Christopher Marlowe

Christopher Marlowe

Christopher Marlowe, soprannominato Kit (Canterbury, battezzato il 26 febbraio 1564Londra, 30 maggio 1593), è stato un drammaturgo, poeta e traduttore britannico. Marlowe adottò il blank verse, che fu introdotto intorno al 1540 da Henry Howard, conte di Surrey, nella sua traduzione del secondo e quarto libro dell'Eneide.

Fu personaggio controverso e dissoluto, sul quale pesavano feroci accuse di militanza nei servizi segreti britannici, libertinaggio ed omosessualità: morì ventinovenne nel corso di una rissa. Nei suoi drammi si rispecchia il risultato di una vita così estrema: i suoi personaggi risentono di una brama insana di potere (come nel Tamerlano il Grande I e II), di una sfrenata sensualità (Edoardo II), di una smodata avidità (L'ebreo di Malta), di una sete infinita di conoscenza (Faustus). Come sottolinea Mario Praz, Marlowe fu "iperbolico nello spingere all'estremo la passione dominante di un personaggio".[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La data di nascita di Marlowe non è pervenuta tramite nessuna testimonianza scritta. Di certo il suo battesimo avvenne il 26 febbraio 1564 nella chiesa di St. George the Martyr a Canterbury, a poche miglia dal villaggio natio di Ospringe.[2] Poiché l'usanza di battezzare i bimbi a pochi giorni dalla nascita era consueta nell'Inghilterra del XVI secolo, la reale data si aggira nei giorni precedenti il 26 febbraio.

Figlio di un calzolaio di Canterbury chiamato John Marlowe e di Katherine Arthur, fu il secondo di nove figli: morta la sorella maggiore Mary nel 1568 a 4 anni, divenne il primogenito.[3]

Dopo aver frequentato la The King's School di Canterbury vinse una borsa di studio per iscriversi nel 1580 al Corpus Christi College dell'Università di Cambridge. Probabilmente qui fu notato dalla regina, che lo arruolò nella rete di spionaggio messa in piedi dal Segretario di Stato Francis Walsingham: sotto il regno di Elisabetta I, infatti, i cattolici tramarono ripetutamente contro la regina protestante sotto la guida della cattolica Maria Stuart, regina di Scozia e dei suoi seguaci spagnoli e francesi.

Sotto la protezione di persone influenti e probabilmente alle dirette dipendenze del Privy Council, si pensò di inviarlo a Reims per sabotare i piani gesuiti di riconquista dell'Inghilterra.[4] Messa a rischio per questa ragione il conseguimento della laurea, a Cambridge arrivò una lettera del Consiglio:

«Per quanto sia stato riferito che Christopher Marlowe avesse in animo di andare oltremanica a Reims e di rimanervi colà, le loro Signorie hanno ritenuto opportuno comprovare che egli non aveva simili intenti, ma che in tutte le azioni sue egli si è comportato in modo discreto e ossequioso delle leggi, e che in tal modo ha recato un grande servizio a Sua Maestà, meritando di essere ricompensato per la sua corretta condotta. La richiesta delle Illustrissime Signorie è di mettere a tacere con ogni modo possibile queste voci e che gli sia consentito di proseguire nel corso di laurea che ha intrapreso in quanto non è nel favore di Sua Maestà che alcuno impiegato, come nel caso suo, in questioni riguardanti il bene della patria, debba essere diffamato da coloro che sono ignari delle faccende alle quali fu adibito.
Lettera al rettore firmata da:
L’Arcivescovo di Canterbury, John Whitgift.
Il Lord Tesoriere, Lord Burghley.
Il Cancelliere, Sir Christopher Hatton.
Il Lord Ciambellano, Henry Carey, 1st Lord Hunsdon.
Il Sovrintendente Reale, Sir. William Knollys.»

Dopo la laurea nel 1587, ventitreenne si trasferì a Londra e, presumibilmente continuando a lavorare per i servizi segreti, iniziò l'attività di drammaturgo. In questo periodo divise una stanza con Thomas Kyd. Il suo primo lavoro fu la Dido, Queen of Carthage (Didone, regina di Cartagine), presumibilmente scritta con l'aiuto di Thomas Nashe e rappresentata per la prima volta tra il 1587 e il 1593. La prima messa in scena di una sua opera fu il Tamerlano (Tamburlaine the Great), il cui grande successo rese necessaria la stesura di una seconda parte. Seguirono L'ebreo di Malta (The Jew of Malta), Edoardo II (Edward II), Il massacro di Parigi (The Massacre at Paris), The Tragical History of Doctor Faustus (La tragica storia del Dottor Faust). In tutto ci sono giunte sette opere teatrali, più alcuni altri lavori, tra cui il più celebre è il poemetto epico Hero and Leander (Ero e Leandro).

Lo studio dei classici greci e latini gli permise di tradurre nel 1582 circa il primo libro del Pharsalia di Lucano e gli Amores di Ovidio.

Il 20 maggio 1593 fu arrestato con l'accusa di ateismo ma liberato il giorno stesso senza aver subito torture.

Spregiudicato, coinvolto in risse, morì in una di esse ma le cause non furono mai chiarite. Il 30 maggio 1593 fu pugnalato in un occhio nell'abitazione di Eleanor Bull, a Deptford. Fino al 1925 si credette che l'omicidio fosse avvenuto in una locanda, credenza smantellata dal ritrovamento, ad opera di John Leslie Hotson, del rapporto del coroner che si era occupato del caso.[6] Nella casa della Bull Marlowe si intrattenne con tre individui, Ingram Frizer (usuraio e agente di Walsingham, capo dei servizi segreti), Robert Poley (corriere segreto della Regina di ritorno dai Paesi Bassi) e Nicholas Skeres (ricettatore e agente segreto): in seguito ad un probabile alterco, Marlowe pugnalò Frizer alla nuca ricevendo a sua volta una coltellata in un occhio.

La figura di Marlowe è controversa: Thomas Kyd rilasciò una dichiarazione nella quale non ne tesseva certo gli elogi[7]. Sia come sia, fu magnifico cantore delle passioni umane. La dissolutezza e l'aura di mistero che lo circondava lo resero un mito per i romantici che ravvisavano in lui il prototipo dell'artista maledetto, genio e sregolatezza.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Opere teatrali
Altre

Marlowe nel cinema[modifica | modifica wikitesto]

Cristopher Marlowe è stato interpretato dall'attore Rupert Everett nel film del 1998 Shakespeare in Love. Qui, tra le altre cose, si parla dell'ispirazione che Marlowe potrebbe aver dato a William Shakespeare per il suo Romeo e Giulietta.

La figura di Christopher Marlowe compare nel film Anonymous del 2011, interpretato dall'attore Trystan Gravelle e anche in questo film si fa riferimento all'animo turbolento del drammaturgo e alle circostanze poco chiare della sua morte.

Nel film di Jim Jarmusch Solo gli amanti sopravvivono, Marlowe (interpretato da John Hurt) è un anziano e distinto vampiro, amico dei protagonisti Adam ed Eve, che vive a Tangeri e continua a scrivere poemi e poesie.

Edoardo II è un film del 1991 di Derek Jarman, tratto dall'omonima tragedia di Christopher Marlowe.

Nella serie televisiva Will del 2017, l'attore Jamie Campbell Bower interpreta un giovanissimo Marlowe.

Nel 2021 compare tra i personaggi della seconda stagione della serie televisiva A Discovery of Witches interpretato dall'attore Tom Hughes.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mario Praz. La letteratura inglese dal Medioevo all'Illuminismo. Rizzoli, Milano 1992, pag. 88.
  2. ^ Profilo biografico Archiviato il 25 luglio 2008 in Internet Archive. della Marlowe Society.
  3. ^ In ordine i figli di John e Katharine Marlowe furono: Mary (1562-1568), Christopher, Margaret (1565 - forse 1642), Anonimo (nato e morto nel 1568 in pochi giorni), Jane (1569 - forse 1583), Thomas (nato e morto nel 1570 in pochi giorni), Anne (1571 - 1632), Dorothy (1573 - dopo il 1625), Thomas (chiamato come il precedente figlio morto, nato nel 1576 e forse morto prima del 1605)
  4. ^ La posizione di Marlowe non è mai stata però chiarita. La Marlowe Society cita nel proprio sito Archiviato il 7 settembre 2008 in Internet Archive. che Charles Nicholl, nel suo The Reckoning: The Murder of Christopher Marlowe (ed. Jonathan Cape, 1992), sostiene la tesi che Marlowe non andò mai a Reims.
  5. ^ (EN) The Marlowe Society Archiviato il 7 settembre 2008 in Internet Archive.
  6. ^ Il testo del rapporto del coroner Archiviato il 24 luglio 2011 in Internet Archive.
  7. ^ La lettera di Kyd a Sir John Puckering Archiviato il 7 agosto 2011 in Internet Archive.. Probabilmente alcune accuse di Kyd gli furono estorte dalla polizia, desiderosa di chiudere un caso che coinvolgeva i servizi segreti. Cfr. Bertinetti, op. cit., pag. 137.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Bertinetti, Storia della letteratura inglese, Einaudi, Torino 2000.
  • Dario Calimani, "L'Ebreo di Malta. I significati della fine", Quaderni veneti, vol. 3, 2014, pp. 111–118.
  • Mario Praz, Storia della letteratura inglese, Firenze, Sansoni, 1979.

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