Città Vecchia di Gerusalemme

 Bene protetto dall'UNESCO
Città vecchia di Gerusalemme e le sue mura
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(ii) (iii) (vi)
Pericolo1982-oggi
Riconosciuto dal1981
Scheda UNESCO(EN) Old City of Jerusalem and its Walls
(FR) Scheda

La Città Vecchia di Gerusalemme (in ebraico העיר העתיקה?, Ha'Ir Ha'Atiqah, in arabo البلدة القديمة?, al-Balda al-Qadimah) è quella parte della città che si trova dentro le mura. Il nucleo originario dell'abitato, invece, chiamato Città di David ed edificato sul monte Sion, è rimasto esternamente alle attuali mura, verso sud.

La Città Vecchia comprende alcuni tra i siti più sacri alle tre religioni monoteiste: il Monte del Tempio ed il Muro Occidentale per gli ebrei; la basilica del Santo Sepolcro per i cristiani; la Cupola della Roccia e la Moschea al-Aqsa per il musulmani. È patrimonio dell'UNESCO dal 1981[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Gerusalemme.

Le mura attuali, risalenti agli anni '30 del '500 quando la città era sotto il dominio di Solimano il Magnifico[2], definiscono un territorio posto a nord della Città di David, distrutta durante la prima guerra giudaica dalle truppe romane comandate da Tito Flavio Vespasiano.

Sion, se non era fortificata al tempo dei Gebusei, lo fu certamente con Davide, mentre suo figlio Salomone occupò la parte settentrionale del colle, la cima Moriah e vi fece costruire il Tempio di JHWH, laddove oggi vi è la Cupola della Roccia (Qubbat as-Shakra in arabo).

Al tempo del re riformatore Ezechia le mura percorrevano, oltre al nucleo vecchio, tutti i lati del Gareb, collina ad ovest di Sion. La Città di David, posta a un'altitudine minore, fu detta "Città bassa", mentre la "Città alta" era il Gareb. A nord si stendeva, sul cosiddetto "sperone centrale", una propaggine meridionale del Golgota, la zona del mercato, il maqtesh, anch'esso difeso da mura, dette "di Manasse".

Erode Agrippa I, detto anche "Il Grande", inglobò nella città i suburbi settentrionali, detti mishneh, cioè città nuova.

Dopo Tito, Gerusalemme assume una veste nuova. Il Tempio distrutto venne sostituito dal Tempio di Giove, e la città fu ribattezzata Aelia Capitolina. La maggior estensione della cinta muraria si ebbe in età bizantina, nel V secolo, prima della distruzione da parte dei Persiani nel 614, guidati da Cosroe II.

Quartieri[modifica | modifica wikitesto]

Mappa dei quartieri della città vecchia

La città vecchia consta di quattro quartieri: cristiano, ebraico, musulmano e armeno. I quartieri sono divisi da strutture dell'antica città romana: la zona ovest, cristiana ed armena, è separata da quella musulmana ed ebraica dal cardo maximus, mentre è il decumano, con asse est-ovest, a dividere i quartieri cristiano e musulmano a nord, dall'armeno e dall'ebraico a sud.

Galleria d'immagini dei quartieri[modifica | modifica wikitesto]

Le porte di Gerusalemme[modifica | modifica wikitesto]

Pianta della Città Vecchia

Tradizionalmente, la città antica di Gerusalemme ha otto porte di accesso principali, di cui una murata, ed un accesso minore:

  1. Porta Nuova (Sha'ar HéHadash o Bab al-Jedid)
    Chiamata anche "porta di Hamid": è la porta più recente (fu costruita nel 1887) ed è situata nella parte occidentale delle mura a Nord.
  2. Porta di Damasco (Sha'ar Dameseq)
    Chiamata anche "porta di Sichem" (Sha'ar Shechem), od ancora "porta del Pilastro (Bab al-Amoud): costruita nel 1537 è situata al centro delle mura a nord; da questa porta esce una strada che porta direttamente alla città di Sichem.
  3. Porta di Erode (Sha'ar Hordos)
    Chiamata anche "porta dei Fiori" (Sha'ar HaPerachim) o "porta delle Pecore" (Bab-a-Sahairad): situata nella parte orientale delle mura a nord.
  4. Porta dei Leoni (Sha'ar Ha'ariot)
    Chiamata anche "porta di Giosafat", "porta di Santa Maria" (Bab Sitt Miriam), "porta di Santo Stefano" o "porta delle Tribú": costruita tra il 1538 e il 1539 è situata nella parte nord delle mura ad est. Deve il suo nome al fatto di essere "inquadrata" da due animali scolpiti che fanno pensare a due leoni (ma si tratta in realtà di due leopardi)
  5. Porta d'Oro (Sha'ar Harahamim)
    Chiamata anche "porta della Misericordia" od anche "porta della Vita eterna": costruita nel V secolo è situata al centro delle mura ad est; è una porta chiusa, poiché è la porta attraverso la quale, secondo la tradizione ebraica, il Messia entrerà in Gerusalemme
  6. Porta del Letame o delle immondizie (Sha'ar Ha'ashpot)
    Chiamata anche "porta di Silwan" o "porta Mograbi": costruita tra il 1538 ed il 1540, è situata nella parte orientale delle mura sud; deve il suo nome al fatto che i detriti della Città vecchia passavano per questa porta.
  7. Porta dei Tintori (Sha'ar HaBursekaim)
    Rappresenta un accesso minore quanto ad ampiezza ed importanza. Datata dal XIII secolo, è situata presso la porta delle Immondizie.
  8. Porta di Sion (Sha'ar Zion)
    Chiamata anche "porta di Davide" poiché dà accesso al monte Sion ove si trova la tomba di Davide. È l'ingresso al quartiere ebraico: fu costruita nel 1540 ed è situata al centro delle mura sud.
  9. Porta di Giaffa (Sha'ar Yaffo)
    Chiamata anche "porta degli Amici" (Bab al-Halil) o "porta della Torre di Davide": costruita tra il 1530 ed il 1540, è situata al centro delle mura ovest. Deve il suo nome al fatto che conduce direttamente alla città di Giaffa, a qualche chilometro da Tel-Aviv.

Altre porte, murate[modifica | modifica wikitesto]

Altre aperture nelle mura[modifica | modifica wikitesto]

  • una doppia porta che collega il Parco archeologico (Centro Davidson) all'Ophel.

Immagini delle porte di Gerusalemme[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Old City of Jerusalem and its Walls, su whc.unesco.org. URL consultato il 9 novembre 2019.
  2. ^ Agoston & Masters 2010, p. 299.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gabor Agoston, Bruce Alan Masters, Encyclopedia of the Ottoman Empire, Facts On File, 2010, ISBN 9781438110257.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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