Concerto per pianoforte e orchestra n. 21 (Mozart)

Concerto per pianoforte e orchestra n. 21
CompositoreWolfgang Amadeus Mozart
TonalitàDo maggiore
Tipo di composizioneconcerto
Numero d'operaKV 467
Epoca di composizioneVienna, 9 marzo 1785
Prima esecuzioneVienna, 10 marzo 1785
PubblicazioneBreitkopf & Härtel, Lipsia, 1800
AutografoVienna, collezione privata
Durata media29 minuti
Organico

Il concerto per pianoforte e orchestra n. 21, in Do maggiore, KV 467, fu completato da Wolfgang Amadeus Mozart il 9 marzo 1785 a Vienna.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Mozart, che aveva messo alla prova il suo pubblico viennese con il cupo ed innovativo Concerto per pianoforte e orchestra n. 20 composto appena un mese prima, ritornò con il Concerto per pianoforte e orchestra n. 21 in Do maggiore K 467 a toni più consueti e rassicuranti.

Questo, per sommi capi, il pensiero di Piero Rattalino [1] riferito al concerto con il quale il compositore salisburghese faceva il suo ritorno "alla commedia degli equivoci, congegnata con tutte le sorprese, le trovate, i colpi di scena" necessari.

La tonalità di Do maggiore e una corposa orchestra creano i presupposti di un sicuro successo in quella felice stagione in cui si colloca l'esecuzione di questo concerto.

Dopo la prima assoluta viennese del 10 marzo il 12 marzo il compositore la esegue anche al Burgtheater.

Movimenti[modifica | modifica wikitesto]

È diviso in tre movimenti:

  1. Allegro maestoso, Do maggiore
  2. Andante, Fa maggiore
  3. Allegro vivace assai, Do maggiore

Nel primo (allegro maestoso, in 4/4) Mozart amplia l'orizzonte espressivo del concerto per pianoforte coinvolgendo lo strumento solista in un'orchestra di grande ambizione e facendo interagire gli episodi melodici con la struttura armonica dell'opera.

Il secondo movimento (Fa maggiore, in 4/4) è il celebre andante, la cui cantabilità non viene mai offuscata da cambiamenti di ritmo ed il volume è mantenuto a livelli di placida calma.

Il terzo movimento del concerto (allegro vivace assai, in 2/4) permette di chiudere brillantemente l'opera. Si noti come al solista vengono dedicate solo due brevi cadenze per esibire il proprio virtuosismo a dimostrazione che per Mozart è la struttura dell'intera opera a prevalere sul protagonismo del solista.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • [1] - Il concerto per pianoforte e orchestra - ed. Giunti/Ricordi, Firenze 1988

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Controllo di autoritàVIAF (EN178620355 · LCCN (ENn81133938 · GND (DE300108974 · BNE (ESXX3385478 (data) · BNF (FRcb139152034 (data) · J9U (ENHE987007450483705171
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