Clostridium sporogenes

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Clostridium sporogenes
Classificazione scientifica
Dominio Prokaryota
Regno Bacteria
Phylum Firmicutes
Classe Clostridia
Ordine Clostridiales
Famiglia Clostridiaceae
Genere Clostridium
Specie C. sporogenes
Nomenclatura binomiale
Clostridium sporogenes
(Metchnikoff 1908) Bergey et al., 1923

Il Clostridium sporogenes è una specie di batterio appartenente alla famiglia delle Clostridiaceae.Come altri vari ceppi appartenenti a questa famiglia è un batterio anaerobio, bastoncellare e sporigeno, ovvero è in grado di produrre una endospora ovale subterminale, ed è in grado di eseguire una fermentazione di amminoacidi. È soprannominato clostridio proteolitico, poiché gli amminoacidi che riesce a fermentare provengono generalmente da proteine residue di organismi deceduti.

In vivo spesso colonizza animali, creando con essi interazioni di tipo mutualistico. Attualmente è in fase di studio un modo per sfruttare C. sporogenes come mezzo per permettere ai medicinali anti-tumorali di raggiungere i tessuti bersaglio nei pazienti.[1]

C. sporogenes colonizza naturalmente il tratto gastrointestinale umano di una parte della popolazione; nell'intestino sfrutta il triptofano per sintetizzare indolo e, in seguito, acido 3-indolpropionico (IPA) - un tipo di ormone vegetale della famiglia delle auxine[2][3] – utile come potente antiossidante all'interno del corpo e cervello umano, inoltre è in grado di abbassare il rischio di sviluppo di diabete di tipo 2.[4]

IPA è anche un potente neutralizzante di radicali liberi. Analogamente alla melatonina, ma differentemente rispetto ad altri antiossidanti, è in grado di rimuovere i radicali senza generare di conseguenza composti intermedi reattivi.[5] C. sporogenes è l'unico batterio noto in grado di sintetizzare IPA in vivo a livelli immediatamente rilevabili nel flusso ematico dell'ospite.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ BBC News "Soil bacterium helps kill cancers."
  2. ^ Lu Q, Zhang L, Chen T, Lu M, Ping T, Chen G, Identification and quantitation of auxins in plants by liquid chromatography/electrospray ionization ion trap mass spectrometry, in Rapid Commun. Mass Spectrom., vol. 22, n. 16, 2008, pp. 2565–72, DOI:10.1002/rcm.3642, PMID 18655000.
  3. ^ Narayanan KR, Mudge KW, Poovaiah BW, In vitro auxin binding to cellular membranes of cucumber fruits, in Plant Physiol., vol. 67, n. 4, 1981, pp. 836–40, DOI:10.1104/pp.67.4.836, PMC 425782, PMID 16661764.
  4. ^ (EN) Vanessa D. de Mello, Jussi Paananen e Jaana Lindström, Indolepropionic acid and novel lipid metabolites are associated with a lower risk of type 2 diabetes in the Finnish Diabetes Prevention Study, in Scientific Reports, vol. 7, 11 aprile 2017, DOI:10.1038/srep46337. URL consultato l'8 maggio 2017.
  5. ^ Reiter RJ, Guerrero JM, Garcia JJ, Acuña-Castroviejo D, Reactive oxygen intermediates, molecular damage, and aging. Relation to melatonin, in Ann. N. Y. Acad. Sci., vol. 854, 1998, pp. 410–24, DOI:10.1111/j.1749-6632.1998.tb09920.x, PMID 9928448.
  6. ^ Attwood G, Li D, Pacheco D, Tavendale M, Production of indolic compounds by rumen bacteria isolated from grazing ruminants, in J. Appl. Microbiol., vol. 100, n. 6, 2006, pp. 1261–71, DOI:10.1111/j.1365-2672.2006.02896.x, PMID 16696673.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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