Coalizione di centro-destra alle elezioni politiche in Italia del 2018

Coalizione di centro-destra del 2018
LeaderSilvio Berlusconi
Matteo Salvini
Giorgia Meloni
Raffaele Fitto
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione8 gennaio 2018
Derivato daCentro-destra 2013
Dissoluzione26 luglio 2022
Confluito inCentro-destra 2022
PartitoForza Italia
Lega
Fratelli d'Italia
Noi con l'Italia - UDC
CollocazioneDa Centro-destra a Estrema destra (con fazioni di Centro)
Partito europeoPPE (FI, UDC)
ID (Lega)
ECR (FdI)
Gruppo parl. europeoPPE (FI, UDC)
ID (Lega)
ECR (FdI)
Seggi massimi Camera
274 / 630
Seggi massimi Senato
143 / 315
Colori     Azzurro

La coalizione di centro-destra alle elezioni politiche in Italia del 2018 comprendeva quattro distinte formazioni politiche:

L'alleanza non ha espresso ufficialmente prima delle elezioni un unico leader, avendo concordato che in caso di vittoria sarebbe stato il partito con il maggior numero di voti a esprimerlo: dopo le elezioni, il leader è risultato essere Matteo Salvini, grazie al 17,7% ottenuto dalla Lega.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La formazione della coalizione[modifica | modifica wikitesto]

In vista del rinnovo del parlamento, viene inizialmente stretto un patto a tre tra Forza Italia di Silvio Berlusconi, la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, successivamente ampliato alla neo formazione centrista Noi con l'Italia - UDC di Raffaele Fitto. Vista la mancanza per la prima volta di una vera leadership all'interno della coalizione, dovuta anche all'incandidabilità di Berlusconi (storico leader del centro-destra), viene deciso che in caso di vittoria sarà il partito con il maggior numero di voti ad esprimere il candidato Presidente del Consiglio dei Ministri.[1]

L'8 gennaio 2018 nasce ufficialmente la coalizione a quattro,[2] e il 18 gennaio viene firmato il programma per le elezioni politiche in Italia del 2018.

Le elezioni[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni politiche in Italia del 2018.

La coalizione di centro-destra ottiene il 37% dei voti alla Camera dei deputati (263 seggi) ed il 37.49% al Senato della Repubblica (137 seggi), divenendo così la prima forza politica davanti al Movimento 5 Stelle e alla coalizione di centro-sinistra. La Lega risulta essere il primo partito della coalizione, con Matteo Salvini che ne diviene ufficialmente il candidato premier.[3] Nel dettaglio:[4][5]

  • la Lega ottiene il 17.4% alla Camera ed il 17.6% al Senato, con rispettivamente 73 e 37 seggi;
  • Forza Italia ottiene il 14% alla Camera ed il 14.4% al Senato, con rispettivamente 59 e 33 seggi;
  • Fratelli d'Italia ottiene il 4.3% sia alla Camera che al Senato, con rispettivamente 19 e 7 seggi;
  • Noi con l'Italia - UDC ottiene l'1.3% alla Camera e l'1.2% al Senato, non superando la quota di sbarramento ed eleggendo propri rappresentanti solo in collegi uninominali.[6]

Solamente nella circoscrizione Estero, la coalizione si è presentata come lista unitaria e prendeva il nome dai tre leader della coalizione. I loro tre cognomi, inseriti in tre strisce orizzontali (rispettivamente verde, bianca e rossa, a formare un tricolore italiano), costituivano il logo della lista.[7] La lista estera ha ottenuto il 21,43% alla Camera[8] e il 21,98% al Senato,[9] giungendo in entrambi i casi seconda, dietro al Partito Democratico, ed eleggendo così tre deputati[8] (due per la Lega: Simone Billi in Europa e Luis Roberto Lorenzato in America meridionale; una per Forza Italia: Fucsia Nissoli in America settentrionale e centrale) e due senatori[9] (entrambi di Forza Italia: Raffaele Fantetti in Europa e Francesca Alderisi in America settentrionale e centrale).[10]

Formazione del governo e successivi sviluppi[modifica | modifica wikitesto]

Meloni, Salvini e Berlusconi alle consultazioni del 12 aprile 2018

Il 24 marzo viene eletta Presidente del Senato della Repubblica la senatrice di Forza Italia Maria Elisabetta Alberti Casellati, col sostegno del Movimento 5 Stelle (il quale vede a sua volta eletto Roberto Fico come Presidente della Camera dei deputati, col sostegno del centro-destra).[11][12] L'elezione della seconda carica dello Stato, tuttavia, ha causato un rischio di scissione interna della coalizione: il primo nome proposto da Forza Italia, infatti, era quello di Paolo Romani,[13] inviso ai 5Stelle per una condanna per peculato.[14] Con una mossa a sorpresa, Salvini aveva annunciato di aver votato, alla seconda votazione, Anna Maria Bernini (FI), con il sostegno di Luigi Di Maio, ma non di Berlusconi.[15] Il giorno dopo, infine, era stato proposto il nome della Alberti Casellati, eletta alla quarta votazione.

La mancanza della maggioranza assoluta costringe Salvini, Berlusconi e Meloni a dover cercare l'appoggio di un'altra forza politica per formare un Governo. Tuttavia, se da una parte Salvini e Meloni si dimostrano indisponibili a dialogare col Partito Democratico,[16] dall'altra Berlusconi pone il proprio pesante veto al Movimento 5 Stelle,[17][18] causando una situazione di stallo istituzionale.[19] A ciò si va ad aggiungere la disponibilità di Di Maio di dialogare solamente con la Lega e non con Forza Italia,[20] "non riconoscendo la coalizione di centro-destra" perché presentatasi sia alle elezioni che alle consultazioni con tre leader diversi.[21]

Nel frattempo, il centro-destra vince sia le elezioni regionali in Molise che quelle in Friuli-Venezia Giulia, eleggendo come Presidenti Donato Toma (FI, 43.46%)[22] e Massimiliano Fedriga (Lega, 57.09%).[23] Il 7 maggio, dopo nuove consultazioni, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella annuncia che, non essendoci alcuna possibilità di formare una maggioranza, in pochi giorni avrebbe nominato un "governo neutrale" fino a dicembre,[24] nonostante il parere contrario di centro-destra e 5Stelle.[25] Tuttavia, il 9 maggio il Quirinale rilascia un comunicato nel quale sostiene che Lega e 5Stelle hanno chiesto ulteriori 24 ore di tempo per formare un Governo.[26] In serata, Berlusconi annuncia che, in caso di accordo tra Salvini e Di Maio, Forza Italia non avrebbe loro accordato la fiducia.[27]

Il 10 maggio, Lega e 5 Stelle chiedono al Colle qualche ulteriore giorno di tempo per limare il "contratto di Governo".[28][29] L'11 maggio la Meloni, dopo un incontro con Luigi Di Maio, denuncia che quest'ultimo avrebbe chiesto il sostegno di Fratelli d'Italia in cambio di un posto nel nuovo esecutivo, e a seguito del rifiuto della leader avrebbe posto il suo veto su di lei.[30][31] Il giorno dopo, inoltre, il Tribunale di sorveglianza di Milano stabilisce che Silvio Berlusconi è nuovamente candidabile.[32]

Le trattative tra Di Maio e Salvini proseguono, ed il 14 maggio, convocati dal Presidente Mattarella al Quirinale, chiedono ulteriore tempo per finire di redigere il "contratto di Governo" dopo gli ultimi positivi sviluppi (pur mancando ancora un nome unico per il ruolo di Presidente del Consiglio).[33][34][35] Il 18 maggio viene pubblicata la versione definitiva del "contratto per il Governo del cambiamento",[36] poi ratificato dagli iscritti del Movimento 5 Stelle sulla piattaforma Rousseau[37] e da diversi cittadini nei gazebo allestiti dalla Lega Nord.[38] Il 21 maggio, al Quirinale, Di Maio e Salvini propongono al Presidente Mattarella il nome di Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio, precedentemente candidato come Ministro della Pubblica Amministrazione dai 5 Stelle.[39] Due giorni dopo, Conte viene incaricato di formare un Governo.[40] Il 27 maggio rimette l'incarico, rinunciando quindi alla formazione di un suo esecutivo, a causa di contrasti con il Quirinale sulla nomina di Paolo Savona quale ministro dell'economia;[41] in reazione a ciò, Giorgia Meloni, seguita poi da Luigi Di Maio, annuncia la volontà di mettere in stato di accusa il Presidente della Repubblica ai sensi dell'articolo 90 della Costituzione.[42][43]

Il giorno seguente Mattarella affida a Carlo Cottarelli l'incarico di formare un Governo tecnico,[44] che non ottiene il sostegno né di Salvini né di Berlusconi né di Meloni.[45][46] In seguito alla remissione dell'incarico da parte dell'economista,[47] Mattarella riconvoca e reincarica Conte, il quale accetta senza riserva e presenta la lista dei Ministri al Presidente (con Savona non più all'Economia, sostituito da Giovanni Tria, ma agli Affari europei).[48]

Il 1º giugno il Governo Conte I giura al Quirinale;[49] la Lega è presente con cinque ministri[50] (tra cui Salvini, ministro dell'interno e Vice-Presidente del Consiglio), due indipendenti ideologicamente vicini (Marco Bussetti e Paolo Savona) ed il Segretario del Consiglio dei ministri (Giancarlo Giorgetti).[51] Pochi giorni dopo, Forza Italia vota contro la fiducia al Governo (ad eccezione del deputato di Rinascimento eletto in FI Vittorio Sgarbi),[52][53] mentre Fratelli d'Italia (che sembrava destinato ad occupare almeno un Ministero, scontrandosi però con il veto del M5S) si astiene.[54][55]

Nonostante la divisione in ambito governativo, la coalizione si presenta alle elezioni amministrative unita, risultando nuovamente la principale forza politica nazionale.[56]

Alle successive elezioni europee del 26 maggio 2019 i partiti della coalizione concorrono con proprie liste, ciascuno in rappresentanza della rispettiva famiglia europea (la Lega per l'Europa delle Nazioni e della Libertà, FI per il Partito Popolare Europeo e FdI per l'Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti Europei);[57] i tre leader di partito (Salvini, Berlusconi e Meloni) risulteranno eletti[58][59].

L'8 agosto Salvini dichiara "conclusa" l'esperienza di Governo con il Movimento 5 Stelle,[60] annunciando di voler chiedere la sfiducia del Premier Conte[61] per andare il prima possibile a nuove elezioni con la coalizione di centro-destra.[62]

Successivamente Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali (in seguito pure Italia Viva) si accordano per un governo di legislatura sempre con Conte come premier e portando alla nascita del secondo Governo Conte, che giura il 5 settembre 2019.

Il 13 gennaio 2021 Matteo Renzi e Italia Viva decidono di togliere la fiducia al governo, portando alle dimissioni di Conte e alla successiva crisi di governo. Il Presidente della Repubblica incarica l’ex Presidente della Banca centrale europea Mario Draghi di formare un governo, ricevendo l’appoggio di quasi tutti i partiti, fra cui Lega e Forza Italia, tranne che Fratelli d’Italia, Sinistra Italiana e numerosi parlamentari del Gruppo misto. Il neo Governo Draghi giura il 13 febbraio 2021.

Programma[modifica | modifica wikitesto]

I leader delle principali liste di centrodestra: Silvio Berlusconi (Forza Italia), Matteo Salvini (Lega), Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) e Raffaele Fitto (Noi con l'Italia - UDC)

Il principale punto delle proposte del centrodestra era stata una riforma fiscale basata sull'introduzione di una flat tax, per Berlusconi inizialmente basata sull'aliquota corrente più bassa (23%) con una no tax area innalzata a 12.000 euro, procedendo poi a una futura riduzione graduale dell'aliquota, da Salvini invece auspicata da subito al 15%; si trattava secondo Il Sole 24 ORE di una misura dal costo di 25 miliardi l'anno se calcolata al 20% o fino a 40 miliardi se abbassata al 15%, per i proponenti cifre che sarebbero state finanziate dagli effetti positivi sull'economia e una forte riduzione delle detrazioni[63][64]. Forza Italia aveva anche proposto la cancellazione dell'IRAP, l'aumento delle pensioni minime a 1.000 euro, l'introduzione di un "reddito di dignità" per combattere la povertà, decontribuzioni sulle assunzioni giovanili, modifiche alla legge Fornero sulle pensioni e la promozione di un piano Marshall europeo per l'Africa[63]. Complessivamente si trattava di un programma da almeno 100 miliardi di euro, che i proponenti prevedevano di finanziare con un taglio alle agevolazioni fiscali, ai cattivi trasferimenti alle imprese, dalla lotta all'evasione, dalla chiusura dei contenziosi tra stato e contribuenti (condono), dalla valorizzazione beni confiscati alle mafie e dalla spending review[63]. Durante la campagna elettorale Berlusconi aveva inoltre riproposto la formula del contratto con gli italiani, con cui prometteva di lavorare con il futuro premier per portare il tasso di disoccupazione sotto la media europea (8,7%) entro fine legislatura[65], e, a pochi giorni dal voto aveva proposto Antonio Tajani come figura per guidare la coalizione al suo posto dopo il voto, vista la sua incandidabilità[66].

Con le liste di Forza Italia erano stati candidati anche rappresentanti del movimento animalista di Michela Vittoria Brambilla, che auspicava lo stop agli allevamenti di animali usati per ricavarne pellicce, l'esclusione degli animali dal redditometro, cure veterinarie gratuite per i meno abbienti e l'istituzione di un garante dei diritti per gli animali[67].

La Lega, oltre la flat tax al 15%, aveva proposto la sostituzione integrale della legge Fornero e la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi, la "rottamazione" delle cartelle esattoriali per i contribuenti in difficoltà, l'abolizione del limite all'uso del contante e la regolarizzazione della prostituzione[68]. La Lega proponeva anche una riforma sanitaria basata su centri sanitari diffusi, visionando gli ospedali come i punti centrali in cui si curano solo le fasi acute, l'istituzione di una scuola di formazione per la dirigenza sanitaria pubblica e politiche ambientali basate su modelli di economia verde e circolare.[69][70] In tema di sicurezza Salvini si era inoltre detto favorevole alla castrazione chimica «per chi abusa di minori e per chi reitera il reato di violenza sessuale»[71] e alla reintroduzione della leva obbligatoria[72].

Fratelli d'Italia aveva proposto asili nido gratuiti, un assegno da 400 euro mensili per i nuovi nati fino al sesto anno di età, congedi parentali retribuiti all'80% fino al sesto anno dalla nascita, aumento di stipendi ed equipaggiamenti alle forze dell'ordine, maggiore uso dell'esercito come misura di contrasto alla criminalità, una nuova legge sulla legittima difesa, l'abolizione degli sconti automatici delle pene, l'eliminazione dei test di ingresso universitari sostituendoli con una selezione da effettuare dopo il primo anno accademico sul modello delle università francesi e, similmente alla Lega Nord, una maggiore lotta all'immigrazione clandestina[73].

Il programma unitario presentato dalla coalizione del centrodestra, sottoscritto anche da Noi con l'Italia - UDC[74], prometteva anche di non tassare la prima casa ed eliminare le tasse sulla "prima auto", eliminare le imposte su successioni e donazioni, introdurre il principio del divieto di tassazione in assenza di reddito, la chiusura di Equitalia con la riscossione affidata agli enti locali, il rimpatrio dei clandestini, il ritorno di poliziotto e carabiniere di quartiere, la separazione delle carriere dei magistrati inquirenti e giudicanti, oltre a una legge costituzionale per impedire ai parlamentari di cambiare partito[75][76]. L'osservatorio conti pubblici italiani dell'Università Cattolica del Sacro Cuore ne aveva stimato il costo complessivo in 136 miliardi, in grado di generare un disavanzo annuo di 54 miliardi e un effetto cumulato sul debito pari a 174 miliardi fino al 2022[77].

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Voti % Seggi
Politiche 2018 Camera[78] 12.164.732 37,00
265 / 630
Senato[78] 11.340.602 37,49
137 / 320

Componenti[modifica | modifica wikitesto]

Sulla scheda elettorale[modifica | modifica wikitesto]

Non presenti sulla scheda elettorale[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Redazione ANSA, Brunetta, premier? Chi prende più voti, su ANSA, 18 settembre 2017. URL consultato il 19 aprile 2018.
  2. ^ Paola Di Caro, Elezioni 2018, centrodestra: varata l'alleanza a quattro. Maroni dice addio alla Regione. Ministro o premier, la scommessa del Governatore, su Corriere della Sera, 7 gennaio 2018. URL consultato il 23 aprile 2018.
  3. ^ Alessandro Sala, Elezioni 2018, i risultati: M5S primo partito, nel centrodestra la Lega Nord supera FI - Lo spoglio in tempo reale, su Corriere della Sera, 4 marzo 2018. URL consultato il 19 aprile 2018.
  4. ^ Elezioni 2018 – Risultati – Camera – 4 marzo - Tutti i dati, i partiti, le coalizioni, su la Repubblica, 4 marzo 2018. URL consultato il 30 aprile 2018.
  5. ^ Elezioni 2018 – Risultati – Senato – 4 marzo - Tutti i dati, i partiti, le coalizioni, su la Repubblica, 4 marzo 2018. URL consultato il 30 aprile 2018.
  6. ^ Pier Francesco Borgia, Obiettivo fallito, Noi con l'Italia elegge solo i capi, su il Giornale, 5 marzo 2018. URL consultato il 30 aprile 2018.
  7. ^ Alexander Jakhnagiev, Elezioni, 'Salvini, Berlusconi, Meloni' e il tricolore, il simbolo del centro-destra per l'estero, Agenzia Vista - Corriere TV, 21 gennaio 2018. URL consultato il 1º novembre 2018.
  8. ^ a b Camera 04/03/2018 - Area ESTERO, in Archivio Storico delle Elezioni, Ministero dell'Interno. URL consultato il 1º novembre 2018.
  9. ^ a b Senato 04/03/2018 - Area ESTERO, in Archivio Storico delle Elezioni, Ministero dell'Interno. URL consultato il 1º novembre 2018.
  10. ^ Voto estero: 7 seggi al Pd, 5 al centrodestra e uno al M5s, la Repubblica, 7 marzo 2018. URL consultato il 1º novembre 2018.
  11. ^ Dino Martirano, Maria Elisabetta Alberti Casellati, la prima donna presidente del Senato, su Corriere della Sera, 24 marzo 2018. URL consultato il 25 marzo 2018.
  12. ^ Manuela Perrone, Fico, il grillino di sinistra, alla guida di Montecitorio grazie a Salvini, su Il Sole 24 Ore, 24 marzo 2018. URL consultato il 23 aprile 2018.
  13. ^ Presidente del Senato, il centrodestra punta su Romani. Ma pesa il veto M5s, su Quotidiano.net, 21 marzo 2018. URL consultato il 25 marzo 2018.
  14. ^ Fabrizio de Feo, Romani: "Il mio processo? Assurdo. Il veto su di me è pretestuoso", su il Giornale, 19 marzo 2018. URL consultato il 23 marzo 2018.
  15. ^ Adalberto Signore, Rottura al Senato: Salvini brucia Romani e lancia la Bernini. L'ira di Fi: «Atto ostile». Il Cavaliere sente Renzi, su il Giornale, 24 marzo 2018. URL consultato il 25 marzo 2018.
  16. ^ Salvini a Calenda: "Mai con il Pd". E avverte: "Se vinco le regionali, governo in 15 giorni", su la Repubblica, 16 aprile 2018. URL consultato il 23 aprile 2018.
  17. ^ L’affondo di Berlusconi su M5s: “Non conoscono l’ABC della democrazia”, su La Stampa, 13 aprile 2018. URL consultato il 23 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2018).
  18. ^ Luca Romano, L'affondo di Berlusconi sui 5Stelle: "A Mediaset pulirebbero i cessi", su il Giornale, 20 aprile 2018. URL consultato il 23 aprile 2018.
  19. ^ Angelo Amante, Lo stallo rallenta i vincitori, su L'Huffington Post, 23 aprile 2018. URL consultato il 23 aprile 2018.
  20. ^ F.Q., Di Maio propone un contratto di governo: “Il nostro primo interlocutore è il Pd. Poi la Lega senza Berlusconi”, su il Fatto Quotidiano, 3 aprile 2018. URL consultato il 30 aprile 2018.
  21. ^ Redazione ANSA, Di Maio, non riconosco coalizione c.destra, su ANSA, 5 aprile 2018. URL consultato il 30 aprile 2018.
  22. ^ F.Q., Elezioni Molise, centrodestra batte il M5s. Vince Toma (FI): “Il risultato fa capire che coalizione è unita”. Tracollo del Pd: 8%, su il Fatto Quotidiano, 23 aprile 2018. URL consultato il 30 aprile 2018.
  23. ^ Alessia Tripodi, Elezioni Friuli-Venezia Giulia: trionfo Lega, tiene il Pd, male M5s, su Il Sole 24 Ore, 30 aprile 2018. URL consultato il 30 aprile 2018.
  24. ^ F.Q., Governo, Mattarella: “Governo neutrale fino a dicembre. Se non nasce maggioranza, nuovo voto. Scelgano i partiti”, su il Fatto Quotidiano, 7 maggio 2018. URL consultato il 10 maggio 2018.
  25. ^ Federica Argento, Meloni: «Non bastava il 2011, vogliono fare un altro golpe mascherato», su Il Secolo d'Italia, 8 maggio 2018. URL consultato il 10 maggio 2018.
  26. ^ Alessandro Sala e Cesare Zapperi, Governo, Salvini e Di Maio chiedono al Quirinale altre 24 ore per trattare; «Ma ora parli Berlusconi», su Corriere della Sera, 9 maggio 2018. URL consultato il 10 maggio 2018.
  27. ^ F.Q., Governo, Berlusconi dà via libera a governo Lega-M5s: “Salvini si prende responsabilità. No a fiducia”, su il Fatto Quotidiano, 9 maggio 2018. URL consultato il 10 maggio 2018.
  28. ^ Redazione Online, Governo, incontro Di Maio-Salvini: 'Significativi passi avanti', su TG LA7, 10 maggio 2018. URL consultato il 12 maggio 2018.
  29. ^ Lina Palmerini, Governo M5S-Lega, le garanzie che vuole il Colle. Mattarella: «Sovranismo inattuabile», su Il Sole 24 Ore, 10 maggio 2018. URL consultato il 12 maggio 2018.
  30. ^ Meloni: «Di Maio voleva lui premier e io ho detto basta». E lui: «Ci chiariremo», su Il Messaggero, 11 maggio 2018. URL consultato il 12 maggio 2018.
  31. ^ Amedeo La Mattina ed Ilario Lombardo, “Vuol fare il premier”, il sospetto su Di Maio complica la trattativa, su La Stampa, 12 maggio 2018. URL consultato il 12 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2018).
  32. ^ Giuseppe Guastella, Berlusconi riabilitato: potrà di nuovo correre alle elezioni, su Corriere della Sera, 12 maggio 2018. URL consultato il 12 maggio 2018.
  33. ^ Andrea Montanari, Governo, tre incontri M5s-Lega ma non c'è l'intesa sul premier. Di Maio: "Siamo pronti a riferire a Mattarella", su la Repubblica, 13 maggio 2018. URL consultato il 15 maggio 2018.
  34. ^ F.Q., Governo, finito vertice Salvini-Di Maio: “Intesa su programma quasi raggiunta”. Poi chiamano il Colle: “Pronti a riferire”, su il Fatto Quotidiano, 13 maggio 2018. URL consultato il 15 maggio 2018.
  35. ^ Alessandro Sala, Governo, Salvini e Di Maio chiedono altro tempo. La Lega: «Mani libere sui migranti, basta vincoli europei», su Corriere della Sera, 14 maggio 2018. URL consultato il 15 maggio 2018.
  36. ^ Movimento 5 Stelle + Lega, Contratto per il Governo del cambiamento (PDF), su tecnicadellascuola.it, 18 maggio 2018. URL consultato il 18 maggio 2018.
  37. ^ Lega-M5s, voto su Rousseau. Di Maio: "Più del 94% degli iscritti ha detto sì". Scontro Berlusconi-Salvini, su la Repubblica, 18 maggio 2018. URL consultato il 22 maggio 2018.
  38. ^ Huffington Post, Gazebo Lega, "adesione oltre le aspettative" al contratto di governo: i sì sono oltre il 91%, su L'Huffington Post, 20 maggio 2018. URL consultato il 22 maggio 2018.
  39. ^ È Giuseppe Conte il premier che Di Maio e Salvini hanno proposto a Mattarella, su AGI - Agenzia Giornalistica Italiana, 21 maggio 2018. URL consultato il 22 maggio 2018.
  40. ^ Governo, Conte incaricato da Mattarella: "Sarò lʼavvocato difensore degli italiani", su TGcom24, 23 maggio 2018. URL consultato il 23 maggio 2018.
  41. ^ Conte rimette l'incarico, su Il Messaggero, 27 maggio 2018.
  42. ^ Luca Romano, Meloni (FdI) e i grillini: "Ora impeachment per Mattarella", su il Giornale, 27 maggio 2018. URL consultato il 29 maggio 2018.
  43. ^ F.Q., Governo, Di Maio: “Occorre impeachment Mattarella per evitare reazioni della popolazione. Poi si torna al voto”, su il Fatto Quotidiano, 27 maggio 2018. URL consultato il 29 maggio 2018.
  44. ^ Cesare Zapperi, Governo, a Cottarelli l’incarico da Mattarella: «Se non otterrò la fiducia alle Camere, elezioni dopo agosto», su Corriere della Sera, 28 maggio 2018. URL consultato il 29 maggio 2018.
  45. ^ Annalisa Grandi, Governo, Salvini: «Se Forza Italia dice sì a Cottarelli addio alleanza» Berlusconi: «Non lo voteremo», su Corriere della Sera, 28 maggio 2018. URL consultato il 29 maggio 2018.
  46. ^ Andrea Lattanzi, Governo, Meloni: "La fiducia a Cottarelli sarebbe la morte del centrodestra", su la Repubblica, 28 maggio 2018. URL consultato il 29 maggio 2018.
  47. ^ Cottarelli rinuncia: “Governo politico è la soluzione migliore”, su La Stampa, 31 maggio 2018. URL consultato il 1º giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2018).
  48. ^ Redazione ANSA, PROFILO/ Savona l'euroscettico, non Economia ma Affari UE, su ansa.it, ANSA, 31 maggio 2018. URL consultato l'11 giugno 2018.
  49. ^ Il governo Conte giura al Quirinale, su Il Tempo, 1º giugno 2018. URL consultato il 2 giugno 2018.
  50. ^ Oltre a Salvini, presenti: Giulia Bongiorno, Pubblica amministrazione; Erika Stefani, Affari regionali e autonomie; Lorenzo Fontana, Famiglia e disabilità; Gian Marco Centinaio, Politiche agricole, alimentari e forestali.
  51. ^ M. Castigliani e D. Pretini, Governo Conte, chi sono i ministri: da Di Maio e Salvini (con i fedelissimi) agli “istituzionali” come Moavero. Poi il prof di educazione fisica e il generale che indagò su Terra dei Fuochi, su ilfattoquotidiano.it, il Fatto Quotidiano, 1º giugno 2018. URL consultato il 1º giugno 2018.
  52. ^ Luca Romano, Da Forza Italia no alla fiducia: "Da Conte solo slogan", su ilgiornale.it, il Giornale, 5 giugno 2018. URL consultato l'11 giugno 2018.
  53. ^ Camera, Sgarbi: «Dove c’è ignoranza io prospero. Darò fiducia piena a questo governo per vedere il vostro declino», su video.corriere.it, Corriere della Sera, 7 giugno 2018. URL consultato l'11 giugno 2018.
  54. ^ Luca Romano, La base M5s avverte Di Maio: "Meloni? No a patti coi fascisti", su ilgiornale.it, il Giornale, 31 maggio 2018. URL consultato l'11 giugno 2018.
  55. ^ Luca Romano, Meloni: "Non abbiamo chiesto poltrone. Astensione sul patto M5s-Lega", su ilgiornale.it, il Giornale, 31 maggio 2018. URL consultato l'11 giugno 2018.
  56. ^ Piera Matteucci, Clemente Pistilli e Monica Rubino, Risultati elezioni comunali: avanzata del centrodestra a guida Lega, il M5s soffre. Centrosinistra bene a Brescia, ma perde Terni, su la Repubblica, 11 giugno 2018. URL consultato l'11 giugno 2018.
  57. ^ Elezioni europee, un centrodestra forte ma diviso, su EpochTimes.it, 24 maggio 2019. URL consultato il 26 maggio 2019.
  58. ^ Elezioni Europee, Berlusconi eletto con Forza Italia: di nuovo parlamentare a 5 anni dalla decadenza, su Leggo, 27 maggio 2019. URL consultato il 23 luglio 2019.
  59. ^ UE, Berlusconi è l’eurodeputato più anziano: tanti in posa per selfie con lui, su Corriere della Sera, 2 luglio 2019. URL consultato il 23 luglio 2019.
  60. ^ Stefano Rizzuti, Salvini: “Finita alleanza M5s-Lega e governo Conte, andiamo al voto”, su Fanpage.it, 8 agosto 2019. URL consultato il 13 agosto 2019.
  61. ^ Redazione ANSA, Governo, la Lega presenta la mozione di sfiducia a Conte. M5s a Salvini: 'Renzi-Di Maio? Inventa altro', su ANSA, 10 agosto 2019. URL consultato il 13 agosto 2019.
  62. ^ Redazione, Salvini: Matteo Salvini di nuovo con Silvio Berlusconi: “Alle elezioni con FI e Giorgia Meloni”, su Fanpage.it, 12 agosto 2019. URL consultato il 13 agosto 2019.
  63. ^ a b c Bruno Vespa, Porta a Porta: puntata dell'11 gennaio 2018, Rai 1. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  64. ^ Dalla flat tax all’abolizione della legge Fornero, quanto costano le promesse elettorali dei partiti, in Il Sole 24 ORE, 2 gennaio 2018. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  65. ^ Il "patto di S.Valentino": 17 anni dopo Berlusconi firma un nuovo "contratto con gli Italiani", in Rai News, 15 febbraio 2018. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  66. ^ Tajani debutta da "premier": "A disposizione della Patria", in il Giornale, 2 marzo 2018.
  67. ^ “Stop agli allevamenti per le pellicce e interventi nei circhi”: il programma animalista di Berlusconi, in La Stampa, 20 gennaio 2018. URL consultato il 21 gennaio 2018.
  68. ^ Bruno Vespa, Porta a Porta: puntata del 18 gennaio 2018, Rai 1. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  69. ^ Elezioni 2018, programmi a confronto su scienza, salute e università, in Wired.it, 8 febbraio 2018. URL consultato l'11 febbraio 2018.
  70. ^ Elezioni 2018, programmi a confronto su ambiente e energia, in Wired.it, 11 febbraio 2018. URL consultato il 12 febbraio 2018.
  71. ^ Elezioni 2018, il confronto dei programmi sui diritti civili, in Wired.it, 10 febbraio 2018. URL consultato il 12 febbraio 2018.
  72. ^ Antonella De Gregorio, Salvini: «Leva obbligatoria contro il terrorismo. Fa bene alla democrazia», in Corriere della Sera. URL consultato il 2 marzo 2018.
  73. ^ Bruno Vespa, Porta a Porta: puntata del 17 gennaio 2018, Rai 1. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  74. ^ Elezioni, Calderoli a Viminale corregge coalizione: siamo in 4, in Il sole 24 ORE, 20 gennaio 2018. URL consultato il 21 gennaio 2018.
  75. ^ Berlusconi: 'no' tasse prima casa e auto. Cambi casacca verranno vietati per Costituzione, in Rai News, 19 gennaio 2018. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  76. ^ Fisco, sicurezza, pensioni, famiglia: ecco i 10 punti, in ilgiornale.it, 19 gennaio 2018. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  77. ^ Commento al programma di finanza pubblica del centrodestra (PDF), su osservatoriocpi.unicatt.it. URL consultato il 19 febbraio 2018.
  78. ^ a b I dati fanno riferimento all'intera coalizione.
  79. ^ Lista elettorale composta di partiti non presenti sulla scheda

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]