The Clash

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The Clash
I Clash in concerto nel 1980 ad Oslo. Da sinistra Strummer, Jones e Simonon.
Paese d'origineBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenerePunk rock[1]
Periodo di attività musicale1976 – 1986
Album pubblicati18
Studio6
Live2
Raccolte10
Sito ufficiale

The Clash è stato un gruppo musicale punk rock britannico. Attivi dal 1976 al 1986, furono uno dei gruppi più acclamati dalla critica del periodo. Furono formati principalmente da Joe Strummer (voce, chitarra ritmica), Mick Jones (chitarra solista, voce), Paul Simonon (basso, voce) e Nick "Topper" Headon (batteria, percussioni). Headon lasciò il gruppo nel 1982 e Jones nel 1983, il gruppo proseguì con nuovi membri negli anni successivi, ma all'inizio del 1986 si sciolse definitivamente.

I Clash erano famosi per la varietà della loro musica (nel loro repertorio trovano posto reggae, dub, rap, rockabilly e altri generi), per le loro esibizioni dal vivo particolarmente intense, per la sofisticatezza lirica e politica dei loro testi, che li distingueva dalla maggior parte dei loro colleghi appartenenti al movimento punk. Inseriti al ventottesimo posto nella classifica degli artisti immortali stilata dalla rivista Rolling Stone[2], i Clash sono noti anche con l'appellativo di "The Only Band That Matters" ("l'unico gruppo che conti").

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla formazione a Give 'Em Enough Rope (1976-1978)[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

I Clash si formano a Londra nel 1976, durante la prima ondata del punk britannico. Mick Jones dall'età di dodici anni strimpellava una chitarra e ascolta New York Dolls e Mott the Hoople, grazie ai dischi in vinile che sua madre gli spediva regolarmente dagli Stati Uniti, dove era fuggita insieme a un soldato statunitense. Più avanti forma un gruppo, i London SS, nel quale transiteranno personaggi che saranno in prima fila nella scena punk inglese, quali Brian James, Rat Scabies (in seguito entrambi nei Damned) e Tony James (Generation X).

Conosce Bernard Rhodes ("Bernie"), che in breve diventa il manager dei London SS. L'apporto di Bernie al gruppo si rivela fondamentale nelle scelte iniziali e per il grande contributo stilistico.

Contemporaneamente, un ragazzo dal look originale fa un provino come cantante: si tratta di Paul Simonon. Paul rappresenta il classico "Rude Boy", fascinoso ma con nessuna esperienza musicale. Bernie, un giorno, lo vide entrare in sala prove: ragazzo alto, biondo, con l'espressione da duro, era perfetto per il gruppo. Sarà proprio Jones ad impartirgli lezioni di basso elettrico, dopo alcuni disastrosi tentativi con la chitarra. Il gruppo è formato da Jones alla chitarra, Simonon al basso, Keith Levene alla chitarra.

Come cantante, guidati dal manager Bernie, i quattro reclutarono Joe Strummer dai 101'ers ("Tu vai bene", gli dissero, "ma il tuo gruppo fa schifo". Si racconta che Rhodes diede a Strummer 48 ore di tempo per firmare, ma lo richiamò per avere una risposta in 24 ore). Joe Strummer (letteralmente "Joe lo strimpellatore"), nato ad Ankara, proveniva da buona famiglia di diplomatici, a differenza degli altri membri del gruppo, che avevano origini proletarie. Si racconta che Joe stava camminando per strada quando Mick e Paul gli vennero incontro e Mick lo apostrofò in modo poco ortodosso, per il suo essere borghese e benestante. Joe rimase colpito dal ragazzo rude e quando scoprì che suonava nel gruppo in cui era stato chiamato si affrettò a contattare Bernie. Joe era dotato di una voce roca e graffiante (rispetto a quella più "tradizionale" di Mick, che si rifà spesso ai Beatles e soprattutto agli statunitensi come Elvis Presley, e quella davvero "popolana" di Paul) e un'ottima capacità di scrivere testi. Saranno queste doti, tra le altre, a caratterizzare lo stile inconfondibile dei Clash e a conferirgli il successo raggiunto.

I ragazzi si insediarono in un edificio abbandonato, che adibirono a sala prove, il Rehearsal Rehearsals, che divenne la base operativa del gruppo. Alla batteria venne chiamato Terry Chimes.

Fu così che i Clash — nome ideato da Simonon dopo aver notato che il termine ricorreva in tutti i giornali — ebbero inizio.

Il loro primo concerto si tiene il 4 luglio del 1976 al Black Swan di Sheffield come spalla dei Sex Pistols. La performance si rivela un mezzo insuccesso, ma i Clash sfornano pezzi che diventeranno veri e propri "anthem" come Janie Jones, London' s Burning, 1977. È celebre la frase di Strummer: "Valgono più due minuti di Johnny Rotten che due ore di 101' ers". Da qui inizia la stagione d'oro del gruppo londinese, a cominciare dall'enorme successo ottenuto durante il "Punk Rock Festival" tenutosi a Londra nel settembre dello stesso anno, e che, tra l'altro, fu affrontato per la prima volta senza l'originario chitarrista Keith Levene, il quale, lasciati i Clash, anni dopo formerà con Johnny Rotten il gruppo post-punk Public Image Ltd. Keith Levene, nella sua breve permanenza nei Clash, contribuì assieme a Jones e Strummer alla scrittura di una canzone, What's My Name , che venne inserita nel primo LP del gruppo.

Una prima esperienza in studio di registrazione fu con il promettente Guy Stevens per un demo con l'etichetta Polydor, ma le registrazioni, risalenti al novembre 1976, non furono convincenti e vennero accantonate. Nel frattempo Terry Chimes lascia il gruppo e riapparirà solo per le registrazioni del primo album; durante il periodo senza Chimes viene ingaggiato come sostituto temporaneo Rob Harper[3].

Nel dicembre del 1976 si unirono ai Sex Pistols e The Damned per il disastroso "Anarchy Tour", in una continuazione di date annullate e con solo sette concerti effettivamente eseguiti, a causa di un volgare battibecco tra un membro dei Sex Pistols e un giornalista durante una diretta televisiva.

I Clash legavano la loro identità alla condizione giovanile proletaria inglese, invocavano una presa di coscienza dei kids, pretendevano il riscatto delle nuove generazioni, denunciavano il vuoto esistenziale e le sofferenze nelle quali erano costretti a vivere. I loro messaggi erano diretti e in fondo anche positivi nella loro rabbia, a differenza del nichilismo senza via di uscita espresso dai Pistols.

Il primo album: The Clash[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: The Clash (album).

Nel 1977 Strummer e Jones pongono le basi per la realizzazione del primo disco del gruppo, componendo brani come What's My Name, prima canzone del gruppo, 48 Hours e I'm So Bored with the U.S.A., quest'ultimo intitolato originariamente I'm So Bored with You. Il titolo ed il testo verranno modificati quando Strummer durante le prove in studio, cambiò la parola "You" in "USA", e di conseguenza anche il testo (che parlava di una storia sentimentale di Mick Jones) venne rivoluzionato, divenendo un attacco diretto al tentativo di "americanizzazione culturale" dell'Inghilterra[4].

Nel gennaio dello stesso anno il gruppo firmò un contratto con la CBS Records per la cifra di 100 000 sterline[4]. Venne richiamato Terry Chimes per le registrazioni ed il tecnico del suono per i loro concerti, Mickey Foote, divenne produttore. Pubblicarono il loro primo singolo (White Riot, marzo 1977) e il loro primo album (The Clash, aprile 1977), ottenendo un successo considerevole nel Regno Unito, anche se la CBS inizialmente rifiutò di pubblicare l'album negli USA, sostenendo che il suono fosse troppo rozzo[3]. La CBS prese spesso posizioni scorrette con il gruppo, a cominciare dalla pubblicazione del singolo Remote Control senza autorizzazione[3]; le scorrettezze, frequenti da parte delle etichette discografiche, furono poi criticate nella canzone Complete Control. Quest'ultima venne scritta da Strummer, riferendosi ad una frase più volte pronunciata dal loro manager Bernie Rhodes, in riferimento al controllo delle case discografiche sulla musica.

Solo dopo due anni di successi nelle vendite del disco di importazione inglese, verrà pubblicata negli USA una versione modificata del loro primo album (le copertine erano verdi con un'immagine stilizzata, nella copia inglese la scritta "The Clash" era in basso, nella versione statunitense in alto). Inoltre nella versione USA il brano I'm So Bored With The U.S.A. fu censurato. L'album, dal suono ruvido e dai testi rabbiosi e politicizzati, è rimasto tra i "classici" del punk rock.

A seguito della pubblicazione del loro primo album, si ritrovano nuovamente senza batterista e dopo alcuni provini ingaggiano Nick "Topper" Headon. Headon, che possedeva un notevole talento musicale, pensava di restare nel gruppo per un breve periodo. Rimase invece con i Clash fino alla fine del 1982, essendo presente per gran parte della carriera della band e soprattutto in quella di maggior successo.

«Il giorno del provino mi hanno chiesto quali erano i miei batteristi preferiti e io ho risposto: Buddy Rich e Billy Cobham. Era la risposta sbagliata e ho rischiato l'esclusione, ma alla fine hanno scelto me.»

A maggio 1977 (con la formazione ormai stabilizzata dopo l'arrivo di Headon) prese il via il "White Riot Tour", con i Buzzcocks e i Jam tra i gruppi di supporto. Il tour, oltre ad Inghilterra ed Irlanda, tocca anche Svezia, Francia e Germania.

All'inizio i Clash si fecero notare per il loro evidente aspetto di sinistra e gli abiti su cui campeggiavano slogan rivoluzionari ("Sten Guns in Knightsbridge", "Under Heavy Manners"). Nel corso del 1977 Strummer e Jones fecero dentro e fuori da caserme e carcere per alcuni reati minori che andavano dal vandalismo al furto di una federa, al consumo di marijuana[5], mentre Simonon e Headon vennero arrestati per aver sparato a dei piccioni con un fucile ad aria compressa. Strummer verrà arrestato anche per aver tracciato la scritta "The Clash" con una bomboletta spray su un muro a Camden Town.

Give 'Em Enough Rope[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Give 'Em Enough Rope.

«I went to the place where every white face is an invitation to robbery / Sitting here in my safe European home, I don't want to go back there again»

Nel gennaio 1978 Jones e Strummer decidono di compiere un viaggio in Giamaica, per approfondire la conoscenza della cultura rasta: all'epoca il gruppo ascoltava molta musica reggae. Il viaggio, che li porta a toccare tutta la povertà e l'ostilità verso i bianchi presente nell'isola, porterà alla creazione di diversi brani nettamente influenzati dal reggae, tra i quali (White Man) in Hammersmith Palais e Safe European Home[3], quest'ultima composta al Pegasus Hotel di Kingston[4]. Al rientro dalla Giamaica, Strummer contrarrà l'epatite, e dopo una lunga degenza, tornerà insieme al gruppo, che nel frattempo si troverà a dover far fronte alle sempre più pressanti richieste della CBS, che richiede al gruppo un suono più pulito per il lancio sul mercato statunitense. Segue quindi un periodo di tensione tra il gruppo (che non vuole scendere a patti con nessuno, neanche con Rhodes) e la casa discografica.

Topper Headon, il batterista della band per lungo periodo.

Nonostante le tensioni, le registrazioni del loro secondo album, Give 'Em Enough Rope, prodotto da Sandy Pearlman, iniziano nell'aprile 1978. Give 'Em Enough Rope sarà anche il primo album in cui Topper Headon compare in tutte le tracce. Pearlman era impressionato dall'abilità e dalla precisione di Headon e lo soprannominò "The Human Drum Machine" ("la batteria elettronica umana"). A tal proposito si può citare un episodio in cui Pearlman chiese a Topper di suonare la parte del rullante di Tommy Gun al contrario, cosa che riuscì a fare al secondo tentativo. Secondo Pearlman era qualcosa di inconcepibile per qualsiasi batterista e si potrebbe ottenere lo stesso effetto solo con la tecnologia attuale[3]. Le registrazioni dell'album verranno interrotte dal tour inglese "Out on Parole Tour", con gruppi di supporto come The Specials e Suicide. Give 'Em Enough Rope verrà infine pubblicato nel novembre 1978 e debutterà al numero due della classifica britannica, ma non riuscirà a entrare nei primi 100 nel mercato statunitense, il più grande mercato musicale del mondo.

Dopo le registrazioni, a New York, i rapporti con il manager Bernie sono ormai deteriorati e nell'ottobre del 1978 licenziano il loro manager (con cui ebbero strascichi legali), alla vigilia di un grande tour negli Stati Uniti, perdendo anche la loro base di riferimento, i Rehearsals[3]. Il rapporto con Bernie Rhodes fu caratterizzato da molta ammirazione ma anche da frequenti contrasti: la "gestione" del gruppo venne addirittura definita "stalinista" da Joe Strummer[3], a causa delle innumerevoli decisioni prese senza consultazione e delle pretese di controllo sui Clash.

Give 'Em Enough Rope fu il primo album dei Clash a essere pubblicato da un'etichetta statunitense (anche se l'edizione britannica del primo album fu un bestseller di importazione negli USA), e per promuoverlo il gruppo si imbarcarcò nel suo primo tour statunitense, all'inizio del 1979, insieme a Barry Scratchy Myers, tour che si rivelò un grande successo. Il loro primo album non ebbe una pubblicazione ufficiale negli USA fino al luglio 1979; e comunque uscì in forma drasticamente rivista rispetto alla versione pubblicata altrove. Questo comprendeva una versione ruggente di I Fought the Law di Sonny Curtis, ripresa dalla versione di Bobby Fuller (in origine presente sul loro primo EP The Cost of Living).

Il successo mondiale e l'evoluzione musicale (1979-1982)[modifica | modifica wikitesto]

London Calling[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: London Calling.

«Prima di London Calling, pensavo che all'interno del gruppo ci conoscessimo poco. Quella è stata la prima volta in cui ognuno ha dato il suo contributo alle canzoni. Per la prima volta abbiamo finalmente cominciato a conoscerci»

Il successo di pubblico e critica negli USA arrivò con London Calling, un album doppio pubblicato nel dicembre 1979, venduto al prezzo di un album singolo (su insistenza della band). A fianco del punk "classico", presentava una stilistica più ampia e variegata degli album precedenti, tra cui il rockabilly in stile statunitense e il reggae che risuonava assieme al movimento ska britannico.

Per la produzione dell'album i Clash si affidarono a Guy Stevens, noto per il grande talento nell'R&B, mentre per le prove e le registrazioni preliminari trovarono una nuova base, i "Vanilla Studios", un garage riadattato.

«Ci sembrava che per Guy fosse l'ultima grande occasione. Eravamo convinti che fosse eccezionale. Ho sempre pensato che ci fosse un legame inconscio tra Guy e la nostra band»

L'album è considerato una pietra miliare, e canzoni come Train in Vain, Clampdown e London Calling sono ascoltabili con regolarità nelle stazioni radio di musica rock. Il tema politico è molto frequente (anche se non l'unico): Spanish Bombs ricorda la guerra civile spagnola; The Guns of Brixton (composta e cantata da Paul Simonon) la situazione incandescente del quartiere popolare londinese abitato da immigrati; Clampdown è al tempo stesso un ricordo dei crimini nazisti e una critica al sistema capitalista; Koka Kola uno sguardo spietato sulla realtà statunitense; infine Revolution Rock è il vero "manifesto politico" della band.

Mick Jones.

Il titolo di London Calling (anche se l'album doveva essere originariamente intitolato "The Last Testament"[3]) evoca la frase pronunciata dall'annunciatore radiofonico statunitense Edward R. Murrow durante la seconda guerra mondiale, e la canzone che fornisce il titolo all'album annuncia che "...war is declared and battle come down..." ("la guerra è decisa e inizia la battaglia"). Mette in guardia contro l'aspettativa di vederli come dei salvatori — "... now don't look to us / Phoney Beatlemania has bitten the dust..." ("non rivolgetevi a noi / la sciocca Beatlemania è morta") — ritrae un disegno disperato del periodo; "The ice age is coming, the sun's zooming in / Engines stop running, the wheat is growing thin" ("L'era glaciale sta arrivando, il sole implode / i motori smettono di funzionare, il grano cresce rachitico") — ma chiama gli ascoltatori a uscire dal loro stupore drogato e a intraprendere la lotta senza guardare costantemente a Londra, o agli stessi Clash, per indicazioni — "Forget it, brother, we can go it alone... Quit holding out and draw another breath... I don't wanna shout / But while we were talking I saw you nodding out..." ("Scordatelo fratello, possiamo fare da soli... smetti di resistere e fai un altro respiro... Non voglio urlare / ma mentre parlavamo ti ho visto fare un cenno...") — chiedendo alla fine, "After all this, won't you give me a smile?" (Dopo tutto questo, non vuoi rivolgermi un sorriso?).

Sandinista! e il tour mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sandinista!.

Sul finire del 1980 i Clash fecero seguire a London Calling un triplo album (in vendita al prezzo di un doppio), intitolato Sandinista! (con numero di catalogo FSLN1, dalle iniziali spagnole del movimento Sandinista, Frente Sandinista de Liberación Nacional). Il risultato fu un lavoro vario, con la band che continuava ed anzi accresceva la sua sperimentazione nel reggae e nel dub (Let's Go Crazy) e si espandeva in altri stili musicali e tecniche di produzione, che comprendevano jazz (Look Here), rap rock (The Magnificent Seven, che è ritenuta la prima incursione in quel genere da parte di un gruppo di bianchi), valzer (Rebel Waltz) e collage di loop registrati su nastro (Mensforth Hill, con similitudini con Revolution 9 dei Beatles). Non mancano i brani con una piena valenza politica, tra i quali spicca certamente Washington Bullets, fortissima denuncia verso il coinvolgimento statunitense in America Centrale e in Sudamerica (in particolare a Cuba e in Cile), a loro parere di chiaro stampo fascista.

Questa contaminazione di generi comunque deluse parte dei fan, che si trovarono confusi in quanto si aspettavano un album più chiaramente punk come i precedenti; e le vendite scesero, anche se negli USA furono migliori che in precedenza.

A seguito della pubblicazione di Sandinista!, nel febbraio 1981, il gruppo richiamò Bernie Rhodes nel ruolo di manager, una decisione che aprì molti contrasti. Poco dopo si imbarcarono nel loro primo tour mondiale, che comprendeva concerti in Asia orientale e in Australia, nonché una tappa prolungata a 17 concerti per due settimane a New York al Bond's International Casino[3].

Inizialmente furono previsti otto concerti al Bond's, dal 28 maggio al 3 giugno[8], ma dopo il termine della prima esibizione alcuni ispettori del corpo dei vigili del fuoco ispezionarono l'edificio, dichiarando che la struttura non aveva le garanzie di sicurezza necessarie per ospitare più di 3200 persone, quindi la sera successiva si dovette impedire l'ingresso al circa 1500 persone. Il giorno seguente, l'edificio fu ufficialmente dichiarato soggetto a pericolo di incendi, e venne chiuso; in seguito alla chiusura si verificarono episodi di disordine pubblico in Times Square[9], ma infine venne trovata una soluzione: i Clash avrebbero tenuto altri quattordici concerti ad un pubblico ridotto, in modo da poter garantire lo spettacolo ad ogni possessore del biglietto. Successivamente il gruppo comprese che erano stati coinvolti in uno scontro tra gli organismi municipali e i club newyorkesi[10], anche se riuscirono a volgere la situazione a proprio vantaggio, infatti divennero la principale "notizia" per quasi tutte le stazioni radiotelevisive.

I concerti lasciarono una grande impronta nel panorama musicale newyorchese:

«Le esibizioni al Bond's sono state fantastiche per l'energia folle e caotica sprigionata da loro. Sono stati il primo gruppo ad abbracciare davvero quella rivoluzione interculturale. Hanno fatto conoscere il reggae ai fan del rock. Oggi in America tutti apprezzano il reggae grazie ai Clash.»

Il gruppo invitò sul palco del Bond's numerosi personaggi politici e non politici con cui si sentivano vicini culturalmente; Joe Strummer invitò il portavoce del comitato di solidarietà del popolo salvadoregno per un discorso durante l'esecuzione di Washington Bullets e in seguito, il 10 giugno, il poeta beat Allen Ginsberg salì sul palco recitando una poesia intitolata Capital Air[12].

Dei concerti è stato pubblicato un album bootleg, The Clash at Bond's Casino.

Nel mese di giugno i Clash tornarono in Gran Bretagna, e a Londra trovarono una nuova sala prove, in Freston Road[13], all'interno di un edificio trasformato in sala prove chiamata Ear Studios. Cominciarono a lavorare su nuove canzoni, e presero forma; Ghetto Defendant, Inoculated City, Know Your Rights, Straight to Hell e Should I Stay or Should I Go?; brani che sarebbero andati a far parte dell'album successivo. Il gruppo registrò anche una canzone che rimase inedita, Midnight to Stevens, dedicata a Guy Stevens, morto il 29 agosto di overdose causata da un'eccessiva assunzione di un medicinale prescrittogli contro l'alcolismo; i Clash rimasero profondamente scossi dall'accaduto.

Il 24 settembre, iniziarono il primo dei sette concerti serali previsti al Théatre Mogador di Parigi[14], concerti che ricevettero un'accoglienza tumultuosa. Successivamente volarono a Vienna. In questo periodo cominciarono a emergere i primi seri problemi all'interno del gruppo, infatti il consumo di droga da parte di Topper Headon arrivò a costargli cento sterline al giorno[14]; all'arrivo nella capitale austriaca Topper stava male.

In seguito il gruppo decise di proseguire le registrazioni del nuovo materiale negli Stati Uniti; arrivarono a New York a metà novembre[15], e cominciarono le registrazioni all'Electric Lady Studios, con il fonico Jeremy Green e con Tymon Dogg. Dalle prove il gruppo cominciò a creare varie canzoni e Topper iniziò la composizione di Rock the Casbah. Digby Cleaver, un nuovo assistente del gruppo all'epoca, riguardo alla composizione del brano disse:

«Me lo ricordo seduto al piano a suonare quel riff. Mi disse: "Che te ne pare, Digs?". E io: "Secondo me sei un genio". Diventò il motivo portante del brano: così, assolutamente per caso. Ci mise basso e batteria: era eccellente. Aveva fatto tutto da solo. Lo fece sentire a Joe accompagnato da alcuni versi svenevoli che parlavano di quanto gli mancava la sua ragazza... Joe diede soltanto un'occhiata alle parole e disse: "Incredibilmente interessante", appallottolò il pezzo di carta e lo buttò via. [Bisognava] vedere la faccia di Topper. Joe gli fece: "Senti, sono io che scrivo i versi, cazzo... Ho già pronto un testo che si adatta alla perfezione". E quello poi è diventato Rock the Casbah»

I Clash continuarono a lavorare su nuovi brani, e invitarono a intervenire in vari brani diverse personalità esterne al gruppo; infatti Allen Ginsberg, sollecitato da Joe, prese parte ad una session di registrazione di Ghetto Defendant, aggiungendo una parte parlata sovrapposta a quella cantata di Strummer. Registrarono molto materiale, che a differenza dell'album precedente, Sandinista!, dove prevaleva una netta commistione di stili musicali, presentava un'omogeneità maggiore ed era originato da un assemblaggio complessivo con interventi da parte di ogni membro del gruppo. Vennero registrati brani strumentali e altri con introduzioni di sole percussioni. Le canzoni presentavano tutte caratteristiche comuni sia nella composizione sia nei versi; infatti vi è una forte prevalenza di temi come la decadenza morale degli Stati Uniti e la guerra in Vietnam[17] intesa come riferimento ad ogni guerra. Sean Flynn, un brano prettamente strumentale, derivava il proprio nome dal figlio di Errol Flynn, che partecipò alla guerra in Vietnam. Flynn intraprese la carriera di fotografo di guerra, e in seguito venne dichiarato morto in combattimento dall'esercito[18]; Joe nel brano comprende la sensazione di dare un senso alla propria vita, e mostra la compassione per quei giovani la cui vita è stata fermata o rovinata dalla guerra.

Combat Rock[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Combat Rock.

Nel giorno di capodanno del 1981 i Clash registrarono Straight to Hell (in italiano: Dritto all'inferno), brano dove la visione antimilitaristica di Strummer raggiunse i suoi massimi. Digby Cleaver, assistente del gruppo, racconta così la creazione del brano:

«È stata quasi tutta registrata in un giorno. Era il giorno prima del Capodanno 1981, giorno in cui era previsto che prendessimo l'aereo per tornare a casa. È stato un rush folle e creativo. Ci hanno messo dei piatti da banda: Mick suonava la conga con le bacchette, che era una cosa abbastanza insolita, ma il suono era eccellente. Topper suonava le percussioni con le mani e roba simile: era estremamente complesso, un sacco di innovazioni»

La canzone presenta una potente analisi dell'eredità lasciata dalla guerra in Vietnam, con un attacco al sistema statunitense, narrato ad un immaginario bambino orientale: "Lascia che ti parli del tuo sangue, bambino di bambù, non è Coca-Cola, è riso". Joe descrisse così la registrazione:

«[Il giorno dopo] era Capodanno. Avevo scritto il testo rimanendo alzato tutta la notte [...] Sono andato all'Electric Lady e ho registrato la voce su nastro, abbiamo finito verso mezzanotte meno venti. Abbiamo preso la metro dal Village a Times Square. Non dimenticherò mai l'uscita dalla stazione della metropolitana, appena prima di mezzanotte, in mezzo a cento milioni di persone, e ho capito che avevamo appena fatto qualcosa di veramente grande»

In seguito, nei mesi di gennaio e febbraio, i Clash proseguirono il tour mondiale, visitando i paesi dell'Asia orientale e l'Australia. A Sydney il gruppo tentò di lavorare sui nastri del disco, ma fu difficile perché dopo i concerti non avevano l'udito in buone condizioni. A Bangkok, in Thailandia, il gruppo fece la foto di copertina per l'album che avevano ormai quasi completato, venne chiamato Combat Rock. Dopo essere tornati a Londra, i Clash cominciarono a lavorare sui missaggi e sulla lunghezza dei brani; era presente abbastanza materiale da farne un album doppio. Mick eseguì un mixaggio, ma Joe non lo approvò, così si dovette chiamare Glyn Johns, il celebre fonico che aveva lavorato con innumerevoli gruppi, tra cui anche i Beatles (infatti nel 1969 venne incaricato di rendere pubblicabile Get Back, che in seguito divenne Let It Be). Johns eliminò tutte le introduzioni strumentali, scartò vari brani che in seguito sarebbero apparsi su album illegali (The Beautiful People Are Ugly Too, Kill Time, e lo strumentale Walk Evil Talk); ne tolse altri per futuri lati B di singoli (First Night Back in London e Cool Confusion); l'album venne ridotto ad un disco singolo.

Combat Rock venne pubblicato il 14 maggio 1982 e sarebbe divenuto il loro album più venduto.

Contenente i singoli Rock the Casbah scritto dal batterista Topper Headon e Should I Stay or Should I Go, entrò nella Top Ten statunitense (unico album dei Clash a esserci arrivato) e al secondo posto di quella britannica. Ghetto Defendant vedeva la partecipazione di Allen Ginsberg, mentre Red Angel Dragnet citava il film Taxi Driver con frasi di Robert De Niro campionate dal film originale. Da parte di alcuni appassionati della band è sempre stata espressa perplessità verso questo album, che a loro parere aveva perso la caratterizzazione fortemente politica e punk, anche a causa dei dissapori crescenti tra la band che di lì a qualche anno ne avrebbero causato lo scioglimento.

Tensioni e scioglimento (1982-1985)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cut the Crap (The Clash).

Le tensioni interne non erano inizialmente apparenti, grazie al successo di Combat Rock. Ma dopo questo album i Clash iniziarono a disintegrarsi lentamente. Topper Headon venne cacciato a causa della sua dipendenza dall'eroina, che ormai rendeva difficile lo svolgimento dei concerti e lo aveva sempre maggiormente allontanato dal resto del gruppo, e il batterista originario, Terry Chimes, venne ripreso per suonare nei concerti successivi.

«La fine è cominciata il giorno in cui abbiamo fatto fuori Topper»

Topper Headon anni dopo disse riguardo alla propria condizione e agli avvenimenti del periodo:

«Ero in uno stato pietoso [...] Quando ti fai di eroina non hai nessun rispetto per te stesso [...] e per gli altri. Avevo perso ogni contatto con la band, la realtà, il mondo intero. Mi sono reso conto che avevo mancato in qualcosa solo quando hanno fatto quella riunione e Joe mi ha detto: "Sei licenziato". Le mie esatte parole sono state: "Stai scherzando!". Non ho saputo dire altro. Ma loro avevano tutto il diritto di agire così perché ero io che avevo perso il filo e mi ci è voluto un bel po' prima di ritrovarlo»

I membri chiave entrarono in un gioco di vendette. Terry Chimes lasciò la band dopo il Combat Rock tour del 1982, convinto che il gruppo non potesse continuare con le lotte interne che l'agitavano. Nel 1983, dopo una lunga ricerca per un nuovo batterista, venne reclutato Pete Howard, che si esibì con la formazione originale in diverse date minori negli USA e davanti al più grande pubblico mai avuto dai Clash, allo US Festival di San Bernardino (Stati Uniti d'America) — l'ultima apparizione di Mick Jones con i Clash.

«C'era un sacco di tensione tra Mick e Bernie... Credo che Bernie volesse provare cosa significava essere Mick. Il manager voleva essere l'artista.»

Nel settembre 1983, probabilmente lunedì 5 settembre[23], Strummer e Simonon estromisero Jones dal gruppo, citando il suo comportamento problematico e la divergenza nelle aspettative musicali: Jones fonderà i Big Audio Dynamite (BAD). In realtà è stato dichiarato dallo stesso Mick Jones che fu "Bernie" Rhodes a convincere Joe a estrometterlo dal gruppo, facendo firmare un contratto di fedeltà a Paul, Joe e a lui stesso, contratto che Jones non firmò; Rhodes disse a Joe: "tu hai firmato, Paul anche... lui no, cosa ha lui di diverso da voi? Sei sicuro di volerlo ancora nel tuo gruppo?". Fu molto facile per il manager dei Clash convincere i due a cacciare Mick (Rhodes era stato cacciato dal ruolo di manager del gruppo proprio da Jones in precedenza e fra i due c'era sempre stata diffidenza reciproca).

Paul Simonon, in seguito, spiegò così l'accaduto:

«Io e Joe ne avevamo parlato [...] Eravamo d'accordo: non ne potevamo più e volevamo andare avanti con il lavoro anziché stare ad aspettare Mick e i suoi comodi. Ci trovavamo nella sala prove quando Joe gli ha detto: "Vogliamo che tu te ne vada". Mick si è girato verso di me e ha chiesto: "Tu che ne dici?". E io: "Be' sì... ". Penso che quello sia stato il colpo di grazia»

Dopo una serie di audizioni la band annunciò che Nick Sheppard, già membro dei Cortinas di Bristol, e Vince White sarebbero stati i nuovi chitarristi del gruppo. La nuova formazione fece i suoi primi concerti nel gennaio 1984, presentando del nuovo materiale e si lanciò in un tour autofinanziato, soprannominato Out of Control Tour.

Musicalmente la band era ancora in grado di ricreare — a volte migliorare — l'infuocata intensità della formazione originale, ma il feeling e la fiducia tra la vecchia guardia e i nuovi arrivati erano precari a causa delle circostanze e della poca familiarità. Indipendentemente da ciò, il gruppo fu in tour intensamente durante l'inverno e fino all'inizio dell'estate, con Strummer che si prese una pausa fino all'autunno per seguire alcune questioni private. A un'esibizione in favore dei minatori, a dicembre, egli annunciò che il gruppo aveva un nuovo album e lo avrebbe pubblicato all'inizio del nuovo anno.

Le sessioni di registrazione dell'album (che si tennero prevalentemente in uno studio di Monaco di Baviera) furono un massacro, con il manager Bernie Rhodes che sprecò il considerevole talento di Howard in favore di una drum machine, reingegnerizzò gli arrangiamenti live delle canzoni e si affidò a sintetizzatori e cori da stadio. Altre canzoni eseguite durante il tour, come Jericho (conosciuta anche sotto i nomi di "Ammunition" o di "Thank You Chief")[25], Glue Zombie[26], (In the) Pouring Rain[27], non furono pubblicate.

Strummer, disilluso dall'album di Rhodes, portò la band a girovagare per l'Inghilterra del nord e la Scozia, suonando gratis agli angoli delle strade e nei bar. I Clash fecero i loro ultimi concerti in alcuni festival europei del 1985, con Strummer che infine riunì la band per scioglierla. Nel frattempo venne pubblicato l'album, Cut the Crap, che ricevette una scarsa accoglienza, anche se fece meglio dell'album dei Big Audio Dynamite negli USA. Cut the Crap non fu nemmeno incluso nella discografia ufficiale redatta dai Clash alcuni anni dopo, dato che Joe Strummer rinnegò il lavoro.

In realtà, nel corso del 1986, il gruppo tentò di rimettersi insieme con una nuova formazione. Questa formazione, guidata da Bernie Rhodes e da Paul Simonon (l'unico componente originale del gruppo rimasto, mentre Strummer aveva dato forfait qualche tempo prima), effettuò infatti diversi provini per reclutare nuovi componenti. Fortunatamente l'idea non ebbe seguito e di lì a poco venne dato l'annuncio ufficiale dello scioglimento dei Clash. Pare inoltre che gli stessi Simonon e Strummer avessero cercato di convincere Mick Jones a tornare nel gruppo: se non altro il tutto si risolse in una pacificazione degli animi, tanto che Jones invitò i due suoi ex colleghi a partecipare al video di Medicine Show, dei Big Audio Dynamite.

«Ho incontrato gente a cui il punk ha cambiato il modo di vivere. Mi sento come se avessi letteralmente incontrato ognuno di loro! Ed è la stessa storia anche per tutti loro: abbiamo cambiato il loro modo di pensare e influenzato le decisioni che hanno preso nella vita. Non è stata una faccenda di massa, la folla che assalta il palazzo. Piuttosto, un sacco di individui che hanno afferrato qualcuna delle cose che stavano strombazzando noi. Con i Clash è stato come scendere agli inferi e ritornare. Non puoi immaginare cosa abbiamo passato per fare i dischi che abbiamo fatto. Abbiamo dato il 110 per cento, ogni giorno. Ma quando incontri questa gente, persone che ti dicono che hai avuto qualche effetto sulla loro vita, allora senti che valeva assolutamente la pena.»

Politica[modifica | modifica wikitesto]

Joe Strummer dal vivo.

«I Clash erano dei poeti. In quanto artisti che lavoravano nel campo della musica [...] erano completamente liberi di esprimere e riflettere il loro disagio nei confronti del mondo che li circondava. Esprimevano rammarico anche per il fatto che le band che li avevano preceduti — come gli Who — non erano state abbastanza militanti»

I Clash condividevano con il movimento punk le critiche al sistema e alla monarchia e borghesia inglese. Rifiutavano però le tendenze nichiliste di alcuni colleghi, come per esempio i Sex Pistols. Trovarono invece la solidarietà di diversi movimenti di liberazione attivi all'epoca. Le loro idee politiche erano espresse nei loro testi, nelle prime canzoni come White Riot, che incoraggiava i giovani bianchi scontenti a diventare attivi politicamente seguendo le orme della popolazione nera, Career Opportunities, che esprimeva il malcontento circa la carenza di posti di lavoro nel Regno Unito, e London's Burning, espressione della rabbia punk, ma allo stesso tempo estremamente analitica. Di fatto sono tra i primi gruppi ad utilizzare lo strumento musicale a fini manifestamente politici espressi però sempre in forma concreta (appoggio o critica a sistemi, a paesi o a semplici comportamenti).

In un caso, il 30 aprile 1978, a un concerto di Rock Against Racism, organizzato dalla Anti-Nazi League, cui parteciparono oltre 80 000 persone[30], Joe Strummer indossò una controversa t-shirt su cui apparivano le parole "Brigade Rosse" con al centro l'emblema e la sigla della Rote Armee Fraktion[3]. Egli disse in seguito che indossò la maglietta non per appoggiare le fazioni terroristiche di estrema sinistra in Italia e Germania, ma piuttosto per portare all'attenzione la loro esistenza. È significativo che proprio quel giorno i Clash suonarono la canzone Tommy Gun, canzone che richiama la banda Baader-Meinhof puntando l'attenzione su simili fenomeni e condannando la violenza, pur non senza qualche ambiguità.[senza fonte]

Il gruppo offrì supporto al movimento Sandinista e ad altri movimenti marxisti dell'America Latina (da cui il titolo del loro album del 1980, Sandinista!). Nel dicembre 1979, all'epoca dell'uscita del loro album London Calling, i Clash (come i Dead Kennedys negli USA) stavano cercando di fare quadrare il cerchio, mantenendo la loro energia punk mentre sviluppavano sempre più il loro essere musicisti. Erano in particolare timorosi della loro fama crescente: accolsero sempre i fan nei camerini dopo i concerti, mostrando un genuino interesse nella relazione con essi.

I Clash sono generalmente accreditati per avere fondato le radici del punk rock nella protesta comunista, ed erano noti per molti come i "rivoltosi dell'uomo pensante" per la loro visione politicamente astuta del mondo. Va notato che non furono mai completamente spinti dal denaro. Anche all'apice del successo, i biglietti dei concerti e i prezzi dei souvenir erano ragionevoli. Similarmente il gruppo accettò delle royalty più basse per Sandinista! allo scopo di assicurarsi che l'album (triplo) venisse venduto allo stesso prezzo di un doppio LP. È noto che i membri dei Clash non hanno mai guadagnato grosse cifre, specie se paragonati a gruppi al loro livello. Si sa infatti che Joe Strummer al momento della sua morte ha lasciato alla moglie meno di un milione di sterline[31].

«Non abbiamo mai venduto tantissimi dischi. I Clash non sono come questi gruppi punk di oggi, che vendono dieci milioni di album o roba del genere»

Le carriere soliste dei Clash oltre il gruppo[modifica | modifica wikitesto]

Joe Strummer[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Joe Strummer e Joe Strummer and the Mescaleros.
Joe Strummer in concerto a Milano nel 1999 con i Mescaleros

Strummer recitò in alcuni film, registrò colonne sonore (da notare Love Kills per il film Sid & Nancy), si dedicò alla produzione di altri artisti e sperimentò con diversi gruppi di supporto ottenendo un successo limitato. Nel 1991/92 Strummer si unì ai The Pogues, dopo l'abbandono del frontman Shane MacGowan, per una serie di concerti in Europa. Infine, nella seconda metà degli anni novanta, Strummer riunì dei musicisti di grido in una band di supporto che chiamò The Mescaleros. Strummer firmò un contratto con l'etichetta punk californiana Hellcat Records, e pubblicò un notevole album, scritto assieme ad Antony Genn, intitolato Rock Art and the X-Ray Style (1999). Seguì un tour in Inghilterra e Nord America, nel quale vennero eseguite diverse delle canzoni preferite dai fan dei Clash. Genn lasciò i Mescaleros nel mezzo delle sessioni di registrazione del secondo album, Global a Go-Go (edito nel 2001), nel quale compare anche il violinista e chitarrista Tymon Dogg, già collaboratore dei Clash, nonché vecchio amico di Joe. Dopo la pubblicazione di Global a Go-Go, Joe Strummer e i Mescaleros suonarono in un tour di 21 date in Nord America, Gran Bretagna e Irlanda. Ancora una volta, questi concerti presentavano materiale dei Clash (London Calling, Rudie Can't Fail), così come cover di classici del reggae e ska (The Harder They Come, A Message to you, Rudie) e si chiudevano regolarmente con un ammiccamento ai Ramones di Blitzkrieg Bop. A dicembre del 2002 Joe Strummer morì improvvisamente per un attacco di cuore, all'età di cinquant'anni. L'album dei Mescaleros su cui stava lavorando, Streetcore, che conteneva anche la reinterpretazione di Redemption Song di Bob Marley venne pubblicato postumo nel 2003, accolto dai favori della critica.

Fu lo stesso Marley il primo a omaggiare la band di Strummer quando nel 1977 incluse i Clash nel testo della sua Punky Reggae Party, in cui rivolge a tutti un invito a recarsi a questo fantomatico, imperdibile party in cui suoneranno fra gli altri, oltre ovviamente agli stessi Wailers, anche i Damned e per l'appunto i Clash.

Mick Jones[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Mick Jones e Big Audio Dynamite.

Dopo la sua controversa espulsione dal gruppo nel 1983, forma nel 1984 i B.A.D. insieme a Don Letts, gruppo con il quale è stato in attività fino al 1995. Della nuova band è rimasto abbastanza famoso l'insolito brano dance/rock E=MC2 che ebbe discreta fortuna. Più di recente insieme a Tony James ha formato la band Carbon/Silicon, e si è anche dedicato alla carriera di produttore discografico.

Paul Simonon[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Paul Simonon.
Paul Simonon dal vivo nel 2007

Successivamente allo scioglimento dei Clash si unì a un gruppo chiamato Havana 3 a.m., che registrò un solo album in Giappone e sparì rapidamente. Simonon tornò quindi alle sue origini di artista visuale, presentando diverse performance in gallerie d'arte e contribuendo alla copertina del terzo album dei BAD di Mick Jones che per coincidenza venne co-prodotto da Joe Strummer. La riluttanza di Simonon a tornare a suonare è stata ampiamente citata come motivo per cui i Clash furono uno dei pochi gruppi punk britannici degli anni settanta che non si riunirono per approfittare della nostalgia del punk che si diffuse negli anni novanta. Comunque Mick Jones dichiarò alla stampa che, all'epoca della morte di Strummer, i quattro stavano considerando seriamente di riunirsi per un tour e che esistevano buone probabilità di riuscita dell'operazione. Attualmente fa parte insieme a Damon Albarn (Blur, Gorillaz) dei The Good, the Bad and the Queen, con i quali ha pubblicato l'album di debutto omonimo nel 2007.

Topper Headon[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Topper Headon.

Dopo essere stato estromesso dalla band successivamente alla pubblicazione di Combat Rock si trascinò senza meta con la dipendenza da eroina. Pubblicò comunque un album solista, Waking Up (1986), dal sapore jazz. Formò un gruppo jazz che ebbe breve vita. Dopo le riprese del documentario retrospettivo sui Clash di Don Letts, intitolato Westway to the World ed una successiva consegna a Strummer, Jones, Simonon e Headon di un Lifetime Achievement British Music Award, Headon scomparve dal mondo della musica. Va notato che il suo contributo ai Clash non fu per nulla limitato al suonare la batteria. Headon compose anche le parti di piano di Rock The Casbah. Attualmente si è disintossicato e continua a esibirsi dal vivo, facendo anche il tassista a Brighton. Fu in uno di questi concerti che apprese della morte di Strummer. Nel 2003 dichiarò che si sarebbe esibito in alcuni concerti di tributo a Joe.

Nel 2003 i Clash sono stati ammessi alla Rock and Roll Hall of Fame a New York, dove avrebbero dovuto riunirsi in concerto; concerto sfumato dopo la morte di Strummer.

Stile musicale[modifica | modifica wikitesto]

Inizialmente autori di un punk rock monolitico e nichilista ispirato al rock and roll[33] e al garage rock come era consueto nella prima ondata punk (formula che caratterizzò i primi due album The Clash del 1977 e Give 'Em Enough Rope del 1978),[34][35][36] i Clash cambiarono rotta con il seguente London Calling (1979), sempre ispirato al rock and roll[37] ma più melodico[37] e destinato a rivelare le numerose ed eterogenee influenze che poi caratterizzeranno il loro modus operandi. Riferendosi a London Calling, caratterizzato da influenze, reggae,[34] funky,[38] rockabilly[37] e r&b,[34] il critico musicale Tom Moon riportò nel suo libro 1000 Recordings to Hear Before You Die:[38]

«Mentre inveisce contro il potere, condannando anche la povertà e le ingiustizie del governo britannico, (Strummer) diventa un cittadino impegnato (...) che si interessa a ciò che gli accade intorno.»

Questo eclettismo si ripeterà con più forza nel seguente Sandinista (1980),[37] le cui trentasei tracce presentano sonorità più sperimentali (evidenti soprattutto nel terzo e ultimo disco dell'album) e arrangiamenti elettronici,[37] nonché in Combat Rock (1982), ispirato alla musica da ballo e a quella etnica.[34] Gli stili e correnti a cui vengono ricondotti i Clash sono svariate varianti del punk rock, quali il british punk,[1] il dance punk,[1] il post-punk[39] e la new wave.[40] A loro sono inoltre riconosciute influenze dub e ska.[41][42][43]

Eredità artistica e popolarità[modifica | modifica wikitesto]

Famoso murale sito a New York in onore di Joe Strummer

Il livello di celebrità dei Clash all'inizio degli anni ottanta era alle stelle. Di fatto, avevano impresso al punk rock ed a tutto il rock in generale una svolta che sarebbe rimasta nella storia. Appare quindi ovvio che la band londinese ebbe una straordinaria influenza su tutto il mondo della musica, sia sui gruppi pop e rock i cui membri sono cresciuti ascoltando le canzoni di Joe Strummer e compagni, sia ovviamente all'interno del mondo punk rock. All'interno del primo gruppo troviamo band molto famose in tutto il mondo come gli U2[44], Duran Duran, R.E.M., Nirvana[45], Stone Roses, The Cure, Pearl Jam (in particolare il cantante Eddie Vedder[46] e il bassista Jeff Ament[47]), nonché i recenti Green Day, Muse, Franz Ferdinand e Arctic Monkeys[48].

Dall'altra parte, essendo i Clash tra i fondatori del movimento punk rock, si può dire che hanno influenzato più o meno tutte le produzioni musicali successive, anche se non c'è dubbio che hanno avuto un ruolo ancor più decisivo nella successiva genesi sia del punk pop e del punk rock (e quindi nelle band che, più o meno, appartengono a questi sottogeneri come, per esempio, Buzzcocks, Bad Religion, NOFX) sia nelle contaminazioni ska punk (Operation Ivy, Less Than Jake, Rancid). Questa ultima band in particolare non fa mistero di imitare i Clash il più possibile: hanno infatti due cantanti (Tim Armstrong e Lars Frederiksen) come i Clash avevano Strummer e Jones, un grande uso del basso con Matt Freeman come era con Paul Simonon e fanno abbondantemente ricorso a ritmi caraibici e pop. I Cypress Hill per la loro "What's Your Number" si sono basati sulla canzone "Guns of Brixton" dei Clash.

Fortemente influenzati dai Clash sono stati anche gli statunitensi Rage Against the Machine, che hanno incluso nei ringraziamenti del loro primo CD omonimo il nome di Joe Strummer.

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Ultima formazione

Ex componenti[modifica | modifica wikitesto]

Timeline componenti[modifica | modifica wikitesto]

Altre persone che hanno contribuito, anche musicalmente, alla storia dei Clash:

  • Mickey Foote – tecnico del suono. Inizialmente fu il tecnico del suono del gruppo formato da Joe Strummer precedentemente ai Clash, gli 101'ers; in seguito collaborò con i Clash a realizzare il loro primo album, nel 1977, dove è accreditato come produttore.
  • Bernard Rhodes – manager del gruppo. Soprannominato "Bernie"; è stato il manager del gruppo dal 1976 all'ottobre del 1978, poi venne riassunto nel febbraio del 1981 e fu manager del gruppo fino allo scioglimento. Non ebbe mai ottimi rapporti con i Clash, soprattutto con Mick Jones, rapporti che contribuirono in maniera notevole alla disintegrazione del gruppo. È accreditato come coautore, insieme a Joe Strummer, di ogni brano dell'album Cut the Crap, dove è anche accreditato come produttore.
  • Bill Price – tecnico del suono. È la persona che collaborò maggiormente in studio di registrazione con il gruppo. Bill Price ha registrato gli album London Calling e Sandinista![49], e ha prodotto l'EP The Cost of Living.
  • Johnny Green – assistente del gruppo.
  • Sandy Pearlmanproduttore discografico. È stato il produttore del secondo album dei Clash, Give 'Em Enough Rope, nel 1978.
  • Guy Stevens – produttore discografico. È stato il produttore del terzo album del gruppo, London Calling.
  • Mickey Gallaghertastiera. Collaborò con i Clash agli album London Calling e Sandinista!, lo strumento che suonò principalmente fu l'organo Hammond.
  • Pennie Smith – fotografa. Ha scattato la celebre foto in copertina dell'album London Calling.
  • Mikey Dread – musicista giamaicano. Musicista reggae e dub, collaborò con il gruppo nel singolo Bankrobber, del 1979; e in Sandinista!, dove introdusse innumerevoli effetti sonori, è coautore, insieme ai Clash, di tre brani dello stesso album.
  • Ellen Foleyvoce. Canta in Hitsville UK, brano contenuto in Sandinista!; e fa i cori in Car Jamming, contenuto in Combat Rock.
  • Gary Barnacle – sassofonista. Suona in Sandinista!, e in Combat Rock nel brano Sean Flynn.
  • Tymon Doggviolinista. Suona il violino in Sandinista!, dove è anche autore di un brano, Lose this Skin.
  • Norman Watt-Roy – basso. Suona in The Magnificent Seven e nell'album Cut the Crap.
  • Kosmo Vinyl – assistente del gruppo.
  • Futura 2000 – graffitaro e illustratore. Canta in Overpowered by Funk. Ha realizzato la copertina del singolo This is Radio Clash.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia dei The Clash.

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Videografia[modifica | modifica wikitesto]

DVD - Videocassette[modifica | modifica wikitesto]

Tournée[modifica | modifica wikitesto]

  • 1976 – Anarchy Tour (dicembre, Inghilterra, in supporto ai Sex Pistols)
  • 1977 – White Riot Tour (maggio, Inghilterra)
  • 1977 – Get out of Control Tour (ottobre-dicembre, Regno Unito)
  • 1978 – On Parole Tour (giugno-luglio, Regno Unito)
  • 1978 – Sort It Out Tour (ottobre-dicembre, Regno Unito, Europa)
  • 1979 – Pearl Harbour Tour (gennaio-febbraio, Stati Uniti, Canada)
  • 1979 – The Clash Take the Fifth Tour (settembre-ottobre, Stati Uniti, Canada)
  • 1980 – 16 Tons Tour (gennaio-giugno, Regno Unito, Stati Uniti, Europa)
  • 1981 – Impossible Mission Tour (aprile-maggio, Europa)
  • 1981 – Radio Clash (ottobre, Regno Unito)
  • 1982 – Far East Tour (gennaio-febbraio, Giappone, Nuova Zelanda, Australia, Cina)
  • 1982 – Casbah Club Tour (maggio-agosto, Stati Uniti, Canada, Regno Unito)
  • 1982 – Combat Rock Tour (agosto-ottobre, Stati Uniti)
  • 1984 – Out of Control Tour

I Clash e Rolling Stone[modifica | modifica wikitesto]

Alcune delle produzioni dei Clash furono inserite nelle classifiche dei 500 migliori album e delle cinquecento migliori canzoni di Rolling Stone. Vi sono infatti tre album e cinque canzoni; qui riportate in ordine di classifica in senso decrescente.

Album

Brani

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) The Clash, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 29 maggio 2016.
  2. ^ (EN) The Immortals: The First Fifty : Rolling Stone, su rollingstone.com. URL consultato il 25 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2006).
  3. ^ a b c d e f g h i j Pat Gilbert, The Clash: Death or Glory, Editori Arcana, Roma, 2006, pp. 163, 203, 196, 208-210, 265, 106, 363-369, 238
  4. ^ a b c Mauro Zaccuri, Paolo Vites, The Clash, collana Legends: Punk, Editori Riuniti, Roma, 2003, pp.17
  5. ^ (EN) Strummer's lasting culture Clash, su news.bbc.co.uk, 23 dicembre 2002. URL consultato il 2 maggio 2014.
  6. ^ Pag. 287, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  7. ^ Pag. 289, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  8. ^ Pag. 361, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  9. ^ Pag. 363, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  10. ^ Pag. 364, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  11. ^ Pag. 360, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  12. ^ Pag. 365, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  13. ^ Pag. 367, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  14. ^ a b Pag. 370, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  15. ^ Pag. 373, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  16. ^ Pag. 374, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  17. ^ Pag. 375, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  18. ^ Pag. 376, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  19. ^ a b Pag. 377, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  20. ^ Pagina 433, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  21. ^ Pag. 389, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  22. ^ Pagina 427, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  23. ^ Pag. 413, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  24. ^ Pagina 414, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  25. ^ (EN) Jericho ("Ammunition"), su clash.wikia.com, Clash.wiki.com. URL consultato il 19 marzo 2010.
  26. ^ (EN) Glue Zombie, su clash.wikia.com, Clash.wiki.com. URL consultato il 19 marzo 2010.
  27. ^ (EN) (In the) Pouring Rain, su clash.wikia.com, Clash.wiki.com. URL consultato il 19 marzo 2010.
  28. ^ Pagina 443, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  29. ^ Pagina 158, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  30. ^ TRB - Rock Against Racism, su tomrobinson.com (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2009).
  31. ^ Latest UK News Headlines - Mirror.co.uk, su sundaymirror.co.uk.
  32. ^ Pagina 439, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  33. ^ (EN) The Clash (album), su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 2 giugno 2013.
  34. ^ a b c d Scaruffi: Clash, su scaruffi.com. URL consultato l'11 luglio 2015.
  35. ^ Cesare Rizzi, Enciclopedia Rock - anni '70 - vol. 3, Arcana, 2002, p. 109.
  36. ^ Guglielmi, Cilía; pag. 70
  37. ^ a b c d e Guglielmi, Cilía; pag. 71
  38. ^ a b (EN) Tom Moon, 1000 Recordings to Hear Before You Die, Workman, 2008, p. 173.
  39. ^ (EN) Nick Johnstone, The Clash: 'Talking', Omnibus Press, 2010, p. 17.
  40. ^ (EN) Brian J. Bowe, The Clash: Punk Rock Band, Enslow Publishers, 2010, introduzione.
  41. ^ (EN) Nathan Brackett, Christian David Hoard, The New Rolling Stone Album Guide, Simon and Schuster, 2004, p. 168.
  42. ^ (EN) Vivien Goldman, Clash City Rockers, in SPIN, dicembre 1999.
  43. ^ Rockol com s.r.l, √ Biografia di Clash | Le migliori notizie, testi e concerti, su Rockol. URL consultato il 15 febbraio 2020.
  44. ^ BBC NEWS | Entertainment | Clash star Strummer dies
  45. ^ Kurt Cobain dichiarò di essere stato un grande fan dei Clash ma di esser rimasto deluso da Sandinista!.
  46. ^ Eddie Vedder Biography - AOL Music Archiviato il 2 giugno 2007 in Internet Archive.
  47. ^ Jeff Ament Biography - AOL Music Archiviato il 4 giugno 2007 in Internet Archive.
  48. ^ BBC - collective - Arctic Monkeys - Whatever People Say
  49. ^ Pagine 470 e 473, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  50. ^ (EN) 500 Greatest Albums of All Time, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 14 dicembre 2023.
  51. ^ (EN) 500 Greatest Albums of All Time, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 14 dicembre 2023.
  52. ^ (EN) 500 Greatest Albums of All Time, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 14 dicembre 2023.
  53. ^ 500 Greatest Songs of All Time: The Clash, 'London Calling', su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2012).
  54. ^ 500 Greatest Songs of All Time: The Clash, 'Should I Stay or Should I Go', su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013.
  55. ^ 500 Greatest Songs of All Time: The Clash, 'Train in Vain', su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2017).
  56. ^ 500 Greatest Songs of All Time: The Clash, 'Complete Control', su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013.
  57. ^ 500 Greatest Songs of All Time: The Clash, 'White Man In Hammersmith Palais', su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Campo, Giuseppe Culicchia (a cura di), Clash, Testi con traduzione a fronte, Giunti, Firenze, 1998. ISBN 88-09-21509-5
  • Mauro Zaccuri, Paolo Vites, The Clash, collana Legends: Punk, Editori Riuniti, Roma, 2003. ISBN 88-359-5398-7
  • Stefano Hourria, Il futuro non è scritto. Nel Regno Unito dei Clash, Selene, Milano, 2004. ISBN 88-86267-88-6
  • Pat Gilbert, The Clash: Death or Glory, Arcana, Roma, 2006. ISBN 88-7966-410-7
  • Anna Mioni, Claudia Benetello (a cura di), The Clash, Isbn edizioni, Milano, 2008. ISBN 978-88-7638-108-9
  • Eddy Cilìa, Federico Guglielmi, 500 dischi rock fondamentali, Giunti, 2010.

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