Casimiro Casucci

Casimiro Casucci (Castelnuovo Berardenga, 27 marzo 1885Molinella, 30 marzo 1967[1]) è stato un politico e antifascista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di professione maestro elementare, visse a Bologna, dove fu dirigente della Federazione del Partito Socialista Italiano[2]. Esponente massimalista, fu tra i membri della Direzione nazionale del partito che appoggiarono il documento Terracini per il recepimento dei 21 punti del Comintern[3].

Alle elezioni amministrative dell'ottobre-novembre 1920 fu eletto consigliere comunale e consigliere provinciale a Bologna. Presente alla seduta di insediamento del 21 novembre, durante la quale un'aggressione fascista causò la strage di Palazzo d'Accursio, venne arrestato il 1º dicembre con l'accusa di aver partecipato allo scontro a fuoco[2].

Dopo quasi un anno di carcere, il 18 novembre 1921 fu prosciolto e rimesso in libertà, ma rimase a lungo sospeso dall'insegnamento. Fu oggetto di varie aggressioni squadriste[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Casucci Casimiro, su editricebibliografica.it. URL consultato il 22 dicembre 2019.
  2. ^ a b c A. Albertazzi, L. Arbizzani, N. S. Onofri (a cura di), Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945).
  3. ^ Paolo Spriano, Storia del Partito Comunista Italiano, vol. I, Torino, Einaudi, 1967.