Biblioteca Estense universitaria di Modena

Biblioteca Estense universitaria di Modena
Il Palazzo dei Musei che ospita anche la Biblioteca
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàModena
IndirizzoLargo S. Agostino 337, 41121 Modena
Caratteristiche
Tipobiblioteca pubblica statale
ISILIT-MO0089
Sito web

La Biblioteca Estense universitaria è una biblioteca pubblica statale collocata nel Palazzo dei Musei a Modena.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La biblioteca trae la sua origine storica nella collezione libraria degli Estensi, la famiglia che resse il ducato di Ferrara prima e quello di Modena e Reggio poi.

Quando gli Estensi dovettero riconsegnare Ferrara allo Stato della Chiesa, riuscirono ad ottenere di poter trasferire, insieme agli altri beni familiari, come la quadreria, la biblioteca a Modena, divenuta capitale del ducato nel 1598. Da allora la consistenza della biblioteca ricominciò ad accrescersi.

Alcuni illustri direttori della Biblioteca estense:

Fu soprattutto merito del Tiraboschi l'accurata scelta dei testi che provenivano dalle varie congregazioni religiose: In particolare furono unificate le biblioteche dei Gesuiti, dei Benedettini, dei Teatini e dei Minori Osservanti. Secondo la storica Mackay Quynn[1], durante le spoliazioni napoleoniche, la Biblioteca Estense venne gravemente depauperata dei fondi librari originari.

Dopo il periodo napoleonico, i duchi asburgo-estensi (o, come spesso sono chiamati, d'Austria-Este) continuarono ad accrescere la biblioteca, che dopo l'Unità d'Italia assorbì la Biblioteca universitaria. Nel 1995 i due istituti vennero fusi anche dal punto di vista amministrativo nella "Biblioteca Estense universitaria", organo periferico del Ministero per i beni e le attività culturali.

Svolge la funzione di deposito legale per le opere edite in provincia di Modena. Conserva la Bibbia di Borso d'Este (1455-1461), il Planisfero di Cantino (il più antico planisfero portoghese sopravvissuto), un mappamondo catalano del XV secolo ed un evangeliario bizantino del X secolo.

È stato deciso il trasferimento nei locali dell'ex Ospedale Sant'Agostino, appositamente restaurato dalla Fondazione Cassa Risparmio di Modena.[2]

Collezione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dorothy Mackay Quynn, The Art Confiscations of the Napoleonic Wars, in The American Historical Review, vol. 50, n. 3, 1945, pp. 437–460, DOI:10.2307/1843116. URL consultato il 26 aprile 2019.
  2. ^ Gazzetta di Modena, su gazzettadimodena.gelocal.it. URL consultato il 15 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2019).

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