Caracciolo

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Caracciolo
Bandato di rosso e d'oro, al capo d'azzurro pieno.
Stato Regno di Napoli
Regno delle Due Sicilie
Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Titoli
FondatoreTeodoro Caracciolo
Data di fondazioneX secolo
EtniaItaliana
Rami cadetti
  • Caracciolo Rossi
  • Caracciolo Pisquizi
  • Caracciolo del Sole
  • Carafa
  • Di Napoli[1]

La famiglia Caracciolo è una famiglia nobile italiana, originaria di Napoli[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma dell'intera famiglia tratto dalla Cronologia della famiglia Caracciola di Francesco De Pietri, 1605

La casata vantava una mitica origine bizantina, ma la sua reale origine risale al X secolo con il capostipite Teodoro Caracciolo (riportato nei documenti antichi come Theodorus Caracziolus), di cui possediamo solo notizie d'archivio: fu seppellito assieme alla moglie Urania nella cattedrale di Santa Maria Assunta, a Napoli. Risulta deceduto al 20 marzo 976, data di un documento nel quale si apprende che in tale periodo sua figlia Teodonanda fece una donazione al monastero dei Santi Sergio e Bacco.

Ai tempi del Ducato di Napoli la famiglia godette di nobiltà nel Seggio di Capuana dei Sedili di Napoli, beneficiando di speciali privilegi concessi dal duca Sergio VII. La famiglia si divise poi in numerose linee, tra cui le cosiddette linee antiche (Caracciolo Canella, Caracciolo Ugot, Caracciolo Viola e Caracciolo Ciccola), quindi nelle linee dei del Sole, Bianchi, Rossi e Pisquizi. Nello specifico, la linea dei Caracciolo Rossi ebbe come capostipite Riccardo, figlio di Landolfo, vissuto agli inizi del XII secolo, mentre quella dei Caracciolo Pisquizi Filippo, anch'egli figlio di Landolfo. Da quest'ultima nacquero poi il ramo dei Caracciolo del Sole e quello dei Caracciolo di Pisciotta.

Numerose le sottolinee derivate, delle quali si ricordano in particolare quelle dei Carafa e dei Di Napoli, quest'ultima originatasi da Nicolò Caracciolo dei duchi di Martina, il quale, trasferitosi a Troina, in Sicilia, per mantenere vivo il ricordo della sua città di provenienza, mutò il proprio cognome in Di Napoli, che venne poi assunto dai suoi discendenti[1].

La supremazia della famiglia Caracciolo fece sì che gran parte delle tormentate vicende del Regno di Napoli videro protagonisti vari membri della famiglia, talvolta anche su fronti contrapposti.

Nel 1869 la casata fu ascritta al Libro d'oro della nobiltà italiana.

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Ramificazioni[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tavole genealogiche della famiglia Caracciolo.

Membri principali[modifica | modifica wikitesto]

Sergianni Caracciolo, principe di Capua, gran connestabile e gran siniscalco del Regno di Napoli, amante della regina Giovanna II d'Angiò-Durazzo

Tra i più noti membri della famiglia si annoverano[3]:

Dimore[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Caracciolo di Avellino, una delle dimore possedute dalla famiglia

Di seguito è riportato un elenco non completo delle dimore abitate dalla famiglia Caracciolo:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Candida Gonzaga (1875), vol. 6, pp. 121-123.
  2. ^ Treccani.it.
  3. ^ Palizzolo Gravina (1875)passim.
  4. ^ Fallico (1991), in DBI.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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