Campionato mondiale di calcio 1966

Coppa del Mondo Jules Rimet 1966
1966 World Cup Jules Rimet
Logo della competizione
Competizione Campionato mondiale di calcio
Sport Calcio
Edizione
Date 11 - 30 luglio 1966
Luogo Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra
(7 città)
Partecipanti 16 (74 alle qualificazioni)
Impianto/i 8 stadi
Risultati
Vincitore Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra
(1º titolo)
Secondo Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest
Terzo Bandiera del Portogallo Portogallo
Quarto Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica
Statistiche
Miglior marcatore Bandiera del Portogallo Eusébio (9)
Incontri disputati 32
Gol segnati 89 (2,78 per incontro)
Pubblico 1 635 000
(51 094 per incontro)
Bobby Moore, capitano dell'Inghilterra, riceve dalle mani della regina Elisabetta II la Coppa Rimet vinta in finale sulla Germania Ovest
Cronologia della competizione
1962 1970

Il Campionato mondiale di calcio FIFA 1966 o Coppa del Mondo Jules Rimet 1966 (in inglese: 1966 World Cup Jules Rimet), noto anche come Inghilterra 1966, è stato l'ottava edizione della massima competizione per le rappresentative di calcio (squadre comunemente chiamate "nazionali") maschili maggiori delle federazioni sportive affiliate alla FIFA.[1]

Si svolse in Inghilterra dall'11 al 30 luglio 1966, con l'affermazione dei padroni di casa, vittoriosi in finale sulla Germania Ovest al termine dei tempi supplementari. Questa è stata la prima edizione ad inserire la mascotte ufficiale del campionato. Questo è tuttora l’unico trofeo tra Mondiali ed Europei alzato dalla nazionale inglese.

Assegnazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Qualificazioni al campionato mondiale di calcio 1966.

Il Brasile si presentava in Inghilterra forte dei due mondiali consecutivi vinti, in Svezia nel 1958 e in Cile nel 1962. Tra le altre nazionali già decorate e pretendenti al successo finale, la Germania Ovest, già campione nel 1954, l'Uruguay e l'Italia, con due successi ciascuna (rispettivamente nel 1930 e 1950 e nel 1934 e 1938).[2] Tra le outsider spiccavano invece l'Argentina, il Portogallo di Eusébio e l'Unione Sovietica, campione d'Europa nel 1960 e finalista nel 1964. Le rimanenti nazionali apparivano solo di contorno, sebbene la sorpresa più grande venne proprio dal girone che ospitava l'unica asiatica del torneo, la Corea del Nord.

Essendo due dei sedici posti già riservati al Brasile campione uscente e all'Inghilterra Paese organizzatore, a contendersi i 14 posti rimanenti furono 71 squadre nazionali. La FIFA assegnò 10 posti all'UEFA: oltre alla citata Inghilterra (qualificata di diritto), su 32 iscritte alle qualificazioni approdarono alla fase finale le nazionali di Bulgaria, Francia, Germania Ovest, Italia, Portogallo, Spagna, Svizzera, Ungheria e URSS; 4 al Sudamerica (il citato Brasile, qualificato di diritto, Argentina, Cile e Uruguay) su 9 iscritte; 1 al Centro-Nord America e Caraibi (Messico) su 9 iscritte e 1 all'Africa, Asia e Oceania su 19 iscritte in totale, dopo spareggio interzone tra Africa e Asia. Non esistendo all'epoca la federazione oceanica (istituita nel 1966) l'Australia avrebbe disputato il girone di qualificazione asiatico. La federazione africana protestò per l'ulteriore spareggio che la nazionale vincitrice del girone africano avrebbe dovuto affrontare per la qualificazione e, rimasta inascoltata, decisero di ritirarsi 15 squadre africane. Si unì al boicottaggio anche un'asiatica, la Corea del Sud. Nel frattempo, il Sudafrica veniva squalificato dal Comitato Olimpico Internazionale da qualsiasi competizione sportiva per via del regime di apartheid lì vigente, e la FIFA si allineò al CIO. Alla fine, ad approdare alla fase finale fu la Corea del Nord. Tra le squadre europee non qualificate spiccava tra tutte la Svezia, finalista dell'edizione del 1958, oltre al Belgio, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia.

Formula[modifica | modifica wikitesto]

Fase eliminatoria: quattro gruppi di quattro squadre ciascuno (identificati dal numero 1 al numero 4).

Alla fine di ogni girone le migliori due classificate passano ai quarti di finale. Per stabilire la priorità, in caso di parità di punti, vale il criterio della differenza reti. In caso di ulteriore parità, è discriminante il numero di goal segnati nel girone. In caso di ulteriore parità si procede a sorteggio. Da questo punto in poi si disputano solo incontri a eliminazione diretta. Si giocano quattro quarti di finale, A, B, C, e D. Il quarto A vede accoppiate la prima classificata del gruppo 1 con la seconda del gruppo 2; il quarto B la seconda del gruppo 1 con la prima del gruppo 2; il quarto C la prima del gruppo 3 con la seconda del gruppo 4 e il quarto D la seconda del gruppo 3 con la prima del gruppo 4.

  • La prima semifinale si disputa tra le vincenti dei quarti A e C, la seconda tra le vincenti dei quarti B e D.
  • Finale per il terzo posto: incontro tra le due perdenti le semifinali.
  • Finale per il primo posto: incontro tra le due vincenti le semifinali.

Introduzione[modifica | modifica wikitesto]

Piazzamenti delle nazionali

Al campionato del mondo del 1966 è legato uno dei più curiosi aneddoti riguardanti la Coppa Rimet. Come è noto, è uso che la federazione campione uscente rimetta il trofeo a disposizione della FIFA e del comitato organizzatore del campionato, affinché possa rimanere in esposizione fino all'assegnazione al vincitore successivo (nel 1966 campione uscente era il Brasile). Il 20 marzo 1966, però, la Coppa Rimet fu rubata da ignoti durante l'esposizione al pubblico.[3] Dopo lunghe ricerche, fu ritrovata, in un parco pubblico londinese, avvolta in un foglio di giornale, grazie al fiuto di un cane (il meticcio Pickles, che morì l'anno dopo strozzato dal suo stesso guinzaglio).[3] Prima del ritrovamento del trofeo, la Federcalcio inglese ne aveva fatto produrre una copia,[3] nell'eventualità che essa non venisse ritrovata in tempo. Attualmente la copia è custodita ed esposta nel Museo nazionale del Calcio. Il campionato del 1966 fu anche il primo ad adottare una mascotte (il leone Willie) e un logo per finalità commerciali.

L'assegnazione all'Inghilterra fu probabilmente facilitata dal fatto che l'allora capo della FIFA fosse l'inglese Arthur Drewry. La cosa suscitò la prima di una lunga serie di polemiche per l'intero mondiale, fino alla finale. L'Inghilterra iniziò il torneo con ambizioni di vittoria, come testimoniava la dichiarazione, datata 1963, di Ramsey,[2] selezionatore dei reds, che promise di portare la Rimet nel paese patria del calcio; all'assegnazione del ruolo di Paese organizzatore all'Inghilterra contribuì anche il fatto che nel 1963 cadesse il centenario della fondazione della Football Association, la federazione calcistica inglese.[4] L'ottavo campionato del mondo non si distinse per particolare spettacolarità, anzi fu una delle edizioni con meno gol, in ragione dell'assetto più difensivo e tattico delle squadre. La stessa Inghilterra, che avrebbe poi vinto il torneo, passò il primo turno con 4 gol all'attivo e nessuno al passivo.

Questa edizione della rassegna iridata, sebbene avesse in programma il cerimoniale delle bande musicali durante l'entrata in campo delle squadre, non vide la tradizionale esecuzione degli inni nazionali all'inizio dei match (tranne che nella partita inaugurale e in occasione della finale per il titolo). Tale decisione fu dettata dal fatto che il Regno Unito temeva la presenza al mondiale dei calciatori della Corea del Nord – nazione socialista e non riconosciuta dai britannici – quale causa di possibili incidenti diplomatici con la controparte del Sud; a tal proposito, un appunto dell'allora Foreign Office sosteneva che il modo più semplice per risolvere la questione sarebbe stato quello di "negare il visto ai giocatori nordcoreani".[5]

Stadi[modifica | modifica wikitesto]

Per le partite di questa Coppa del Mondo furono scelti otto stadi in sette città. L'impianto di più recente inaugurazione, e maggiormente utilizzato nel torneo, era lo stadio di Wembley, con i suoi 43 anni nel 1966. Come consuetudine in Coppa del Mondo, le squadre di ogni gruppo giocavano le proprie partite in stadi geograficamente vicini. Gli incontri del gruppo 1 (quello con i padroni di casa inglesi) si giocarono tutti a Londra: cinque a Wembley, che era lo stadio ufficiale della nazionale inglese e peraltro riconosciuto come il più prestigioso stadio di calcio del mondo; uno al White City Stadium, nella zona ovest di Londra, utilizzato però, e per una sola partita, come alternativa a Wembley. Accadde infatti che la partita della fase a gironi tra Uruguay e Francia, programmata a Wembley venerdì 15 luglio 1966, si dovette giocare al White City Stadium (originariamente costruito per le Olimpiadi estive del 1908), perché nello stesso giorno erano già state programmate a Wembley delle corse di levrieri. Poiché il proprietario di Wembley non volle sentire ragioni per cancellare l'evento, la partita venne trasferita nella sede alternativa a Londra. Le partite del gruppo 2 si giocarono allo Hillsborough Stadium di Sheffield e al Villa Park di Birmingham; le partite del gruppo 3 allo stadio Old Trafford a Manchester e al Goodison Park dell'Everton FC; le partite del Gruppo 4 infine si giocarono al Middlesbrough FC Ayresome Park a Middlesbrough e al Sunderland AFC Roker Park a Sunderland, città entrambe situate nel nord dell'Inghilterra.

Con nove incontri disputati, la sede più utilizzata fu lo stadio di Wembley. Vi si giocarono tutte le sei partite dell'Inghilterra, compresa la finalissima con la Germania Ovest, oltre alla finale per il terzo posto. Goodison Park venne utilizzato per cinque partite; Roker Park e Hillsborough ospitarono ciascuno quattro partite. Infine l'Old Trafford, il Villa Park e l'Ayresome Park ospitarono ciascuno tre partite, ma nessuna partita ad eliminazione diretta.

Londra Birmingham
Wembley Stadium White City Stadium Villa Park
51°33′21″N 0°16′46″W / 51.555833°N 0.279444°W51.555833; -0.279444 (Wembley Stadium) 51°33′20″N 0°16′47″W / 51.555556°N 0.279722°W51.555556; -0.279722 (White City Stadium) 52°30′33″N 1°53′05″W / 52.509167°N 1.884722°W52.509167; -1.884722 (Villa Park)
Capienza: 98 600 Capienza: 76 567 Capienza: 52 000
Liverpool
Goodison Park
53°27′47″N 2°17′29″W / 53.463056°N 2.291389°W53.463056; -2.291389 (Old Trafford)
Capienza: 50 151
Manchester
Old Trafford
53°24′41″N 1°30′02″W / 53.411389°N 1.500556°W53.411389; -1.500556 (Hillsborough)
Capienza: 58 000
Sheffield Sunderland Middlesbrough
Hillsborough Stadium Roker Park Ayresome Park
54°54′52″N 1°23′18″W / 54.914444°N 1.388333°W54.914444; -1.388333 (Roker Park) 54°33′51″N 1°14′49″W / 54.564167°N 1.246944°W54.564167; -1.246944 (Ayresome Park) 53°26′20″N 2°57′58″W / 53.438889°N 2.966111°W53.438889; -2.966111 (Goodison Park)
Capienza: 42 730 Capienza: 40 310 Capienza: 40 000

Squadre partecipanti[modifica | modifica wikitesto]

Pr. Squadra Data di qualificazione certa Confederazione Partecipante in quanto Partecipazioni precedenti al torneo
1 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 22 agosto 1960 UEFA Rappresentativa della nazione organizzatrice della fase finale 4 (1950, 1954, 1958, 1962)
2 Bandiera del Brasile Brasile 17 giugno 1962 CONMEBOL Paese detentore del titolo 7 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1962)
3 Bandiera del Messico Messico 16 maggio 1965 CONCACAF Vincitrice del Secondo Turno (CONCACAF) 5 (1930, 1950, 1954, 1958, 1962)
4 Bandiera dell'Uruguay Uruguay 13 giugno 1965 CONMEBOL Vincitrice del Gruppo 1 (CONMEBOL) 4 (1930, 1950, 1954, 1962)
5 Bandiera dell'Argentina Argentina 29 agosto 1965 CONMEBOL Vincitrice del Gruppo 3 (CONMEBOL) 4 (1930, 1934, 1958, 1962)
6 Bandiera dell'Ungheria Ungheria 9 ottobre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 6 (UEFA) 5 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962)
7 Bandiera del Cile Cile 12 ottobre 1965 CONMEBOL Vincitrice del Gruppo 2 (CONMEBOL) 3 (1930, 1950, 1962)
8 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica 17 ottobre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 7 (UEFA) 2 (1958, 1962)
9 Bandiera del Portogallo Portogallo 31 ottobre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 4 (UEFA)
10 Bandiera della Francia Francia 6 novembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 3 (UEFA) 5 (1930, 1934, 1938, 1954, 1958)
11 Bandiera della Spagna Spagna 10 novembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 9 (UEFA) 3 (1934, 1950, 1962)
12 Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest 14 novembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 2 (UEFA) 5 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962)
13 Bandiera della Corea del Nord Corea del Nord 24 novembre 1965 AFC Vincitrice della Seconda Fase CAF e AFC
14 Bandiera della Svizzera Svizzera 24 novembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 5 (UEFA) 5 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962)
15 Bandiera dell'Italia Italia 7 dicembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 8 (UEFA) 5 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962)
16 Bandiera della Bulgaria Bulgaria 29 dicembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 1 (UEFA) 1 (1962)

Nota bene: nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quella edizione del torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.

I paesi africani che boicottano la Coppa del Mondo del 1966 sono ombreggiati in nero.

Il sorteggio[modifica | modifica wikitesto]

Il sorteggio avviene il 6 gennaio 1966 a Londra. Per la prima volta il sorteggio viene trasmesso in diretta televisiva da diverse televisioni europee (in Italia trasmessa in differita alle ore 22,00).[6]

Viene privilegiata ancora una volta una ripartizione di tipo geografico con il correttivo di assegnare Inghilterra (squadra di casa) e Brasile (squadra campione in carica) d'ufficio ai gironi A e C.[7]

Ecco la composizione e l'ordine di estrazione delle fasce destinate al sorteggio:[8]

Sud America Europa centro-est Europa latina Gruppo misto
Bandiera dell'Argentina Argentina Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest Bandiera della Francia Francia Bandiera della Bulgaria Bulgaria
Bandiera del Cile Cile Bandiera dell'Ungheria Ungheria Bandiera dell'Italia Italia Bandiera della Corea del Nord Corea del Nord
Bandiera dell'Uruguay Uruguay Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Bandiera del Portogallo Portogallo Bandiera del Messico Messico
Bandiera della Spagna Spagna Bandiera della Svizzera Svizzera

Riassunto del torneo[modifica | modifica wikitesto]

Fase a gironi[modifica | modifica wikitesto]

Solari, Más, Tilkowski, Schnellinger e Schulz durante la sfida Germania Ovest-Argentina valida per la fase a gruppi.

Il campo rispettò quasi per intero i pronostici, con qualche esclusione di rilievo: nel primo gruppo, l'Inghilterra si spartì la posta con l'Uruguay prima di superare con due classici 2-0 Francia e Messico. A ruota seguì la stessa Celeste, cui bastò un 2-1 ai francesi e un pari con i messicani per qualificarsi.

Nel gruppo 2 la Spagna, campione d'Europa uscente, non andò oltre una vittoria con poco scarto contro la Svizzera (sfavorita tra l'altro dall'arbitro sovietico Bakhramov, che annullò il gol regolare del 2-2 svizzero), mentre Germania Ovest e Argentina passarono a pari punti, con i tedeschi primi per differenza reti.

Le sorprese vennero dai gruppi 3 e 4. Nel gruppo 3 vi fu un'inaspettata eliminazione dei verdeoro brasiliani, campioni del mondo in carica: dopo aver superato la partita molto fisica con la Bulgaria[3] con due punizioni (una di Pelé e una di Garrincha, nell'ultima partita giocata assieme),[3] il Brasile, privo dell'infortunato Pelé,[2] cadde contro l'Ungheria, mentre contro il Portogallo, pur schierando il proprio fuoriclasse, i verdeoro furono sconfitti dai lusitani guidati da Eusébio.[3] Il Brasile recriminò per gli arbitraggi (sia per la partita contro la Bulgaria, arbitrata dal tedesco Kurt Tschenscher, che per quelle contro Ungheria e Portogallo, arbitrate dagli inglesi Ken Dagnall e George McCabe) sostenendo che non vennero sanzionati molti falli fatti a danno dei giocatori chiave verdeoro[3][9].

Nel gruppo 4 l'Italia, vincendo 2-0 contro il Cile, si prese la rivincita della battaglia di Santiago di quattro anni prima, ma inciampò nell'URSS, venendo sconfitta 1-0. Nella decisiva partita contro la Corea del Nord perse nuovamente 1-0, con un gol di Pak Doo-Ik.[3] Questa sconfitta causò grande scalpore in Italia,[3] dato che la Corea del Nord era considerata una squadra facile da battere. Per questo motivo, quando i giocatori italiani rientrarono in patria dopo la sconfitta, furono accolti da circa seicento tifosi inferociti accorsi all'aeroporto di Genova per contestarli con insulti e lancio di pomodori.[10] Il turno fu passato da URSS e Corea del Nord e i tifosi di Middlesbrough, città operaia del nord dell'Inghilterra, adottarono la Nazionale asiatica e la seguirono a Liverpool per i quarti di finale.[3]

Fase a eliminazione diretta[modifica | modifica wikitesto]

Quarti di finale[modifica | modifica wikitesto]

La contestata espulsione di Antonio Rattín in Inghilterra-Argentina dei quarti di finale

A dar colore ai quarti di finale ci pensarono Argentina e Inghilterra. A Wembley gli inglesi erano impegnati in una tesa partita contro i sudamericani; si scrisse che dopo mezz'ora c'erano già quattro ammonizioni argentine (Perfumo, Solari, Rattín e Artime), mentre all'inglese Stiles fu concessa ogni tipo di entrata[9]. I cartellini furono introdotti ad opera di Ken Aston per la prima volta durante il Mondiale 1970 in Messico[11] ma le ammonizioni esistevano da molto tempo prima, anche senza l'uso dei cartellini. Al 36º il capitano argentino Antonio Rattín, già ammonito per un fallo su Bobby Charlton qualche minuto prima, venne espulso dall'arbitro tedesco Rudolf Kreitlein per proteste.[12][3] Nonostante gli inviti dell'arbitro tedesco a lasciare il campo, l'argentino fece finta di non capire e pretese un interprete.[3] Alla fine lasciò il terreno di gioco e si sedette sul tappeto rosso riservato ai membri della casa reale inglese, prendendo i fischi di tutto lo stadio e ricevendo l'appellativo di "Animale". Facilitata dall'espulsione, l'Inghilterra alla fine approdò in semifinale vincendo 1-0 con gol di Hurst.[3] Gli argentini, ormai innervositi, protestarono (timidamente) per un presunto fuorigioco che però pare non esserci stato.[13] L'espulsione di Rattin venne definita in patria come el robo del siglo (il furto del secolo), il giornale sportivo francese L'Équipe intitolò «Lo scandalo è entrato a Wembley» e il suo inviato Jean Cornu scrisse «Scandaloso l'arbitro, Stiles meritava una sanzione più di Rattin...»[9]. In seguito l'arbitro tedesco Rudolf Kreitlein dichiarò di aver espulso Rattìn per una serie di falli scorretti, le continue proteste ad ogni sua decisione e perché, anche se non capiva la lingua del giocatore, intuì dalle sue espressioni che lo stava insultando reiteratamente.[14][15]

Al Goodison Park di Liverpool, lo stadio dell'Everton, invece, la Corea del Nord riuscì a portarsi sul 3-0 in poco meno di mezz'ora prima che il Portogallo riuscisse a serrare le file e riorganizzare il gioco.[3] L'ingenuità tattica degli asiatici e l'abilità dei portoghesi fecero poi la differenza e la squadra di Eusébio (quattro gol e un assist in quella partita)[3] vinse 5-3 e raggiunse in semifinale l'Inghilterra.[3]

L'URSS eliminò l'Ungheria 2-1, mentre nella gara Germania Ovest-Uruguay, dopo che l'arbitro inglese Jim Finney negò nei primi minuti un calcio di rigore ai sudamericani per un intervento di mano di Schnellinger in area di rigore su colpo di testa di Rocha,[3] arrivò il vantaggio tedesco all'11° con Helmut Haller; all'inizio del secondo tempo vennero espulsi gli uruguaiani Horacio Troche ed Héctor Silva e, in 11 contro 9, i tedeschi vinsero 4-0, eliminando facilmente l'Uruguay.[3]

Semifinali[modifica | modifica wikitesto]

Le due semifinali si giocarono a un giorno di distanza, il 25 e 26 luglio a Liverpool (Germania Ovest-URSS) e a Londra (Inghilterra-Portogallo).

Sotto la direzione dell'italiano Concetto Lo Bello i tedeschi sconfissero i sovietici. A segnare per la Germania Ovest furono Haller e Beckenbauer, ma anche in questa gara ci furono critiche rivolte all'arbitro poiché i sovietici furono costretti a giocare in 9 uomini a causa dell'infortunio di Sabo (all'epoca non si effettuavano cambi) e per l'espulsione dell'attaccante Igor' Čislenko; l'inviato de L'Équipe Robert Vergne scrisse «Contro l'URSS la Germania ha mostrato il peggior calcio di questi mondiali. Chi parla di complotto a favore dei tedeschi e degli inglesi può sostenere questa tesi con le cifre: nelle ultime tre partite disputate la Germania ha giocato contro squadre di dieci e nove giocatori. L'Argentina, nel girone eliminatorio in dieci (uno espulso), l'Uruguay nei quarti, in nove (due espulsi), e l'URSS in semifinale, in nove (uno ferito severamente, uno espulso)»[9].

A Londra, invece, ci vollero due gol di Bobby Charlton per aver ragione di un Portogallo in forma, che tenne aperta la partita fino all'ultimo grazie a un gol di Eusébio su rigore nel finale.

Finale per il terzo posto[modifica | modifica wikitesto]

La finale per il terzo posto si disputò allo stadio londinese di Wembley.[16] Il terzo posto finale del Portogallo, allenato da Otto Glória, era all'epoca il massimo risultato a livello mondiale conseguito dai lusitani, fatto questo che permise a Eusébio di onorare al meglio il Pallone d'oro vinto l'anno prima grazie ai suoi successi con la maglia del Benfica.

Finale[modifica | modifica wikitesto]

Nella finale per l'assegnazione del titolo, anch'essa disputata nell'impianto di Wembley,[16] fra i padroni di casa e la Germania Ovest, agli ordini di sir Alf Ramsey scesero in campo per l'Inghilterra Banks; Cohen, Wilson; J. Charlton, Moore, Stiles; Ball, Hunt, Hurst, R. Charlton, Peters. Il CT tedesco Helmut Schön schierò invece Tilkowski, Höttges, Weber; Schnellinger, Schulz, Beckenbauer; Haller, Emmerich, Held, Overath, Seeler. Da notare come l'Inghilterra chiudesse il torneo nello stesso stadio, Wembley, dove aveva giocato tutte le partite.

Haller segnò quasi subito, al 12º, ma il vantaggio tedesco durò solo sei minuti, in quanto Hurst pareggiò al 18°. La partita si svolse su un piano di sostanziale equilibrio finché al 78º Peters realizzò il gol del 2-1 che sembrava aver chiuso l'incontro.[3] Su una contestata azione a palla ferma, Weber riuscì tuttavia a segnare il 2-2 quando ormai mancava un minuto alla fine.[3] Gli inglesi contestarono un fallo di mano del tedesco Schnellinger, ma Dienst convalidò. Al 101°, undici minuti dopo l'inizio dei tempi supplementari, Hurst lasciò partire un tiro che sbatté contro la faccia inferiore della traversa e rimbalzò sulla linea prima di tornare in campo.[3] Le riprese televisive dimostrarono che la palla aveva battuto sulla linea e non aveva, come richiesto dal regolamento, superato completamente la linea di porta.[3][16] Non sapendo cosa decidere, Dienst chiese il parere dell'assistente Tofik Bakhramov, che convalidò la rete.[3]

Il commentatore della BBC Kenneth Wolstenholme si premurò di far sapere che il guardalinee sovietico «parlava solo russo e turco»[17], ragion per cui il dialogo con il direttore di gara poteva avvenire solo a gesti.[16] Inutili le proteste tedesche e l'attacco finale, che durò per tutto il secondo tempo supplementare: proprio allo scadere Hurst segnò il suo terzo gol personale e il quarto per l'Inghilterra, che vinse 4-2 e si laureò campione del mondo per la prima – e tuttora unica – volta nella sua storia. Durante l'azione del 4-2, tre persone invasero il terreno di gioco mentre Hurst stava andando a segnare l'ultima rete:[3] la marcatura sarebbe stata da annullare[3] ma l'arbitro convalidò ugualmente.[3] Geoff Hurst è il primo calciatore ad aver segnato tre gol in una finale di un Campionato del mondo, raggiunto da Kylian Mbappè nella finale del campionato mondiale di calcio 2022 in Qatar.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Fase a gironi[modifica | modifica wikitesto]

Gruppo 1[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Nazionale Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 5 3 2 1 0 4 0 +4
2. Bandiera dell'Uruguay Uruguay 4 3 1 2 0 2 1 +1
3. Bandiera del Messico Messico 2 3 0 2 1 1 3 -2
4. Bandiera della Francia Francia 1 3 0 1 2 2 5 -3
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Londra
11 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra0 – 0
referto
Bandiera dell'Uruguay UruguayWembley (87148 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Ungheria István Zsolt

Londra
13 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Francia Bandiera della Francia1 – 1
referto
Bandiera del Messico MessicoWembley (69237 spett.)
Arbitro: Bandiera d'Israele Menachem Ashkenazi

Londra
15 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Uruguay Bandiera dell'Uruguay2 – 1
referto
Bandiera della Francia FranciaWhite City Stadium (45662 spett.)
Arbitro: Bandiera della Cecoslovacchia Karol Galba

Londra
16 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra2 – 0
referto
Bandiera del Messico MessicoWembley (92570 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Italia Concetto Lo Bello

Londra
19 luglio 1966, ore 16:30 UTC+0
Messico Bandiera del Messico0 – 0
referto
Bandiera dell'Uruguay UruguayWembley (61112 spett.)
Arbitro: Bandiera della Svezia Bertil Lööw

Londra
20 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra2 – 0
referto
Bandiera della Francia FranciaWembley (98270 spett.)
Arbitro: Bandiera del Perù Arturo Yamasaki

Gruppo 2[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Nazionale Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest 5 3 2 1 0 7 1 +6
2. Bandiera dell'Argentina Argentina 5 3 2 1 0 4 1 +3
3. Bandiera della Spagna Spagna 2 3 1 0 2 4 5 -1
4. Bandiera della Svizzera Svizzera 0 3 0 0 3 1 9 -8
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Sheffield
12 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Germania Ovest Bandiera della Germania Ovest5 – 0
referto
Bandiera della Svizzera SvizzeraHillsborough (36000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Scozia Hugh Phillips

Birmingham
13 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Argentina Bandiera dell'Argentina2 – 1
referto
Bandiera della Spagna SpagnaVilla Park (48000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Bulgaria Dimit’r Rumenčev

Sheffield
15 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Spagna Bandiera della Spagna2 – 1
referto
Bandiera della Svizzera SvizzeraHillsborough (32000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Unione Sovietica Tofik Bachramov

Birmingham
16 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Germania Ovest Bandiera della Germania Ovest0 – 0
referto
Bandiera dell'Argentina ArgentinaVilla Park (51000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Jugoslavia Konstantin Zečević

Sheffield
19 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Argentina Bandiera dell'Argentina2 – 0
referto
Bandiera della Svizzera SvizzeraHillsborough (32000 spett.)
Arbitro: Bandiera del Portogallo Joaquim Campos

Birmingham
20 luglio 1966, ore 19:30
Germania Ovest Bandiera della Germania Ovest2 – 1
referto
Bandiera della Spagna SpagnaVilla Park (51000 spett.)
Arbitro: Bandiera del Brasile Armando Marques

Gruppo 3[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Nazionale Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera del Portogallo Portogallo 6 3 3 0 0 9 2 +7
2. Bandiera dell'Ungheria Ungheria 4 3 2 0 1 7 5 +2
3. Bandiera del Brasile Brasile 2 3 1 0 2 4 6 -2
4. Bandiera della Bulgaria Bulgaria 0 3 0 0 3 1 8 -7
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Liverpool
12 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Brasile Bandiera del Brasile2 – 0
referto
Bandiera della Bulgaria BulgariaGoodison Park (48000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Germania Ovest Kurt Tschenscher

Manchester
13 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Portogallo Bandiera del Portogallo3 – 1
referto
Bandiera dell'Ungheria UngheriaOld Trafford (37000 spett.)
Arbitro: Bandiera del Galles Leo Callaghan

Liverpool
15 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Ungheria Bandiera dell'Ungheria3 – 1
referto
Bandiera del Brasile BrasileGoodison Park (52000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Inghilterra Ken Dagnall

Manchester
16 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Portogallo Bandiera del Portogallo3 – 0
referto
Bandiera della Bulgaria BulgariaOld Trafford (26000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Uruguay José María Codesal

Liverpool
19 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Portogallo Bandiera del Portogallo3 – 1
referto
Bandiera del Brasile BrasileGoodison Park (62000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Inghilterra George McCabe

Manchester
20 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Ungheria Bandiera dell'Ungheria3 – 1
referto
Bandiera della Bulgaria BulgariaOld Trafford (22000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Argentina Roberto Goicoechea

Gruppo 4[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Nazionale Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica 6 3 3 0 0 6 1 +5
2. Bandiera della Corea del Nord Corea del Nord 3 3 1 1 1 2 4 -2
3. Bandiera dell'Italia Italia 2 3 1 0 2 2 2 0
4. Bandiera del Cile Cile 1 3 0 1 2 2 5 -3
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Middlesbrough
12 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica3 – 0
referto
Bandiera della Corea del Nord Corea del NordAyresome Park (23 000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Spagna Juan Gardeazabal

Sunderland
13 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Italia Bandiera dell'Italia2 – 0
referto
Bandiera del Cile CileRoker Park (30000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Svizzera Gottfried Dienst

Middlesbrough
15 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Cile Bandiera del Cile1 – 1
referto
Bandiera della Corea del Nord Corea del NordAyresome Park (16000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Egitto Ali Kandil

Sunderland
16 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica1 – 0
referto
Bandiera dell'Italia ItaliaRoker Park (27800 spett.)
Arbitro: Bandiera della Germania Ovest Rudolf Kreitlein

Middlesbrough
19 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Corea del Nord Bandiera della Corea del Nord1 – 0
referto
Bandiera dell'Italia ItaliaAyresome Park (18000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Francia Pierre Schwinte

Sunderland
20 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica2 – 1
referto
Bandiera del Cile CileRoker Park (22000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Irlanda del Nord John Adair

Fase ad eliminazione diretta[modifica | modifica wikitesto]

Tabellone[modifica | modifica wikitesto]

Quarti di finale Semifinali Finale
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 1
Bandiera dell'Argentina Argentina 0 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 2
Bandiera del Portogallo Portogallo 5 Bandiera del Portogallo Portogallo 1
Bandiera della Corea del Nord Corea del Nord 3 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra (dts) 4
Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest 4 Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest 2
Bandiera dell'Uruguay Uruguay 0 Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest 2
Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica 2 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica 1
Bandiera dell'Ungheria Ungheria 1 Finale 3º posto
Bandiera del Portogallo Portogallo 2
Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica 1

Quarti di finale[modifica | modifica wikitesto]

Liverpool
23 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Portogallo Bandiera del Portogallo5 – 3
referto
Bandiera della Corea del Nord Corea del NordGoodison Park (51780 spett.)
Arbitro: Bandiera d'Israele Menachem Ashkenazi

Sheffield
23 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Germania Ovest Bandiera della Germania Ovest4 – 0
referto
Bandiera dell'Uruguay UruguayHillsborough (34000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Inghilterra Jim Finney

Londra
23 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra1 – 0
referto
Bandiera dell'Argentina ArgentinaWembley (90000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Germania Ovest Rudolf Kreitlein

Sunderland
23 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica2 – 1
referto
Bandiera dell'Ungheria UngheriaRoker Park (21000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Spagna Juan Gardeazábal Garay

Semifinali[modifica | modifica wikitesto]

Liverpool
25 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Germania Ovest Bandiera della Germania Ovest2 – 1
referto
Bandiera dell'Unione Sovietica Unione SovieticaGoodison Park (38300 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Italia Concetto Lo Bello

Londra
26 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra2 – 1
referto
Bandiera del Portogallo PortogalloWembley (95000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Francia Pierre Schwinte

Finale per il terzo posto[modifica | modifica wikitesto]

Londra
28 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Portogallo Bandiera del Portogallo2 – 1
referto
Bandiera dell'Unione Sovietica Unione SovieticaWembley (88000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Inghilterra Ken Dagnall

Finale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Finale del campionato mondiale di calcio 1966.
Londra
30 luglio 1966, ore 15:00 (UTC+0)
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra4 – 2
(d.t.s.)
referto
Bandiera della Germania Ovest Germania OvestWembley Stadium (96 924 spett.)
Arbitro: Bandiera della Svizzera Dienst

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica marcatori[modifica | modifica wikitesto]

9 reti
6 reti
4 reti
3 reti
2 reti
1 rete
Autoreti

Premi[modifica | modifica wikitesto]

[18] Miglior marcatore Miglior giovane[19]
Bandiera del Portogallo Eusébio (9) Bandiera della Germania Ovest Franz Beckenbauer

All-Star Team[20][modifica | modifica wikitesto]

Portiere Difensori Centrocampisti Attaccanti
Bandiera dell'Inghilterra Gordon Banks Bandiera dell'Inghilterra George Cohen
Bandiera dell'Inghilterra Bobby Moore
Bandiera del Portogallo Vicente
Bandiera dell'Argentina Silvio Marzolini
Bandiera della Germania Ovest Franz Beckenbauer
Bandiera del Portogallo Mário Coluna
Bandiera dell'Inghilterra Bobby Charlton
Bandiera dell'Ungheria Flórián Albert
Bandiera della Germania Ovest Uwe Seeler
Bandiera del Portogallo Eusébio

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 1966 FIFA World Cup England, su fifa.com. URL consultato il 28 agosto 2020 (archiviato il 24 agosto 2020).
  2. ^ a b c Bortolotti, p. 167.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Buffa.
  4. ^ Bortolotti, p. 166.
  5. ^ (EN) World Cup fears over North Korea in 1966, in bbc.co.uk, 13 giugno 2010. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato il 29 agosto 2019).
  6. ^ Inghilterra-Polonia "vernice"al sorteggio dei Mondiali, in Corriere della Sera, 5 gennaio 1966, p. 14.
  7. ^ Senza teste di serie?, in Corriere della Sera, 5-6 gennaio 1966, p. 8.
  8. ^ Rous lesse: "Portogallo" L'Italia schivò il pericolo, in Corriere della Sera, 7 gennaio 1966, p. 13.
  9. ^ a b c d Quando gli arbitri decidono tutto, e anche di più, su francorossi.com. URL consultato il 10 giugno 2010.
  10. ^ Rsvn.it - Pomodori all'aeroporto di Genova, su rsvn.it. URL consultato il 9 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2016).
  11. ^ Ken Aston – the inventor of yellow and red cards Archiviato il 30 dicembre 2014 in Internet Archive. - fifa.com
  12. ^ 1966, Inghilterra-Argentina: 10 minuti di pura follia, e Rattin passa alla storia, su calciomercato.com.
  13. ^ Inghilterra - Argentina 1-0 - Mondiali Inghilterra 1966 - quarti di finale, su youtube.com.
  14. ^ (EN) Robin Hackett, Blue is the colour, su espnfc.com, ESPN, 2011 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2014).
  15. ^ (ES) Inghilterra-Argentina, su todoslosmundiales.com.ar. URL consultato il 10 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2008).
  16. ^ a b c d Bortolotti, p. 168.
  17. ^ «Yes, yes, yes - no! The linesman says no! The linesman says no… It's a goal! It's a goal! Oh, and the Germans go mad at the referee! This linesman, at the linesman, who can only speak Russian and Turkish…» («Sì… Sì… Sì… No! Il guardalinee ha detto "no"! Il guardalinee ha detto "no"! È gol! È gol! Oh, e i tedeschi stanno assalendo l'arbitro… Questo guardalinee… Questo guardalinee che parla solo russo e turco…»), dalla telecronaca della BBC di Kenneth Wolstenholme.
  18. ^ "1966 FIFA World Cup England - Awards", su fifa.com. URL consultato il 28 agosto 2020 (archiviato il 24 agosto 2020).
  19. ^ La FIFA in occasione della prima assegnazione del premio, ha organizzato un sondaggio tramite Internet per scegliere il miglior giovane dei Mondiali fra il 1958 e il 2002.
  20. ^ FIFA World Cup All-Star Team – Football world Cup All Star Team, su football.sporting99.com. URL consultato il 28 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Adalberto Bortolotti, I campionati mondiali, in AA.VV., Enciclopedia dello Sport - Calcio, Roma, Treccani, 2002.

Videografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Ferri, Federico Buffa, Storie Mondiali: Football Back Home (1966), Sky Sport, 2014.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN150743816 · LCCN (ENno2013079959 · GND (DE2010941-6 · WorldCat Identities (ENviaf-150743816
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