ed esercizio dei relativi poteri di polizia amministrativa;
  • personale marittimo;
  • regime amministrativo della nave;
  • diporto nautico;
  • soccorso e polizia di sicurezza della navigazione nei laghi e nelle acque interne;
  • funzioni autorità portuale nei porti in cui non ve ne sia istituita una;
  • servizi tecnico - nautici;
  • sicurezza delle attività lavorative nei porti e a bordo di navi, ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 ed esercizio delle potestà organizzative e dei poteri di vigilanza in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro nell'ambito delle proprie strutture e dei propri mezzi operativi;
  • attività ispettiva in funzione di controllo delle navi da parte dello Stato di approdo (port State control) e dello stato di bandiera (flag State), rispettivamente ai sensi delle direttive 2009/16/CE[13][14][15], 2009/15/CE[16][17] e 106/2001/CE[18][19] e successive modifiche;
  • indagini e inchieste sui sinistri marittimi al fine di individuarne cause, circostanze e responsabilità in linea con la previsione del codice della navigazione e del relativo regolamento di esecuzione, nonché ai sensi del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 28;
  • responsabilità civile per i danni dovuti a inquinamenti da combustibile delle navi;
  • altre materie previste dal codice della navigazione e dalle altre leggi speciali che demandano al Corpo specifiche funzioni.

Ricerca e soccorso (SAR) in mare[modifica | modifica wikitesto]

Area SAR di competenza dell'Italia con le 16 zone MRSC

Nell'ambito delle funzioni sopraelencate, svolge la funzione generale di autorità marittima ai sensi del codice della navigazione, e ferme restando le attribuzioni in materia di coordinamento generale dei servizi di soccorso marittimo, di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), del decreto del presidente della Repubblica 28 settembre 1994, n. 662, è competente per l'esercizio delle funzioni di ricerca e salvataggio in mare, ai sensi degli articoli 69, 70 e 830 del codice della navigazione, di disciplina, monitoraggio e controllo del traffico navale, di sicurezza della navigazione e del trasporto marittimo, nonché delle relative attività di vigilanza e controllo, ai sensi del codice della navigazione, della legge 28 dicembre 1989, n. 422 e delle altre leggi speciali.

Il regolamento di attuazione della convenzione di Amburgo del 1979 sul soccorso marittimo (d.P.R. 28 settembre 1994, n. 662), è il documento di coordinamento, anche innovativo, in materia di ricerca e soccorso in mare. Infatti questo documento dispone l'organizzazione del sistema di soccorso secondo precisi criteri aderenti alla normativa internazionale. In questo assetto, Il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, attraverso la propria centrale operativa, ha assunto le funzioni di "Italian Maritime Rescue Coordination Centre" con l'acronimo IMRCC (Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo). L'IMRCC, in tale veste, assume il coordinamento delle operazioni di soccorso in mare, nell'area marittima di competenza Italiana, ma in particolare è incaricato di promuovere, mantenendo i pertinenti collegamenti internazionali con gli omologhi di altri Stati, il soccorso in favore dei mezzi e cittadini italiani in qualsiasi mare; analogamente, è incaricato del soccorso a mezzi e persone straniere nelle acque italiane. In questo ambito le direzioni marittime, con le loro sale operative, assumono le funzioni di centri secondari di soccorso marittimo (MRSC) e assicurano il coordinamento delle operazioni SAR nelle aree di loro competenza, secondo i pertinenti piani di soccorso o in base alle deleghe dell'IMRCC.

Tutti gli altri uffici periferici del Corpo delle capitanerie di porto, sono classificati UCG (Unità costiere di guardia), i quali hanno la facoltà di coordinamento degli eventi SAR che accadono nelle proprie giurisdizioni, sempre secondo le deleghe permanenti o degli organi sovraordinati.

In fase di coordinamento di soccorsi marittimi, i Centri secondari di Soccorso e le unità costiere di guardia hanno facoltà di richiedere i mezzi necessari anche ad altre Amministrazioni dello Stato o privati.

Funzione di polizia militare[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ambito delle altre attribuzioni connesse allo svolgimento di compiti e mansioni di carattere militare discendenti dalle incombenze di forza armata, per quanto attiene alle funzioni di polizia militare, oltre che all'Arma dei carabinieri, le stesse sono prescritte anche per il Corpo delle capitanerie di porto - guardia costiera per quanto riguarda esclusivamente gli appartenenti al Corpo, già a mente della legge 8 luglio 1926, n. 1178 (Gazzetta Ufficiale n. 162 del 15 luglio 1926), recante "Ordinamento della Regia Marina", e del precipuo art. 32 "Spettanze del Corpo delle capitanerie di porto", lettera M, che recitava: «concorrere alla difesa marittima e costiera, ai servizi ausiliari e logistici dell'armata, all'applicazione delle norme del diritto internazionale marittimo e all'esercizio della polizia militare.

Il codice dell'ordinamento militare[20] all'art. 132, comma 1º lett. a), richiama letteralmente il predetto articolo, e si evidenziano i contenuti ex comma 2 art. 90, stessa norma, dal titolo "Funzioni di polizia militare", che salvaguarda espressamente detta competenza riguardo ai militari del Corpo. In particolare alle capitanerie di porto sono riconosciute competenze in materia di polizia militare e polizia giudiziaria militare per quanto attiene alla sicurezza della navigazione, alla sicurezza dei porti e alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Inoltre può essere incaricata delle medesime funzioni in ambito missioni militari internazionali, sia per i porti in cui opera la Marina Militare, oppure nelle ipotesi in cui sia autorizzata ad operare in acque territoriali straniere ove le competenze specifiche non esistano.

Vigilanza ambientale marittima[modifica | modifica wikitesto]

Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera dipende funzionalmente dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ai sensi dell'articolo 8 della legge 8 luglio 1986, n. 349, e dell'articolo 3 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, esercitando funzioni di vigilanza e controllo in materia di tutela dell'ambiente marino e costiero. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 12 del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 202, il Corpo delle capitanerie di porto esercita, specificatamente, le funzioni sottostanti:

  1. nelle zone sottoposte alla giurisdizione nazionale svolge, in via prevalente, le attività di controllo relative all'esatta applicazione delle norme del diritto italiano, del diritto dell'Unione europea e dei trattati internazionali in vigore per l'Italia in materia di prevenzione e repressione di tutti i tipi di inquinamento marino, ivi compresi l'inquinamento da navi e da acque di zavorra, l'inquinamento da immersione di rifiuti, l'inquinamento da attività di esplorazione e di sfruttamento dei fondi marini e l'inquinamento di origine atmosferica, nonché in materia di protezione dei mammiferi e della biodiversità;
  2. nelle acque di giurisdizione e di interesse nazionale esercita, per fini di tutela ambientale e di sicurezza della navigazione, ai sensi della legge 7 marzo 2001, n. 51, il controllo del traffico marittimo (Vessel Traffic Service);
  3. provvede, ai sensi degli articoli 135, 2° comma, e 195, 5° comma del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, alla sorveglianza e all'accertamento delle violazioni in materia di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche se dalle stesse possono derivare danni o situazioni di pericolo per l'ambiente marino e costiero, nonché alla sorveglianza e all'accertamento degli illeciti in violazione della normativa in materia di rifiuti e alla repressione dei traffici illeciti e degli smaltimenti illegali dei rifiuti;
  4. esercita, ai sensi dell'articolo 19 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, la sorveglianza nelle aree marine protette e sulle aree di reperimento;
  5. ai sensi dell'articolo 296, comma 9 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in relazione al tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo, accerta le violazione e irroga le sanzioni di cui ai commi da 5 a 8 del predetto articolo;
  6. per le attività di cui agli articoli 11 e 12 della legge 31 dicembre 1982, n. 979, attraverso la sua organizzazione periferica a livello di compartimento marittimo, opera, ai sensi della legge 16 luglio 1998, n. 239, articolo 7, sulla base di direttive vincolanti, generali e specifiche, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare; in forza della medesima disposizione normativa per altri interventi e attività in materia di tutela e difesa del mare, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare può avvalersi anche del Corpo delle capitanerie di porto, sulla base di specifiche convenzioni. Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera dipende funzionalmente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ai sensi del decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 153, per l'esercizio delle funzioni delegate in materia di pesca marittima.

In virtù delle attribuzioni sopraccitate, il Corpo delle capitanerie di porto esercita, in particolare, le funzioni seguenti:

  1. direzione, vigilanza e controllo sulla filiera della pesca, ai sensi dell'articolo 21 della legge 14 luglio 1965, n. 963;
  2. attività amministrativa in materia di pesca marittima sulla base di direttive impartite dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ai sensi dell'articolo 7, comma 1 del decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 153;
  3. in base a quanto disposto dall'articolo 7, comma 2 del citato decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 153, centro di controllo nazionale della pesca, sulla base degli indirizzi concertati con le Regioni e in aderenza ai principi generali di cui all'art. 118 della Costituzione;
  4. vigilanza e controllo sull'esatto adempimento delle norme relative alle provvidenze in materia di pesca previste dalla normativa nazionale e comunitaria;
  5. verifica della corretta applicazione delle norme sul commercio di prodotti ittici e biologici marini;
  6. partecipazione, mediante personale specializzato, alle attività di verifica sull'esatto adempimento della normativa comunitaria in materia di pesca, in base alla pianificazione, e alle discendenti fasi operative, disposte dai competenti organi comunitari.

Personale[modifica | modifica wikitesto]

Armamento[modifica | modifica wikitesto]

  • Caschi e Scudi da Ordine Pubblico, manganelli e equipaggiamento da polizia usati dal personale nelle missioni di sicurezza o di controllo di imbarcazioni.

Mobilità[modifica | modifica wikitesto]

Modalità di reclutamento[modifica | modifica wikitesto]

I requisiti per l'arruolamento sono simili a quelli previsti per la Marina militare. In ordine crescente di grado, ci si può arruolare nella truppa come VFP1, con la possibilità successiva di partecipare al concorso per VFP4 e infine transitare in s.p.e. con il grado di sottocapo. Si può inoltre partecipare al concorso per allievi marescialli e per allievi ufficiali (entrambi per diplomati); c'è inoltre la possibilità di arruolarsi come ufficiali in ferma prefissata (30 mesi, per diplomati e laureati), oppure la possibilità per i possessori di specifiche lauree quinquennali di arruolarsi come "Ufficiali a nomina diretta".

Mezzi utilizzati[modifica | modifica wikitesto]

Componente navale[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della componente navale del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera

Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera ha una flotta composta da oltre 300 unità navali di vario tipo, dislocate in 113 fra porti e approdi della penisola italiana e delle sue isole.

I mezzi navali utilizzati per l'assolvimento dei compiti istituzionali del corpo sono in fase di rinnovamento. Il potenziamento dei mezzi navali del Corpo delle capitanerie di porto ha origine con la promulgazione della legge 30 novembre 1998, n. 413[21], con la quale sono stati messi in cantiere 6 pattugliatori della classe 900 e 2 navi classe Dattilo con ponte di volo da mt.100 di lunghezza, una nave logistica da 65 m., 28 unità d'altura a grande autonomia (AGA) della classe 200/S, per investimenti complessivi di 40 miliardi di lire in 15 anni, e "la costruzione, d'intesa con il Ministro della difesa, di unità navali di tipologia simile ai pattugliatori classe "Cassiopea", affidate alla Marina militare per la vigilanza a tutela degli interessi nazionali, al di là del limite esterno del mare territoriale, e gestite dal Ministero della difesa;"per complessivi 35 miliardi di lire a partire dall'anno 2000[22]. Inoltre sono state commissionate 94 motovedette Classe 800, 26 motovedette classe 2000 e 32 unità navali classe 500 oltre che diversi mezzi litoranei.

Attualmente la flotta in dotazione alla Guardia costiera comprende[23]:

Componente d'altura:

Classe Nome Anno di costruzione Cantiere navale di costruzione Dislocamento Lunghezza Velocità in nodi
classe Dattilo CP 940 Luigi Dattilo 2013 Bandiera dell'Italia Fincantieri 3.500 t 94.2 m 18
CP 941 Ubaldo Diciotti 2014
classe Fiorillo CP 904 Michele Fiorillo 2003 Bandiera dell'Italia Fincantieri 427 t 52.80 m 32
CP 905 Alfredo Peluso
CP 906 Oreste Corsi 2004
classe 200/S CP 265 2001 Bandiera dell'Italia Intermarine di Sarzana -

Bandiera dell'Italia Rodriguez, Messina

53 t 25 m 24
CP 267
CP 268
CP 271 2002
CP 273
CP 274
CP 276
CP 277
CP 278
CP 280
CP 281
CP 282
CP 283 2003
CP 284 2004
CP 285
CP 286
CP 287
CP 288 2005
CP 289
CP 290 2003
CP 291
CP 292
Classe Angeli del Mare CP 420 Natale De Grazia 2020 Bandiera dell'Italia Intermarine di Messina 150 t 33.6 m 31
CP 421 Roberto Aringhieri 2021
  • Componente vigilanza pesca:
Classe Nome Anno di costruzione Cantiere navale di costruzione Dislocamento Lunghezza Velocità in nodi
classe Gregoretti CP 920 Bruno Gregoretti 2013 Bandiera dell'Italia Cantieri Navali Megaride di Napoli 2.153 t 62.6 m 15
classe Ingianni CP 409 Giulio Ingianni 1992 Bandiera dell'Italia CRN Ancona 245 T 34.6 m 18
classe Cavallari CP 401 Oreste Cavallari 1989 Bandiera dell'Italia CRN Ancona 130 t 29.6 m 17
CP 402 Renato Pennetti 1990
CP 403 Walter Facchin
CP 404 Gaetano Magliano
classe Mazzinghi CP 406 Antonio Scialoja 1991 Bandiera dell'Italia Bacino di carenaggio SPA Trapani 136 t 29.5 m 22

Mezzi aerei[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della componente aerea del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera

Il servizio aereo della Guardia costiera fu attivato nel 1989 con l'inglobamento dei reparti aeronavali preesistenti. La componente aerea è formata da velivoli ad ala fissa e ala rotante stazionati presso le sedi del 1º, 2º e 3º nucleo aereo, rispettivamente negli aeroporti di Sarzana-Luni, Catania Fontanarossa e Pescara Fontanelle (in cui operavano 7 Piaggio P.166 codice di chiamata radio: "orca" ora dismessi), 2 ATR 42 MP (uno in versione 400 e 1 in versione 500) ("manta"). Nelle sedi di Sarzana e Catania, esistono inoltre due sezioni elicotteri rispettivamente 1ª e 2ª sezione elicotteri che operavano con alcuni Agusta-Bell AB 412 ("koala"), ora dismessi, e 11 nuovi AgustaWestland AW139 ("nemo"). Dopo la dotazione del corpo degli AgustaWestland AW139, si sono formate 2 ulteriori sezioni elicotteri la 3ª e la 4ª a Pescara e Cagliari utilizzando 4 nuovi AgustaWestland AW139 e 1 ATR 42. Si sta valutando la possibilità di dislocare un nuovo nucleo elicotteri a Pontecagnano in provincia di Salerno e uno a Grottaglie in Puglia.[senza fonte] La dotazione attuale è di 15 nuove macchine ad ala rotante.

Aeromobile Origine Tipo Versione
(denominazione locale)
In servizio
(2016)[24]
Note Immagine
Aerei da ricognizione
ATR-42MP Manta Bandiera dell'Italia Italia aereo da sorveglianza aerea marittima ATR-42MP-420
ATR-42MP-500 "Manta"
1[24]
2[24]
Dopo l'ATR-42MP-420 acquistato nel 1998, gli hanno fatto seguito due esemplari della serie 500.[24]
Piaggio P.180 Avanti II Bandiera dell'Italia Italia aereo da sorveglianza aerea marittima P.180 "Avanti II" 1[24] Un esemplare consegnato a marzo 2011 ed in servizio al 2016.[24] Utilizzato per le esigenze di collegamento e, con la dotazione di bordo installata, per attività di sorveglianza.[24]
Elicotteri
Agusta AB-412 Koala Bandiera dell'Italia Italia
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
SAR AB-412HP "Koala" 5[24] Sono stati consegnati complessivamente dieci esemplari, dei quali quattro nella versione AB-412SP e sei AB-412HP, uno dei quali perduto in un incidente il 17 ottobre 2001 (il Koala 9-07).[24] Nel 2015, gli esemplari versione SP sono stati ceduti ad AgustaWestland come previsto dal secondo contratto d'acquisto dei nuovi AW-139.[24]
AgustaWestland AW-139 Nemo Bandiera dell'Italia Italia SAR PH-139 "Nemo" 15 Consegnati a partire dal 2010, le ultime due macchine sono state consegnate nel 2016.[24] Leonardo-Finmeccanica ha comunicato che ad agosto 2016 sono stati ordinati due nuovi esemplari, portando il numero totale a 12 esemplari.[25] Agli inizi del 2019 sono stati consegnati ulteriori 2 esemplari, per un totale di 14 macchine.

Aeromobili ritirati[modifica | modifica wikitesto]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera è rappresentato:

L'emblema della Guardia costiera[modifica | modifica wikitesto]

A seguito dell'istituzione dei reparti di Guardia costiera del Corpo delle capitanerie di porto di cui al decreto interministeriale dell'8 giugno 1989, a similitudine di quanto già avveniva in tutti i servizi di Guardia costiera del mondo, le unità navali e aeree del Corpo furono "vestite" della tradizionale banda diagonale rossa sugli scafi e sulle carlinghe.

Questo simbolo, appunto, distintivo del servizio di Stato «Guardia costiera» fu caricato di due piccole bande marginali verde e bianca, in ossequio alla bandiera nazionale; al centro è stata posta l'ancora nera della Marina Militare, in un tondo bianco.

Qualifiche e abilitazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nocchiere di Porto "NP"
  • senza specialità
    • Operatori di volo (NP/OV)
    • Tecnici di aeromobili (NP/TAER)
    • Condotta battelli pneumatici (NP/PN)
    • Vessel traffic service (NP/VTS)
  • Motoristi (NP/MS)
    • Servizio antincendio (NP/MS/SA)
    • Specialisti aeronautici (NP/MS/SAER)
  • Radaristi (NP/RD)
  • Radiotelefonisti (NP/RF)
  • Elaboratori dati (NP/OE)
  • Operatori (NP/OP)
    • Vessel traffic service (NP/OP/VTS)
  • Tecnici elettronici (NP/ETE)
    • Tecnici di aeromobili (NP/ETE/TAER)
  • Montatori (NP/MO)
    • Tecnici di aeromobili (NP/MO/TAER)
  • Tecnici (NP/TC)
    • Tecnici di aeromobili (NP/TC/TAER)
    • Vessel traffic service (NP/TC/VTS)
  • Elettromeccanici (NP/EM)
  • Furieri segretari (NP/FR)
  • Furieri contabili (NP/FRC)
  • Maestri di mensa e cucina (NP/MCM)
  • Conduttori automezzi (NP/CNA)
  • Servizio difesa installazioni (NP/SDI)
  • Meccanici d'armi (NP/MA)

Gradi[modifica | modifica wikitesto]

Grado Distintivo per controspallina Distintivo per divisa ordinaria invernale Distintivo tubolare Sigla Codice NATO
Ufficiali
Ufficiali ammiragli
Ammiraglio ispettore capo
(CP)

comandante generale

A.I.C. (CP) OF-8
Ammiraglio ispettore
(CP)

comandante generale[27]

A.I. (CP) OF-7
Ammiraglio ispettore (CP) A.I. (CP)
Contrammiraglio (CP) C.A. (CP) OF-6
Ufficiali superiori
Capitano di vascello (CP) C.V. (CP) OF-5
Capitano di fregata (CP) C.F. (CP) OF-4
Capitano di corvetta (CP) C.C. (CP) OF-3
Ufficiali inferiori
Tenente di vascello (CP) T.V. (CP) OF-2
Sottotenente di vascello (CP) S.T.V.(CP) OF-1
Guardiamarina (CP) G.M. (CP)
Sottufficiali
Ruolo marescialli
Primo luogotenente NP OR-9
Luogotenente NP
Primo maresciallo NP
Capo di 1ª classe NP
Capo di 2ª classe NP OR-8
Capo di 3ª classe NP
Ruolo sergenti
Secondo capo aiutante NP OR-7
Secondo capo scelto
NP
Secondo capo
NP
OR-6
Sergente
NP
OR-5
Ruolo Graduati
Volontari in Servizio Permanente
Sottocapo aiutante NP OR-4
Sottocapo scelto NP
Sottocapo di 1ª classe NP
Sottocapo di 2ª classe NP
Sottocapo di 3ª classe NP
Ruolo Truppa
Volontari in Ferma Prefissata
Comune scelto NP

(dopo 18 mesi nel ruolo VFP4)

OR-3
Comune di 1ª classe NP

(VFP4)

OR-2
Comune di 2ª classe NP

(VFP1)

OR-1

Onorificenze concesse al Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera[modifica | modifica wikitesto]

Il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera, nel corso della sua storia, è stata insignita delle seguenti onorificenze:

Individuali[28][29][modifica | modifica wikitesto]

Al valor militare

9 medaglie d'argento

26 medaglie di bronzo

60 croci di guerra

63 encomi solenni

Al valor civile

13 medaglie d'argento

67 medaglie di bronzo

143 attestati di benemerenza

12 encomi solenni

Al valor di Marina

4 medaglie d'oro

33 medaglie d'argento

90 medaglie di bronzo

12 encomi solenni

Al merito civile

3 medaglie d'oro (allo Stendardo)

3 medaglie d'argento

27 medaglie di bronzo

51 attestati di benemerenza

Al merito di Marina (già medaglia di benemerenza marinara)

3 medaglie d'oro

35 medaglie d'argento

171 medaglie di bronzo

Allo stendardo delle Unità navali (aggiornamento al dicembre 2018)[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor di Marina - nastrino per uniforme ordinaria
«Le Unità Navali del Corpo delle Capitanerie di Porto, con i loro equipaggi, nel corso degli anni prestavano incessantemente la loro rischiosa e complessa opera di soccorso, spesso condotta fino al limite della propria capacità operativa, in condizioni meteorologiche e marine severe, con la consapevolezza di intervenire per salvare numerosissimi migranti provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa, che disperatamente sfidavano le insidie del mare per raggiungere le coste Italiane in situazioni di costante pericolo e, in alcuni casi, al limite della loro sopravvivenza. Esempio di straordinaria umanità, altruismo, coraggio e non comune perizia marinaresca, rafforzavano ed esaltavano l'immagine del Paese e il prestigio della Forza Armata. Stretto di Sicilia, luglio 2011- febbraio 2015»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2015[30]
Medaglia d'argento al valor di Marina - nastrino per uniforme ordinaria
«Gli equipaggi delle Unità Navali del Corpo delle Capitanerie di Porto, nel segno delle più nobili tradizioni marinare, si prodigavano strenuamente con encomiabile spirito di sacrificio, incuranti del pericolo, per strappare dai perigliosi flutti migranti nordafricani che, numerosissimi, avevano disperatamente sfidato le insidie del mare per raggiungere le nostre coste. Fulgidi esempi di eccezionale altruismo, coraggio, umanità, ardimento e straordinaria perizia marinaresca, contribuivano a rafforzare l'immagine del Paese e il prestigio della Forza Armata. Canale di Sicilia, 31 luglio 2011»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 13 luglio 2012[30]
Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Per l'instancabile e valoroso impegno profuso dagli uomini e dalle donne del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera nell'affrontare, spesso in condizioni meteo marine avverse e in ore notturne, la recrudescenza del fenomeno degli sbarchi di profughi e migranti, giunti con mezzi di fortuna, nel mare di Sicilia. I molteplici interventi protesi alla salvaguardia del supremo valore della vita umana, hanno dimostrato la straordinaria professionalità nello svolgimento degli specifici compiti di vigilanza e l'eccezionale abnegazione del personale tutto, riscuotendo la riconoscenza e l'ammirazione dell'intero Paese. Mare di Sicilia, 2012-2014»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 1º luglio 2015[30]
Medaglia d'oro al merito di Marina - nastrino per uniforme ordinaria
«Gli equipaggi delle Unità Navali del Corpo delle Capitanerie di Porto, strategicamente impiegati in relazione all'eccezionalità dell'evento del naufragio occorso alla Motonave Costa Concordia e al repentino evolversi della situazione, con encomiabile spirito di sacrificio, grande coraggio e incurante sprezzo del pericolo si adoperavano senza sosta, per trarre in salvo migliaia di persone a bordo della Motonave naufragata all'Isola del Giglio, scongiurando una tragedia di proporzioni immaginabili. Questo evento si aggiunge a innumerevoli interventi di salvataggio e soccorso prestati dai mezzi navali del Corpo, in straordinaria perizia marinaresca, grande solidarietà umana e generosa abnegazione. Isola del Giglio (GR), 13-14 gennaio 2012»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 28 novembre 2013[30]
Medaglia d'oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«In occasione dei massicci e reiterati episodi di immigrazione clandestina il personale del Corpo, con grande tempestività e encomiabile professionalità, interveniva in soccorso dei numerosissimi profughi abbandonati in mare aperto o lungo i litorali. Operando generosamente per il superiore fine di salvaguardare comunque la vita umana, offriva alla Nazione tutta splendido esempio di umana solidarietà ed elevato spirito di sacrificio. 1990-2000, Canale di Otranto»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 11 maggio 2000[30]

Allo stendardo del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera (aggiornamento al dicembre 2018)[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Nel corso di oltre un ventennio, dando prova di elevatissima professionalità, di encomiabile spirito di sacrificio e di incondizionato impegno, interveniva con uomini e mezzi in aiuto delle popolazioni costiere e degli abitanti delle isole, prodigandosi con immediatezza, efficacia, sensibilità e perizia marinaresca in un'attività generosa ed instancabile ed in innumerevoli operazioni di soccorso di quanti, sul litorale nazionale, si trovassero in condizioni di difficoltà. Territorio nazionale, 1968 -1996»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1996[30]
Medaglia d'oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Il personale delle Capitanerie di porto ha fronteggiato le emergenze legate all'enorme flusso dell'immigrazione clandestina via mare, rendendosi protagonista del soccorso, anche in condizioni atmosferiche avverse, dei cittadini extracomunitari presenti sulle imbarcazioni intercettate da unità del Corpo. La molteplicità degli interventi, effettuati con elevata professionalità, sia di giorno che di notte, hanno dato testimonianza di generoso spirito di umana solidarietà, di eccezionale coraggio, e di diffuso senso di abnegazione e dedizione al dovere, contribuendo a rafforzare la fiducia nelle Istituzioni. Lampedusa e Linosa, 2001-2003»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 5 luglio 2004[30]
Medaglia di bronzo al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«In occasione di un vasto incendio che aveva interessato il litorale, il personale della Capitaneria di porto con grande abnegazione accorreva immediatamente, nonostante la scarsissima visibilità dovuta alle fiamme e al fumo, per prestare soccorso ai numerosi turisti che, in preda al panico, si erano tuffati in mare, riuscendo a trarli in salvo. Chiaro esempio di alto senso del dovere e di elette virtù civiche che hanno suscitato la riconoscenza della collettività locale. Peschici (FG), 24 luglio 2007»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 20 maggio 2011[30]
Medaglia d'oro al merito della Croce Rossa Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al merito della Croce Rossa Italiana
«Per lo straordinario, prolungato e costante impegno nel soccorso in mare di decine di migliaia di migranti che con mezzi di fortuna fuggono da situazioni di povertà o conflitto, realizzando così appieno i valori umanitari del Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. In tale contesto il personale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera ha generosamente supportato logisticamente il personale C.R.I. dando prova di sensibile partecipazione agli alti e nobili fini istituzionali dell'Associazione. Questa onorificenza vuole essere un segno di riconoscenza e di affetto da parte di Croce Rossa Italiana tutta»
— Roma, 13 luglio 2015[30]
Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza (al Comando Generale del Corpo)»
— Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 aprile 2011[30][31]
Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte - nastrino per uniforme ordinaria
«Per l'attività di tutela del patrimonio archeologico sommerso, 28 novembre 1992»
— Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 novembre 1992 [32]
Medaglia d'oro al merito della sanità pubblica - nastrino per uniforme ordinaria
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 1996 [33]
Diploma di benemerenza ambientale con medaglia d'oro - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la molteplicità e l'incisività degli interventi eseguiti dagli uomini e dai mezzi del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera per la tutela del mare, delle coste e delle specie marine protette, nonché nell'organizzazione e coordinamento delle operazioni in occasione di eventi di inquinamento significativi ed anche di modesta entità, sempre con alto spirito di servizio, elevata professionalità e spiccato senso dello Stato, messi in luce nella quotidiana, costante e silenziosa attività dei Militari del Corpo»
— Roma, decreto ministeriale 23 maggio 2003[34]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro con spade dell'Ordine pro merito melitensi (Sovrano Militare Ordine di Malta) - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la dedizione, l’abnegazione e la matura solidarietà con cui, in perfetta coerenza con i principi fondamentali dell’Ordine di Malta, gli uomini del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia costiera svolgono la loro missione nei confronti di tutti i fruitori del mare e per l’encomiabile attività umanitaria e di soccorso a favore di migliaia di persone in pericolo di vita nelle acque del Mediterraneo»
— Roma, 20 luglio 2009 [33][35]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://www.guardiacostiera.gov.it/chi-siamo
  2. ^ Marina Militare - Conosciamoci - Capitanerie di porto, su marina.difesa.it. URL consultato il 26 settembre 2015.
  3. ^ Regio Decreto del 20 luglio 1865, n. 2438, su www.guardiacostiera.gov.it. URL consultato il 14 marzo 2023.
  4. ^ Regio decreto n. 2349 del 27 novembre 1919.
  5. ^ Regio decreto n. 2068 del 10 settembre 1923.
  6. ^ www.guardiacostiera.gov.it
  7. ^ http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/organizzazione/guardiacostiera/Pagine/default.aspx
  8. ^ guardiacostiera.gov.it, http://www.guardiacostiera.gov.it/organizzazione/Pages/comando-generale.aspx.
  9. ^ [Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 24 giugno 1989, n. 14.
  10. ^ Le basi aeree, su guardiacostiera.gov.it.
  11. ^ Basi aeree, su guardiacostiera.gov.it. URL consultato il 26 novembre 2018.
  12. ^ Art. 1235 Codice Navigazione - Ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria
  13. ^ Direttiva 2009/16/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009 relativa al controllo da parte dello Stato di approdo.
  14. ^ Regolamento (UE) n. 428/2010 della Commissione del 20 maggio 2010 recante attuazione dell'articolo 14 della direttiva 2009/16/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le ispezioni estese delle navi.
  15. ^ Decreto legislativo 24 marzo 2011, n. 53: Attuazione della direttiva 2009/16/CE recante le norme internazionali per la sicurezza delle navi, la prevenzione dell'inquinamento e le condizioni di vita e di lavoro a bordo per le navi che approdano nei porti comunitari e che navigano nelle acque sotto la giurisdizione degli Stati membri.
  16. ^ Direttiva 2009/16/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009 relativa alle disposizioni ed alle norme comuni per gli organismi che effettuano le ispezioni e le visite di controllo delle navi e per le pertinenti attività delle amministrazioni marittime.
  17. ^ Decreto legislativo 14 giugno 2011, n. 104 Attuazione della direttiva 2009/15/CE relativa alle disposizioni ed alle norme comuni per gli organismi che effettuano le ispezioni e le visite di controllo delle navi e per le pertinenti attività delle amministrazioni marittime Archiviato il 25 luglio 2011 in Internet Archive..
  18. ^ Direttiva 2001/106/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 dicembre 2001 che modifica la direttiva 95/21/CE del Consiglio relativa all'attuazione di norme internazionali per la sicurezza delle navi, la prevenzione dell'inquinamento e le condizioni di vita e di lavoro a bordo, per le navi che approdano nei porti comunitari e che navigano nelle acque sotto la giurisdizione degli Stati membri (controllo dello Stato di approdo).
  19. ^ Decreto legislativo 30 settembre 2004, n. 268. Attuazione della direttiva 2001/16/CE in materia di interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale.
  20. ^ Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 106 dell'8 maggio 2010, serie ordinaria n. 84.
  21. ^ http://www.camera.it/parlam/leggi/98413l.htm art. 8.
  22. ^ http://www.camera.it/parlam/leggi/98413l.htm art. 8 comma 1a e 3a, 1b e 3b.
  23. ^ Mezzi e tecnologie della Guardia costiera italiana, su guardiacostiera.gov.it, 1º giugno 2016. URL consultato il 1º giugno 2016.
  24. ^ a b c d e f g h i j k l "I mezzi aerei della Guardia Costiera" - "Aeronautica & Difesa" N. 354 - 4/2016 pag. 60-61
  25. ^ "LA GUARDIA COSTIERA ITALIANA AGGIUNGE DUE ULTERIORI AW139 ALLA PROPRIA FLOTTA". difesaonline.it, 4 agosto 2016. URL consultato il 31 ottobre 2018.
  26. ^ "GDIF SAYS GOODBYE TO P166", su scramble.nl, 7 marzo 2022, URL consultato il 7 marzo 2022.
  27. ^ dal 2 novembre 2015 al 7 luglio 2017, quando per il Comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera venne ripristinato il grado di ammiraglio ispettore capo
  28. ^ Dati suscettibili di aggiornamento costante
  29. ^ Onorificenze, su guardiacostiera.gov.it. URL consultato il 27 dicembre 2018.
  30. ^ a b c d e f g h i j http://www.guardiacostiera.gov.it/chi-siamo/Pages/onorificenze.aspx
  31. ^ https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2010/11/26/277/sg/pdf
  32. ^ https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/24
  33. ^ a b https://www.guardiacostiera.gov.it/chi-siamo/Pages/onorificenze.aspx
  34. ^ guardiacostiera.gov.it, https://www.guardiacostiera.gov.it/chi-siamo/Pages/onorificenze.aspx.
  35. ^ https://web.archive.org/web/20151208115440/http://www.orderofmalta.int/notizie/41096/medaglia-doro-dellordine-alla-guardia-costiera-italiana/

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Walter Gonzales, Sentinelle in blu, Mursia Editore.
  • a cura di Ugo Bertelli, Il libro delle Capitanerie di porto - Guardia costiera, Testi e Interviste: Enrico Alderotti e Daniela Stanco, Progetto Grafico e Impaginazione: Daniela Stanco, Editrice Imago Media.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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