Byllis

Byllis
Rovine dell'antica città di Byllis con il mar Adriatico sullo sfondo.
Nome originale Bylis
Territorio e popolazione
Lingua illirico, greco antico, latino
Localizzazione
Stato attuale Bandiera dell'Albania Albania
Località Hekal
Coordinate 40°32′25.08″N 19°44′15″E / 40.5403°N 19.7375°E40.5403; 19.7375
Cartografia
Mappa di localizzazione: Albania
Byllis
Byllis

Byllis (in greco antico: Βύλλις o Βουλλίς?; in latino Byllis) era un'antica città ubicata nel territorio della tribù illirica dei Bylliones, fu la sede principale della comunità territoriale dei Bylliones, della quale sono stati individuati numerosi centri, dislocati sulle colline che delimitano la valle del fiume Voiussa. [1][2][3][4] [5][6] I resti di Byllis si trovano a nord-est di Valona, a 25 km dal mare nei pressi di Hekal nel distretto di Mallakastër in Albania.[7]

La presenza dei Bylliones è attestata alla metà del IV secolo a.C., in una descrizione del geografo Pseudo-Scilace,[8] e il loro koinon è attestato da iscrizioni ritrovate nell'oracolo di Dodona che riportano i loro sacrifici fatti al fine di assicurarsi la protezione della divinità. I resti archeologici confermano la data della seconda metà del IV secolo a.C. mentre successivamente la città venne conquistata da Pirro.[9]

Le mura massive di Byllis furono costruite prima della fine del IV secolo a.C., ed erano di tipica costruzione illirica.[1] Successivamente Byllis acquisì le caratteristiche di una città ellenistica,[1] e siccome le tribù illiriche del sud, inclusi i Bylliones, erano inclini a diventare bilingue, nella città veniva parlato anche il greco antico.[10] Byllis ricevette dei teoroi da santuari antichi greci, nel corso del II secolo a.C., che sembra indicare che fosse una città greca o che i suoi cittadini cominciarono a parlare greco.[11] In epoca imperiale una colonia romana fu stabilita a Byllis.

Stefano di Bisanzio menziona Byllis come città in riva al mare in Illiria e cita la leggenda della sua fondazione, secondo la quale la città fu fondata da Mirmidoni sotto Neottolemo, di ritorno dalla guerra di Troia verso le terre d'origine. Questa tradizione si riflette anche nella numismatica della città.[12]

Città[modifica | modifica wikitesto]

Byllis era posizionata in Illiria, vicino ai confini con l'Epiro. Nell'era ellenistica nella città si parlava anche il greco antico,[10] e inoltre sono attestati nomi illirici dei funzionari.[13] Al suo interno furono costruite un gymnasium e un teatro di età ellenistica.[14] Esistono ipotesi riguardo a una fondazione da parte di coloni antichi greci,[15] tuttavia le prime mura massive del IV secolo a.C. sono di tipica costruzione illirica.[1] M. B. Hatzopoulos crede che Byllis fosse la città greca, non colonia, situata più a nord nella regione.[16] Secondo N.G.L. Hammond la città coniò delle monete diverse da quelle della tribù illirica dei Bylliones.[17] Tuttavia un'analisi recente dell'epigrafia e della numismatica della regione sembra indicare un uso alternato delle forme: l'ethnos con il suo territorio da una parte, e la polis "tribale" capitale dell'ethnos dall'altra, che presentava al suo interno un'autorità politica rappresentata dagli organi decisionali del koinon dei Bylliones, rappresentando il centro urbano di riferimento della comunità.[18]

Le mura di Byllis avevano uno sviluppo di 2 200 metri, e racchiudevano 30 ettari di pianura in cima a una collina sita a 524 metri sul livello del mare. Le mura avevano sei porte. La strada partiva da Apollonia passava da due città, attraversava Byllis in direzione delle strettoie della gola del fiume Voiussa (in greco Aoos) sulla strada per la Macedonia o per Antigonia in direzione dell'Epiro. Nel 2011, nel corso di una ricostruzione della strada nei pressi del parco archeologico, è stato rinvenuta nel sito una statua di epoca ellenistica, che può rappresentare un soldato illiro o una divinità guerriera.[19] Tuttavia, ha poco senso proporre un'etichetta illira per la città in cui il linguaggio, le istituzioni, i funzionari, l'onomastica, l'urbanistica e le fortificazioni sono chiaramente greche.[20]

L'Epiro nell'antichità.
Immagine dell'antico sito di Byllis e il fiume Voiussa sullo sfondo.

Lega dei Bylliones[modifica | modifica wikitesto]

La lega (koinon) delle tribù illire di Byllis (in greco antico: Κοινὸν Βυλλίων?), che era stata ellenizzata ed era bilingue,[21] era una coalizione di una o due poleis,[22] ed è attestata dopo il 232 a.C.[23] La lega era ristretta a Byllis e Nicea,[24] e Byllis considerava Nicea come uno dei suoi demo.[22] Nicea era un membro della lega come documentato da un'iscrizione del II secolo a.C.[25] La sola attestazione che la città era una polis si trova in Stefano di Bisanzio nel VI secolo.[26] I cittadini di Byllis erano chiamati Byllidi (in greco antico: Βυλλιδεῖς?).[20]

Sotto Romani e Bizantini[modifica | modifica wikitesto]

Sotto l'impero romano, Byllis divenne parte della provincia di Epirus novus. Le mura di Byllis riportano più di quattro iscrizioni con notizie sulla loro costruzione realizzata dall'ingegnere Victorinus, per ordine dell'imperatore Giustiniano I (483-565).[26][27]

Associazione con la sede di Apollonia[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei partecipanti al Concilio di Efeso, nel 431, fu Felice che si firmò come vescovo di Apollonia e Byllis, e un'altra volta come vescovo di Apollonia. Alcuni ritengono che le due città formassero un'unica sede episcopale, mentre altri sostengono che, fosse soltanto vescovo di Apollonia, ma che gli fosse stata assegnata la supplenza di Byllis durante una sede vacante di quella diocesi. Al Concilio di Calcedonia, nel 451, Eusebius firmò semplicemente come vescovo di Apollonia. Nelle lettere inviate dal vescovo di Epirus novus all'imperatore bizantino Leone I, nel 458, Philocharis firmò come vescovo di quello che i manoscritti indicano "Vallidus", e che gli storici considerano "Byllis". Se Philocharis è da considerarsi vescovo anche di Apollonia dipende dall'interpretazione della posizione di Felix nel 431.[28][29][30]

L'Annuario Pontificio indica Apollonia come sede titolare una suffraganea dell'arcidiocesi di Durazzo,[31] ma non dà lo stesso riconoscimento a Byllis.[32]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Winnifrith 2002, p. 58.
    «"There are however, some other sites in Southern Albania which cannot be attributed to sudden Macedonian or Molossian advance, notably Amantia, Byllis and Selce, thought by some to be Pelium, where Alexander the Great fought a difficult campaign. Their massive walls were constructed before the end of the fourth century , and the literary sources talk of them as Illyrian rather than Epirote or Macedonian foundations. Later Amantia and Byllis acquired the trappings of a Hellenistic town."»
  2. ^ Stocker, 2009, p. 309
  3. ^ Papadopoulos|2016|p=382|ps=: "...indigenous sites that became, by the 4th century BC or later, cities very much organised on a Greek model (e.g. Byllis, Nikaia, Amantia, Lissos)."
  4. ^ Lasagni|2019|p=73|ps=: "poleis illiriche ellenizzate di Byllis o Amantia" ... Eckstein 2008, 52-54 (cit. a pagina 53): «Whereas Apollonia was a Roman amicus, no links were established with the Hellenized Illyrian city-states of Byllis and Amantia
  5. ^ Lippert Matzinger, 2021, pp. 101–102
  6. ^ Belli Pasqua, 2014, p. 427
  7. ^ Belli Pasqua 2017, p. 89.
    «Nello specifico, l’antico centro di Byllis occupa una collina alta poco più di 500 m sul livello del mare e costituisce il tipico sito d’altura del paesaggio antico albanese, posto a dominare la valle del fiume Vojussa (fig. 1), uno dei principali assi fluviali dell’Albania centro meridionale; dal sito si arriva a vedere la linea di costa mentre, verso l’entroterra, il paesaggio introduce ai centri più interni. La città fa parte di un sistema di insediamenti che appartengono al koinòn dei Bylliones, comparto etnico territoriale la cui esistenza è documentata fin dal V secolo a.C. e del quale la stessa Byllis sembra aver costituito il principale centro di riferimento.»
  8. ^ Pseudo-Scylax, Periplus, 27.
  9. ^ Pyrrhus King of Epirus. Petros Garouphalias
  10. ^ a b Tom Winnifrith. Perspectives on Albania.. Macmillan, 1992. ISBN 978-0-333-51282-1, p. 37: "The southernmost Illyrian tribes tended to become bilingual. Thus Byllis, the largest city in the territory of the Illyrian Bylliones, was a Greek-speaking city, visited by Greek envoys from the shrines of Greece.
  11. ^ Peter Allan Hansen. Carmina epigraphica Graeca.. Novus Eboracus, 1983. ISBN 978-3-11-008387-3, p. 295: "Sacred envoys from Greek sanctuaries visited Greek cities only: Dyrrachium, Apollonia, Oricum, Amantia and Byllis (BCH 45 [1921], 1f.), from which it appears that Byllis was a Greek city, founded probably by Pyrrhus, or that its citizens, the Byllideis, had become Greek-speaking.".
  12. ^ Ceka and Mucau, Byllis, Tirana, Migjeni, 2005, p. 11, ISBN 99943-672-7-7.
  13. ^ Ceka and Mucau, 2005.
  14. ^ Tom Winnifrith. Badlands, borderlands: a history of Northern Epirus/Southern Albania.. Duckworth, 2002. ISBN 978-0-7156-3201-7, p. 58
  15. ^ Hammond, 1989, p.19
  16. ^ M. B. Hatzopoulos. The Borders of Hellenism in Epirus during Antiquity.. Epirus: Ekdotike Athenon, p. 145, 1997.
  17. ^ Hammond, 1989, p.18
  18. ^ Lasagni 2019, p. 74.
  19. ^ Fier: Ancient statue discovered in Byllis (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  20. ^ a b Hammond, 1989, p. 17
  21. ^ Marjeta Šašel Kos. Appian and Illyricum.. Narodni muzej Slovenije, 2005, p. 226
  22. ^ a b Pleket, H. W. Supplementum Epigraphicum Graecum, Volume XXXIX: 1989.
  23. ^ Wilkes|, 1995, p. 97
  24. ^ Robert, L. "Discours inaugaural", L' Illyrie méridionale et L'Épire dans l'Antiquité, Actes du colloque international de Clermont-Ferrand. Clermont-Ferrand, 1984, p. 14.
  25. ^ Hansen Nielsen, 2004
  26. ^ a b Bowden, 2003
  27. ^ Ceka and Mucaj, Byllis, Migjeni, 2005, pp. 108-109, ISBN 99943-672-7-7.
  28. ^ Daniele Farlati-Jacopo Coleti, Illyricum Sacrum, vol. VII, Venezia 1817, pp. 395-396.
  29. ^ (LA) Michel Le Quien, Oriens christianus in quatuor Patriarchatus digestus., Parigi, 1740, Vol. II, coll. 248-249
  30. ^ Louis Petit, "Byllis". in Catholic Encyclopedia, New York, 1908
  31. ^ Annuario Pontificio 2013 (Libreria Editrice Vaticana 2013 ISBN 978-88-209-9070-1), p. 835
  32. ^ Annuario Pontificio 2013, Libreria Editrice Vaticana, 2013 ISBN 978-88-209-9070-1, "Sedi titolari", pp. 819-1013

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberta Belli Pasqua, Ricerca archeologica e valorizzazione: riflessioni sul Parco Archeologico di Byllis (Albania), in Massimo Lavarone (a cura di), Quaderni Friulani di Archeologia, XXVII, Società Friulana di Archeologia, 2017, pp. 89-97, ISSN 1122-7133 (WC · ACNP).
  • Beaudry, Nicolas (2010). 'Një punishte për prodhimin e verës në Bylisi', Monumentet 28, pp. 41–50.
  • Beaudry, Nicolas, Chevalier, Pascale, & Muçaj, Skënder (2010). ' Le quartier épiscopal, campagne 2009, Byllis (Albanie).', Bulletin du Centre d'études médiévales d'Auxerre 14, pp. 57–60.
  • Beaudry, Nicolas, et al. (2003). ' Byllis (Albanie).', Bulletin de correspondance hellénique 126.2, pp. 659–684.
  • William Bowden, Epirus Vetus: The Archaeology of a Late Antique Province, Duckworth, 2003, ISBN 0-7156-3116-0.
  • Chevalier, Pascale, et al. (2003). 'Trois basiliques et un groupe épiscopal des Ve-VIe siècles réétudiés à Byllis (Albanie)', Hortus Artium Medievalium 9, pp. 155–165.
  • Ceka, Neritan, & Muçaj, Skënder (2005). Byllis, its history and monuments, Tirana.
  • Chevalier, Pascale, et al. (2008). ' Byllis (Albanie), campagne 2007: le quartier épiscopal, la Basilique E et les carrières.', Bulletin du Centre d'études médiévales d'Auxerre 13, pp. 73–76.
  • Chevalier, Pascale, Beaudry, Nicolas, & Muçaj, Skënder (2009). ' Le quartier épiscopal, campagne 2008, Byllis (Albanie).', Bulletin du Centre d'études médiévales d'Auxerre 13, pp. 73–76.
  • N. G. L. Hammond, The Illyrian Atintani, the Epirotic Atintanes and the Roman Protectorate, in The Journal of Roman Studies, vol. 79, 1989, pp. 11-25, JSTOR 301177.
  • Haxhimihali, Marin (2004). 'Byllis et sa région à la lumière des sources écrites du VIe siècle', L'Illyrie méridionale et l'Épire dans l'Antiquité IV, Paris, pp. 463–466.
  • Mogens Herman Hansen e Thomas Heine Nielsen, An Inventory of Archaic and Classical Poleis, Oxford University Press, 2004, ISBN 978-0-19-814099-3.
  • M. B. Hatzopoulos, M. Sakellariou e L. D. Loukopoulou, Epirus, Four Thousand Years of Greek History and Civilization, Ekdotike Athenon, 1997, ISBN 960-213-377-5.
  • D. M. Lewis e John Boardman, The Cambridge Ancient History, Volume 6: The Fourth Century BC, 1994, ISBN 0-521-23348-8.
  • Chiara Lasagni, Le realtà locali nel mondo greco: Ricerche su poleis ed ethne della Grecia occidentale, a cura di Giovannella Cresci Marrone e Enrica Culasso Gastaldi, Studi e testi di epigrafia, Edizioni dell'Orso, 2019, ISBN 978-88-6274-962-6.
  • John Wilkes, The Illyrians, Wiley-Blackwell, 1995, ISBN 0-631-19807-5.
  • (EN) Tom J. Winnifrith, Badlands-borderlands: a history of Northern Epirus/Southern Albania, London, Duckworth, 2002, ISBN 0-7156-3201-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Byllis Archaeological Park, su parkuarkeologjikbylis.gov.al. URL consultato il 6 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
  • Illiria e Illiri, su groups.yahoo.com. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2012).
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