Chiesa di Santa Chiara (Bari)

Chiesa di Santa Chiara
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePuglia
LocalitàBari
Coordinate41°07′49.37″N 16°52′06.17″E / 41.13038°N 16.86838°E41.13038; 16.86838
Religionecattolica
Titolaresanta Chiara
Arcidiocesi Bari-Bitonto
Stile architettonicorinascimentale

barocco

La chiesa di Santa Chiara di Bari si trova nella città vecchia, nell'omonima strada, nei pressi delle strade San Vito e Tresca.

Fu un tempo sede dell'Ordine teutonico e conservava, infatti, l'immagine sacra della Madonna degli Alemanni.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sul finire del XII secolo, il numero dei Tedeschi che facevano posta in Puglia lungo il cammino per Gerusalemme, aumentò considerevolmente dopo che vi si stabilirono gli Svevi. Gerusalemme era meta di pellegrinaggio e crociate, ma anche la nascita dell'Ordine dei Cavalieri Teutonici contribuì ad incrementare il flusso di queste genti. Attualmente sono conservati i misteri della Vallisa, cioè, le statue della Passione di Gesù. Ritornati nel 2006 la processione ebbe inizio da codesto luogo una volta (nel 1994) invece sia negli anni di mezzo e negli anni precedenti la processione aveva inizio dalla chiesa di Santa Teresa dei Maschi sempre nel Borgo Antico o meglio a Barivecchia.

Prima dell'attuale chiesa dedicata a santa Chiara, era presente la chiesa di Santa Maria degli Alemanni o Santa Maria Theotonicorum, che era annessa alla domus in Puglia di questo ordine, la quale a sua volta dipendeva dalla casa madre di San Leonardo in Siponto. La domus aveva come precettore un certo Arnold, siamo nel 1239, ed ospitava il "preceptor domorum in Apulia", che si chiamava Gunther.

Nel 1492 Papa Innocenzo VIII, in seguito ad una richiesta di Ludovico il Moro, passò la chiesa alle clarisse, ed il nome cambiò in Santa Chiara. La chiesa rimase comunque sotto la giurisdizione del cardinale Giovanni Giacomo Sclafenato, protettore dell'Ordine Teutonico, e poi dei precettori di San Leonardo da Siponto. In seguito l'arcivescovo Ricciardi ridusse comunque il numero delle suore da 46 a 31.

Nel 1539 la chiesa fu ristrutturata con donazioni provenienti da Bona Sforza, regina di Polonia e duchessa di Bari, durante il priorato della badessa Sveva. In seguito la chiesa si slegò dai Cavalieri teutonici. Con la badessa Laura Gironda si ebbe una ricostruzione nel 1730.

Il monastero, dopo essere stato soppresso nel 1809, fu venduto alle monache di Santa Maria del Buonconsiglio nel 1815; fu occupato dai militari nel 1861 e trasformato in caserma. Nel 1897 fu abbattuta la parte superiore del campanile settecentesco. Divenne poi sede della confraternita di San Luca, fu sottoposta a restauri nel 1934 e nel 1975 fu definitivamente chiusa al culto.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]