Bob Dylan's Blues

Bob Dylan's Blues
ArtistaBob Dylan
Autore/iBob Dylan
GenereFolk
Pubblicazione originale
IncisioneThe Freewheelin' Bob Dylan
Data1963
Durata2:23

Bob Dylan's Blues è una canzone di Bob Dylan, pubblicata nell'album The Freewheelin' Bob Dylan del 1963.

Il brano[modifica | modifica wikitesto]

Registrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il brano Bob Dylan's Blues fu registrato in tre tracks il 9 luglio 1962, lo stesso giorno in cui furono registrate anche Blowin' in the Wind, Baby, I'm in the Mood for You e Down the Highway.

Il titolo Bob Dylan's Blues era lo stesso scelto per l'intero album, solo successivamente modificato in The Freewheelin' Bob Dylan[1][2].

Nell'aprile del 1963 Dylan registrò un'altra versione del brano come demo per la sua casa editrice, la M. Witmark & Sons. La registrazione è rimasta inedita fino al 2010, quando è stata pubblicata nella raccolta The Bootleg Series Vol. 9 - The Witmark Demos: 1962-1964.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La canzone è per sola voce, chitarra acustica ed armonica a bocca (qui suonata in Re[2]), come tutte le altre dell'album tranne Corrina, Corrina.

Dylan inizia il brano con un'introduzione parlata dove descrive in modo satirico le origini delle canzoni folk: «la maggior parte delle canzoni furono scritte a Tin Pan Alley, che è il posto da dove vengono molti dei brani folk al giorno d'oggi». Segue quello che si può definire come un assurdo, improvvisato blues[3].

In parte improvvisata, la canzone è un vivace e tragicomico susseguirsi di immagini e pensieri tra loro slegati, in «un nonsense alla Elliot» che è parodia dello spirito del disco stesso e del suo stesso autore, come poi avverrà in maniera più marcata in alcuni pezzi del suo quinto album, Bringin' It All Back Home[4][5][6][7].

Il testo della canzone riflette anche la nostalgia dell'autore per Suze Rotolo, la fidanzata in quei mesi assente (studiò arte a Perugia dal giugno del 1962 al gennaio del 1963): l'intera seconda strofa era stata scritta in una lettera alla Rotolo nel mese di giugno[2].

L'omaggio di Syd Barrett[modifica | modifica wikitesto]

La canzone è richiamata nell'omonimo brano del 1965 di Syd Barrett, fondatore dei Pink Floyd, in realtà non una cover del pezzo dylaniano, ma in cui si omaggia il cantautore americano nel medesimo stile acustico e cantautoriale di The Freewheelin' Bob Dylan. Registrata tra il 1968 e il 1970, venne dimenticata e riscoperta da David Gilmour, e pubblicata nell'album The Best of Syd Barrett: Wouldn't You Miss Me? del 2001[2][8]. Barrett era un ammiratore di Dylan, la cui influenza è presente in molte altre canzoni del fondatore dei Pink Floyd. La canzone è stata scritta dopo che Barrett aveva assistito ad un concerto di Dylan nel 1963.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Alan Light, Tutta la storia e i segreti di 'The Freewhelin' Bob Dylan', su Rolling Stone, 27 maggio 2017. URL consultato il 12 dicembre 2017.
  2. ^ a b c d (EN) Philippe Margotin e Jean-Michel Guesdon, Bob Dylan All the Songs, Hachette, 2015, ISBN 9780316353533.
  3. ^ Robert Shelton, No Direction Home, Da Capo Press, 2003, p. 155, ISBN 0-306-81287-8.
  4. ^ Robert Shelton, Vita e musica di Bob Dylan, Feltrinelli, 1986, p. 119, ISBN 9788807070174.
  5. ^ (EN) Donald Brown, Bob Dylan: American Troubadour, Scarecrow Press, 2014, p. 11, ISBN 9780810884212.
  6. ^ (EN) John Hughes, Invisible Now: Bob Dylan in the 1960s, Routledge, 2016, p. 78, ISBN 9781317113027.
  7. ^ (EN) Sean Egan, The Mammoth Book of Bob Dylan, Hachette, 2011, ISBN 9781849017633.
  8. ^ (EN) Mark Paytress, Syd Barrett Song Unearthed, su Rolling Stone, 14 febbraio 2001. URL consultato il 12 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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