Contea di Novellara e Bagnolo

Contea di Novellara e Bagnolo
Contea di Novellara e Bagnolo - Stemma
Motto: "Frangar, non flectar"
(Mi spezzerò, ma non mi piegherò)
Dati amministrativi
Nome completoContea di Novellara e Bagnolo
Lingue ufficialilatino, italiano
Lingue parlatedialetto novellarese
CapitaleNovellara
Dipendente da Sacro Romano Impero
Politica
Forma di governoContea
Nascita7 luglio 1501 con Giampietro Gonzaga
CausaDiploma imperiale di Massimiliano I d'Asburgo
Fine12 ottobre 1737 con Ricciarda Gonzaga
CausaInvestitura a Rinaldo d'Este
Territorio e popolazione
Bacino geograficoEmilia centro settentrionale
Territorio originaleNovellara e Bagnolo
Massima estensione250 km² circa nel secolo XVII
Popolazione3000 abitanti circa nel secolo XVII
Economia
Valutapropria (1553-1678)
RisorseAgricoltura, allevamento
Commerci conStati vicini
Religione e società
Religioni preminentiCattolicesimo
Religioni minoritarieEbraismo
Classi socialiNobili, clero,
artigiani, contadini
Evoluzione storica
Preceduto da Signoria di Novellara
Succeduto da Ducato di Modena e Reggio
Signoria di Novellara
Informazioni generali
Nome completoSignoria di Novellara e Bagnolo
CapoluogoNovellara
Popolazione3000 abitanti circa ()
Dipendente da Signoria di Mantova
Evoluzione storica
Inizio17 maggio 1371
CausaVendita, da parte dei Gonzaga, di Reggio ai Visconti
Fine7 luglio 1501
CausaErezione a contea
Preceduto da Succeduto da
Signoria di Reggio Contea di Novellara

La contea di Novellara e Bagnolo fu un antico feudo italiano esistito dal 1371 al 1728. A governarlo, per circa tre secoli e mezzo, furono i Gonzaga di Novellara. I conti accordarono, durante il Rinascimento, munifica protezione ad artisti e letterati.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La rocca di Novellara
Ritratto della famiglia comitale Gonzaga da Novellara

Il 17 maggio 1371, Feltrino Gonzaga, signore di Reggio e capo della lega anti-Visconti, dopo essere stato sconfitto, fu costretto a vendere la città ed il contado a Bernabò Visconti per 50.000 fiorini d'oro. I Gonzaga, ormai sul lastrico, si rifugiarono in un piccolo feudo, posto a cavallo tra Reggio e la signoria di Mantova, che si erano riservati per sé. Tuttavia Feltrino non si recò mai nel suo nuovo, piccolo stato e qualche anno dopo, nel 1374, morì in condizioni di miseria estrema a Padova.[1]

Gli succedette il figlio Guido, il quale procedette subito all'edificazione della rocca di Novellara, ma le casse dello stato erano talmente vuote che si poterono costruire solamente le fondamenta. La signoria di Novellara e Bagnolo traeva grandi profitti dai dazi posti lungo le strade ed canali che collegavano Reggio al Po e bloccando di fatto i commerci tra la città emiliana, Mantova e Venezia. La signoria basava la sua indipendenza soprattutto sul servizio militare svolto dalla maggior parte dei discendenti maschi. I Gonzaga di Novellara si arruolavano nell'esercito imperiale, (la linea principale dei primogeniti) e anche nelle truppe francesi come in quelle pontificie.

Nel 1501 la signoria di Novellara venne elevata a contea con Giampietro I (1469 - 18 novembre 1515), che aveva i titoli di Signore di Novellara e Cortenuova, Signore del canale delle acque di Novellara, Signore di San Tommaso, Santa Maria e San Giovanni (dal 1484), 1º Conte Sovrano di Novellara del Sacro Romano Impero (Diploma Imperiale del 7 luglio 1501), nel 1510 ottiene Bagnolo già confiscato ai cugini. Gli fu consentito di coniare moneta. Tale privilegio fu concesso nel 1533 da Carlo V e l'officina operò fino al 1678: il conte Alfonso II fu l'unico ad avere impresso il suo ritratto sulle monete. Sempre nel Cinquecento la rocca, da possente fortilizio, fu trasformata in elegante dimora signorile con raffinata corte.[2][3]

Presso la residenza comitale trovarono rifugio ed accoglienza artisti, come Lelio Orsi, musicisti e poeti. Inoltre vennero dissodati molti terreni e bonificate le vaste zone paludose e malsane che circondavano Novellara e Bagnolo. Alla morte di Filippo Alfonso Gonzaga, il 12 ottobre 1728, la dinastia, per via maschile, si estinse, e l'imperatore Carlo VI rifiutò di dare seguito al testamento del defunto conte in favore della sorella Ricciarda, che amministrò comunque la contea nella fase di interregno. La contea fu quindi considerata come un feudo imperiale vacante, di cui fu poi investito, nel 1737, il duca di Modena Rinaldo I d'Este in riconoscimento dei servigi resi durante la guerra di successione polacca. La contea farà dunque parte del ducato di Modena e Reggio, del quale seguì le sorti[4] fino all'Unità d'Italia. Sebbene annessa dagli Estensi, la contea è lasciata in usufrutto, fino alla sua morte nel 1768, a Ricciarda, l'ultima discendente della famiglia, vedova (dal 1731) del duca di Massa e Carrara Alderano I Cybo-Malaspina, la cui figlia Maria Teresa Cybo-Malaspina divenne poi, oltre che duchessa sovrana di Massa, pure Duchessa consorte di Modena e Reggio (e quindi anche contessa di Novellara) .

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

La contea di Novellara aveva una superficie assai limitata e per di più non si presentava come un'unica entità territoriale, ma era divisa in due nuclei. Occupava parte di quelli che attualmente sono i comuni di Novellara e Bagnolo in Piano, in provincia di Reggio Emilia. Gli unici due centri abitati erano Novellara e Bagnolo, entrambi dotati di fortificazioni ancora visibili. La Contea di Novellara confinava a nord e ad ovest con il ducato di Guastalla, ad est con la signoria di Correggio e con il ducato di Modena e Reggio, con il quale era adiacente anche a sud e ad ovest.

Rocca Novellara

Feltrino Gonzaga scelse di riservare per sé e la sua famiglia queste terre data la grande importanza che avevano, soprattutto dal punto di vista commerciale, per Reggio. Attraverso i territori dell'antica contea scorre ancora oggi il naviglio Tassone che, in passato, permetteva l'arrivo delle merci dal Po alla città emiliana, in mano agli eterni nemici Estensi. I Gonzaga di Novellara posero pesanti dazi su questa via d'acqua causando così gravi danni all'economia reggiana per diversi secoli.

Signori di Novellara (1371-1501)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Signori di Bagnolo.
Durata in carica Nome Nascita/morte Matrimonio
1371-1374 Feltrino (1330-1374) sposò
Antonia da Correggio
1374-1399 Guido (?-1399) Ginevra Malatesta
1399-1441 Giacomo (?-1441) Ippolita Pio
1441-1484 Francesco I (?-1484) Costanza Strozzi
1484-1501 Giampietro (1469-1515) Caterina Torelli

Conti di Novellara (1501-1728)[modifica | modifica wikitesto]

Durata in carica Nome Nascita/morte Matrimonio
1501-1515 Giampietro (1469-1515) Caterina Torelli
1515 - 1530 Alessandro I (1496-1530) Costanza da Correggio
1530-1577[5] Francesco II (1519-1577) Olimpia da Correggio
1530-1595[5] Camillo I (1521-1595) Barbara Borromeo
1530-1589[5] Alfonso I (1529-1589) Vittoria di Capua
1595-1640 Camillo II (1581-1650) Caterina d'Avalos
1640-1644 Alessandro II (?-1644) Anna Bevilacqua
1644-1650 Camillo II (1581-1650) Caterina d'Avalos
1650-1678 Alfonso II (1616-1678) Ricciarda Cybo
1678-1727 Camillo III (1649-1727) Matilde d'Este
1727-1728 Filippo Alfonso (1702-1728) Eleonora Tanara

Zecca di Novellara[modifica | modifica wikitesto]

Le emissioni di Novellara iniziarono nel 1533 e terminarono nel 1678, con la morte di Alfonso II. L'imperatore Carlo V, come già accennato, concesse ai conti di Novellara il diritto di battere moneta con diploma del 6 aprile 1533[6]

Le monete coniate nei primi anni erano lo scudo d'oro, del valore di lire 7,0, le monete d'argento da 2 lire, il cavallotto d'argento, la parpagliola, il quattrino e il soldo in rame[7].

Oltre a queste monete ne sono citate anche altre o d'imitazione o contraffazione sia da Davolio che da Celestino Malagoli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Davolio,  p. 10.
  2. ^ Rombaldi, p. 72
  3. ^ Bellesia, p. 21
  4. ^ Rombaldi, p. 257
  5. ^ a b c Alla morte di Alessandro I la contea fu amministrata dalla vedova Costanza da Correggio. Nel 1533 l'imperatore Carlo V concesse l'investitura comitale congiunta, oltre che al fratello del defunto, Giulio Cesare, patriarca titolare di Alessandria, ai tre figli, pur protraendosi in effetti per decenni l'oculata amministrazione da parte della vedova, durante la loro minore età e poi l'assenza loro e del cognato. L'investitura congiunta dei tre fratelli fu quindi confermata e rinnovata, nel 1559, dopo la morte dello zio patriarca, dall'imperatore Ferdinando I con un diploma il cui testo è riportato in Zanetti, pag. 229-223
  6. ^ "ius cudendi monetam tam auream quam argenteam et aeneam", riportato da Fabbrici, pag. 63.
  7. ^ Fabbrici, pag. 23-27.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mirella Comastri Martinelli, Reggio Narrata-Il Seicento e il Settecento, Reggio nell'Emilia, Gianni Bizzocchi Editore, 2002.
  • Andrea Balletti, La storia di Reggio nell'Emilia narrata ai giovani, Reggio nell'Emilia, Multigrafica Editrice, 1979.
  • Lorenzo Bellesia, Le monete dei Gonzaga di Novellara, Serravalle (RSM), Nomisma, 1999.
  • Vincenzo Davolio, Memorie Storiche della Contea di Novellara e dei Gonzaghi che vi dominarono, Milano, 1833. URL consultato il 28 marzo 2017.
  • Gabriele Fabbrici, Ricerche sulla zecca di Novellara, Novellara, Tip. Ruozi, 1975.
  • Gabriele Franceschi, Il ponte delle Maravegie. Un viaggio lungo l'antico Po tra angeli, intrighi e mostri. Romanzo, Reggio nell'Emilia, Edizioni Diabasis, 2008.
  • Celestino Malagoli, Novellara: notizie storiche, topografiche, amministrative, Reggio nell'Emilia, Cooperativa tipografi, 1907.
  • Odoardo Rombaldi, Storia di Novellara, Reggio nell'Emilia, AGE, 1967.
  • Dante Colli, Alfonso Garuti e Romano Pelloni, Piccole Capitali Padane, Modena, Artioli Editore, 1996, ISBN 88-7792-048-3.
  • Guid'Antonio Zanetti, Nuova raccolta delle monete e zecche d'Italia, III, Bologna, Lelio della Volpe, 1783.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]