Befehlshaber der U-Boote

Befehlshaber der U-Boote
Il Befehlshaber der U-Boote, l'ammiraglio Karl Dönitz (a sinistra), saluta il capitano Werner Hartmann, comandante dell'U-37
Descrizione generale
Attivo17 ottobre 1939 - maggio 1945
NazioneBandiera della Germania Germania
Servizio Kriegsmarine
RuoloCoordinamento di tutte le operazioni condotte dai sottomarini
Battaglie/guerreSeconda guerra mondiale
Parte di
Oberkommando der Marine
Reparti dipendenti
1939:
1ª Squadriglia sommergibili
2ª Squadriglia sommergibili
3ª Squadriglia sommergibili
5ª Squadriglia sommergibili
6ª Squadriglia sommergibili
7ª Squadriglia sommergibili
Squadriglia scuola sommergibili
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Il Befehlshaber der U-Boote (BdU) costituì il titolo di comandante supremo della flotta sommergibili della Marina da guerra tedesca durante la seconda guerra mondiale.

Detentori del titolo[modifica | modifica wikitesto]

Il titolo appartenne a Karl Dönitz che, dal gennaio 1936, con il grado di contrammiraglio, deteneva il titolo di "comandante supremo dei sommergibili", Führer der U-Boote (FdU); esso fu mutato, il 19 settembre 1939, in "comandante in capo dei sommergibili", Befehlshaber der U-Boote (BdU)[1] e la sede del comando fu istituita a Kiel e, nel 1940, dopo l'occupazione della Francia, fu spostata a Lorient.

Dönitz mantenne il comando del BdU fino al 30 gennaio 1943 quando, promosso Grandammiraglio, sostituì Erich Raeder come comandante supremo della Kriegsmarine, a seguito delle dimissioni di quest'ultimo[2], e il suo posto fu preso dal suo capo di Stato Maggiore, il contrammiraglio Eberhard Godt. Successivamente il titolo fu assunto dall'ammiraglio Hans-Georg von Friedeburg, che lo mantenne fino alla fine della guerra, quando, dopo la sconfitta della Germania, il titolo fu soppresso.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Léonce Peillard, La Battaglia dell'Atlantico, 1992, Mondadori, p. 42.
  2. ^ Le dimissioni del Großadmiral Erich Raeder furono provocate a causa dell'intenzione di Hitler di smantellare le navi di superficie, da questi ritenute costose ed inefficaci, per utilizzare i loro cannoni come batterie costiere. Nella sua lettera di dimissioni il Großadmiral indicò come suo successore l'ammiraglio Rolf Carls e, in alternativa, Karl Dönitz. Vedi: Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, vol. III, 1995, Fratelli Fabbri Editori, p. 792.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, vol. III, 1995, Fabbri Editori, ISBN non esistente.
  • Léonce Peillard, La Battaglia dell'Atlantico, 1992, Mondadori, ISBN 88-04-35906-4.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]