Colori panslavi

La bandiera panslava approvata dal Congresso di Praga nel 1848.

I colori panslavi (bianco, blu e rosso) sono adottati da molte delle bandiere nazionali dei popoli slavi come simbolo delle loro radici comuni.

Tali colori traggono origine dalla bandiera della Russia introdotta da Pietro il Grande nel 1697. Lo zar si era a sua volta ispirato al modello del tricolore olandese, ma l'esatta scelta cromatica deriva piuttosto dai colori dello stemma di Mosca.[1]

Nel corso dell'Ottocento il tricolore si diffuse oltre i confini russi, e in particolare a quei popoli che nutrivano aspirazioni di indipendenza. I serbi lo adottarono nel 1835, acquistando parziale autonomia dall'Impero ottomano.[2]

Gli slovacchi lo fecero proprio sull'onda del movimento panslavo e nel contesto dei moti che nel 1848 attraversarono l'Impero asburgico.[3]

I bulgari adottarono i colori panslavi nel 1878, ma, in referenza dei campi del paese, il blu fu ricollocato per il verde.

Analoghi colori ebbe la bandiera della provincia ottomana di Rumelia orientale,[4] unita alla Bulgaria nel 1885. In tempi più recenti, i colori panslavi sono stati adottati da numerose altre nazioni: la Jugoslavia e gli altri stati che la composero;[5][6] la Cecoslovacchia[7] e la più giovane Repubblica Ceca;[8] il Montenegro, anche dopo l'indipendenza e fino al 2004, benché con una tonalità più chiara di blu.[9]

Infine, anche le bandiere di alcune repubbliche e okrug russi, a "nazione titolare" non slava, incorporano il tricolore russo, per simboleggiare a un tempo l'appartenenza alla Russia e la presenza significativa di popolazione russa nella regione. Un esempio è il circondario autonomo della Čukotka. Per contro, alcuni stati sovrani di lingua slava hanno bandiere con colori diversi: così la Bulgaria,[10] la Polonia[11] e l'Ucraina.[12]

Del tutto indipendente è l'adozione di bianco, rosso e blu da parte di altre nazioni (Francia, Regno Unito, Stati Uniti).

Bandiere con i colori panslavi[modifica | modifica wikitesto]

Bandiere nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Bandiere non nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Bandiere storiche[modifica | modifica wikitesto]

Bandiere slave con altri colori[modifica | modifica wikitesto]

Bandiere nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Bandiere non nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Bandiere storiche[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Russia, su www.rbvex.it. URL consultato il 5 maggio 2023.
  2. ^ Serbia, su www.rbvex.it. URL consultato il 5 maggio 2023.
  3. ^ Slovacchia, su www.rbvex.it. URL consultato il 5 maggio 2023.
  4. ^ Eastern Rumelia, su www.fotw.info. URL consultato il 5 maggio 2023.
  5. ^ Jugoslavia, su www.rbvex.it. URL consultato il 5 maggio 2023.
  6. ^ Croazia, su www.rbvex.it. URL consultato il 5 maggio 2023.
  7. ^ Cecoslovacchia, su www.rbvex.it. URL consultato il 5 maggio 2023.
  8. ^ Repubblica Ceca, su www.rbvex.it. URL consultato il 5 maggio 2023.
  9. ^ Montenegro, su www.rbvex.it. URL consultato il 5 maggio 2023.
  10. ^ Bulgaria, su www.rbvex.it. URL consultato il 5 maggio 2023.
  11. ^ Polonia, su www.rbvex.it. URL consultato il 5 maggio 2023.
  12. ^ Ucraina, su www.rbvex.it. URL consultato il 5 maggio 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • RBVex (sito di vessillologia in italiano)
  Portale Vessillologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di vessillologia